Ora anche i poligami vogliono le nozze e usano la retorica gay

nozze poligami gayEra già tutto previsto. I gruppi poligami, assieme ai loro sostenitori, stanno manifestando negli USA invocando la fine della discriminazione e la rivendicazione del diritto legale del matrimonio, così come è stato concesso agli omosessuali.

Era il 22 aprile 2013 e le nozze gay erano ancora proibite nell’America di Barack Obama, eppure su questo sito web appariva un articolo in cui avvertivamo che aprendo al matrimonio tra persone dello stesso sesso, minando così alle fondamenta dell’istituto matrimoniale, sarebbe crollato il suo stesso significato. Sarebbe stato poi impossibile negare il “diritto” del matrimonio a qualunque altra formazione umana, dagli incestuosi agli amici che intendono avvalersi dei benefici del matrimonio, fino ai gruppi poligamici. Se il matrimonio viene concepito come un contratto privato tra soggetti consenzienti legati da una relazione romantica, ci domandavamo nel 2015, con quali argomenti si potrà vietare di riconoscere la poligamia?

«Amo tutte le mie mamme», si legge in questi giorni sui cartelli dei figli dei poligami che stanno manifestando davanti al Campidoglio di Salt Lake City, nello Utah. «Se fossimo gay, saremmo OK», recita un altro, protestando verso il trattamento di favore riservato dallo Stato alle persone omosessuali. «Che male vi facciamo se ci sposiamo?», domanda un uomo con tre donne, usando la stessa retorica vittimistica delle associazioni Lgbt.

D’altra parte, lo diceva già il compianto laico Indro Montanelli: «la nostra società è basata, ci piaccia o no, sulla famiglia, e la famiglia è per definizione formata da un uomo e da una donna. E’ un postulato, lo riconosco, ma è basato sulla natura, sulla tradizione e sul buon senso. Se ammettiamo il “matrimonio gay” non avremo più argomenti per opporci al matrimonio a tre, o ad altre variazioni sul tema. Sulla possibilità di crescere figli adottivi, poi, non ho dubbi: le due figure – materna e paterna – rimangono fondamentali (nonostante certi padri e certe madri). Nessuno può arrogarsi il diritto di imporre a un bambino regole diverse» (I. Montanelli, Gli omosessuali non vanno discriminati, da “La stanza di Montanelli”, Corriere della Sera 15/01/1999).

La redazione

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45 commenti a Ora anche i poligami vogliono le nozze e usano la retorica gay

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  1. Umpalumpa ha detto

    Ma i poligami, possono fare la comunione?

    • Fabio ha detto in risposta a Umpalumpa

      Sì, certamente che fanno la comunione.
      La fanno tra di loro. 😀

    • Ottavio ha detto in risposta a Umpalumpa

      Ma le tue ossessioni maniacali antibergogliane si possono curare?

      • Umpalumpa ha detto in risposta a Ottavio

        A parte le offese gratuite, io non stavo parlando del santo padre.

        Semplicemente riflettevo sulla retorica usata ora dai CD poliamorosi, molto simile a quella LGBT. Analogia che meritoriamente aveva notato uccr già diversi anni fa. Ricordo solo che i poliamorosi sfilano da molto tempo a diversi gay pride. La mia domanda era solo – sebbene un po tirata x i capelli- se, visto che secondo qualcuno la comunione è un aiuto per migliorarsi, secondo qualcun altro deve essere sottoposta alla coscienza individuale, secondo altri è necessario discernere caso per caso eccecc, perché deve esistere il divieto tout court di accedere alla comunione per i poligami? Secondo me, perché, da come l’avevo capita io, sono in una condizione di peccato e in condizione di peccato, a prescindere da quale esso sia, non si può fare la comunione. Però non capisco perché questa esclusione “erga omnes” debba valere solo per loro.

        Perche una donna e due uomini che vivono una situazione stabile, secondo i loro parametri, aiutano in parrocchia e leggono la bibbia ogni settimana dovrebbero essere esclusi a priori dalla comunione, dopo aver detto che vale il discernimento del confessore, la coscienza individuale ecc ecc

    • lorenzo ha detto in risposta a Umpalumpa

      Si, per taluni cattolici ora anche i poligami possono accostarsi all’Eucarestia.
      Chi infatti contrae un’unione civile senza aver ottenuto l’annullamento del precedente matrimonio è, di fatto, coniugato con due persone contemporaneamente: come affermano però i cattolici con una moderna visione della misericordia, anche le persone con due coniugi possono, per non commettere ulteriori peccati, accostarsi all’Eucarestia.
      Ma se è allora lecito, sempre secondo questi moderni misericordiosi, accostarsi all’Eucarestia per non commettere ulteriori peccati anche se si hanno due mogli o due mariti, perché le mogli od i mariti non possono essere 3, 10, 100?
      Vuoi vedere che in questo modo taluni Vescovi africani riusciranno a conciliare le culture poligamiche con la retta dottrina?

      • Vincent Vega ha detto in risposta a lorenzo

        In effetti è un problema che c’è nell’ambito dell’evangelizzazione, cito da qui http://www.asianews.it/notizie-it/Vescovo-di-Paksé:-La-mia-Chiesa-“bambina”-di-fronte-alle-sfide-della-poligamia-35630.html

        ” Ci due tipi di poligamia: quella “contemporanea”, dell’avere diverse moglie nello stesso tempo; quella “conseguente” in cui si ha una moglie dopo l’altra. È qualcosa che è presente in molte culture africane e asiatiche. Il problema è quando uno di questi uomini poligamici diventa cattolico. Di solito l’indicazione pastorale e che l’uomo scelga una delle mogli con cui vivere, ma aiutando economicamente le altre. Del resto, dal punto di vista legale, tutti i figli e le mogli appartengono a lui. Questo crea disordini e povertà.

        Ma c’è un altro aspetto: di solito, la nuova moglie si aggiunge alla famiglia con l’accordo della prima moglie. Se si convertono al cattolicesimo, il problema diventa che la decisione di avere un’altra moglie era stata presa da entrambi, di comune accordo… E la Chiesa deve chiedere di rompere il legame con la seconda… È una domanda che mi pongo: ne abbiamo il diritto?”

        E in effetti è un bel problema, perché chi si è convertito da poligamo vedersi obbligato a buttare in mezzo ad una strada moglii e figli perché altrimenti, secondo i giustizialisti, va all’inferno, non so quanto sia giusto.

        Cioè viene quasi da pensare che era meglio lasciarlo nella sua buona Fede e non evangelizzarlo, se bisogna imporgli un peso del genere sulle spalle, a lui e ai suoi famigliari che non hanno nessuna colpa di questo.

        Tranquillo, so già che, secondo te, un indigeno che si converte al cattolicesimo o butta in mezzo ad una strada moglie e figli oppure merita l’inferno è di essssre eslucso dai Sacramenti. Dopotutto la tua è la vera Misericordia, non la misericordia falsa dei misericordisti attuali. 😉

        Parlando dell’articolo sono ovviamente contrario anche io all’introduzione della poligamia nei nostri paesi, mi riferivo, nelle righe sopra, ai problemi di evangelizzazione di altre culture, nelle quali penso che la cosa da fare sia evangelizzare e spingere i giovani neo convertiti non ancora sposati (e quindi non ancora in situazioni irreversibili o quasi) al matrimonio sacramentale cattolico, non fare “morti e feriti” di coloro che si sono convertiti già poligami con svariate mogli e figli.

        • Umpalumpa ha detto in risposta a Vincent Vega

          C’è una notevole differenza fra la tesi che prevede l’accoglienza delle persone a prescindere da chi sono o cosa fanno, sapendo che siamo tutti peccatori, e insegnargli che per accostarsi all’eucarestia non devono, fra le altre cose, avere rapporti sessuali con persone che non siano il coniuge; rispetto alla tesi secondo la quale si dovrebbe dire a quella stessa persona di buttare in mezzo ad una strada moglii e figli perché altrimenti, secondo i giustizialisti, va all’inferno.

          E’ una differenza non di poco conto, secondo me.
          E’ l’esatto opposto.

          • Vincent Vega ha detto in risposta a Umpalumpa

            Ma quella è una disciplina della Chiesa accidentale, non sostanziale (lo ripeto per l’ennesima volta) proprio perché l’unico stato che impedisce l’accesso all’Eucaristia è il peccato mortale; che non sussiste dove ci sono attenuanti (ignoranza invincibile o incapacità di agire diversamente senza una nuova colpa).

            Quelle sono situazioni di peccato oggettive ma soggettivamente la persona può essere in Grazia se vi sono attenuanti che il confessore può rilevare in Confessione, e quando è così non ha senso privare queste persone dell’aiuto dei Sacramenti (aiuto fodnamentale perché senza i Sacramenti la persona è più debole di fronte alle tentazioni).
            Decidere di trattare quei peccatori in maniera diversa da noi è per l’appunto una decisione unicamente disciplinare/pastorale, quindi accidentale, quindi passibile di cambiamento.

            • Umpalumpa ha detto in risposta a Vincent Vega

              Quello che sto cercando di spiegarti è che impedire di accostarsi alla comunione chi è in una situazione di peccato non centra nulla con il chiedere di buttare in mezzo ad una strada moglii e figli perché altrimenti, secondo i giustizialisti, va all’inferno.

              Anzi..sono 2 cose opposte.

              Ed è scorretto accusare, più o meno esplicitamente, di essere un “giustizialista” chiunque tenti di difendere o soltanto proporre questo principio
              Anche continuare a dare epiteti a chi la pensa diversamente non è il massimo dell’educazione nè indice di amore cristiano.

    • Codroipo ha detto in risposta a Umpalumpa

      Certo. Il prete non ti chiede certificati per somministrartela. E pur essendo un mago (rende benedetta l’acqua del rubinetto e il ramo d’ulivo), non sa distinguere un poligamo da un monigamo.

  2. Livio ha detto

    come si apre una falla, si allarga sempre di piu e diventa un torrente.

    • Fabio ha detto in risposta a Livio

      Torrente?
      A me sembra già il bacino di contenimento della diga del Vajont, nell’ottobre del 1963.
      Donald Trump è il muro della diga, ma per quanto possa tenere, temo che negli Stati Uniti d’America si stia covando un terremoto sociale e politico, che prima o poi farà sollevare un’onda oltre la diga.

  3. Fabio ha detto

    Molto bene.

    Da questo momento in poi, le coppie lesbo/gay non avranno più ragione di che lamentarsi, o di ritenersi discriminate, giacché sono equiparate a quelle etero, ma dovranno però guardarsi bene le spalle da quelle poligame, incestuose ed altro, le quali non mancheranno di montare la rabbia e l’invidia su di loro.

    Hanno ragione i manifestanti: “Se fossimo gay, saremmo okay!”

  4. Max ha detto

    Ahime’, quei personaggi d’avanspettacolo si sono gia’ preparati le risposte.

    Anni fa, nel forum 27a Ora del Corriere, che ancora leggevo, c’era un utente che era un “Vincent Vega al contrario”… imperversava nel blog con decine di post per ogni articolo a favore di “matrimonio” gay, adozione a coppie dello stesso sesso, il progresso di non usare “lui” o “lei”, ecc. La persona in questione sosteneva che nei matrimoni poligamici non sono una valida argomentazione, perche’ sono una violazione della parita’ dei diritti e sono contro le donne. E nei paesi che usano matrimoni poligamici le donne sono trattate peggio degli uomini, citava, mentre i paesi che hanno adottato il “matrimonio” gay sono contrarissimi alla poligamia.

    • Taigura Araphael ha detto in risposta a Max

      il Vincent Vega al contrario mi ha fatto morire… 🙂

      • Max ha detto in risposta a Taigura Araphael

        Ho sempre pensato che l’irona ci aiuti nella nostra vita, caro Taigura. Lo pensavo quando ritenevo che la vita potesse essere bella, lo penso adesso che il mio pensiero e’ molto simile a quello dell’Ecclesiaste.

        Comunque nel caso specifico la battuta e’ venuta facile. Se hai tempo, prova a cercare l’utente “fenix19” (mi pare si chiamasse cosi’) nel sito de Il Corriere della Sera; poi mi dirai se non era/faceva come Vincent, solo in verso opposto.

        • Taigura Araphael ha detto in risposta a Max

          Sentendo citare ecclesiaste mi ricordi un mio amico, che da sempre ha avuto una spiritualità travagliata. Sempre a cavallo tra cristianesimo ed agnosticismo e mi dice sempre che una delle ragioni che non lo porta ad un agnosticismo completo, è proprio ecclesiaste in cui si identifica molto come te.
          Riguardo l’ironia la vedo uguale. Credo comunque che una delle ragioni del fatto che la battuta ti sia venuta facile è che sotto questo punto di vista sei agli antipodi con Vincent Vega. Nel senso che questo aspetto contrastante del suo essere con il tuo, ti ha portato a focalizzarti più facilmente su questo dettaglio.
          Il problema è che se Vincent viene accusato spesso di prolissità, i tuoi brevi, ma preziosi commenti al contrario immagino che passino inosservati. non hai miei occhi però……

          • Max ha detto in risposta a Taigura Araphael

            No be’, pure io a volte scrivo commenti lunghi. Ci sono delle volte in cui e’ pressoche’ necessario spiegarsi in maniera estesa, altrimenti non si riesce a far passare il messaggio. Ma non deve diventare la regola, specie in un forum/blog. I tuoi interlocutori non possono sempre leggere pagine e pagine e pagine e raramente c’e’ il tempo per rispondere a tutto quello che c’e’ scritto in essi. Cio’ rende difficile anche i dibattiti e le discussioni. Forse oggi e’ passata l’idea che se scrivi un commento in piu’ hai “vinto” il dibattito, anche se non si e’ fatto altro che ripetere le stesse affermazioni dette in precedenza.

            Sull’Ecclesiaste, io l’ho (ri)scoperto nel bellissimo commentario di Gianfranco Ravasi:

            https://www.youtube.com/watch?v=W62MFNSnGgU

            ed i due “video” successivi. E’ interessante – anche per il tuo amico – che Ravasi ci ricordi come anche le durissime parole dell’Ecclesiaste siano Parola di Dio e quindi anche chi intrattiene pensieri simili non e’ necessariamente lontano da Lui.

            Tornando all’argomento iniziale… Giorgio Israel diceva, a proposito dei “matrimoni” gay:

            “Il celebre antropologo Marc Augé mise bene in luce le implicazioni della “dissoluzione del legame di discendenza”: la creazione di individui «dotati al contempo di un colmo di individualismo e di un colmo di dipendenza». La condizione di individui privi di genitorialità determinerebbe «un percorso regressivo al termine del quale si intravedono i fantasmi di cui il pensiero mitico, su tutti i continenti e in tutte le tradizioni, ci aveva liberati: l’indifferenziazione sessuale, l’individualità assoluta […] mentre i miti degli uomini, nella loro saggezza, avevano insegnato in senso inverso che la nascita dell’umanità passava attraverso la scoperta della differenza: quella dei sessi, quella degli altri, quella della morte»

            Diceva “pensiero mitico”. Caso emblematico di come anche il “pensiero mitico” puo’ contribuire a farci capire qualcosa.

            • Taigura Araphael ha detto in risposta a Max

              “e i miti degli uomini, nella loro saggezza, avevano insegnato in senso inverso che la nascita dell’umanità passava attraverso la scoperta della differenza: quella dei sessi, quella degli altri, quella della morte”
              Assolutamente d’accordo, del resto parli con uno che è non poco fissato con gli archetipi……Per cui la funzione del “mito”riveste per me un importanza assoluta ed è più attuale che mai. Lo scientismo purtroppo sta sdradicando la loro funzione. Sui matrimoni gay, come ben sai, sono contrario, però prendo un po le distanze dall’esempio di Israel, che condivido solo al 50%.
              Riguardo te, mi riferivo alla tua abilità di essere conciso, qualità rara, ma che apprezzo non poco….e certamente quando diventa inevitabile allungare i commenti è fondamentale.
              A breve andrò in ufficio, ma dato che fortunatamente non ho mai un tubo da fare, potrò visionare tutti e tre i video. Considera che ho anche i fumetti nascosti nel cassetto…. 🙂

              • Max ha detto in risposta a Taigura Araphael

                L’essere coinciso (almeno a volte) e’ essenziale nel mio lavoro.

                Ai talks delle conferenze scientifiche, spesso si deve riassumere in 12-13 minuti (contati) quello che si e’ fatto in molti mesi. Non e’ una cattiveria degli organizzatori; ma se ci sono 80 contributi da dare in 4-5 giorni, quello e’ il tempo a disposizione per ognuno, e nessuno puo’ sgarrare. Il chairman ti blocca se sfori.
                Ai seminari, si ha piu’ tempo, ma comunque non piu’ di 40-45 minuti. Altrimenti l’auditorio si addormenta, letteralmente.

                Quando sei giovane non capisci queste cose e pensi che devi esprimere tutto cio’ senti importante. Anch’io all’inizio facevo seminari lunghissimi e talks che sforavano. Con il tempo capisci che non e’ possibile ed impari a concentrarti sull’essenziale. Alla fine di necessita’ fai virtu’.

                Quando hai modo, fammi sapere cosa pensi delle riflessioni di Ravasi sull’Ecclesiaste 🙂

                • Vincent Vega ha detto in risposta a Max

                  Ahahaha avete perfettamente ragione, spesso non sono molto conciso, ma dovete considerare che dipende anche dal tema trattato; non sempre ( a dire il vero quasi mai) è possibile dare risposte semplici a questioni complesse, e nel voler dare risposte semplici a tutti i così si scade nel semplicismo (che è uno degli ingredienti del Fondamentalismo in ogni sua forma).

                  Nel topic su Valli ad esempio si sono trattati argomenti che non sono liquidabili in poche righe, a dispetto di quello che vorrebbero fare alcuni che pretenderebbero di risolvere questioni a tutti gli effetti molto complesse con quelle “semplici ricette” che questo Papa ci ha insegnato non esistere.

                  • Vincent Vega ha detto in risposta a Vincent Vega

                    A tutti i costi, non ” a tutti i cosi”.

                  • Taigura Araphael ha detto in risposta a Vincent Vega

                    Non devi sentirti in dovere di giustificarti di niente. Come giustamente hai risposto ad un utente, se la lunghezza dei tuoi commenti non va giu, la gente puo benissimo evitare di leggerli. E’nel tuo stile e nessuno può rimproverartelo, perchè cio che conta è il contenuto….magari alcuni hanno la dote di essere concisi e di esprimere lo stesso concetto più brevemente, tu di meno…..ma chi se ne frega…..l’importante è cosa si dice, meno come lo si dice……

                    • Vincent Vega ha detto in risposta a Taigura Araphael

                      Grazie, per l’appunto volevo più che altro dire che, più che lo stile personale, dipende molto dal tema affrontato, nel senso che su temi meno complessi non ho difficoltà ad essere conciso. 🙂

                      Era quello che volevo far presente a Max, anche perché non è che mi diverta a perdere 10 minuti o più per scrivere un solo commento. 😀

                    • Max ha detto in risposta a Taigura Araphael

                      Tutto quello che volete. Ed ho detto anch’io piu’ sopra che, a volte, un argomento richiede una discussione lunga. Ma al di la’ di questo, cercare di essere coincisi mostra rispetto per i propri interlocutori, che ti seguono con piu’ interesse, e richiede anche l’esercizio dell’intelligenza. Win-win.

                      Al contrario, se si risponde con una decina di pagine per ogni cosa che si vuole dire, spesso si finisce con il parlare a se’ stessi. Magari convinti di avere dimostrato di aver ragione, quando invece gli altri se ne sono andati solo per stanchezza.

                    • Vincent Vega ha detto in risposta a Taigura Araphael

                      Max, parli di rispetto per l’interlocutore. Ti rendi conto che nel topic su Aldo Maria Valli ho chiesto, al mio interlocutore, più e più volte, di entrare nel merito degli argomenti e di confutarli nel merito ma l’unica cosa che ha fatto è stato persistere nei suoi argumenta ad hominem e nei suoi slogans privi di qualsiasi peso specifico senza mai entrare nel merito ma solo attaccando l’interlocutore che non riusciva a confutare teologicamente e razionalmente?

                      Non è forse questa la vera mancanza di rispetto? Quando scrivo posts lunghi lo faccio, ripeto, non perché mi diverta ma perché talvolta è richiesto dalla complessità dell’argomento.

                      Ad maiora.

                    • Max ha detto in risposta a Taigura Araphael

                      Onestamente non ho letto quello scambio piu’ di tanto. E non credo sia stato tanto per superficialita’ da parte mia, permettimi.

                      Ho visto interessanti scambi, anche lunghi, ma presentare repliche di varie pagine non e’ la migliore maniera per 1) migliorare la qualita’ della discussione, anche per il interlocutore e 2) aiutare il lettore a seguirti.

                      E, brutalmente, vale anche: 3) la gente non ha il tempo/voglia di seguirti.

                    • Vincent Vega ha detto in risposta a Taigura Araphael

                      Chi non ha tempo e/o voglia di seguirmi non lo faccia, ma chi discute con me dovrebbe, per rispetto, contro argomentare su ciò che scrivo, non attaccare sul personale perché non può attaccare i miei argomenti.

                    • Max ha detto in risposta a Taigura Araphael

                      Certo che deve argomentare. Cio’ non toglie la tua responsabilita’ di essere leggibile e chiaro.

                    • Vincent Vega ha detto in risposta a Taigura Araphael

                      Ma tanto Max è inutile, nell’altro topic ti sei complimentato con Lorenzo per il passo di Onan da lui riportato a hai completamente ignorato quello che ho scritto, e cioè che nessun esegeta (ma proprio nessuno) oggi interpreta quel passo come condanna dello spargimento del seme, dato che Onan venne condannato solo per non aver adempiuto all’obbligo del levirato (cosa che avrebbe potuto fare anche semplicemente rifiutandosi di fare l’amore, fermo restando l’improbabilissima storicità di quel testo).

                      Dopo chIl ho scritto questo tu ti sei complimentato con Lorenzo perché secondo quel passo condannava la separazione della sessualità dalla procreazione (e quindi lo spargimento del seme).

                      Perciò che argomento a fare se da parte dell’interlocutore c’è, nel migliore dei casi, un soliloquio (e qui mi riferisco anche a te) e nessuna volontà di ascoltare le obiezioni?

  5. Klaud ha detto

    Nessun problema: basta stabilire che ogni sposato/a ha l’obbligo di occuparsi di tutti gli altri componenti il nucleo famigliare,
    tutti sono tenuti a versare gli alimenti a quelli con reddito insufficiente, niente più pensioni di reversibilità, i figli sono a carico di tutti fino alla maggiore età ecc. ecc.
    Dovrebbero essere contenti, no? Diritti vogliono, e diamoglieli… fino ad ammazzarli! 😛

  6. gianfrancoclassecinquantasei ha detto

    ..il matrimonio dei “poliamorosi” è solo questione di tempo…manca solo un caso concreto che si rivolga ai magistrati quando tale presunto diritto, gli verrà negato…ha fatto notizia la vicenda di pochi giorni fa “La Corte d’Appello di Trento riconosce due papà come genitori di una coppia di gemelli nati con la maternità surrogata” vi invito a leggere l’Ordinanza del Giudice…essa, in Italia, costituirà senz’altro un precedente . L’invertito sessuale [ così li chiama Freud né Tre Saggi sulla sessualità : http://digilander.libero.it/filosofiaedintorni/freud.htm ] Vendola ha già detto che vuole conoscere questa decisione per vedere se può utilizzarla per farsi riconoscere il figlio comprato all’estero. Da poliamore riconosciuto si passerà presto alla zooerastia.
    E’ solo questione di tempo.

    • Fabio ha detto in risposta a gianfrancoclassecinquantasei

      La zoerastia… Pensa che ho avuto modo di leggere un anno fa, in un sito, che in Danimarca, (se non sbaglio), stia prendendo piede, tra alcune donne, il piacere di appagarsi sessualmente coi cani, mentre in Olanda sembra che la pedofilia sia sempre più tollerata, giustificata dal fatto che ora le ragazzine di 13/14/15 anni d’età, maturino prima rispetto a quelle di 30 o 40 anni fa.
      Per non parlare delle tante chiese trasformate in moschee, centri commerciali e altre attività ludiche.

      Man mano che il Cristianesimo si affievolisce in questa fittizia Europa snaturata, emergono nuove aberrazioni morali e sessuali.
      Siamo una babilonia.

      • Vincent Vega ha detto in risposta a Fabio

        Io penso che solo una persona malata di mente o posseduta dal demonio posso trovare lecito o piacevole accoppiarsi con un animale.

        Lo stesso dicasi per i pedofili, che se non sono malati sono persone malvage.

        • Fabio ha detto in risposta a Vincent Vega

          La zoerastia è indubbiamente un peccato bestiale, ma non lo dico in senso ironico.
          La pedofilia, idem.

          Se analizziamo attentamente cosa sta scritto nel Levitico e nel Deutoronomio, vi sono dei peccati di natura sessuale, che Dio li considera abomini:
          – la zoerastia
          – la sodomia
          – l’incesto
          Anche il travestitismo è condannato, se pur, (mi sembra), non venga definito abominio.
          Inoltre nel Vangelo Gesù condanna esplicitamente la pedofilia, quando dice che chi ne approfitta dei piccoli, meglio per lui sarebbe venir legato ad una macina e gettato in fondo al mare.

          • Vincent Vega ha detto in risposta a Fabio

            Si, dopo mi viene difficile associare l’omosessualità all’incesto o alla zoerastia, questo mi viene più facile per certe forme estreme di omosessualità (come gli scandali venuti fuori ultimamente).

            L’incesto e la zoerastia mi sembrano cose impossibili per chiunque non sia malato di mente o posseduto. Certo, se uno è malato di mente o posseduto non è colpevole moralmente ma comunque non può essere lasciato libero, ha bisogno di cure, medico/psichiatriche nel primo caso e spirituali nel secondo.

            • Taigura Araphael ha detto in risposta a Vincent Vega

              Vincent però devi considerare che da un punto di vista esclusivamente biologico l’attrazione interspecie sia l’attrazione genetica sono aspetti connaturati negli uomini. e non necessariamente le due tendenze rientrano all’interno di un quadro patologico. Ad esempio sempre più di consueto gli uomini vanno a trans, in questo caso il fatto di per se non è patologico, ma lo diventa nel momento in cui si sfocia nella parafilia vera e propria. In questo specifico caso si parla di andromimetofilia ad esempio. Ovviamente non ne sto facendo un discorso religioso, perchè la situazione cambierebbe non di poco.

              • Vincent Vega ha detto in risposta a Taigura Araphael

                Riguardo l’attrazione interspecie non mi risulta che sia comune, in soggetti sani, l’attrazione versi le bestie, grazie a Dio.

                Per quanto riguarda in trans, non credo che uno possa andare a trans senza avere a sua volta tendenze omosessuali o, come minimo, bisessuali, tanto più che spesso chi va a trans si fa sodomizzare, cosa impensabile per una persona che non abbia tali tendenze.

                Addirittura sembra che la maggior parte delle coppie gay nemmeno pratichi la sodomia, proprio per la profonda innaturalità del gesto (che poi tra l’altro causa innumerevoli problemi di salute di ogni tipo).

                Poi, non per far scadere il discorso ma non capisco come si possano preferire certe cose alla gnocca. 😀

                Infatti è anche per questo che non ho mai odiato quelle persone ma piuttosto mi fanno compassione, perchè a volte poi si trovano invischiati in giri viziosi che portano alla distruzione del corpo e, a volte, dell’anima.

                • Taigura Araphael ha detto in risposta a Vincent Vega

                  “Riguardo l’attrazione interspecie non mi risulta che sia comune, in soggetti sani, l’attrazione versi le bestie, grazie a Dio.”

                  No vincent, nel momento in cui il desiderio di far sesso con un animale o il mettere in pratica tale atto non sfocia nella zoofilia, che come tutte le parafilie, è caratterizzata da un atteggiamento ossessivo, compulsivo ed esclusivo, in altre parole un feticcio, non puoi parlare di sano o malato. Bada che non sto escludendo che la cosa sia determinata da fattori psichici devianti. Ma anche in questo caso va analizzato caso per caso e fin ora è solo la zoofilia a rientrare nel DSM, non l’atto in se di desiderare il contatto sessuale con un animale.
                  “Per quanto riguarda in trans, non credo che uno possa andare a trans senza avere a sua volta tendenze omosessuali o, come minimo, bisessuali, tanto più che spesso chi va a trans si fa sodomizzare, cosa impensabile per una persona che non abbia tali tendenze.”
                  Fino ad oggi non ho mai sentito un omosessuale andare a trans, ma tutti uomini sposati e puttanieri. Così come molti uomini che adorano lo strap-on(anche questi gli consideri bi o omo?). Non credo che si possa classificare tutto attraverso le tre categorie omo-bi-etero. La situazione e ben più complessa, per questo ci sono tanti dibattiti sull’argomento.

                  p.s
                  Riguardo la gnocca, quoto……

                  • Vincent Vega ha detto in risposta a Taigura Araphael

                    @Taigura

                    “Bada che non sto escludendo che la cosa sia determinata da fattori psichici devianti”

                    Per l’appunto. O spirituali, per chi ha una lettura della realtà che comprende anche il sovrannaturale, come noi credenti.

                    “Fino ad oggi non ho mai sentito un omosessuale andare a trans, ma tutti uomini sposati e puttanieri. Così come molti uomini che adorano lo strap-on(anche questi gli consideri bi o omo?). Non credo che si possa classificare tutto attraverso le tre categorie omo-bi-etero. La situazione e ben più complessa, per questo ci sono tanti dibattiti sull’argomento.”

                    Non saprei, secondo me chi fa certe cose è perché ha delle tendenze non del tutto eterosessuali, perché a chi è eterosessuale al 100% piace solo la gnocca e quelle cose ripugnano, in genere. Poi comunque non sono certo un esperto sull’argomento, però per come la vedo io è così.

  7. Fabio ha detto

    A me piace la donna, non la gnocca. É essenziale sentirsi appagati anche fuori dal letto, se non altro per me.

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