Umberto Veronesi in difesa di RadioVaticana e delle sue onde elettromagnetiche

Strana la vita…il mangiapreti, l’abortista convinto, il difensore dei diritti civili contro la “bieca chiesa” ecc…, oggi è il primo alleato di Radio Vaticana. Umberto Veronesi, uno dei massimi esperti italiani di cancro, sta infatti preparando controdeduzioni al servizio della Santa Sede per difendere la Radio cattolica dall’accusa di radiazioni elettro magnetiche, le quali hanno presumibilmente causato il cancro agli abitanti limitrofi alle antenne. Intervistato da Repubblica, ha affermato: «C’è un abuso, che a noi oncologi appare particolarmente evidente, della parola e soprattutto del concetto di cancro. Le sostanze e le attività veramente cancerogene, sono note e classificate in varie categorie, a seconda del livello di nocività. Quest’elenco non comprende le onde elettromagnetiche».

Sul Corriere della Sera viene ricostruita la vicenda, che vede coinvolti Radio Vaticana e un’allenza di verdi fantaecologisti e bigotti anticlericali: nel 1952 furono concessi allo Stato della Città del Vaticano 3 chilometri quadrati a Santa Maria in Galeria (Roma Nord) per elevate le antenne di Radio Vaticana. Successivamente arrivarono anche quelle della Marina Militare. Il terreno circostante era deserto per chilometri, ma con gli anni, si coprì di costruzioni, molte delle quali abusive. Gli abitanti, trovatisi a ridosso degli impianti, a dispetto ogni legge urbanistica, furono spinti dall’alleanza verde-anticlericale a manifestare contro “il cinismo omicida della Chiesa“ che attentava alla loro salute. Molti oncologi, a cominciare dal più illustre, Umberto Veronesi, hanno fin da subito negato l’esistenza di un legame tra il cancro e le onde. Vi è contrasto di opinioni nella stessa Unione Europea. Radio Vaticana e la Marina Militare si sono attenuti alle prescrizioni dell’Istituto internazionale, lo Icnirp, che in base al “principio di precauzione”, stabilisce i limiti delle emissioni. Una Commissione del ministero italiano della Sanità ha verificato che Radio Vaticana non superava questi limiti. Non vedendo arresa l’alleanza anticlericale, una nuova Commissione, questa volta internazionale, dopo quella regionale e quella nazionale ha dichiarato: «I dati da noi raccolti non confermano un’associazione tra gli impianti radio e le leucemie infantili. Anzi, non v’è alcuna base biologica né consistenza epidemiologica su una eventuale relazione tra esposizione a adiofrequenze e rischio tumori» (vedi alcuni rapporti). Anche il maggior esperto italiano della leucemia infantile, il prof. Andrea Pession, ha negato, a nome dei colleghi, un legame dimostrabile tra cancro e onde (vedi l’articolo: La scienza assolve Radio Vaticana, ma gli atei non ci stanno).

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