Corte suprema USA nega “terapie” trans: benvenuto progresso!

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Sentenza storica della Corte Suprema: si conferma il divieto di “terapie trans” controverse e pericolose ai danni di minori affetti da disforia di genere, allineando gli Stati Uniti alla decisione di sempre più numerosi Paesi occidentali.


 

Una grande vittoria del buon senso e del progresso sociale e scientifico, un grande passo a tutela dei bambini dall’ideologia gender.

La Corte Suprema degli Stati Uniti ha emesso una sentenza storica, confermando la validità del divieto del Tennessee di somministrare trattamenti medici di affermazione di genere ai minori, invocando il dovere di tutela.

In particolare, la legge statale nota come Senate Bill 1, in vigore dal 1° luglio 2023, vieta nel Tennessee l’uso di farmaci e ormoni bloccanti della pubertà e mutilazioni genitali e castrazione chirurgica e chimica sugli under 18 affetti da disforia di genere.

Finalmente, da oggi, tutti i 50 stati degli Stati Uniti saranno liberi di tutelare i bambini da cure controverse, inutili e molto probabilmente dannose e pericolose come più studi hanno certificato. Inoltre, la sentenza tutela le leggi già in vigore in 25 Stati americani.

 

La Corte Suprema allinea gli Stati Uniti all’Europa

Il caso era stato originariamente presentato dall’amministrazione Biden, venendosi così a creare la causa “United States v Skrmetti”.

Ma la Corte Suprema ha decretato che il team legale di Biden ha tentato di «distorcere il significato del termine ‘trattamento medico’», esattamente quello che fanno le cliniche in cui si pratica la terapia affermativa e i pedagoghi LGBTQ+.

Proprio pochi giorni fa è stato finalmente pubblicato uno studio auto-censurato dalla stessa autrice, Johanna Olson‑Kennedy, in cui emerge che i bloccanti della pubertà non migliorano affatto la situazione psicologica dei minori affetti da disforia di genere. Per questo motivo Olson-Kennedy aveva cercato per due anni di impedirne la pubblicazione.

Anche gli Stati Uniti si accodano così ufficialmente ai cambiamenti politici in corso a livello globale, in particolare nel Regno Unito, in Svezia, Norvegia, Danimarca, Finlandia e Francia, dove la “medicina di genere” radicale è stata strettamente controllata e in alcuni casi totalmente vietata.

 

Le evidenze scientifiche contro le “terapie trans”

Su 9 giudici supremi, soltanto in 3 hanno dissentito (Sonia Sotomayor, Ketanji Brown Jackson ed Elena Kagan), accusando la maggioranza di abbandonare i bambini trans e ignorare l’evidenza che documenta l’efficacia della cura di affermazione di genere.

Un’accusa ignorante a livello scientifico in quanto la ricerca sta proprio dimostrando, giorno dopo giorno, non solo l’inutilità della terapia di affermazione di genere ma la sua pericolosità. Tra cui l’aumento del rischio di malattie cardiovascolari, di sterilità, di tumori maligni, di immaturità ossea e osteoporosi ecc.

E’ vero che alcune importanti organizzazioni mediche americane – fra cui American Medical Association, American Psychiatric Association e American Academy of Pediatrics – resistono imperterrite sulla validità di queste terapie, ma è stato dimostrato che la loro posizione è ideologica e non scientifica, tanto che la letteratura su cui basano il loro pronunciamento non supporta la loro politica, in molti casi la contraddice apertamente.

Uno dei giudici supremi che hanno votato a favore, Clarence Thomas, ha replicato ai dissenzientisostenendo infatti che «recenti rivelazioni suggeriscono che le voci principali in questo settore si sono basate su prove discutibili e hanno permesso all’ideologia di influenzare la loro guida medica».

D’altra parte uno dei tre giudici dissenzienti, Ketanjy Brown Jackson, è una radicale del gender tanto che, nel 2022, durante la consueta udienza prima della nomina, alla domanda «può fornire una definizione per la parola ‘donna’» ha risposto imbarazzata: «No, non posso». E perché? Ha replicato la senatrice Blackburn Blackburn. «Non sono una biologa», l’ulteriore risposta di Jackson, tra l’indignazione della sala e del Paese.

 

Un grande passo verso il progresso

In parallelo alla sentenza, l’amministrazione Trump sta per varare il progetto di legge noto come “One Big Beautiful Bill” che include al suo interno l’eliminazione dei fondi federali per le terapie di transizione sia nei minori che negli adulti.

All’inizio del 1900 le migliori università del mondo includevano corsi sull’eugenetica, considerandola una conquista epocale. Oggi tutti la ritengono una pagina vergognosa e umiliante della nostra storia.

Tra qualche anno avverrà lo stesso per la medicina affermativa, la quale somministra farmaci bloccanti della pubertà e interventi di mutilazione genitale sulla base di discutibili “sensazioni” di bambini, dettate probabilmente da un fenomeno definito “da contagio sociale”.

Infatti, gli studi dimostrano1Berniere A. & Leplege A., Médecine/Sciences, 2018 2Cantor J.M., Sexology Today, 11/01/2016 che nella maggior parte dei casi di disforia di genere (il 60-90%) si verificherà un allineamento spontaneo al proprio sesso di nascita senza richiesta di transizione di genere.

La Corte Suprema ha tracciato finalmente un confine tra scienza e pseudoscienza, tra realtà e ideologia. Il sesso non è mutevole, è biologico e il gender è un costrutto ideologico inventato dai filosofi arcobaleno e non una realtà.

Un grande passo a favore dei minori che ora verranno curati tramite la psicoterapia e la vigile attesa, come tanti Stati europei hanno iniziato eticamente a fare.

Autore

La Redazione

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