1 cristiano vs 20 atei: uno show vuoto, un’occasione mancata

cristiano vs atei

Su YouTube diventa virale il video del “cristiano vs atei”. Lo psichiatra Jordan Peterson sfida 20 atei in uno sterile scontro dialettico che lascia un senso di vuoto. Non è così che vanno ridotti i grandi temi dell’esistenza.


 

Oltre 6 milioni di persone nel mondo hanno visto un video su YouTube nei giorni scorsi.

Non si tratta di un evento catastrofico ma di una “sfida dialettica” tra il noto psicologo clinico Jordan Peterson e venti atei, organizzato da Jubilee Media.

Inizialmente era intitolato “1 cristiano vs. 20 atei”, il video è stato successivamente rinominato in “Jordan Peterson vs. 20 atei” dopo che Peterson ha evitato di identificarsi come cristiano durante l’evento.

 

Perché Jordan Peterson ha accettato questo show?

Il dibattito si è svolto con un format particolare: Peterson al centro, circondato da venti “avversari” pronti a porre domande incalzanti per circa 4 ore. Questo setting, più simile a un’arena di combattimento, ha favorito inevitabilmente confronti rapidi e spesso superficiali, più orientati allo spettacolo che alla comprensione reciproca.

E’ un peccato che Jordan Peterson, lo psichiatra più famoso al mondo (circa 15 milioni di follower sui vari social), sia caduto in questa ingenuità.

In passato abbiamo spesso apprezzato la sua profondità di giudizio e il suo coraggio e, che non fosse cristiano, lo avevamo scritto nel 2019, osservando tuttavia la sua vicinanza intellettuale e la sua gratitudine per ciò che il cristianesimo ha portato nel mondo.

Più recentemente offrivamo una recensione al suo ultimo libro, in cui descrive la Bibbia come «la biblioteca di storie su cui si basano le società più produttive, più libere, più stabili e pacifiche che il mondo abbia mai conosciuto».

Segnalavamo anche un cammino individuale verso il cristianesimo, probabilmente accentuato dalla conversione al cattolicesimo della moglie Tammy Peterson, battezzatasi nel settembre 2024.

In ogni caso, non ci siamo sorpresi affatto del suo rifiuto di dichiarare pubblicamente una fede personale durante il dibattito, anche se ciò ha lasciato perplessi molti osservatori ed è stata la miccia che ha reso virale il video.

«Sei cristiano o non lo sei?», gli ha domandato Danny, uno degli “sfidanti”. «Potrei essere entrambi, ma non c’è bisogno che te lo dica», la risposta di Peterson dopo alcuni tentennamenti.

 

Il dibattito sulla fede non prevede vincitori e vinti

Ciò che spiace è che gli organizzatori abbiano usato le tematiche della fede come strumento di provocazione utile al clickbait. Un format pensato per un pubblico più abituato a scorrere i social media per una rapida scarica di dopamina che per contenuti edificanti e di livello.

Vedere i giovani partecipanti ansiosi del loro minuto per “sfidare” Peterson e guadagnarsi la gloria sui social, usando prettamente domande sciocche e rabbiosamente provocatorie, è uno spettacolo vuoto, mediocre. A cosa può servire?

Con il proseguire della “sfida”, i 20 atei si alternano sulla sedia davanti al noto psicologo ma con sempre meno entusiasmo man mano che il programma procede. Forse perché hanno la sensazione, come noi, che stanno semplicemente sprecando il loro tempo.

Non è questione di “vincere” o “perdere”, e non è possibile ridurre questioni profonde come le ragioni che muovono la fede e la non fede nel senso dell’esistenza a contenuti da fruire in pochi secondi, in stile MasterChef.

La ricerca di senso e la domanda su Dio, meritano spazi seri, tempi distesi e, soprattutto, interlocutori disposti all’ascolto. Un dialogo a cui non serve la logica del palcoscenico, ma quella dell’incontro.

 

Qui sotto il video appena commentato

 

Autore

La Redazione

1 commenti a 1 cristiano vs 20 atei: uno show vuoto, un’occasione mancata

  • G.B. ha detto:

    Sembra una di quelle esibizioni che fanno i maestri di scacchi quando giocano 20 partite in contemporanea. La prossima volta lo farà con gli occhi bendati?