Stati Uniti: secolarizzazione e ostilità alla religione crescono assieme

Un recente sondaggio mondiale realizzato da “Gallup International” ha mostrato come a livello complessivo, il 59% degli abitanti del mondo si ritiene una “persona religiosa”, il 23% si considera “non religioso” (che non vuol dire “non credente”), mentre il 13% pensa di essere un “ateo convinto”. Questi ultimi abbondano in particolare in Cina (47%), Repubblica Ceca (30%) e Giappone (31%).

Rispetto al 2005 vi è stato un aumento globale del 3% di persone che si dichiarano atee e un calo del 9% di coloro che si definiscono “religiose”. L’UAAR -l’associazione di atei fondamentalisti- ha ovviamente ancora una volta ingannato i suoi lettori affermando che «rispetto al 2005, l’indagine ha evidenziato un aumento globale del 9% di persone che non hanno problemi a dichiararsi atee», mentre i risultati (a pagina 5 di 25) dell’indagine affermano una cosa diversa: «A livello globale, coloro che dichiarano di essere religiosi, scendono del 9%, mentre l’ateismo aumenta del 3% […]. La maggior parte di questo spostamento non è dovuto alla deriva della loro fede, ma dalla volontà di essere “non religiosi”, pur rimanendo all’interno di una fede. Vi è tuttavia un aumento del 3% nel ateismo». Dichiararsi “non religioso”, dunque, è differente dal dichiararsi “ateo”, tant’è che la tabella 8 (pag. 19 di 25) mostra come il 16% di coloro che si dichiara “cattolico” si ritiene anche “non religioso”.

Classiche mistificazioni uaarine a parte, si nota un aumento di religiosità in Romania (4%), Macedonia (5%), Moldavia (5%), Serbia (5%), Italia (1%), Finlandia (2%) e Olanda (1%), mentre si registra un calo particolare in Argentina (-8%), Ecuador (-15%), Sud Africa (-19%), Irlanda (-22%), Vietnam (-23%) e Stati Uniti (-13%). L’ateismo cresce significativamente in Francia (+15%), in Repubblica Ceca (+10%) e Irlanda (+7%), mentre cala in Bosnia (-5%), in Bulgaria (-2%) e anche in Spagna (-1%).

Rispetto all’età, i minori di 30 anni sono maggiormente credenti (66%), si tende a sentirsi meno religiosi dai 30 ai 65 anni (59-53%), per ritrovare la fede successivamente (77%). Ci sono solo il 12% di atei sotto i 30 anni, il 14% nella fascia 30-65 anni e poi un calo all’8% dopo. Rispetto al grado d’istruzione, il 52% dei laureati si ritiene una persona religiosa, il 24% è non religioso e il 19% è ateo.

Gli USA, come abbiamo visto, sono uno dei Paesi che ha risentito maggiormente della secolarizzazione in questi ultimi anni (anche se uno stesso sondaggio “Gallup” aveva rilevato nel 2011 che il 92% degli americani crede in Dio). Significativo che contemporaneamente sia uscita una relazione che esamina i casi giudiziari degli ultimi anni, trovando che l’ostilità nei confronti della religione è cresciuta a livelli senza precedenti negli Stati Uniti, proprio in questi ultimi 10 anni. Si parla di un “problema molto reale”. In Francia accade lo stesso, l’ateismo è cresciuto del 15% negli ultimi anni e la Gendarmeria francese ha mostrato come ogni due giorni ormai vi sia un atto di vandalismo verso una Chiesa o un luogo cristiano. Inutile proseguire citando in muerosi atti di discriminazione presenti negli altri Stati “fortemente atei”, come la Cina o la Corea del Nord.

La correlazione tra l’aumento secolarizzazione/violenza contro religiosi non è scientificamente provata (non potrebbe esserlo), ma tuttavia è osservabile una crescita simultanea e parallela, come abbiamo mostrato, molto probabilmente non casuale.

Condividi su:
  • Aggiungi su Facebook
  • Aggiungi su Twitter
  • Aggiungi su Windows Live
  • Aggiungi su MySpace

32 commenti a Stati Uniti: secolarizzazione e ostilità alla religione crescono assieme

« nascondi i commenti

  1. Andrea ha detto

    Scusate non ho capito questa espressione:

    “ma dalla volontà di essere “non religiosi”, pur rimanendo all’interno di una fede”.

    chi me la spiega?

    • Piero ha detto in risposta a Andrea

      penso, credo, che possa riferirsi a quelli che non vogliono essere inquadrati in una religione “formalizzata”, pur credendo inqualcosa, foss’anche la divinita’ delle pietre.
      O quelli tipo “Credo in Gesu’ Cristo (ma solo a quello che gli conviene) ma non nella Chiesa”.
      Non e’ una buona notizia, comunque.

      • Andrea ha detto in risposta a Piero

        Ok grazie Piero, concordo con te che non si tratti di un buona notizia, se si considera buona la notizia di una maggiore diffusione della fede rispetto al passato. Non so se sono d’accordo sull’accezione che identifichi tu, visto che La tabella di pagina 19 rappresenta le risposte alla seguente domanda:

        “Irrespective of whether you attend a place of worship or not, would you say you are a
        religious person, not a religious person or a convinced atheist?”

        Il che significa indifferentemente dal fatto che tu frequenti un luogo di culto, ti definiresti una persona religiosa, non religiosa o un ateo convinto?

        A prima vista avrei detto che in ordinata, nell’ultima sezione quindi il campione è sezionato attribuendo l’appartenenza ad una religione sulla base di parametri del tipo: “è (almeno) battezzato, va in Chiesa (almeno o se non altro) per far piacere alla mamma” etc etc.
        Altrimenti non me lo spiego nemmeno io come uno possa non essere religioso ed essere Cattolico (o di qualsivoglia altra religione)

        • Enrico ha detto in risposta a Andrea

          Probabilmente sono indifferenti…cioè se gli si chiede a che religione credono, rispondono per convenzione con quella dominante nel proprio paese, ma di fatto non sono interessati al fenomeno religioso e quindi si dicono non religiosi.

  2. credino ha detto

    … il 16% di coloro che si dichiara “cattolico” si ritiene anche “non religioso”.
    ?? Si tratta di cattolici un po’ confusi…?

    • Piero ha detto in risposta a credino

      saranno i “cattolici adulti”??? 😉

    • Valeria Maggioni ha detto in risposta a credino

      Dipende da cosa si intende per “persona religiosa”….ad esempio è pieno di non credenti che si ritengono persone “spirituali” o addirittura “religiose”.

      • credino ha detto in risposta a Valeria Maggioni

        Ok posso capire un non credente che si ritiene religioso,,, vabbè.
        Ma un credente, cattolico, che si ritiene “non religioso”, sinceramente… boh?

        • Valeria Maggioni ha detto in risposta a credino

          Un cattolico che è tale culturalmente, ce ne sono moltissimi. Sono vie di mezzo, credenti e culturalmente cattolici anche se poi vivono in modo indipendente dalle posizioni della Chiesa.

          • credino ha detto in risposta a Valeria Maggioni

            Certo, in Italia tutti siamo di cultura cattolica, è ovvio. Ma ha senso dichiararsi “cattolico” e “non-religioso”?

            • Valeria Maggioni ha detto in risposta a credino

              Ha senso per un cattolico che è tale culturalmente e non esistenzialmente…non puoi etichettare le persone, ognuno vive la sua esperienza di fede o non fede in modo complesso.

              • Andrea ha detto in risposta a Valeria Maggioni

                Si però la definizione di “cattolico culturale” è esattamente equivalente a quella di “persona nata in Italia”, tutti i nati in Italia sono stati influenzati dalla cultura cattolica, ma questo non dice un’h rispetto a nessuna loro predisposizione, o intenzione o volontà di esserlo.

                Non possiamo poi usare le etichette quando ci fa comodo la conseguente caratterizzazione e rifiutarle quando se ne fa un uso confuso. Son d’accordo con te sul fatto che ogni persona è diversa e le etichette non abbiano nessun senso. Tuttavia per motivi d’economia di linguaggio ed astrazione a volte ha senso raggruppare un insieme di persone in base ad un set di elementi comuni che le caratterizza.

                Per me un cattolico non religioso non è cattolico, se non per il fatto che è stato magari battezzato, il che però toglie il merito e lo sostituisce con una pura statistica inutile. Se da domani sottopongo “a forza”, tutti i neonati, ad una qualche procedura di iniziazione della religione Y, tra 50 anni saremo tutti “Y-isti culturali”, ma nessuno di voi lo riterrà un valore intrinseco.

                • credino ha detto in risposta a Andrea

                  Infatti… auto-dichiararsi “cattolici” non ha nulla a che vedere con l’essere “di cultura cattolica” (che sostanzialmente vale per tutti gli italiani o quasi, atei compresi). Si può avere una base culturale cattolica ed essere non religiosi, questo è ovvio. Ma, se se parole hanno un significato,,, dichiararsi “cattolico non religioso” significa essere un po’ confusi.

          • Piero ha detto in risposta a Valeria Maggioni

            Quindi tu intendi quelle persone tipo i cosiddetti “atei devoti“, tipo Ferrara, Fallaci, ecc ecc…?
            Mi sembra strano che ce ne siano cosi’ tanti!

  3. fedele razio ha detto

    Il problema da porsi è come invertire questa dannosa tendenza

    Il sondaggio è naturalmente mal posto in quanto l’ateismo è in sè un fenomeno religioso

    • Andrea ha detto in risposta a fedele razio

      Non sono d’accordo anche nella misura in cui l’ateo cerchi di convincere altri a non credere a loro volta, il che è valido per una stretta minoranza di atei, ciò non basterebbe a definire un gruppo di persone come una Chiesa.
      Non esiste nessun fenomeno di culto legato all’ateismo, nessun rito ateo, nessun sacramento ateo, nessun pellegrinaggio ateo, nessuna autorità morale atea, nessun codice di condotta ateo, nessuna festa atea, nessun manifesto o libro “sacro” dell’ateismo, nessuna rivendicazione geografica o d’origine, che abbia massa tale da dare all’ateismo la connotazione di una religione.

      • Sophie ha detto in risposta a Andrea

        Ci sono le feste atee, una è stata fatta negli stati Uniti. Ci sono templi atei, uno lo stanno costruendo mi pare a Genova e un altro si trova in Inghilterra. Ci sono delle “rivendicazioni geografiche” perchè gli atei vogliono il Vaticano fuori dall’Italia. I Sacramenti (al contrario) atei sono dettati dallo sbattezzo di massa. L’ateismo (tra l’altro perfavore spiegami su facebook perchè alla voce “orientamento religioso” ci scrivono “ateo” se non è una religione)ha i suoi leader e mezzi. L’ateismo ha fondato dei veri e proprio Governi e delle vere e propririe dittature tant’è che se non erro in Cina o comunque all’epoca di Stalin si studiava ateismo a scuola. Infine è una religione a tutti gli effetti i cui dogmi sono quelli cristiani ovviamente al contrario, quindi si basa su idee anticristiane per cui se i cristiani non sono a favore dell’aborto, gli atei lo sono; se i cristiani non sono a favore del divorzio, gli atei sono a favore; se i cristiani non sono a favore dei matrimoni omosessuali gli atei per fare dispetto ai cristiani lo sono e così via.
        Per me l’ateismo ha tutti i requisiti per essere considerato religione.

        • Andrea ha detto in risposta a Sophie

          – perchè alla voce “orientamento religioso” ci scrivono “ateo” –

          Hai ragione fa tutto parte di un complotto, come quello per cui i crociati anti-matrimonio, celati sotto l’apparente innocua definizione di “single”, scrivono “celibe” alla voce “stato coniugale”….

          • Andrea ha detto in risposta a Andrea

            Il fatto che la tua testa non possa fare a meno del soprannaturale, non implica che se uno dica di poterne fare a meno ti stia mentendo, questa è un’affermazione molto presuntuosa, come lo è del resto pensare che io sia a favore dell’aborto solo perchè tu sei contro….

          • Sophie ha detto in risposta a Andrea

            Dalla tua reazione pare che ho colto in pieno, grazie per la conferma. 😀

            • Andrea ha detto in risposta a Sophie

              Il fatto che le mie risposte ti causino appagamento, mi pone in effetti di fronte ad un serio dilemma d’altruismo, mal gestibile persino dalla mia fredda mentalità utilitaristica ateo:
              quanti secondi del tuo godimento intellettuale vale un mio minuto perso a rispondere ai tuoi deliri?

  4. edoardo ha detto

    Secondo me, il dato saliente di questo articolo non è tanto filofeggiare sui numeri per vedere chi “vince”, se i cristiani o gli atei o i menefreghisti.
    E’ il fatto che le violenze contro i cristiani siano in aumento nella vecchia decrepita Europa e nella vecchia America una volta ricca e timone del mondo, ormai sulla via del pensionamento come toccò all’Inghilterra dell’era post-coloniale.
    Prima si incomincia prendendo in giro i cristiani (vedi i vari forum di internet), poi si prosegue discriminandoli anche sul piano sociale cercando di portarlo sul giuridico, per arrivare all’aggressione diretta, per ora appannaggio di frange estremiste. Per ora.
    I cristiani dovranno combattere se vorranno continuare ad essere cristiani.
    Non dico con le armi con nel Messico di Calles…….

    • Sophie ha detto in risposta a edoardo

      Il punto è che di cristiani combattivi non ne vedo manco l’ombra. Quelli con gli attributi vengono fatti passare per fanatici dai mangiapreti che ormai sono un pò come gli omosessuali, hanno il coltello dalla parte del manico e ne abusano. Prima c’era un ateismo educato bel senso:”Io non credo, se tu credi fatti tuoi”. Adesso c’è una vera e propria religione dell’ateismo con tanto di dogmi, che è sempre più ignorante, violenta, arrogante e piena di odio.

  5. Gab ha detto

    Non è la prima volta che leggo articoli di questo tipo. Mi lasciano sempre molto perplesso. Si fa della % un tema “ecumenico” senza sottolineare il fatto che magari i tanti “religiosi” credono in altri “dei”. Non sembra infatti apparire l’equazione “religioso=cattolico”. Quindi di cosa si parla in realtà? Di quale Dio?

    Perché dire che aumentano i buddisti o gli islamici equivale a dire che aumentano gli eretici. Non andrei molto fiero di questo.

    • Sophie ha detto in risposta a Gab

      Io ritengo che la verità sia in Cristo, però ognuno dev’essere libero di credere in quello che vuole altrimenti rischiamo di diventare come certi protestanti. Buddisti, islamici ecc. non li definirei eretici, sono semplicemente persone che hanno intrapreso un altro percorso, certo è che il rispetto della libertà poi deve essere reciproco. Io direi che eretici sono quei cattolici chic Dalai Lama-dipendenti, o quei cattolici che si fanno una religione a proprio uso e convenienza o ancora quei cattoli che s’atteggiano ad anticlericali alla moda.

      • Gab ha detto in risposta a Sophie

        Eresia dal greco “scelta”. Sono eretici non vedo dove sta il problema. Che significa “un altro percorso”?

        Se dici che la Verità è in Cristo sai anche che Egli ha annunciato che chi non vede Lui non vede il Padre. Ovvero non c’è speranza di salvezza per chi non è in Cristo. Una verità questa assoluta (poiché rivelata) e che certo non è il “politically correct” odierno che potrà cambiare. Che l’eresia vi è anche tra i cattolici fai bene a ricordarlo, su questo hai perfettamente ragione.

        • Sophie ha detto in risposta a Gab

          Ma io sono più che convinta che in mezzo a tutto questo casino l’unico vero Dio sia Gesù, però accettiamo che qualcuno la pensi in maniera diversa. Certo è che pretenderei lo stesso rispetto da quei 9 buddisti su 10 che sono anticlericali…

      • Gab ha detto in risposta a Sophie

        Aggiungo che l’eresia può essere dettata dall’ignoranza (e qui vi è la giustificazione di chi non conosce Cristo) oppure dall’apostasia. Inutile dire che in quest’ultimo caso l’eresia rientra nel peccato mortale e non c’è salvezza se non nel ritorno alla Fede.

        Purtroppo oggi c’è una grossa differenza. Mentre prima la Chiesa combatteva le eresie, oggi fa i tavoli “ecumenici”.

        La “rivalutazione” della figura di Lutero, ad esempio, ne è una triste testimonianza. Da eretico è diventato “modello di fede”. Di questo passo Maometto verrà presto canonizzato se non ci si dà una svegliata.

« nascondi i commenti