Le femministe, la Lego e la saggezza materna di Costanza Miriano

La Lego, l’azienda danese che da decenni produce i noti mattoncini colorati con cui diverse generazioni hanno passato i primi anni di infanzia, ha pensato recentemente di espandere i suoi prodotti anche tra le bambine, lanciando una nuova linea chiamata “Friends”. Non l’avesse mai fatto! Le femministe più integraliste sono scese in battaglia denunciando l’orribile complotto della Lego nel voler distinguere i gusti dei maschietti da quelli delle femminucce. Esse vogliono che le bambine mettano da parte le bambole e si cimentino con ruspe e betoniere, mentre i bambini devono pettinare e cambiare i vestiti di Barbie. Chi non obbliga i loro figli a fare questo allora sta promuovendo una visione sessista.

A queste assurdità ha voluto rispondere la giornalista e scrittrice Costanza Miriano, autrice di un bellissimo libro intitolato “Sposati e sii sottomessa. Pratica estrema per donne senza paura” (Vallecchi 2011). Il volume ha avuto (stranamente, per il tema trattato in modo non “politicamente corretto”) un ampio successo nei media, presentato più volte in televisione (“Invasioni Barbariche”, “Mattina in famiglia”, ecc). Attualmente è il lizza (terzo, per ora) come “migliore libro dell’anno” sul sito del TG1. Anzi, invitiamo tutti a dare il proprio voto quotidiano per la vittoria (anche perché si nota nella classifica la presenza di Dacia Maraini, laicissima valorizzatrice della poligamia perché “è così naturale negli animali”).

La Miriano, nel suo articolo sulla Lego, ha portato candidamente la sua testimonianza di mamma, condita da simpatica ironia: «A casa nostra, per carità, di sacro c’è solo Dio. Molto distanziati, diversi gradini sotto ma sempre in posizione ampiamente sopraelevata sulle cose ordinarie ci sono diversi pilastri della nostra esistenza», e tra questi «la Lego». Continua: «leggendo l’attacco in massa fatto alla Lego dalle femministe inglesi, mi è scattato una sorta di orgoglio familiare […], le femministe si sono arrabbiate perché le bamboline sarebbero formose (hanno un accenno di seno appena abbozzato), e soprattutto perché hanno accessori femminili, e sono poche le parti da montare». C’è da aggiungere ovviamente che il colore predominante è il rosa, un’onta insopportabile per le femmine, secondo le nuove paladine della donna. La giornalista descrive le abitudini della sua famiglia, e spiega: «Noi non ci abbiamo trovato niente da ridire. Le mie figlie come hanno visto le Lego friends se ne sono innamorate, e contano i giorni che mancano al loro compleanno (purtroppo in agosto) per avere qualche altra scatola della preziosa serie. Ora, o io e mio marito abbiamo diabolicamente plagiato la mia prole, cercando silenziosamente di coltivare in loro discriminazioni di genere, oppure semplicemente ai maschi piacciono giochi da maschi, alle femmine giochi da femmine […]. Non vedo dunque niente di strano se finalmente sono a nostra disposizione anche piatti, cucinette, cagnolini, cocktail, studi da stilista. Non ci vedo niente di offensivo nei confronti delle donne, non stiamo mica parlando di bamboline accessoriate per il bondage, o siliconate. Anzi, se proprio uno non avesse avuto niente da fare nella vita, ci sarebbe stato da protestare prima, quando gli accessori in vendita erano quasi esclusivamente maschili».

E poi ecco il cuore della questione: «Il problema è che ormai tutto quello che rimanda in qualche modo allo specifico maschile e femminile scatena reazioni scomposte e a volte persino isteriche. Sembra un nervo scoperto, ipersensibile, che in nome della correttezza non si può neanche sfiorare. Non si può dire che uomini e donne sono diversi. Anzi, bisogna dire che sono uguali. E’ obbligatorio. In nome della libertà si diventa tirannici. Non so come altro definire l’atteggiamento di chi si arrabbia perché esiste un gioco che si attaglia a un sesso più che a un altro». Certamente, «lo specifico femminile va oltre i piatti e la cucina e il gusto per i vestiti, ma che volevamo, una pupazzetta di santa Teresa d’Avila? Una Virginia Woolf?». Ma perché tanto livore nel negare lo specifico maschile e femminile? Tutto rimanda inevitabilmente al tentativo di negare Dio, vera ossessione dell’uomo confuso di oggi: «Maschio e femmina li creò, dice la Genesi, a immagine e somiglianza di Dio. Io credo che nella differenza sia celato un grande mistero che dice qualcosa di molto profondo sulla natura dell’uomo. Di profondo e sostanziale. Dice che l’uomo e la donna non possono stare soli, perché c’è un’incompletezza che sarà per sempre la loro qualità distintiva. Dice che l’uomo e la donna esistono in relazione. Dice che questa relazione profonda e vera con una persona dell’altro sesso può anche non esserci, ma allora deve essere Dio che diventa lo sposo o la sposa di quella creatura, che da sola non è piena. Non è bene che l’uomo sia solo. Chi nega la differenza nega che l’uomo è creatura, e quindi figlia di un Padre. Chi nega la differenza nega quindi Dio. E allora la posta in gioco è ben più alta del pupazzetto della Lego. E val bene la raccolta di firme e la campagna sui giornali, che del negare la fragilità, l’incompiutezza, la povertà e il bisogno dell’uomo hanno fatto evidentemente la loro ragione di esistere».

Parole pienamente condivisibili. Sono in molti inoltre, occorre dirlo, gli specialisti (psicoanalisti freudiani, in particolare) che fanno risalire alla parità dei sessi -che poi è naturalmente degenerata trasformandosi in vera e propria confusione esistenziale di ruoli- l’espandersi massiccia dell’omosessualità/bisessualità. Alla faccia dei promotori della bufala del “gene gay”, genitori confusi nei propri ruoli e nella loro identità hanno largamente contribuito (influenza ambientale) all’espandersi di questo comportamento sessuale. Forse è un altro motivo -seppur nascosto- per cui esiste l’interesse violento ad avviare questo tipo di campagne.

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67 commenti a Le femministe, la Lego e la saggezza materna di Costanza Miriano

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  1. Paolo Viti ha detto

    Complimenti alla scrittrice che è andata a toccare un tasto assai dolente dei giorni nostri. Oltretutto faccio notare come mentre i cattolici che si sentono offesi da uno spettacolo teatrale (opportunamente o no, ne abbiamo già parlato) vengono visti come fondamentalisti, le femministe che si sentono offese da un gioco hanno a priori ragione. O meglio, questo è il ragionamento dei grandi media, del potere. Repubblica in testa (come dice la Miriano nel suo articolo originale) e poi Corrierone, Libero ecc…

  2. joseph ha detto

    Ma le femministe non dovrebbero combattere per tutelare i diritti e l’identità femminili? Giocare con le bambole non fa più parte dei diritti delle piccole donne?
    E’ sempre più evidente che le femministe non tutelano le donne, ma mirano a creare un alter-uomo con seno e utero.

  3. Paolo ha detto

    Ero sicuro di trovare alla fine dell’articolo una bella conclusione sull’omosessualità…come sempre resto in attesa della dimostrazione dell’esistenza del “gene etero” che sancisca l’innaturalità dell’omosessualità rispetto all’eterosessualità (non ricadiamo nell’errore sesso biologico = orientamento sessuale.
    Ricordo poi che le “argomentazioni” che vedono nell’omosessualità un’influenza ambientale negativa (di solito si blatera di genitori assenti o si inventano traumi) sono state ampiamente sbugiardate dalle associazioni mediche competenti e vengono promosse solamente da formazioni ideologicamente (religione) orientate.

    Saluti

    • Andrea Longhi ha detto in risposta a Paolo

      Si parla di omosessualità e puntuale come uno orologio arriva Paolino. Sempre a parlare di “gene etero”, come se non bastasse conoscere la fisiologia dell’uomo e della donna (in particolare il bellissimo capitolo sull’apparato riproduttore, evidentemente l’Arcigay ti ha strappato quel capitolo prima di farti studiare).
      Mi fa piacere che sei passato a parlare di “associazioni mediche competenti”, qualche settimana fa parlavi di “tutti gli scienziati”. Sappiamo benissimo entrambi tuttavia che nel dossier sull’omosessualità dell’APA c’è tranquillamente la descrizione dell’omosessualità come derivante da una predisposizione genetica e una ambientale (e stiamo parlando dell’associazione più politicamente orientata, come spiegano gli ex presidenti)!! Chiedi alla Concia il permesso di leggerla e poi ne riparliamo..

    • Laura ha detto in risposta a Paolo

      Ma perché eri sicuro di trovare una conclusione sull’omosessualità ancora prima di leggerlo? Non pensi di avere confermato i sospetti in questo modo?

    • Fabrizio Ede ha detto in risposta a Paolo

      se ti aspetti un gene etero confondi ciò che rimproveri (orientamento sessuale = sesso biologico); se poi li distingui allora riteni che esista un sesso biologico e riduci l’omossesualità ad un orientamento (dato che simmetricamente non troverai mai un gene omo); se lo riduci ad un orientamento e l’orientamento non coincide con quanto è determinato dall’aspetto biologico vai contro il bios (=natura!)

  4. LG ha detto

    ma XX o XY non basta più ?
    scusate l’ignoranza

  5. GiuliaM ha detto

    Io giocavo sia coi mattoncini Lego, sia con le Barbie, sia con la cucina giocattolo, e i miei non ci hanno mai trovato nulla di strano 🙂
    C’è da dire che purtroppo le Barbie hanno subito una “regressione”: prima lavoravano o facevano le mamme, adesso pensano soltanto a divertirsi e a fare shopping…

  6. StefanoPediatra ha detto

    Ma porc… Scusatemi. Sono arrabbiatissimo: se solo mia figlia avesse qualche anno di meno sarei immediatamente corso a comprare questa nuova serie della Lego. Non ho nemmeno nipotine di sesso (a me piace ancora chiamarlo così: “genere” mi fa pensare più alla letteratura, all’arte, ad altro insomma) femminile cui regalarla. Peccato davvero!

    Ma per favore! Ma se il Lego non ha mai fatto male a nessuno (per la verità qualcuno dei pezzettini più piccoli mi è capitato di trovarli nello stomaco o nei bronchi di qualche piccoletto giunto al Pronto Soccorso, ma si trattava di bambini di entrambi i sessi, con buona pace per le femministe e i maschilisti di tutto il mondo!!!)!

    Io ormai non riesco nemmeno più a pensare che queste “battaglie” siano cose serie; non riesco più a credere che qualcuno possa crederci sinceramente. Si tratta di enormi stupidaggini; sono convinto che presto apparirà un cartello che ci comunicherà che siamo su “Scherzi a parte!”.

    Comunque, per non saper nè leggere nè scrivere (tanto sono già stato accusato da un utente proprio su questo sito di essere un “sottile omofobo”) anche io, come la scrittrice Costanza Miriano, ho “diabolicamente plagiato la mia prole”. Come? Dando alla figlia femmina un nome da femmina e al figlio maschio un nome da maschio, tanto per cominciare. L’una, da piccola, aveva tutine rosa (a dire la verità anche gialline e verdine perchè io e mia moglie non avevamno voluto sapere il suo sesso prima che nascesse; ma non per un innato senso di liberalità 🙂 quanto piuttosto per il piacere della sorpresa) l’altro azzurre (anche se per ridurre le spese confesso che quando non avevamo amici e parenti in casa o visite “ufficiali” da compiere, anche lui qualche tutina rosa stinto già usata dalla sorella se l’è messa 🙂 ). Ma io e mia moglie (e tutti i nostri parenti, amici e conoscenti) siamo arrivati persino a regalare bambole alla femmina e soldatini e macchinine al maschio. Orrore!

    Ora il mio maschio è attratto dalle “grazie” delle sue compagne di sesso femminile mentre mia figlia è decisamente più interessata ai ragazzi e ai loro addominali (lei un po’ strana è, in effetti, perchè si interessa più che altro dei maschi con un po’ di … testa!). Siamo stati davvero dei cattivi genitori e degli educatori retrogradi!

    Ma, scherzi a parte, la riflessione importante qui è tutta diversa: che pena il mondo che stiamo lasciando ai nostri figli, noi padri e madri del 21° secolo. Che tristezza.

    • Michele Santambrogio ha detto in risposta a StefanoPediatra

      Stefano alcune riflessioni immediate al tuo bel commento…

      a) spero che le prime parole non fossero un incipit di bestemmia 🙂

      b) non capisco quando parli di “non riesco più a credere che qualcuno possa crederci sinceramente”. In realtà è un fenomeno che è appena iniziato e la gente che ci crede purtroppo è sempre di più…ne parli come se fosse una cosa passata..!

      c) Rispetto ai nomi da femmina e da maschio. COmpletamente ragione! Ho fatto recentemente delle verifiche strutturali in una scuola elementare e una bimba mi ha detto “ciao mi chiamo andrea”. Sai cosa ha aggiunto subito dopo? Questo: “però sono una femmina”. Ecco dove va a finire la finta neutralità, in una frustrazione dei bimbi stessi.

      d) Io non riesco mai ad essere pessimista, proprio xè cristiano.

      • StefanoPediatra ha detto in risposta a Michele Santambrogio

        Michele:

        a. non ho mai bestemmiato in vita mia nè spero lo farò mai; “porc…” stava per “porca paletta” o “porca miseria” o “porca vacca”: scegli quello che preferisci; 🙂

        b. non posso credere che con tutti i problemi seri che ci sono nel mondo ci sia gente che ne crea di nuovi e per di più di stupidi; per inciso “non posso credere” è un modo retorico per dire che ahimè ci credo eccome perchè la stupidità è tutti i giorni intorno a me; perciò ci credo, ci credo; sempre per inciso, ho scritto “possa crederci”, non “potesse crederci” quindi mi sono collocato nel presente-futuro e non nel passato; 🙂

        c. d’accordo con te;

        d. nemmeno io sono pessimista; ciò non toglie che mi rattristi vedere come siamo scesi in basso e com’è ridotto il mondo così com’è adesso. 🙂

    • Enrico da Bergamo ha detto in risposta a StefanoPediatra

      E magari i nomi erano anche cristiani.

  7. Fabrizio Ede ha detto

    il prossimo passo ? ritenere a monte la distinzione maschio e femmina come un pregiudizio culturale

  8. Alèudin ha detto

    Come ho già detto un’altra volta ho due bambini, un maschio e una femmina, hanno i giochi in comune, la bimba mette i fiocchetti al T-rex e il bimbo usa le bambole come una clava per combattere, sono loro stessi, un maschio e una femmina, evidentemente sono un genitore sessista.

    • StefanoPediatra ha detto in risposta a Alèudin

      Mi piacerebbe vedere il T-rex col fiocchetto… 🙂

    • Ercole ha detto in risposta a Alèudin

      Sono d’accordo con te…è vero che i bimbi giocano con le bambole ma di certo non ci giocano come giocano le bimbe…smontano, spaccano, le fanno lottare ecc…, le bimbe fanno bere il the al soldatino e mettono il fiocchetto al dinosauro come dici. Sono loro che maschilizzano e femminizzano…

  9. StefanoPediatra ha detto

    Ma poi, scusate la domanda molto banale: ma perchè se io voglio comprare il Lego “rosa” a mia figlia non posso?

    Se a te che sei femminista non piace continuerai liberamente a comprare a tua figlia il Meccano o le macchinine o la pistola ad acqua e la spada con la maschera di Zorro e io non ti dirò nulla (magari proverò intimamente un po’ di tristezza per tua figlia ma della cosa non ti accorgerai nemmeno). Perchè tu devi vietare a me di comprarlo? Semmai saranno problemi della Lego se non riesce a vendere tutto il Lego “rosa” che produce: perchè dev’essere un problema tuo? La tua libertà non dovrebbe avere come limite la mia? E che libertà mi lasci se, in nome della tua, impedisci alla Lego di produrre i mattoncini “rosa”?

    E se poi il lego “rosa” piacesse al figlio maschio di qualcuno?

    Domande, non ironia spicciola; vi prego di crederlo.

  10. Flavio ha detto

    Qui una presentazione del libro di Costanza: http://www.youtube.com/watch?v=UqO6VeyldQ0

  11. Domenicotis ha detto
  12. Carlo Trevisan ha detto

    Addirittura additare la Lego perchè fa giochi dedicati alle bambine.
    Le femministe sono sempre più ridicole (come i maschilisti del resto), ma ultimamente la moda del femminismo dilaga di più.
    Ricordiamo che la colpa del fatto che le donne siano sempre più facili e che gli stupri aumentino è proprio delle nostre care amiche femministe.

    Fra l’altro non mi sembra che ad una bambina sia vietato comprare il lego classico. Ognuno può scegliere cosa comprare, sarebbe come se io mi offendessi perchè in un negozio i jeans sono sia da donna che da uomo.

    Ma le femministe hanno mai visto un uomo o una donna nudi? Sanno che ci sono delle differenze sia a livello fisico che comportamentale? Sanno che solitamente la donna è più attratta dal rosa, di natura?

    Veramente, ridicole fino in fondo, addirittura criticare la lego perchè crea una serie di giochi per far felici le bambine (e guadagnare), non sanno più a cosa attaccarsi, che pena.

    Mi sorprende sapere che ci sono dei dementi che danno ragione a queste dementi.

    • Michele Silvi ha detto in risposta a Carlo Trevisan

      Il concetto degenerato di uguaglianza dà frutto proprio ora, dopo un paio di secoli: i risultati sono solitudine, svalutazione esistenziale, drastico calo dello sforzo necessario a far piacere a tutti le stesse cose.
      Fiero di appartenere a questa Chiesa d'”oscurantisti” che osa affermare che il diverso esiste e che esiste per essere amato.

      Ma di questi tempi piace molto “tollerare”, ovvero far finta che il diverso non esista, chiuderlo in un recesso lontano della mente, vedere solo quello che c’è di somigliante e scartare tutto il resto, magari si arriverà pure a zittire un bambino che chiede perché il suo compagno ha la pelle di un altro colore, o perché parla un’altra lingua.
      Quest’uguaglianza è una chimera, dopotutto la rivoluzione che per prima l’ha fatta brillare ci ha ampiamente dimostrato che fine faceva la diversità, quando era troppa per poter essere ignorata e quini “tollerata”.

  13. edoardo ha detto

    Non sono d’accordo con l’affermazione che la moda del femminismo dilaga sempre più.
    O vivo in un altro pianeta credendo sia la Terra?
    Sono una minoranza molto caciarona.

  14. Francesco B. ha detto

    Eh no i Lego no! Va bene tutto ma i LEGO NO!!!! 😉

  15. Andrea ha detto

    Sono così “paladine dei diritti della donna” che cercano di non esser tali e proibiscono alle altre di esser tali… Ditemi voi se ci sia violenza sessista peggiore O_O O_O !

    Ognuno/a sia poi lasciato/a libero/a di giocare con quel che gli pare, io da piccolo giocavo anche con le bambole, ma mica per questo sono gay o transessuale (anche se preferivo di gran lunga i LeGo che anzi ancora conservo gelosamente).

  16. Andrea ha detto

    Ah, la vera “emancipazione” si avrà quando le donne riusciranno ad ottenere parità nella diversità, una Legge cioé in grado di esaltare il loro ruolo complementare a quello degli uomini ed egualmente importante.

    Una donna che si mascolinizzi ed esibisca il proprio corpo è forse la donna più schiavizzata che si possa immaginare.

  17. Kosmo ha detto

    [OT OT OT]
    Chiedo scusa per l’OT. Causa chiusura (opportuna?) del post sullo spettacolo ritenuto “blasfemo”…
    http://2.andreatornielli.it/?p=3482

    A quanto pare, qualcuno dovrebbe chiedere scusa…

  18. Enrico ha detto

    Questo sito vedo che è ben frequentato da persone dotate di preparazione in quelle che una volta erano definite Scienze esatte e/o Umanistiche. La discussione che si è sviluppata però denota l’assenza di persone versate nelle discipline economiche, in particolare il marketing. Vi consiglio di verificare su Wikipedia alla voce GUERRIGLIA MARKETING, scoprireste che ci siamo lasciati irretire in una discussione il cui risultato reale è quello di aumentare le nostre simpatie per un prodotto, dove sta la novità? L’inversione del ruolo del testimone, in soldoni se si lamenta una sedicente organizzazione femminista che guarda caso fa di tutto per rendersi sgradevole il mio interesse di potenziale acquirente si rafforza e addirittura parte un passa parola a cui è difficile resistere, il tutto a costi molto ma molto ma ancora molto RIDOTTI, quasi gratis.
    In campana ragazzi può darsi che la nuova linea Lego sia valida, ma non scodiamo per cortesia le pulsioni omosessuali.

  19. Antonio72 ha detto

    Secondo me la questione femminile non va posta in questi termini, ovvero affermare che chi nega la differenza tra uomini e donne nega Dio.
    Questa contrapposizione tra il mondo femminile e la Chiesa nuoce molto a quest’ultima. Sarebbe ora di dire qualcosa di nuovo…
    Forse la donna degli anni ’50 può dirsi la stessa della donna del ventunesimo secolo?

  20. Antonio72 ha detto

    Secondo il genetista Lewontin (ed io sono d’accordo) non c’è alcuna differenza sostanziale nel ritenere le “caratteristiche femminili” innate o il prodotto dei soli condizionamento sociali per definire le attitudini ed i comportamenti prettamente femminili. Così risponde Lewontin a Ruth Hubbard (ricercatrice biologica), che nega recisamente la teoria biologica della disuguaglianza. E’ ovvio che quest’ultima è ben consapevole delle discriminazioni che ha dovuto subire la donna nella storia occidentale nononstante la liberté, égalité, fraternité ovvero “Tutti gli uomini sono creati uguali, e sono dotati dal loro creatore di alcuni diritti inalienabili.”…appunto gli uomini (tra l’altro nemmeno tutti) e non le donne!
    Ma allora mi si domanderà: Lewontin è un sessista che discrimina le donne come lo sei anche tu, che ti dici d’accordo con le sue teorie?
    Sì mi dico d’accordo, ma non perchè voglio discriminare la donna o perchè la ritengo inferiore (come ricordo è sempre avvenuto nel mondo occidentale fino a poco tempo fa, o devo ricordare che in Italia la legge sul delitto d’onore è stata abrogata solo nel 1981?), ma proprio perchè ritengo che l’inserimento della donna nelle più alte istituzioni politiche, sociali e scientifiche, possa apportare qualcosa di diverso e di nuovo, e credo, qualcosa di meglio. Le donne infatti pare che abbiano più un’attitudine specifica alle relazioni fra le cose che al loro possesso, e quindi potrebbero approcciarsi alle scienze in maniera molto diversa dall’uomo (ricordo che la scienza è maschile), respingendo per es. il modello riduzionista cartesiano. Tuttavia, dice Lewontin, ed anche qui non si può non essere d’accordo, questa eventualità è molto improbabile perchè in ogni caso le donne non riuscirebbero mai a prevalere (numericamente) sui colleghi uomini e quindi saranno costrette ad adattarsi al modello scientifico “maschile”, come di fatto è avvenuto sino ad oggi.
    Viceversa per quanto riguarda l’argomento in questione, secondo me sono sbagliate entrambe le posizioni estreme, sia imporre il modello “ai maschi piacciono i giochi da maschi e alle femmine piacciono i giochi da femmine” sia imporre il modello opposto. Il primo modello che si può sintetizzare con “non piangere come una femminuccia” intimato ai maschi e con “non fare il maschiaccio” intimato alle femmine, ha fatto evidentemente molti danni in Italia; basta vedere cosa ne è uscito fuori (soprattutto in quest’ultimi anni): la cultura del machismo e della donna-oggetto. Semplicemente ciascun bambino, essendo un individuo unico ed irripetibile con un suo carattere, non deve essere forzato contro la propria natura in nessun caso, anzi semmai si deve agevolare il percorso unico di sviluppo della sua particolare personalità. Dio vuole così.

    • Michele Silvi ha detto in risposta a Antonio72

      Beh, bisognerebbe dimostrare che i bambini nascono con gli schemi del linguaggio e del pensiero già innati, sebbene ci siano degli indizi per pensare che sia così (ma sono casi isolati, come bambini sordociechi che riescono ad apprendere il linguaggio verbale senza averne mai avuto esperienza, ma sono casi così particolari, dato che menomazioni del genere risparmiano certe aree del cervello molto raramente, che non si può considerare esperienza “scientifica”).
      Ad ogni modo, innati o no, è un fatto, ad esempio, che il bambino di 8 anni “ragiona” con gli eroi, con gli esempi, ha bisogno di avere sempre il modello concreto di fronte, mentre la bambina, alla stessa età, è già in grado di astrarre, con tutto ciò che comporta.
      E questo si nota davvero molto nell’educazione: in una scuola primaria pubblica gestita soprattutto da donne (almeno dalle mie parti), i bambini si ritrovano spesso ad avere a che fare con un linguaggio quasi “alieno”, e per la maggior parte l’educazione non riesce come riesce con le femmine.
      E’ vero, il bambino va preso a sé, ogni personalità è diversa, ma poi si va incontro al problema pratico: pochissime famiglie possono permettersi un precettore personale, i bambini vengono necessariamente educati insieme, quindi il problema diventa identificare i punti forti e i punti deboli della coeducazione confrontata con l’educazione omogenea.
      Visti i risultati, vista la coeducazione italiana, mi sento di dire che è semplicemente un fallimento, una coeducazione gestita malissimo (nessun interesse per il singolo, mentre nella coeducazione il singolo è al centro o l’educazione si annulla all’istante per le personalità troppo diverse con cui si ha a che fare) che porta al “successo” solo determinate personalità, lasciando indietro tutte le altre, che porta comunque al sessismo perché il maschio “ribelle” continuerà ad essere visto come un riferimento, perché è lui quello che non dà ascolto, è lui quello che fa sempre casino, è lui il “figo” insomma.
      E capita che anche le femmine vogliano adattarsi a questo modello, a volte, per non parlare di ciò che accade agli altri maschi che gli vanno dietro, la femmina diventa in breve tempo (e, peggio ancora, inconsciamente) il simbolo del “male”.

      Insomma, trattare maschi e femmine allo stesso modo in Italia ha portato alle degenerazioni che vediamo tutti i giorni, ad un sessismo che non è più giuridico ma che a livello sociale è anche più forte di anni fa, a persone che non sanno cos’ha in “più” l’altro, che non riescono a rendersene conto perché assuefatte, perché non allenate al confronto ma solo all’omologazione.
      Questi i risultati di scelte basate sulla mera ideologia, e pensare che allora (e adesso molto di più) i pedagogisti già mettevano in guardia contro la coeducazione, in pochi non riescono a rendersi conto che la differenza di “ricezione” tra i due generi è effettuale, e che se si vuole educare bisogna necessariamente usare linguaggi diversi (che poi in fondo ogni bambino parli il suo linguaggio personale è un altro conto, come detto l’opzione dell’educazione personale è impraticabile con i numeri odierni).
      Per quanto riguarda i giochi la questione è molto più semplice e serena, ma certi eventi non fanno che esaltare l’omologazione a svantaggio della diversità (la buona diversità, quella da cui si guadagna), per questo sono inaccettabili.

  21. Vronskij ha detto

    @Antonio72.

    Secondo me una società ideale la politica, il sociale, la scienza devono essere femminilizzate, più che nel senso che devono straripare dalle donne in posizione di comando, deve essere chiaro la consapevolezza che le categorie in questione hanno un carattere principalmente femminile. Concretamente se la scienza è femminile, la filosofia è maschile, e tutti i due sarebbero, come per dire, una questione di famiglia (divorzi in vita reale a pari passo con divorzi in cultura, e viceversa).

    Lewontin io non l’ho letto, da anni che non leggo più cose simili, ma da quello che ricordo simile teorie sono punta di diamante del movimento femminista che, oltre la politica, il sociale, la scienza, mettono in ballo la questione del repressione femminile in campo della religione come tipicamente maschilista. Mi sembra questo il nocciolo del problema. Sono curioso di sapere cosa scrive Lewontin sulla questione, soltanto di sapere se c’è qualche novità in campo, non per discutere.

    • Michele Silvi ha detto in risposta a Vronskij

      Hai ragione, di fatto il problema non è che la diversità danneggi la donna (assurdità, a parer mio), ma che non è stata rispettata se non in ciò che faceva comodo.

  22. mary ha detto

    E’ normale che un libro della Miriano faccia sucesso in Italia, mica perchè è una brava scrittrice ma perchè ha trovato terreno fertile in un Paese maschilista!
    Ma se io non voglio far giocare mia figlia con cose rosa perchè mi fa schifo come mi fa schifo crescere una figlia femmina come un’oca stereotipata e ossessinata solo alla moda e pettegolezzi, che male faccio?
    UIo dico che i giocattoli devono essere neutri, nè maschili e nè femminili perchè poi non dobbiamo lamentarci se uomini e donne non si capiscono e se c’è mancanza di dialogo, UOMINI E DONNE DEVONO ESSEE EDUCATI SENZA DIFFERENZE DI GENERE. bASTA CON IL ROSA MA CHE COLORE DI MERXA!

    • Michele Silvi ha detto in risposta a mary

      Sì, certo, la risposta giusta è omologare.
      Non saranno i giocattoli “femminili” a far crescere tua figlia come un’oca (basta saperli scegliere, i giocattoli, ce ne sono per tutti i gusti), non sarà l’omologazione del sistema educativo a farla crescere diversamente, se non in peggio.
      Ogni bambino, ogni bambina è una persona a sé, per questo va presa singolarmente e deve essere destinataria di un’educazione personale (io poi sono per l’autoeducazione, ma le utopie le lasciamo fuori per un attimo) valutata in base alle caratteristiche del bambino o della bambina. Il fatto è che le differenze esistenti tra un bambino o di una bambina e la massa intere di bambini e bambine è minore a quella esistente tra un bambino e la massa dei soli bambini o di una bambina e la massa delle sole bambine, è un dato statistico che funziona nella maggior parte dei casi, poi sta al genitore regolarsi.
      Volere giochi neutri significa volere bambini che crescano tutti con gli stessi strumenti, mentre questo è assolutamente inaccettabile pedagogicamente.

      E ti do una notizia: non solo uomini e donne non si capiscono, ma anche uomini e uomini e donne e donne non si capiscono, perché semplicemente ognuno di noi parla una lingua diversa, poi ci sono compatibilità maggiori e minori, ma le differenze rimangono sempre.
      E’ giusto non voler propinare alle bambine l’idea della donna “oca”, ma altrettanto giusto è non voler propinare alle bambine l’idea della donna “uomo” e dell’uomo “donna” (che poi, classico, succede solo nel primo caso, di uomini che emulano le donne se ne vedono pochissimi, non parlo di omosessualità, a scanso di equivoci; mentre di donne che emulano gli uomini se ne vedono a bizzeffe, e io sospetto che questo avvenga proprio a causa del complesso di inferiorità che nasce da questa cultura che, volendo “parificare” donna e uomo, e constatando che in passato l’uomo ha sempre assunto una posizione “dominante” per un motivo o per l’altro, spinge la donna a sentirsi in difetto ed a voler essere come l’uomo in tutto, perdendo la propria femminilità).

      Ma io vi dico che voi donne avete molto da dare, e proprio come donne!
      In un mondo che soffre ormai di un’estrema carenza dell’elemento femminile, voi sembrate volerlo cancellare del tutto, ma rendetevi conto che fin’ora i vostri tentativi di omologazione si sono sempre mossi per trasformare le donne in uomini senza pene (quasi citando Freud…) e non per affermare l’indispensabilità della donna in quanto tale nella società.

      Educazione senza differenze di genere? Al momento è un’assurdità, con i maschi che sembrano ancora, agli occhi delle bambine, modelli dominanti, con le caratteristiche femminili viste come difetti (tanto che volete abolirle…) mortali; impegnatevi piuttosto a dimostrare che l’uomo (come anche la società) della donna non può fare a meno, perché la verità è questa.
      Bisogna educare gli uomini ad essere uomini (e nemmeno questo è tanto comune, dopotutto) e le donne ad essere donne, le caratteristiche alla base sono diverse, diversi sono i modi di pensare, diverse le sensibilità. Perché dovremmo fare a meno di una delle due parti, o addirittura di tutte e due?
      Abbiate il coraggio di proporvi come parte indispensabile della società, come parte con cui la società deve necessariamente dialogare al costo di una rottura, fatevi ascoltare, non iniziate a parlare come parlano gli uomini!

      Il mio ultimo interesse è dar ragione a Freud, ma se le femministe, piuttosto che rivendicare il naturale ruolo della donna a fianco dell’uomo in condizione di parità, ma non di fredda e sterile “uguaglianza” (la parola è tra virgolette, spero si capisca cosa intendo) continuano ad agitarsi istericamente perché non vengono trattate da uomini (ed il mio “codice” morale, personalmente, mi imporrà sempre di soccorrere la donna subito dopo il bambino, che ella lo voglia o no) forse un giorno inizierò a rammaricarmi per dargli ragione, ma fortunatamente conosco anche molte donne che alla loro femminilità non rinunciano.

      • mary ha detto in risposta a Michele Silvi

        Scusami tanto ma secondo te essere femminili significa vestirsi di rosa (colore vomitevole)e pensare solo a farsi belle?
        Questo significa ocheizzare la donna a livelli di velinismo che tanto critichiamo in molti. Perchè se per le bambine ci sono i giochini sessisti per le adolescenti ci sono le veline della tv ed eccoci ad una generazione di oche che hanno l’ambizione solo di farsi belle, frequentate concorsi di bellezza e allontanarsi da ruoli di potere.
        Secondo te è giusto che una bambina le vejnga imposto a giocare con le bambole e fare la mamma e la piccola casalinga se magari da grande vorrebe fare il presidente oppure il medico?
        Dopnne e uomini sono uguali e non vanno educati ad essere diversi perchè poi non ci si può lamentare che non ci capiamo e perchè ci sonoqueste discriminazioni contro le donne.
        Tu educheresti una bambina ad diventare una donna oggetto?

        • Michele Silvi ha detto in risposta a mary

          “Scusami tanto ma secondo te essere femminili significa vestirsi di rosa (colore vomitevole)e pensare solo a farsi belle?”

          Assolutamente no, ma se è questo che non ti piace devi prendertela con qualcos’altro, non con la Lego…

          “Secondo te è giusto che una bambina le vejnga imposto a giocare con le bambole e fare la mamma e la piccola casalinga se magari da grande vorrebe fare il presidente oppure il medico?”

          Perché pensi che un bambino o una bambina sappiano davvero cosa vorranno fare “da grandi”? No, non è così, non funziona così, i bambini non hanno alcuna concezione reale del futuro, se dicono di voler essere qualcosa, specie a certe età, è per trarne l’immediato vantaggio di compiacere i genitori. Bambini e bambine basta che giochino, a seguire questa linea di pensiero la maggior parte dei bambini ora sarebbero soldati, personalmente sarei probabilmente un dinosauro 😀

          “Dopnne e uomini sono uguali e non vanno educati ad essere diversi perchè poi non ci si può lamentare che non ci capiamo e perchè ci sonoqueste discriminazioni contro le donne.”

          Non sono uguali, e se anche lo fossero biologicamente (e già per negarlo basta poco…), il mondo trascende la biologia in una misura quasi infinita.

          “Tu educheresti una bambina ad diventare una donna oggetto?”
          Io no, ma non ti rendi conto che la tua proposta è proprio questa.
          Prova un momento a guardare la storia, quand’è nata la “donna oggetto” come la conosciamo oggi? Pensi che prima i giocattoli fossero neutri?
          No, prima l’educazione era infinitamente più settaria di adesso, eppure le donne, oppresse sì sotto molti punti di vista, mantenevano la propria dignità nella maggior parte dei casi.
          Adesso, invece, vendere il proprio corpo è un atteggiamento che va sempre più di moda.

    • Ercole ha detto in risposta a mary

      Condivido il commento di Michele.

      Mary, mi sembra davvero uno dei commenti più assurdi che abbia mai letto, con tutto il rispetto ovviamente.

      “E’ normale che un libro della Miriano faccia sucesso in Italia, mica perchè è una brava scrittrice ma perchè ha trovato terreno fertile in un Paese maschilista!”, hai mai letto il libro? E’ un elogio alla donna, altro che maschilismo. Il titolo è provocatorio e una che giudica senza sapere commette un danno ben più grave del maschilismo.

      “Ma se io non voglio far giocare mia figlia con cose rosa perchè mi fa schifo come mi fa schifo crescere una figlia femmina come un’oca stereotipata e ossessinata solo alla moda e pettegolezzi, che male faccio?”
      Assolutamente nessuno, ma non c’è bisogno di imporre la tua idea agli altri e alla Lego. Comportati come vuoi in casa tua. Sul disprezzo per il colore rosa mi viene da ridere, scusami. Sul non crescere una figlia come un’oca sono invece completamente d’accordo. Ma non vedo alcun nesso con il rosa.

      “dico che i giocattoli devono essere neutri, nè maschili e nè femminili perchè poi non dobbiamo lamentarci se uomini e donne non si capiscono”
      E’ una battaglia persa in partenza, cara mery. Ma quale neutralità? Maschi e femmine sono diversi, neutralità significa violentare la loro natura. Fino ad oggi uomini e donne si sono sempre capiti, i matrimoni duravano fino a 90 anni in felicità. Caso vuole che da quando è arrivata la rivoluzione sessuale del ’68, che ha portato queste battaglie sciocchine, l’amore sia diventato equivalente a consumo, i divorzio fioccano e i matrimoni non durano oltre i 10 anni. Casualità, vero?

      “UOMINI E DONNE DEVONO ESSEE EDUCATI SENZA DIFFERENZE DI GENERE. bASTA CON IL ROSA MA CHE COLORE DI MERXA!”
      Uno sfogo infelice, ritengo. Ripeto: uomini e donne sono diversi e hanno preferenze diverse. Andare contro questa evidenza è violentare. Non vedo nulla di male nel rosa e nell’azzurro, continuerò a gioire per una nuova nascita quando vedo un fiocchetto rosa o azzurro davanti ad una porta. Continuerò a comprare le ruspe e i trattori a mio figlio e le bambole a mia figlia, nella loro completa felicità. Così come siamo cresciuti felici fino ad oggi, senza che nessuno sprecasse tempo in queste battaglie fortemente ideologiche.

      • mary ha detto in risposta a Ercole

        Il rosa è un colore frivolo e stereotipato e non va imposto alle bambine perchè le bambine non vanno cresciute in un mondo monocromatico. Quando ero piccola mia mamma non mi ha mai vestita in rosa e non mi comprava anche giochi da maschietto perchè piacevano anche a me.
        Conosco figli che vogliono le bambole e di mamme che si rifiutano a compagliele perchè sono da femmina e non è giusto.
        Adoravo i lego ma non quelli rosa e idioti che hanno inventato da poc, sembra che abbiamo fatto passi indietro. Poi c lamentiamo quando le femmine vogliono fare solo le veline.Chi ti ha detto che i bambini hanno preferenze di verse? no ncredi che siano influenzati dalla pubblicità?
        Conosco molti bambini che amano le bambole e che non le reputano femminili perchè non guardano ancora la tv.

        • Ercole ha detto in risposta a mary

          A me pare che tu sia nata ieri. Ma non ti sei accorta che miliardi di femmine sono cresciute con giochini di colore rosa e sono sanissime e con grandi valori, e non fanno le veline? Vedere in un colore una frivolezza è avere una visione volutamente precostituita, organizzata a tavolino.
          Tu ti batti giustamente contro alcuni estremismi, come possono essere questi: http://vivalamamma.tgcom24.it/wpmu/2011/05/la-vuole-perfetta-mamma-inietta-botox-alla-figlia-di-sette-anni/ o questi http://www.haisentito.it/articolo/inghilterra-mamma-regala-alla-figlia-di-setta-anni-un-buono-di-8-500-euro-per-la-liposuzione/48429/, ma fai di tutta l’erba un fascio, arrivando a posizioni che fanno davvero sorridere, scusa se te lo dico.

          I maschi hanno preferenze diverse dalle femmine, non me l’ha detto nessuno ma lo si vede continuamente. Dire che sia falso è dire una bugia. Infatti tu sostieni che siano tutti plagiati, tranne te ovviamente, dalla pubblicità. Tutti sono idioti che si fanno prendere per il naso dalla pubblicità. Peccato che la pubblicità ha forza se c’è anche una forte domanda, quindi è ben difficile trovare una causalità univoca come invece stai facendo tu.
          Le bambole non sono femminili e i trattori non sono maschili? E chi lo ha detto? Chi vuole imporre questa nuova visione? Anche questa è una scelta, come dice Stefano.

          • mary ha detto in risposta a Ercole

            Non sono nata ieri, mi occupo di steroetipi di genere e sto preparando una tesi di Pedagogia, quindi non sono per nulla una sprovveduta come tu pensi. Evidentemetne mi sono informata sulla situazione senza cadere sul puro populismo.
            Certo che mi batto con quegli estremismi comele mamme che fanno il botox alle loro figlie ma non ci pensi che queste donne sono figlie di una società che le manipola con bombardamenti mediatici che propongono donne con fisici perfetti?

            Chi ti ha detto che i maschi hanno preferenze diverse dalle femmine,senza nemmeno indagare su come invece fossero influenzate dai media?
            I bambnini si fanno condizionare facilmente proprio perchè sono bambini e non hanno il cervello formato. Ho visto però maschietti piangere perchè la mamma si rifiutava letteralmente di compragli la bambolina che loro volevano e che non ritenevano fosse da femmina. Il bambino diventa razzista e sessista per colpa degli adulti.
            Se tu dici che le femmine hanno preferenze diverse allora sei d’accordo sul discriminare una donna che vuole svolgere una professione maschile anzichè fare la casalinga.

            • Michele Silvi ha detto in risposta a mary

              La soluzione è semplicissima: spegnere il televisore.
              E vedrai che, in ogni modo, tendenzialmente bambini e bambine giocheranno sempre in modo diverso, con giochi diversi, poi magari può capitare che ad un bambino piaccia un giocattolo solitamente adatto alle bambine, non è un dramma, ma chi crea i giocattoli non può interessarsi ai singoli casi per svariati motivi.
              Ed il tuo volere solo giochi neutri è assimilabile al comportamento della mamma che impedisce al bambino di avere la bambola (che scommetto non ci giocherebbe mai come ci giocherebbe una bambina).
              Ma, come direbbe Rousseau, per la migliore delle educazioni è necessario che il bambino non veda mai niente che possa volere, che non si generino appetiti a causa dell’educatore, che questo possa autoeducarsi nei limiti imposti dalla “natura” senza cadere nella trappola della velocità estrema della società.
              E questo anche quando la pubblicità non esisteva, se poniamo che il carattere umano nasca grazie alla pubblicità cadiamo necessariamente in un assurdo, come si cade in un assurdo affermando che un bambino ed una bambina pensino allo stesso modo, quando il bambino ad 8 anni vive ancora con “gli eroi” in mente ed ancora ha bisogno di esempi concreti per comprendere quasi ogni cosa e la bambina, alla stessa età, già è in grado di pensiero logico e astratto.

              Siamo diversi, questo non implica che l’uomo debba fare il presidente e la donna no: l’uomo farà il presidente uomo e la donna il presidente donna, e le aziende (un esempio a caso) saranno gestite in modi molto diversi, poi magari se ci fossero contemporaneamente un presidente ed una presidente, probabilmente si potrebbe arrivare a gestirla anche meglio (poi dipende ovviamente dalle persone e dal grado di compatibilità delle due personalità).
              Ad ogni modo il problema dei giocattoli è insignificante, considerato quanti altri ne sono nel quadro dell’educazione all’italiana, lamentarsi che la Lego produca una linea di giocattoli per bambine (e mica ha smesso di produrre gli altri!) è semplicemente stupido.
              Se poi i genitori impongono un gioco al bambino dopo che questo è stato nella condizione di vederne altri (e di desiderarne) sono i genitori ad andare rieducati, è un problema del loro rapporto con il figlio/la figlia.

    • Daphnos ha detto in risposta a mary

      Una volta c’era un utente di UCCR che si divertiva a inventare di questi personaggi… Aleateo, Veterano Illuminista… ma Mary esiste davvero?

  23. StefanoPediatra ha detto

    Ma certo, educhiamo pure i bambini a non sapere nemmeno cosa sono dal punto di vista sessuale. Magari cosí poi si capiscono meglio tra loro e andranno più d’accordo. Finalmente nel mondo regneranno pace e uguaglianza, il colore rosa e il colore celeste saranno banditi (salvo poi sentire le proteste di certe persone che si fanno ritrarre in mutande di questo colore e che dovranno rassegnarsi al verde o al giallo).

    Dalla via che ci siamo educhiamo i bambini a non ragionare, a non farsi delle domande. Anzi, per evitare di influenzarli con la nostra sensibilità e le nostre idee e tendenze personali stiamo proprio muti e facciamoli vivere al buio, sensa stimoli sensoriali, come bimbi sordo-ciechi.

    Ma rinunciare ad educare un bambino non è di per se stesso un condizionamento? Anche una non scelta ha delle conseguenze.

    Pensiamoci bene: talvolta in nome di una presunta libertà commettiamo atti assolutamente illibertari.

    I bambini devono giocare solo con giocattoli neutri? E chi decide cos’é neutro e cos’é maschile o femminile?

    Via, cerchiamo di essere tutti un po’ più seri!

    • mary ha detto in risposta a StefanoPediatra

      Se sua figlia le chiedesse: da grande voglio fare il presidente tu cosa le rispondi? che è un ruolo da maschio?

      • Franz ha detto in risposta a mary

        Se è un ruolo da maschio, come mai in Australia abbiamo una bellissima donna con i capelli rossi? E in Germania?

        • mary ha detto in risposta a Franz

          Ma di che parli? perchè parli di bellissima donna dai capelli rossi senza sapere il nome e facendo riferimenti solo alla bellezza?
          Ecco perchè sostieni i giocattoli sessisti che consigliano alle bambine di essere ochette e pensare all’aspetto estetico.

          • Franz ha detto in risposta a mary

            Tu sei fulminata amica mia…, prenditi una vacanza e riprenditi l’orgoglio dell’essere donna.

    • Daphnos ha detto in risposta a StefanoPediatra

      Stefano, qui siamo di fronte a un’iperbole pura…

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