Politici bipartisan si esprimono sul crocifisso nelle scuole e nei luoghi pubblici

Ecco cosa ne pensano i politici di ogni ruolo, schieramento e posizione esistenzialie circa l’esposizione del crocifisso nei luoghi pubblici e nelle aule scolastiche. La pagina è in aggiornamento costante (le dichiarazioni antecedenti il 2011 si riferiscono ovviamente alla prima sentenza, cioè quella del 3/11/09, con la quale si condannava l’esposizione del crocifisso). Si può notare che tutti -indipendentemente dal partito politico a cui aderiscono e dalla fede religiosa- abbracciano una sana idea di laicità, cioè quella definita “positiva” o “cooperativa”.


JACQUES BARROT. Il Commissario europeo alla Giustizia ha fatto sapere rispetto alla presenza di simboli religiosi in edifici pubblici, che «vige il principio di sussidiarietà, e dunque ricade interamente nelle competenze degli Stati membri. La Corte Europea per i diritti dell’uomo non è un’istituzione europea. Inoltre non vi è alcuna normativa Ue che regoli la materia e anche le norme comunitarie contro la discriminazione escludono il riferimento ai simboli religiosi attribuendone la competenza agli Stati membri» (cfr. Informati Subito.it).

JOSE’ MANUEL BARROSO. Il Presidente della Commissione Europea, attraverso il portavoce Pia Ahrenkilde, ha spiegato che «resta valido sottolineare l’importanza delle radici cristiane dell’Europa» (cfr. InformaSubito.it).

ANGELA MERKEL. La Cancelliera tedesca ha dichiarato: «Il crocefisso nelle scuole costituisce in Germania una tradizione cristiana vecchia di secoli e la croce è l’espressione della nostra tradizione e del nostro sistema di valori» (cfr. Il Giornale 26/4/10).

GIORGIO NAPOLITANO. Il Presidente della Repubblica ha dichiarato: «La laicita dell’Europa non può essere concepita in termini tali da ferire sentimenti popolari e profondi, bensì come disponibilità ad accogliere e amalgamare le tradizioni più diverse, senza escluderne alcuna, in una logica non già di indifferenza ed esclusione, ma di inclusione e arricchimento reciproco. Nella laicità dello Stato bisogna riconoscere la rilevanza pubblica e sociale del fatto religioso. Su questioni quale l’esposizione del crocifisso negli uffici e nelle scuole pubbliche sarebbe meglio che decidessero i singoli Stati e non le corti europee» (cfr. Ansa 23/6/10).

SILVIO BERLUSCONI. Il Presidente del Consiglio ha detto: «Qualunque sia l’esito del ricorso presentato dal governo italiano non ci sarà capacità coercitiva che ci impedisca di tenere i crocefissi nelle aule. La Corte dei diritti dell’uomo non è rispettosa della realtà: l’Europa tutta e in particolare l’Italia non può non dirsi cristiana. Se c’è una cosa su cui anche un ateo può convenire è che questa è la nostra storia. Ci sono 8 paesi d’Europa che hanno la croce nella loro bandiera. Cosa dovrebbero fare, cambiare la loro bandiera?» (cfr. Il Corriere della Sera 6/11/09).

GIANNI LETTA. Il Sottosegretario alla presidenza del Consiglio ha dichiarato: «Il governo sta facendo il possibile per contrastare gli effetti della sentenza della Corte Europea sul crocifisso. E ha deciso di chiedere il rinvio della sentenza alla Grande Camera della Corte stessa» (cfr. Libero 21/1/10)

GIANFRANCO FINI. Il Presidente della Camera ha detto: «Mi auguro din d’ora che la sentenza non venga salutata come giusta affermazione della laicità delle istituzioni che è valore ben diverso dalla negazione, propria del laicismo più deteriore, del ruolo del cristianesimo nella società e nell’identità italiana». (cfr. Il Corriere della Sera 3/11/09).

RENATO SCHIFANI. Il Presidente del Senato ha dichiarato: «Sarebbe un errore drammatico fare dell’Europa uno spazio vuoto di simboli, di tradizioni, di cultura. Il valore simbolico del Crocifisso non comprime alcuna libertà ed è espressione di una apertura alla storia, alla cultura, ad una identità arricchita dal rispetto reciproco» (cfr. La Stampa 3/11/09 e Lapoliticaitaliana 18/3/11).

PIERLUIGI BERSANI. Il leader del Partito Democratico ha affermato: «Su questioni delicate qualche volta il buon senso finisce di essere vittima del diritto. Antiche tradizioni come quella del crocifisso non possono essere offensive per nessuno» (cfr. Il Corriere della Sera 3/11/09 e Romagna Oggi 4/11/09).

ANTONIO DI PIETRO. Il leader dell’Italia dei Valori ha dichiarato: «Qualora tecnicamente e giuridicamente ci sia la possibilità di sospendere l’esecutività della sentenza della Corte di Giustizia ben venga tale soluzione. Ciò in attesa di una rivisitazione della decisione, che non ha nè capo nè coda giacchè la figura di Cristo in croce e’ un segno di pace, amore, e rispetto della vita umana, valido per chi pratica qualsiasi religione o è semplicemente ateo» (cfr. Quotidiano.net 6/12/09).

PIER FERDINANDO CASINI. Il leader dell’Udc ha affermato: «La sentenza della Corte Europea  contro i crocefissi è la conseguenza della pavidità dei governanti europei, che si sono rifiutati di menzionare le radici cristiane nella Costituzione europea. Il crocefisso è il segno dell’identità cristiana dell’Italia e dell’Europa» (cfr. Il Corriere della Sera 3/11/09).

ROSY BINDI. La Presidente del Partito Democratico e Vicepresidente della Camera dei deputati ha dichiarato: «Rispetto la decisione della Corte contro i crocefissi, non la condivido. Come ho scritto in un mio libro, citando un commento di Natalia Ginzburg apparso sull’Unità, il crocifisso ci ricorda la prima persona che ha parlato di fratellanza, di capacità di dare la vita per i proprio amici. Non immagino come un simbolo così positivo e radicato nella cultura del nostro Paese possa dare fastidio a qualcuno. La libertà religiosa è uno dei fondamenti della cittadinanza. Il nostro problema non è togliere il crocifisso dalle scuole; non sarebbe rispettoso della nostra storia e della nostra cultura. Bisogna piuttosto dare spazio anche alle altre sensibilità religiose e non temere mai chi prega» (cfr. Leiweb 12/11/09 e Bersanisegretario 3/11/09).

UMBERTO BOSSI. Il leader della Lega Nord ha dichiarato: “La sentenza della Corte Europea contro i crocefissi è una stronzata. L’Europa va forse bene per l’economia, ma non per molte altre cose” (cfr. La Repubblica 4/11/09).

ANNA FINOCCHIARO. Il Capogruppo del Partito Democratico al Senato della Repubblica ha dichiarato: «Vedere un crocifisso in una scuola non mi ha mai dato fastidio. La crocifissione rappresenta non solo Cristo, ma chiunque ha sofferto e soffre ogni giorno per i suoi ideali: è per questo un monito universale al rispetto dell’ identità di ciascuno» (cfr. Il Corriere della Sera 20/9/02)

ANTONIO DE POLI. Il portavoce nazionale dell’UDC ha dichiarato: «Nessun crocifisso nelle aule scolastiche ha mai violato la nostra libertà religiosa, e nemmeno la crescita e la libera professione delle fedi religiose. E’ un patrimonio civile di tutti gli italiani, perchè è il segno dell’identità cristiana dell’Italia e anche dell’Europa. Il rischio era che si affermasse un’Europa laicista che non lascia spazio nè a Dio nè alla religione. Noi siamo infatti per una Europa sì laica, ma che riconosca le proprie origini cristiane. La sentenza ha evitato di alimentare l’integralismo antieuropeo che c’è anche nel nostro Paese e riafferma il diritto che abbiamo di esporre uno dei simboli fondanti della nostra religione, e quindi della nostra cultura» (cfr. Lapoliticaitaliana 18/3/11)

LEOLUCA ORLANDO.  Il portavoce dell’Italia dei Valori ha dichiarato: «Il crocifisso, oltre ad essere molto importante per tutti i cattolici, è anche un fondamentale simbolo per i non credenti e rappresenta le radici storiche e culturali del nostro Paese. E’ la sintesi della tolleranza, del rispetto e dell’amore universale. Bene ha fatto la Grande Camera della Corte europea a dare ragione all’Italia. Chiunque combatte contro il Crocifisso combatte contro se stesso, la propria storia e diffonde odio e intolleranza» (cfr. Asca 18/3/11).

PAOLO FERRERO. Il leader di Rifondazione Comunista ha dichiarato: «Esprimo un plauso per la sentenza: uno Stato laico deve rispettare le diverse religioni, ma non identificarsi con nessuna». (cfr. Il Corriere della Sera 3/11/09).

ROCCO BUTTIGLIONE. Il Presidente dell’Unione dei Democratici Cristiani e Democratici di Centro, ha dichiarato: «Quella della Corte Europea è una sentenza aberrante e da respingere con fermezza. L’Italia ha una sua cultura, una sua tradizione e una sua storia. Chi viene fra noi deve comprendere ed accettare questa cultura e questa storia. La stessa cosa vale per le altre nazioni d’Europa. Dietro questo pronunciamento della Corte di Strasburgo c’è una visione contrattualistica della società che non ha storia, cultura e tradizioni; è semplicemente il risultato del convivere sul territorio di individui profondamente estranei l’uno all’altro. Non solo si viola il diritto della maggioranza ad esprimere la propria identità culturale, ma non si creano nemmeno le condizioni per una vera integrazione. Non si integra nel nulla ed in uno spazio vuoto di valori» (cfr. Avvenire 3/11/09)

FRANCO FRATTINI. Il Ministro degli Esteri (PDL) ha dichiarato: «La Corte europea di Strasburgo ha dato un colpo mortale all’Europa dei valori e dei diritti. L’identità cristiana è la radice dell’Europa: così si dà un colpo mortale alla possibilità che l’Europa cresca e non sia solo un’Europa dei mercati» (cfr. TGcom 3/11/09).

VANNINO CHITI. Il vicepresidente del Senato della Repubblica (PD), ha dichiarato: «Il crocifisso rappresenta un simbolo religioso che è presente nella radice storica e culturale dell’Italia e di molti altri Paesi. Non contrasta in nessun modo con la libertà di religione o di educazione. Il crocifisso non può rappresentare per nessuno ragione di oppressione, costrizione o intolleranza. Per i cristiani è un simbolo di fede. Per tutti è motivo di solidarietà e amore. Ora, grazie alla Corte europea è stata finalmente fatta giustizia su questa materia» (cfr. Lapoliticaitaliana 18/3/11).

CARLO AZEGLIO CIAMPI. Il Senatore a vita ha dichiarato: «A mio giudizio, il crocifisso nelle scuole è sempre stato considerato non solo come segno distintivo di un determinato credo religioso, ma soprattutto come simbolo di valori che stanno alla base della nostra identità. Non a caso il filosofo laico Benedetto Croce intitolò un suo saggio Perché non possiamo non dirci cristiani» (cfr. L’opinionista 23/11/09)

ANGIOLINO ALFANO. Il Ministro della Giustizia (PDL) ha dichiarato: «La Corte di Strasburgo restituisce dignità alle nostre solide e irrinunciabili radici cristiane, nella consapevolezza che il simbolo della cristianità è universalmente riconosciuto come simbolo di solidarietà e di rispetto dei valori assoluti. E questo non lede il principio della libertà religiosa, ma lo esalta poiché chi celebra la propria identità, rispetta la storia degli altri. Pertanto, accolgo con grande soddisfazione questa decisione che non é solo una vittoria dell’Italia, ma di tutti quei Paesi che si riconoscono nell’appartenenza cristiana, senza che questa sia mai stata considerata una minaccia alla laicità dello Stato. Con la sentenza odierna, quindi, viene consacrato il principio di reciprocità alla base dei rapporti fra le diverse culture e viene scritta la parola fine a un’accusa ingiustificata che non rendeva giustizia ai principi di solidarietà e accoglienza fra i popoli di cui il simbolo del crocefisso é custode» (cfr. Lapoliticaitaliana 18/3/11)

WALTER VELTRONI. L’ex segretario del PD, ha dichiarato: «Togliere i crocifissi dalle aule scolastiche? Il mio giudizio è che si tratta di una forzatura del tutto sbagliata» (cfr. IlTirreno 27/10/03)

ROBERTO MARONI. Il Ministro degli Interni (Lega) ha dichiarato: «La sentenza della Corte Europea è un atto di stupidità, un errore e un atto di insensibilità e incapacità di comprensione dell’argomento su cui hanno deciso» (cfr. TGcom 3/11/09).

FRANCESCO RUTELLI. Il Presidente di Alleanza per l’Italia ha dichiarato: «Il crocifisso non offende nessuno, se non gli intolleranti» (cfr. Avvenire 3/11/09)

MAURIZIO SACCONI. Il Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali (PDL) ha affermato: «Togliere il crocifisso dalle aule scolastiche significa azzerare la nostra identità. La coabitazione europea non può significare eliminare le radici dalle quali proveniamo. La croce non è un simbolo solo per i credenti, si iscrive nelle nostre radici, è un simbolo di sacrificio per la promozione umana riconosciuto anche dai non credenti. La parete bianca significa cercare di azzerare la nostra identità, azzerare le nostre radici. E la nostra identità è ancor più importante nel momento in cui giustamente ci apriamo ogni giorno di più al confronto e al dialogo anche con culture diverse» (cfr. Avvenire 3/11/09).

LIVIA TURCO. La responsabile immigrazione del PD ed ex ministro, ha dichiarato: «Togliere il crocifisso dalle aule scolastiche costituisce una forzatura che non aiuterà certo a fare amare l’Islam dagli italiani. Non so quanto questa sentenza sia fondata sul piano costituzionale, non entro nel merito. Quello che mi pare certo è che rispetto alla cultura e alla storia del nostro Paese ciò è una forzatura che non serve a far crescere un processo di convivenza. Anche da un punto di vista laico non si può dimenticare la peculiare storia del nostro Paese e l’influenza che ha nella cultura e nel sentimento diffuso la religione cattolica. Credo che il problema del dialogo e del rispetto delle religioni non sia nella battaglia sul mettere o togliere il crocifisso nelle aule» (cfr. Ilnuovo 26/10/03)

MARA CARFAGNA. Il Ministro delle pari opportunità (PDL) ha detto: «Il crocefisso non è soltanto un simbolo religioso, ma testimonia una tradizione millenaria, dei valori condivisi dall’intera società italiana» (cfr. GuidaSicilia.it 4/11/09).

MARCO FOLLINI. Il senatore del Partito Democratico ha dichiarato: «Chi immagina di promuovere la laicità rimuovendo i crocifissi dalle scuole sbaglia due volte. Infatti, colpisce i sentimenti delle persone senza aggiungere nulla alla piena autonomia delle istituzioni» (cfr. Adnkroinos 27/10/03).

ROBERTO CALDEROLI. Il Ministro della semplificazione normativa (Lega) ha dichiarato: «la Corte europea ha calpestato i nostri diritti, la nostra cultura, la nostra storia, le nostre tradizioni e i nostri valori. In ogni caso i crocifissi da noi resteranno sulle pareti delle nostre scuole» (cfr. GuidaSicilia.it 4/11/09).

MASSIMO DONADI. Il capogruppo dell’Italia dei valori alla Camera ha detto: «la sentenza di Strasburgo non è una buona risposta alla domanda di laicità dello Stato, che pure è legittima e condivisibile» (cfr. Il Corriere della Sera 3/11/09).

MARIASTELLA GELMINI. Il Ministro dell’Istruzione (PDL) ha dichiarato: «Il crocifisso non significa adesione al Cattolicesimo ma è un simbolo della nostra tradizione. La storia d’Italia passa anche attraverso simboli, cancellando i quali si cancella una parte di noi stessi. In esso si riconosce la gran parte del popolo italiano. Il Crocifisso sintetizza i valori del Cristianesimo, i principi sui cui poggia la cultura europea e la stessa civiltà occidentale: il rispetto della dignità della persona umana e della sua libertà. E’ un simbolo dunque che non divide ma unisce e la sua presenza, anche nelle aule scolastiche, non rappresenta una minaccia né alla laicità dello Stato, né alla libertà religiosa» (cfr. NotizieFresche 4/11/09 e Lapoliticaitaliana 18/3/11).

MERCEDES BRESSO. La presidente del Comitato delle Regioni dell’Unione Europea ed ex governatrice della regione Piemonte (PD), ha dichiarato: «A me, che sono laica, la presenza del crocifisso in classe non ha mai creato particolari problemi, non mi sono sentita violata nel diritto di scegliere. Credo piuttosto, si tratti di una tradizione culturale consolidata e non offensiva. Penso sia molto piu’ importante essere attenti ai diritti delle persone in concreto, nella quotidianità, nelle scelte più difficili e sensibili, che non accanirsi in discussioni infinite e laceranti sui simboli» (cfr. La Repubblica 3/11/09)

SANDRO BONDI. Il Ministro dei Beni culturali (PDL) ha dichiarato: «queste decisioni ci allontanano dall’idea di Europa di De Gasperi, Adenauer e Schuman. Di questo passo il fallimento politico è inevitabile». (cfr. Il Corriere della Sera 3/11/09).

GERO GRASSI. Il Vicepresidente della commissione Affari Sociali Camera dei Deputati (PD) ha dichiarato: «Esprimo soddisfazione per la sentenza della ‘Grande Camera’ della Corte europea per i diritti dell’uomo di Strasburgo, che ha dato ragione al Governo italiano. Il Crocifisso non viene considerato dai giudici di Strasburgo un elemento di ‘indottrinamento’. I cattolici italiani, pur nel rispetto delle altre religioni, hanno il diritto di difendere i propri simboli e la propria fede religiosa o finiranno per vivere un vuoto assoluto, lasciandosi fagocitare da chi difende strenuamente il suo credo religioso. I cattolici non devono aver paura di difendere la propria identita’ culturale e religiosa. Nel rispetto reciproco di tutti e’ possibile una pacifica convivenza tra i popoli» (cfr. Asca 18/3/11)

ANDREA RONCHI. Il Ministro per le Politiche Europee (FLI) ha dichiarato: «Il crocefisso non si toccherà mai e poi mai da nessun luogo, laico o non, della nostra Italia. Il crocefisso è un patrimonio culturale della nostra Europa e queste sentenze ci fanno capire che l’Europa ancora non si è fatta. Come si può pensare di costruire un Europa con la ‘E’ maiuscola se non si parte da radici e identità valoriali comuni?» (cfr. TGcom 4/11/09).

FELICE BELISARIO. Il capogruppo dell’Italia dei Valori in Senato ha dichiarato: «La decisione della Corte di Stasburgo e’ equilibrata e ragionevole, perche’ tutela la liberta’ di religione e di pensiero ravvisando giustamente nel crocifisso il simbolo che rappresenta le radici culturali dell’Italia, senza per questo influenzare o imporre a nessuno convinzioni personali. Solidarieta’ e tolleranza reciproca, speranza di realizzare un’esistenza compiuta, giustizia sociale e uguaglianza fra gli uomini sono valori che non possono essere ne’ imposti ne’ cancellati, ma e’ giusto che vengano simbolicamente rappresentanti essendo fondanti dell’etica della comunita’ civile occidentale. La Corte europea dei diritti dell’uomo, riconoscendo il rispetto dell’obbligo di garantire una formazione scolastica non indottrinante, ha preso una decisione profondamente saggia, che bilanciando gli interessi dei diversi principi personali, ha escluso ogni estremismo fondamentalista e intollerante» (cfr. Asca 18/3/11)

CARLO GIOVANARDI. Il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio (PDL) ha detto: «E’ una sentenza totalmente inaccettabile, da non applicare nel nostro Paese. La presenza del crocifisso nelle aule scolastiche stabilirebbe una violazione del diritto dei genitori a educare i figli secondo le loro convinzioni. Se questo è ciò che viene dall’Europa, è una sorta di tradimento delle ispirazioni dei grandi padri di questo progetto, come De Gasperi e Adenauer» (cfr. Gazzetta di Modena 3/11/09).

STEFANO GRAZIANO. Il deputato del PD ha dichiarato: «L’unione Europea riconquista credibilità dando una sconfitta alla cultura laicista e ideologica che rischia di minare le basi della nostra identità culturale. La sentenza sull’esposizione obbligatoria del crocifisso nelle aule delle scuole e’ una piccolo grande segnale di speranza nella battaglia per la vera laicita’ e per la doverosa difesa dei valori dei cattolici» (cfr. Asca 18/3/11).

FABRIZIO CICCHITTO. Il capogruppo alla Camera del PDL ha dichiarato: «la sentenza suscita anche da chi è laico fortissime perplessità. L’Europa non può andare dietro ai fanatici e, per soddisfarli, annullare uno dei punti di riferimento che nel loro complesso costituiscono la nostra identità» (cfr. GuidaSicilia.it 4/11/09).

CARLO COSTALLI. Il presidente del Movimento cristiano lavoratori (Mcl) ha dichiarato: «La Grande Camera della Corte europea per i diritti dell’uomo oggi ‘ha finalmente assolto l’Italia dall’accusa di violazione dei diritti umani. Si trattava di un’accusa veramente ridicola. Il crocifisso restera’ nelle aule scolastiche, come è giusto che sia, a sottolineare l’orgoglio per le nostre radici cristiane. Con buona pace di quanti vorrebbero rinnegare la nostra identità religiosa, storica e culturale» (cfr. Asca 18/3/11).

MARIO BORGHEZIO. Il deputato al Parlamento Europeo (Lega) ha dichiarato: «la sentenza della Corte è la fulminea e sinistra risposta dell’Europa al richiamo solennemente pronunciato il 31 ottobre, nel rievocare la caduta del muro di Berlino da Sua Santità Benedetto XVI, il quale auspicava che in questo processo della costruzione europea ciascun popolo non sacrifichi la propria identità culturale» (cfr. GuidaSicilia.it 4/11/09).

ENRICO FARINONE. Il vicepresidente della Commissione Affari Europei per il PD ha dichiarato: «Con la sentenza sul Crocifisso si mette fine a una battaglia caratterizzatasi per troppi eccessi. Una cosa e’ la laicita’, un’altra e’ pretendere che dalla nostra vita scompaiano i simboli religiosi, che ci richiamano alle nostre origini. Ora mi auguro che questa sentenza sia accettata senza ulteriori strascichi. Il crocifisso -continua Farinone- e’ un simbolo di riconciliazione, dispiace che qualcuno invece lo abbia visto come un simbolo di divisione» (cfr. Asca 18/3/11).

ROBERTO CASTELLI. Il viceministro presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Lega) ha detto che: «la Lega Nord possa e debba nel prossimo disegno di legge di riforma costituzionale chiedere l’inserimento della croce nella bandiera italiana» (cfr. Il Corriere della Sera 29/11/09).

ROBERTO FORMIGONI. Il governatore della Lombardia (PDL) ha dichiarato: «i ‘soloni o presunti tali della Corte di Strasburgo dovrebbero tornare sui banchi di scuola elementare per capire cosa è la storia dell’Europa in nome della quale pontificano» (cfr. La Repubblica 4/11/09).

LUCA ZAIA. L’ex Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali (Lega) e ora Governatore del Veneto, ha dichiarato: «è vergognosa la sentenza della Corte, perché offende i sentimenti dei popoli europei nati dal cristianesimo. Senza identita non ci sono popoli, e senza cristianesimo non ci sarebbe l’Europa. Mi schiero con tutti coloro, credenti e non, religiosi e non, cristiani e non, che si sentono offesi da una sentenza astratta e fintamente democratica» (cfr. NotizieFresche 4/11/09).

RENATA POLVERINI. il presidente della Regione Lazio (PDL) ha dichiarato: «Siamo soddisfatti della sentenza emanata dalla Corte di Strasburgo sull’affissione del crocifisso nelle aule delle nostre scuole pubbliche. Si vince una battaglia di valori che riconosce il crocifisso quale simbolo della nostra identità e delle nostre radici cristiane. Un riconoscimento che rafforza anche l’impegno per affermare il principio della tolleranza e della libertà religiosa come presupposto per la pace e il dialogo tra i popoli» (cfr. Asca 18/3/11)

SERGIO CHIAMPARINO. Il sindaco di Torino (PD) ha dichiarato: «In Italia il crocifisso appartiene ad una storia che lo fa essere parte integrante dei fondamenti della nostra cultura e della nostra tradizione. Si tratta di una sentenza europea. L’Italia è l’Italia gli altri Paesi europei sono un’altra cosa» (cfr. Anci 3/11/09).

GIANNI ALEMANNO. Il sindaco di Roma (PDL) ha dichiarato: «Sono veramente esterrefatto di questa sentenza che considero folle. La considero una sentenza che offende la tradizione culturale e storica del nostro popolo e della nostra nazione. In questi giorni stiamo celebrando la caduta del Muro di Berlino. E la fine del comunismo. Pensiamo per un solo attimo questi avvenimenti non sarebbero stati possibili senza Papa Wojtyla. Pensiamo a che cosa ha rappresentato e che cosa rappresenta il cristianesimo non solo in Italia, ma anche in Europa» (cfr. Libero 3/11/09).

MATTEO RENZI. Il sindaco di Firenze (PD) ha dichiarato: «Eliminare i crocifissi perchè non tutti sono cattolici mi pare un ragionamento di basso profilo. Per quanto riguarda il riferimento alla Costituzione è quello lo spirito che ci fa affiggere negli uffici pubblici le foto del Capo dello Stato. Comunque il crocifisso rappresenta la storia condivisa e la tradizione di questo popolo. Se fossi un uomo di chiesa mi preoccuperei piuttosto di appurare quanto, del messaggio di Cristo, arriva alla nostra società» (cfr. Regione Toscana 3/6/08).

LETIZIA MORATTI. Il sindaco di Milano (PDL) ha dichiarato: «Mi sembra doveroso assicurare che il crocifisso venga esposto nelle aule scolastiche a testimonianza della profonda radice cristiana del nostro Paese e di tutta l’Europa. Ecco perché, nei prossimi mesi il ministero disciplinerà in maniera chiara e certa l’esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche» (cfr. La Repubblica 2/9/02).

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24 commenti a Politici bipartisan si esprimono sul crocifisso nelle scuole e nei luoghi pubblici

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  1. Mattia Palmieri ha detto

    Avete alternato benissimo senza lasciare prevalere un partito rispetto all’altro! Ottimo!

  2. Davide ha detto

    Attenzione però a non commettere errori, anche se sull’onda dell’entusiasmo. Tanti esponenti indicati come appartenenti al PDL sono in realtà della Lega Nord.

    Inoltre, voglio fare un plauso ai curatori del sito: lo trovo un piacevole punto di riferimento ricco di news e documentazioni su questioni che, almeno nel mondo del web, paiono inizialmente monopolio di chi la pensa in maniera diametralmente opposta.

    Grazie, e continuate!

  3. soren liston ha detto

    bisogna ricordare che i leghisti non è che siano poi cosi grandi portatori dei valori cristiani , anzi 🙂

    onore però a tutti gli altri partiti per l onestà morale e intellettuale

    • Samba ha detto in risposta a soren liston

      mons fisichella ha detto che è il partito politico più vicino alla dottrina sociale della chiesa. Dai per molte cose è vero.

  4. Enrico da Bergamo ha detto

    Il sito UAAR è a lutto causa sentenza contro la laicità.

    http://www.uaar.it/news/2011/03/19/sentenza-crocifisso-sito-uaar-adegua/

    • Lucy ha detto in risposta a Enrico da Bergamo

      Ci credo…un’altra bastonata così non se l’aspettavano! In 24 anni di ossessiva militanza sono solo riusciti a stabilizzare la legge a favore del crocifisso.

  5. Credo ha detto

    Quale male può fare un crocifisso?Perchè qualcuno dovrebbe offendersi?

  6. Chissenefrega ha detto

    Una rassegna di opinioni che la dice veramente lunga sulla nostra classe politica

    • Simone Zarri ha detto in risposta a Chissenefrega

      Non ti salta in mente che sia la tua l’opinione sbagliata? Sono sempre gli altri -seppur in schiacciante maggioranza- ad essere in errore vero? Questo fa parte comunque del complotto che la tua cultura di insegna. Negli Stati Uniti d’America la pensano quasi tutti, presidente compreso, come i nostri politici italiani. Se siete una ridicola minoranza ponetevi il problema della sensatezza della vostra ideologia. Ti sei mai chiesto perché coloro che invocano il suicidio collettivo per salvare il pianeta non siano più di 300 persone al mondo? Prova a riflettere da bravo razionalista…

  7. nadja pasin ha detto

    Domanda: se domani togliessimo silenziosamente i crocifissi dalle aule, quanti alunni se ne accorgerebbero? Se il crocifisso in una scuola pubblica e non cattolica è solo la testimonianza della storia di un Paese, allora il nostro Paese sta scrivendo una nuova pagina della storia, quella della convivenza di popoli e religioni diverse. Nel rispetto di tutti o si aggiungono i segni religiosi di chi fa parte dell’aula o si toglie il crocifisso. Questione di rispetto e voglia di non discriminare il prossimo.

    • Lucy ha detto in risposta a nadja pasin

      Domanda sbagliata in partenza. Come si fa innanzitutto a definire una scuola pubblica cattolica o non cattolica? Secondo: convivenza, lo stabilisce il fallimento del multiculturalismo, non significa affatto rinunciare ai simboli religiosi e storici della tradizione della nostra cultura. Infatti nessun capo di altre religioni ha avanzato una proposta simile, a parte gli sfigati dell’uaar. Si aggiungono i simboli della cultura di chi fa parte dell’aula. Quando ci saranno scuole di atei io toglierei volentieri il crocifisso. Stessa cosa nelle scuole musulmane. Ma lo Stato italiano è legato ed intrecciato alla cultura cristiana, dal punto di vista culturale e spirituale, tanto che fa del crocifisso un simbolo di questo. E lo testimoniano i tantissimi non credenti contrari a questa imposizione di neutralità agnostica.

  8. Valentino ha detto

    LA STORIA DEL CROCIFISSO NELLE AULE:
    (http://it.wikipedia.org/wiki/Esposizione_del_crocifisso_nelle_aule_scolastiche_italiane)

    Le circolari del 1922 e 1923 del Ministero dell’Istruzione

    La circolare n. 68 del 22 novembre 1922 recitava:
    « In questi ultimi anni, in molte scuole primarie del Regno l’immagine di Cristo ed il ritratto del Re sono stati tolti. Ciò costituisce una violazione manifesta e non tollerabile e soprattutto un danno alla religione dominante dello Stato così come all’unità della nazione.
    Intimiamo allora a tutte le amministrazioni comunali del regno l’ordine di ristabilire nelle scuole che ne sono sprovviste i due simboli incoronati della fede e del sentimento patriottico. »

    La circolare dell’8 aprile 1923, n. 8823 sull’Esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche prescriveva:
    « In seguito alla circolare del 22 novembre 1922 con la quale si richiamavano i Comuni alla osservanza delle disposizioni regolamentari in ordine all’apposizione, in ogni aula scolastica del crocifisso e del ritratto di S. M. il Re, si è da varie parti richiesto che possa essere ammessa, in luogo del crocifisso, l’apposizione di un’immagine del Redentore in un sua espressione significativa, che valga a manifestare il medesimo altissimo ideale che è raffigurato nel crocifisso (per es. “Cristo e i fanciulli”). A tale quesito si è ritenuto di dover dare risposta affermativa. »

    I Regi Decreti 965/1924 e 1297/1928 in vigore

    Quanto alla scuola media, il Regio Decreto n.965 del 1924[7], in particolare all’art. 118:
    « Ogni istituto ha la bandiera nazionale; ogni aula, l’immagine del crocifisso e il ritratto del Re. »

    Similmente, il R.D. n. 1297 del 1928 relativo alla scuola elementare ne decreta la presenza [8] in questo modo per le cinque classi elementari:
    « Tabella degli arredi e del materiale occorrente

    nelle varie classi e dotazione della scuola.
    Prima classe.
    1. Il crocifisso.
    2. Il ritratto di S. M. il Re.

    Il Concordato

    Né il Concordato del 1929 (Patti Lateranensi[9]) né la sua revisione nel 1985[10] modificano la normativa vigente.

    I Patti Lateranensi non fanno alcun espresso riferimento al crocifisso nei luoghi pubblici, de facto se ne autorizza e continua l’uso.

    • Valentino ha detto in risposta a Valentino

      La mia opinione: in ogni luogo pubblico(nel senso di::asili,scuole,ospedali statali,uffici statali,tribunali,ecc) non vi debbono essere simboli religiosi.
      Quanto accade in Italia sul tema del crocifisso è una semplice conseguenza dovuta alla presenza di una religione dominante e come tutte le religioni dominanti quando sanno di essere forti si comportano in modo prevaricante. Vedasi musulmani,ebrei,ecc.ecc…

      • Luca Pavani ha detto in risposta a Valentino

        Però l’assenza di simboli, in uno Stato come il nostro, porta a favore della religione atea. Il non riconoscere le radici cristiane, che sono un’evidenza, dimostra una tendenza laicista. Così accade da noi, in Corea del Nord sarebbe diverso e sarei d’accordo con te. La religione cattolica è dominante perché la popolazione italiana è cattolica. Se fosse una popolazione atea allora la chiesa non avrebbe alcun peso ,come non ce l’ha avuta sotto l’ateismo di stato nei totalitarsimi governativi. E infatti si sono viste le conseguenze.

  9. fabrizio p ha detto

    Nella mia aula mancava il crocifisso e noi studenti indipendentemente da vaticano e insegnante di religione, l’abbiamo richiesto. E la nostra scuola è pubblica con 1900 studenti.

    • Mandi ha detto in risposta a fabrizio p

      Ma -ti risponderebbe uno di questi laicisti- sei sicuro Fabrizio che dalla bidelleria della tua scuola non parte un corridoio segreto che porta dritto dritto in casa di Bagnasco? E’ l’unica spiegazione razionalistica 🙂

  10. Larry SFX ha detto

    Lasciamo stare Silvio che la mattina difende la famiglia e la sera va a fare il bunga-bunga, ma Bossi che cacchio c’entra?!

    lui che c’ha due ministri che parlano di Padania “bianca e cristiana” e si sono sposati con rito celtico, sorseggiando sidro e inneggiando ad Odino!

    Questa gente (destra, sinistra, centro) non rappresenta NESSUNO! Tantomento i cristiani come me!

  11. sefora ha detto

    sono pienamente d’accordo all’esposizione dei crocifissi nelle aule scolastiche!!se io dovessi andare in altri paesi e sono ospite lì non mi permetterei mai di chiedere di togliere ciò che rappresenta la loro religione.voi cosa ne dite? http://dipen.de/sondaggi/corte

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