Dalla Spagna un documentario su dodici incredibili conversioni cattoliche

“Te puede pasar a ti” è la proposta più recente del regista Juan Manuel Cotelo, che nel 2010 stupì la Spagna col film La última cima, non ancora arrivato in Italia, un cine-documentario dall’immenso successo sulla vita e la morte di Pablo Domínguez Prieto, sacerdote morto a soli 44 anni in sèguito a un incidente alpinistico.

Il film in prossima uscita sarà diviso in più puntate. Nell’ultimo anno, il regista spagnolo ha percorso numerosi paesi per motivi professionali ed è entrato in contatto con dodici storie di conversioni in dieci paesi diversi. Ogni volta chiedeva: “ti posso intervistare?”,  e così ha trascorso 27 ore parlando con uomini e donne che per tutta la loro vita hanno voltato le spalle a Dio, finché Dio stesso non ha incrociato il loro cammino per cambiarli radicalmente. E’ rimasto molto colpito dalla pace, dalla serenità e dalla forza straordinarie che trasparivano da questo persone, così ha voluto girato questo film-documentario intervistando queste persone eccezionali sul suo caravan.

Una delle prime storie è quella di Rubén, un omosessuale messicano che si prostituiva da quando aveva 18 anni, convinto che Dio amasse tutti tranne gli omosessuali, e che invece un giorno, dopo un ritiro spirituale invitato da un’amica, ha percepito di essere amato anche lui. Da allora, in castità, dedica la sua vita a far conoscere il Vangelo. Nel documentario un gruppo di gay e lesbiche saranno invitati a discutere in un dibattito sul caso di Rubén. Un’altra storia incredibile è quella dell’irlandese Shane O’Doherty, terrorista dell’IRA da quando aveva 15 anni, tornato a Dio dopo che in carcere ha cominciato a leggere i Vangeli. Oggi sono trent’anni che chiede perdono alle vittime.

C’è anche il noto sceneggiatore di Hollywood Joe Eszterhas, autore del thriller erotico “Basic Instinct”, che un giorno, dopo aver scoperto di avere un tumore alla laringe, si è ritrovato a piangere disperato in mezzo alla strada gridando: “Per favore, Dio, aiutami!”. Una conversione immediata la sua e da quel giorno si reca a messa quotidianamente. Con lui, sul caravan, ci saranno attori, registi e altra gente del cinema. Il caso di Irene Sánchez è ancora più estremo: massone, sposata tre volte e con tre aborti sulla sua coscienza, è appartenuta a varie sette anticristiane cercando di sottrarre fedeli alla Chiesa Cattolica. Un giorno, durante un ritiro spirituale a cui partecipò per polemizzare, ha percepito una voce che le chiedeva se era felice. “Non so da dove venne questa voce, però mi fece riflettere”, ha detto Irene. Oggi ha undici figli, dirige Radio Maria in Messico ed evangelizza nel carcere femminile più pericoloso del paese.

La storia di Bill Butler e sua moglie è quasi un miracolo: la sua barca a vela affondò in mezzo al Pacifico, e loro sopravvissero su un canotto di gomma accerchiati da squali, senza acqua né cibo. Bill non credeva in Dio, però, ha cominciato a pregare convinto dalla moglie. Miracolosamente con le sole mani riuscirono a prendere tanto pesce da sfamarsi per 66 giorni, prima di essere tratti in salvo.  Altra storia è quella del francese Tim Guénard, abbandonato da sua madre a tre anni e massacrato di botte dal padre (54 ossa rotte). Vagabondo dai tredici anni e prostituito dai venti, il suo unico obiettivo nella vita era uccidere suo padre a pugni. L’amicizia con un sacerdote gli ha trasmesso la forza del perdono e oggi è apicoltore, ha quattro figli, una donna che adora.

Enrique Cabrera era un marxista duro e un ateo furibondo, con avversione a tutto ciò che c’è di ecclesiale: “Se vedevo un prete per la strada, gli sputavo”, ha raccontato. Dopo aver incontrato il suo camerata Juan Carlos che leggeva un catechismo (“fu un duro colpo”), volle documentarsi anche lui. Oggi è un sacerdote. Il colombiano Juan Gonzalo Callejas, detto “Juango”, è anche lui un sacerdote. Anni fa però era un criminale, collega di narcotrafficanti e assassini, intenditore del sesso e di magia bianca, rossa e nera, adoratore del rock satanico e simpatizzante dello stesso Satana (“Satana è il mio padrone” affermava il gran poster che presidiava casa sua). Dopo essere scampato alla morte per due volte ed essere coinvolto in un grave incidente nel quale “vidi tutta la mia vita come in fotografia, tale come è agli occhi di Dio”, cominciò a pregare, tagliando nettamente col suo passato. Diversi anni dopo fu ordinato sacerdote.

Il messaggio di Cotelo, facendo parlare i protagonisti convertiti e coloro che con loro dialogheranno nel film, è che chiunque può cambiare. Questi testimoni ci fanno scoprire un Dio vicino, Qualcuno che si può incontrare, all’improvviso. Paolo VI disse: “l’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri”. Il regista ha scommesso su questa frase, per dimostrarci che quanto successo a loro può succedere a chiunque.

 

Qui sotto il promo del film, con l’intervista ad alcuni personaggi

La redazione

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69 commenti a Dalla Spagna un documentario su dodici incredibili conversioni cattoliche

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  1. GiuliaM ha detto

    quanto successo a loro può succedere a chiunque
    Una vera e propria minaccia per chi non crede…
    Proprio settimana scorsa sono andata ad ascoltare la bella testimonianza di Pietro Sarubbi, che interpretò Barabba nella “Passione” di Gibson, e si convertì proprio sul set: uno sguardo dell’attore che interpretava Gesù lo colpì al punto di fargli nascere un’inquietudine interiore, che lo portò a farsi domande e a trovare risposte proprio in Cristo.
    E’ proprio vero, lo Spirito Santo soffia dove vuole…

  2. GiuliaM ha detto

    quanto successo a loro può succedere a chiunque
    Una vera e propria minaccia per chi non crede…
    Proprio settimana scorsa sono andata ad ascoltare la bella testimonianza di Pietro Sarubbi, che interpretò Barabba nella “Passione” di Gibson, e si convertì proprio sul set: uno sguardo dell’attore che interpretava Gesù lo colpì al punto di fargli nascere un’inquietudine interiore, che lo portò a farsi domande e a trovare risposte proprio in Cristo.
    E’ proprio vero, lo Spirito Santo soffia dove vuole…

  3. Lucio ha detto

    Qui si coglie davvero come sia Dio a cercare l’uomo. Se dentro di noi lasciamo anche soltanto un piccolo spiraglio aperto a Lui allora Dio lo usera’ per farci conoscere il suo amore; dimenticando i nostri errori e la durezza del nostro cuore. Il Dio Cristiano non e’ soltanto il Dio onnipotente e onniscente pensato dai filosofi, e’ anche un Dio di infinita misericordia che sa essere vicino ad ogni uomo. Spero proprio che tante persone alla Odifreddi possano sperimentare la gioia di un incontro del genere, capace di cambiare totalmente la concezione della vita e di aprirla agli infiniti orizzonti del sacro!

  4. Michele Forastiere ha detto

    Sono storie incredibili e commoventi. Ed è proprio vero che quanto è successo a loro può succedere a chiunque.
    @GiuliaM: Pietro Sarubbi è molto caro anche a me. Devi sapere che ha una casa nel mio paese d’origine, dove trascorre l’estate. Lo incontro spesso per strada – lui non mi conosce, anche se mio padre conosceva bene il suo – e ogni volta mi fa capire qual è il vero significato di umiltà: è rimasto la stessa persona normalissima di sempre, l’ex-ragazzo scapestrato dalle imprese spericolate (e semi-leggendarie per noi quasi coetanei, solo di qualche anno più giovani).
    Un caro saluto

  5. DSaeba ha detto

    Io conosco un sacerdote che fino ai trent’anni era capo di un centro sociale, con la falce e il martello tatuati sulla spalla ed andava ogni settimana allo stadio apposta per menarsi. Ora il tatuaggio è rimasto ma tutto il resto è cambiato decisamente, anche se lui rimane la stessa persona impetuosa di sempre.

  6. Daphnos ha detto

    Quote SNAI sul primo intervento controcorrente:

    Utente:
    Giulia 2.15
    Nicola 3.00
    Gianluca 3.20
    Altro 1.80

    Argomentazione:
    Non erano mai stati atei 2.50
    Sono stati colpiti da improvvisa insanità mentale/illusione 1.75
    Sono stati plagiati 6.00
    Le storie sono fasulle 2.75
    Altro 2.25…

    • Piero B. ha detto in risposta a Daphnos

      Geniale!

    • Francesco B. ha detto in risposta a Daphnos

      Punto 4 euro su “sono stati pagati dal Vaticano”

      • Daphnos ha detto in risposta a Francesco B.

        Cioè, le storie sono fasulle =) ?

        Comunque c’è un’altra obiezione possibile che mi è venuta in mente, abbastanza appetibile… ma non la dirò subito, almeno per non influenzare l’esito della scommessa!!

        • Nicola ha detto in risposta a Daphnos

          A me il tuo commento ha fatto ridere :), ma le possibili argomentazioni che proponi sono esagerate. La fede personale di un individuo è quanto di più intimo ci possa essere: se una persona dichiara di essersi convertita, non vedo come si possa non credergli.

          • Daphnos ha detto in risposta a Nicola

            Infatti era per ridere!

            Due possibili obiezioni, che non ho inserito perché avrebbe potuto influire in modo costruttivo (…) possono riguardare: l’effetto rebound (termine usato nei miei studi di farmacologia, ma anche in altri ambiti), ovvero il passaggio per reazione da un estremo all’estremo opposto; la presenza di un evidente substrato cristiano nei paesi in cui queste persone vivono (Irlanda, Portogallo, America Latina…) che potrebbe aver favorito la cosa.

            A volte i polemisti intervengono su questi aspetti rimandando la questione delle conversioni ad aspetti psicologici derivanti dalla “complessità” (a volte vengono usati altri termini più specifici per confondere meglio le acque), e quindi non indagabili, ma che SICURAMENTE sono responsabili di questi cambiamenti repentini di opinione…

            • Nicola ha detto in risposta a Daphnos

              apperò… dovresti darci qualche lezione, a noi “polemisti” 🙂

            • Andrea ha detto in risposta a Daphnos

              Ciao Daphnos,
              con riferimento all’eventuale tendenza a polemizzare su questo tipo di accadimenti, devo dire, per onestà intellettuale di non credente, che non ritengo le conversioni più o meno “gravi” del loro opposto (l’eventuale “opzione di rinuncia alla fede non esercitata”), quindi non mi sentirei di definire che un convertito debba essere oggetto di critica con motivazioni diverse da quelle con cui criticherei una persona che continua a credere.

              La differenza la vedrei più nei meccanismi, ritengo (avendo io avuto una educazione cattolica con tutti i crismi e i sacramenti ed avendo vissuto solo questo processo su me stesso) che il percorso di “abbandono della fede” sia lungo e sofferto, mentre credo che la conversione possa avvenire anche sull’onda di una sorta di illuminazione (senza volerle dare una connotazione di alcun tipo) che ha senso ritenere possa verificarsi anche in modo immediato, e che non può essere criticabile con riferimento alla velocità di tale modalità. Questo non esclude ovviamente che il cammino verso la fede possa avvenire a sua volta con un precorso lungo e difficile, solo mi sentire di escludere la casistica dell’immediatezza per fenomeni di abbandono della fede.

              • Ottavio ha detto in risposta a Andrea

                La casistica è pressoché infinita: dalle conversioni durate anni e anni di meditazione a quelli istantanee. Tuttavia mi pare che mentre l’abbandono della fede è sempre una sofferenza, come testimoni tu, l’acquisto della fede è davvero un’illuminazione, non solo nei casi in cui la conversione sia immediata, ma proprio perché porta luce laddove non c’era, è una gioia che si acquista.

                • Andrea ha detto in risposta a Ottavio

                  Sono d’accordo vorrei qualificare meglio il senso di sofferenza che volevo attribuire al processo.
                  Nel mio caso la sofferenza non è stata legata tanto all’accettare la realtà che mi si prospettava quanto nel non essere riuscito a comunicarla a chi si confrontava con me su questi temi, diciamo che il tipo di sofferenza cui va incontro un ragazzino in questo processo non è tanto di sofferenza rispetto ad un ipotetico vuoto dato dalla mancanza di fede (a quell’età non credo si abbiano i mezzi e la voglia per fare un certo tipo di riflessioni). E’ una sofferenza legata all’immobilità dell’ambiente che ti circonda rispetto alle cose che stai scoprendo. Credo che questo tipo di sofferenza sia la stessa che provano i credenti quando sono attorniati da non credenti e sentono di non riuscire a far passare il loro messaggio.

                  Tirando le somme non sono meno felice di quanto non fossi a 12 anni, a meno che non debba considerarsi meno felice un ragazzino che ad un certo punto inizi a sospettare che Babbo Natale non esista (perdona il paragone ma a quell’età il ragionamento è più o meno quello, e non s’impernia certo su tematiche filosofiche o escatologiche).

                  • Ottavio ha detto in risposta a Andrea

                    Tuttavia il non credere più in Babbo Natale rappresenta un segno di maturità, mentre cominciare a credere in Dio è un punto di approdo per l’essere umano. Il cristiano è dispiaciuto per gli altri, più che della sua incapacità di trasmettere il messaggio. Perché non siamo noi gli autori della conversione altrui, ma è sempre Lui, la libertà del soggetto e noi come mezzo effimero. E’ un dispiacere molto simile a quello provato quando si esce in una gioiosa compagnia alla sera e si vedono dall’altra parte del locale persone sole e tristi.

                    • Andrea ha detto in risposta a Ottavio

                      Sono d’accordo, non volevo confondere la dignità di un personaggio di fantasia quale Babbo Natale con quella Di Gesù. Tuttavia nella mente di un non credente una supposta condizione di “parziale sovrannaturalità” di Gesù (sovrannaturalità rispetto a ciò che un credente considera naturale ovviamente) non può essere accettata come un dato di fatto e come ipotesi su cui basare successive considerazioni.

                      Sul parallelismo tra dispiacere legato a non trasmettere, intendevo un dispiacere legato al non trasmettere un messaggio che si ritiene implicitamente corretto (quindi siamo in linea con la definizione).

                      Diciamo che, usando una similitudine paragonabile alla tua, il non credente ha la presunzione di provare dispiacere per persone che teme di veder gioire per il motivo sbagliato. Dopodichè sul fatto che un uomo felice stia meglio di uno infelice possiamo ovviamente essere d’accordo.

                    • Ottavio ha detto in risposta a Andrea

                      Il non credente può però osservare il mutamento portato nella persona dopo una conversione, e potrebbe provare a spiegarla senza doverla ridurla a un’illusione, offendendo così il soggetto che fino a poco tempo fa era ritenuto un “eroe” perché non credente. La conversione di Antony Flew è davvero esemplificativa: pochi giorni prima era il leader indiscusso del “New Atheism”, pochi giorni dopo un “demente”, così come lo ha definito Dawkins.

                      Sul messaggio, io ho fatto evidente la differenza da quanto tu hai sostenuto mettendoti nei panni di un credente. Il cristiano, come lo sono io, non è dispiaciuto dal non riuscire a trasmettere il messaggio perché non si concepisce come responsabile della conversione altrui. L’unico dispiacere è nel vedere che l’altro permane in una condizione che ritiene meno felice della sua (si vede l’esempio del bar e degli amici).

                      Sull’ultima cosa che dici, volendo rovesciare la situazione, sbagli. La questione da cui partire è però sempre la realtà e la realtà è che il credente è felice. Poi il non credente si può anche convincere che il credente sia felice per un motivo sbagliato, tuttavia questo non lo renderà più felice di quanto lo sia di fatto il credente.

                    • Carlo ha detto in risposta a Andrea

                      la base da cui partire è sempre attinente al reale…una conversione alla fede porta gioia e diventa riferimento per tutti…..la perdita della fede porta gioia? Ne dubito. Diventa testimonianza? Mai sentito una testimonianza di gioia della conversione al laicismo.
                      Se il l’ateo ha questa presunzione perde tempo dato che si costruisce un castello di sabbia nella sua testa….e oltretutto si comporta come la volpe con l’uva acerba.

                    • Alessandro M. ha detto in risposta a Andrea

                      “Diciamo che, usando una similitudine paragonabile alla tua, il non credente ha la presunzione di provare dispiacere per persone che teme di veder gioire per il motivo sbagliato”
                      Caro Andrea, ti contraddici nuovamente: l’ateo relativista, come ti sei dichiarato tu, come fa a ritenere che ci sia qualcosa di giusto o sbagliato se ha già ammesso che non esiste qualcosa di giusto o sbagliato, perché non esiste una verità prestabilita, né un senso ultimo?? E’ appunto una presunzione, cioè si pensa di sapere indipendentemente dalla verità dei fatti. Come invece ti è stato detto giustamente, il cristiano parte dalla sua di felicità e prova dispiacere per chi non lo è, magari cercando di aiutarlo o proponendoli la sua esperienza, liberamente rifiutabile ovviamente. Non c’è presunzione, ma semplice realismo 😉

                    • Andrea ha detto in risposta a Ottavio

                      Scusa, Alessandro mi ero dimenticato, dandolo per sottinteso per coerenza relativistica, di formulare la frase nel seguente modo:

                      “Diciamo che, usando una similitudine paragonabile alla tua, il non credente ha la presunzione di provare dispiacere per persone che teme di veder gioire per il motivo RELATIVAMENTE MENO GIUSTIFICABILE in CONFORMITA’ AL PROPRIO MODELLO DELLA REALTA’”

                    • Andrea ha detto in risposta a Ottavio

                      Ottavio, Carlo,

                      direi che la gioia è un obiettivo che un non credente è disposto a sacrificare, ove tale gioia abbia come presupposto la violazione dei modelli della realtà cui lui stesso si sente di aderire, quanto questo sia meglio o peggio, beh è una valutazione dei singoli.

                      Tale violazione costituirebbe per lui una gioia falsa e quindi non è accettabile

                      Ciò non significa che il non credente non possa trarre gioia da azioni simili a quelle che danno gioia al credente, semplicemente lo fa per motivi diversi.

                    • Ottavio ha detto in risposta a Ottavio

                      Va bene Andrea, continua pure a vivere nel mondo delle supposizioni.

                • Andrea ha detto in risposta a Ottavio

                  Aggiungo, e spero di non attirarmi le vostre ire, che sono molto dubbioso circa il reale potere del messaggio cristiano di convertire persone non battezzate, nel contesto di una società che sia “evoluta” come la nostra. Quindi anche per dare un po’ di soddisfazione a Daphnos e farlo pentire di non avermi incluso nella lista iniziale: potrei dar forma ad un concetto di isteresi della religione, che parte avvantaggiata “imponendo” ai figli dei cattolici uno stato di cattolico di “default”, piuttosto che una libera scelta d’aderire. 😉

                  • Ottavio ha detto in risposta a Andrea

                    I tuoi dubbi sono legittimi ma poco consapevoli. Proprio in una società evoluta come la nostra il messaggio cristiano appare ancora più decisivo ed efficacie, proprio perché è sempre più rivoluzionario. Lo era quando è iniziato in un contesto fortemente contrario e lo è anche oggi. Una parte della società, di cui tu sei un perfetto esponente, ha di fatto inglobato il messaggio cristiano cercando di emanciparsi dal divino che vi è in esso contenuto. Tuttavia la sfaldatura dell’umano e della società a cui si va progressivamente incontro mostra i limiti di questa visione “evoluta ed adulta”.

                    • Andrea ha detto in risposta a Ottavio

                      Grazie della risposta, non credo che la sfaldatura cui fai riferimento esista. Non credo che il mondo stia peggiorando rispetto a com’era nel Medioevo o anche solo 100 anni fa’. Mutamenti di contesto offrono certo la possibilità di fare “del male” in modi tecnicamente non possibili in precedenza e quindi non direttamente gestibili dall’applicazione diretta di un criterio morale pre-esistente, ma offrono al contempo la possibilità di fare del bene in modi nuovi.

                      Non confondiamo le notizie che riceviamo giornalmente riguardanti il male del mondo, con un peggioramento necessariamente reale, siamo semplicemente più informati su accadimenti negativi le cui informazioni prima non ci pervenivano (per distanza, per mancanza di velocità nel reperirle, e perchè il male fa sempre un po’ più notizia…)

                      Non mi pare sia un gioco a somma negativa quindi non vedo questa correlazione tra un supposto peggioramento della società ed un allontanamento dalla religione.

                      Posto che condivido con te come molti dei valori cattolici siano condivisi e inglobati dai non credenti, ma credo che molti di questi valori siano inglobati anche da società di diverso credo, il che mi permette di dubitare sull’origine specificamente religiosa dei valori stessi.

                    • Ottavio ha detto in risposta a Andrea

                      Se non credi che la sfaldatura esista dovresti spiegare il motivo dell’aumento spropositato di utilizzo di psicofarmaci, di antidepressivi, di ricoveri psichiatrici, di abuso di sostanze alcoliche e dopanti, di suicidi, di omicidi, di criminalità organizzata ecc… Le ricerche mostrano un incremento rispetto al passato, non sono i giornali a fornire questi dati. Tutto questo comporta un evidente sfaldatura dell’umano, della società. Lo ha riconosciuto recentemente Cameron, chiedendo alla Chiesa anglicana di essere più presente, lo ha riconosciuto Napolitano al Meeting di CL chiedendo ai cattolici di essere più presenti con la loro speranza e positività sulla vita. Oggi la società laica è evoluta in tutto, tranne che in quello che conta davvero. Tutto il mondo occidentale (e quello dell’America Latina) è basato sull’etica e sui valori cristiani. L’Africa lo sta imparando. Ne sono fuori Asia, parte dell’Europa dell’Est, Cina e Medioriente…direi che non sono grandi esempi di valori ed etica umana.

                    • Maffo ha detto in risposta a Andrea

                      Azz…nessuna sfaldatura?? Ma dove vivi Andrea? Esci di casa ogni tanto? Certo, vivendo al computer non ci si accorge di nulla….

                    • Andrea ha detto in risposta a Ottavio

                      Ottavio, come vedi mi son fatto due buoni amici su questo forum…

                      Capisco la tua obiezione tuttavia ritengo che sia da dimostrare quanto questo uso ” spropositato di utilizzo di psicofarmaci, di antidepressivi, di ricoveri psichiatrici, di abuso di sostanze alcoliche e dopanti” possa essere paragonato ad utilizzi in tempi passati in cui non tali mezzi non erano disponibili (nè tantomeno ne erano presenti dei “sostituti”).

                      Per ciò che concerne il male relativo a suicidi ed omicidi sono interessato a queste statistiche. Se me le indichi le guardo volentieri.

                      Così d’istinto tenderei a correlare, paradossalmente, i suicidi proprio col benessere, che porta noia in assenza di qualunque valore, sia di fede, che di altra origine. Sugli omicidi non mi viene in mente una possibile causa se tale dato fosse confermato (farei fatica a correlarli alla noia, anche se in casi tipo le stragi scolastiche, forse ci potremmo arrivare, escludendo che siano tendenzialmente di matrice “infedele” )

                    • Andrea ha detto in risposta a Ottavio

                      Per ciò che concerne i cinesi e altre considerazioni di tipo geografico, non mi sento di ritenerli meno avanzati di noi da un punto di vista etico e sociale più di quanto non consideri i giapponesi più avanzati di noi. inoltre bisogna considerare i diversi livelli evolutivi e i percorsi storici, non è detto che un percorso storico subito da una società sia l’unico modo per perseguire gli stessi obiettivi da parte di una società distinta che ne sta facendo uno diverso.

                      Nel caso della Cina non si può estendere le caratteristiche di una forma di governo (di matrice non prettamente democratica) all’intera popolazione su cui esso insiste. inoltre dobbiamo sempre considerare la nostra posizione di osservatori non obiettivi, ognuno di noi è cresciuto in questa cultura e la ritiene fondamentalmente migliore delle altre, non escluderei (fatte salve le differenze di governo) che ci siano miliardi di cinesi pronti a ritenere che la loro cultura sia eticamente più avanzata della nostra…

                    • Ottavio ha detto in risposta a Ottavio

                      Si concordo, il tasso di suicidio è sintomo della felicità dello Stato, più ce ne sono e più si sta bene. Anche sull’aumento della depressione hai ragione, oggi ce n’è di più perché va di moda. E infine concordo anche sulla Cina e Corea del Nord, modelli di civiltà e democrazia per tutti. Grazie Andrea per non dire mai nulla di sensato, anche se potresti sforzarti di essere maggiormente serio quando scrivi. Comunque…contento tu 😉

    • DSaeba ha detto in risposta a Daphnos

      Butto su un 10 euro sul double Altro-Non erano mai stati atei, uniti ad un’ulteriore quota “disgusto omosessuale”, perchè noi siamo omofobi e fa sempre bene ribadirlo.

    • GiuliaM ha detto in risposta a Daphnos

      Io metterei anche Andrea…

      • Andrea ha detto in risposta a GiuliaM

        ahaha

      • Andrea ha detto in risposta a GiuliaM

        ti deludo, non ci vedo niente di male nè di impossibile.

      • Andrea ha detto in risposta a GiuliaM

        hai detto: “una minaccia per chi non crede”, beh io non mi sento minacciato, son contento per loro…

        • GiuliaM ha detto in risposta a Andrea

          Era una battuta, non te la prendere 😉
          hai detto: “una minaccia per chi non crede”, beh io non mi sento minacciato, son contento per loro…

          Infatti non ho mica detto “una minaccia per Andrea”, solo dopo ho supposto che tu saresti stato il primo a fare “un intervento controcorrente”; ma non son brava nelle scommesse…

          • Andrea ha detto in risposta a GiuliaM

            😉

            • Daphnos ha detto in risposta a Andrea

              Non ti ho inserito perché sapevo che avresti evitato una sentenza apodittica preferendo il dialogo…

              Non vorrei però aver ucciso la polemica con quel commento. E’ tutto troppo tranquillo, ed è pure domenica!

              • Andrea ha detto in risposta a Daphnos

                Grazie Daphnos, apprezzo il tributo di stim,
                … riguardo alla tranquillità di domenica credo fosse relativa solo a questo post , sul post relativo all’ Ex-gay si è scatenato “l’inferno” 🙁

      • Alessandro M. ha detto in risposta a GiuliaM

        No, Andrea direbbe che ipotizzando che per assurdo tutti i caravan venissero usati per questo scopo, allora il camper verrebbe visto come qualcosa che stimoli la conversione nelle persone non credenti. Ne prenderebbe atto…tutto qui.

    • Antonio ha detto in risposta a Daphnos

      Punto 10 euro su inquisizione, crociate, preti pedofili, e 4 sul double crociate e ICI

    • Nicola ha detto in risposta a Daphnos

      …Eccomi:). Mi ha colpito la storia di Bill Butler, il pescatore miscredente. Bella storia. Alla faccia di chi dice che Dio non interviente direttamente per soddisfare le preghiere dei singoli: se gli gira, interviene eccome!! Ora che ho compreso il senso della preghiera, mi attivo subito: ho appena giocato al superenalotto e sono prontissimo alla conversione; mi bastano 6 numeretti. Poi vi racconto.

      • Daphnos ha detto in risposta a Nicola

        In bocca al lupo.

        • Nicola ha detto in risposta a Daphnos

          Speriamo! Va bè che in realtà basterebbe meno di un 6 al superenalotto. Sono anche troppi soldi.

          • GiuliaM ha detto in risposta a Nicola

            Non mi risulta che Bill Butler abbia fatto 6 al Superenalotto, ma che si trovasse in una situazione di estrema difficoltà, in mezzo al Pacifico e senza cibo. La tua mi sembra una banalizzazione parecchio spinta.

            • Michele ha detto in risposta a GiuliaM

              E ricordiamo l’elemento fondamentale: il miracolo è avvenuto per favorire una conversione, per salvare un’anima, non per salvare una vita.
              Tanto che il fatto che i due siano sopravvissuti potrebbe essere visto quasi come un effetto collaterale, o come la volontà che la conversione venisse testimoniata per favorirne altre ancora, in ogni caso non è stato un mero esaudimento di un desiderio.

            • Nicola ha detto in risposta a GiuliaM

              Già… ma non mi pare il caso affrontare la morte di proposito :/ (anche io comunque non ci vedo nulla di male o di impossibile, anzi, le conversioni avvengono spesso).

              • GiuliaM ha detto in risposta a Nicola

                Affrontare la morte di proposito? E’ stata una fatalità, la barca si è rovesciata in mezzo al mare. Anche attraversare la strada sarebbe “cercare la morte di proposito”? Smettila di trollare.

                • Nicola ha detto in risposta a GiuliaM

                  No no.. non hai capito: parlavo per me. Certo che la loro è stata una fatalità, ci mancherebbe.

                  • GiuliaM ha detto in risposta a Nicola

                    Allora mi correggo 😉
                    E comunque non c’è bisogno di affrontare situazioni pericolose di proposito, come per “sfidare Dio” a salvarci: “perchè hai veduto, hai creduto: beati coloro che crederanno senza aver visto!”

  7. Giorgio P. ha detto

    Punto 2 euro su “sono stati colpiti da improvvisa insanità mentale/illusione”, perché si dirà che credere in Dio serve solo a quelli che stanno per morire o sono senza speranza, che quindi si creano una consolazione inesistente.
    Magari, se sono atei con un po’ di cultura, addurranno qualche motivo psico-socio-antropologico, ovviamente partendo da ipotesi del tutto gratuite, per giustificare il loro becero scetticismo. Ovviamente, “anche i mediocri possono peccare per eccesso di cultura” (S.Josemaria Escrivà).
    Il fatto è che i convertiti sono i più scomodi, perché dimostrano che c’è Qualcuno là fuori che continua a bussare incessantemente, chiedendo solo di poter entrare.
    Alla fine, basta solo aprirgli la porta.

  8. axl ha detto

    Come dice sempre un mio amico ateo”Se Dio mi apparisse davanti agli occhi e mi parlasse,mi convertirei al colpo…sono ateo mica scemo!”

    • joseph ha detto in risposta a axl

      Sì. Ma ciò che direbbe suonerebbe più o meno così: ” Eh, no, caro Didimo, così non vale…”

  9. gabriele ha detto

    può veramente succedere a tutti
    secondo me Dio ci chiama in continuazione, siamo solo noi che non lo ascoltiamo

  10. XXXXXXXXXX ha detto

    Voglio vederlo quel film quando sarà disponibile.
    Mi fa pensare che io, quando ero ragazzo, molti anni fa, ho usato droga per molti anni, e certi periodi facevo anche mezzo grammo di “brown sugar” (eroina) in vena al giorno, e in più occasioni sono finito in overdose al pronto soccorso con l’ambulanza. Avevo le maniche lunghe anche d’estate per nascondere una vistosa cicatrice che solcava il braccio destro fin quasi al polso.
    Ero perfettamente a conoscenza che un giorno o l’altro avrei fatto l’overdose finale, era solo questione di tempo.
    Mi sentivo un morto che ancora camminava gli ultimi passi.
    Un pomeriggio sono passato davanti ad una piccola cappella dedicata alla Madonna.
    Lì ho tirato fuori il cucchiaino, acido citrico, la busta di eroina, siringa, laccio emostatico e mi sono fatto una pera.
    Mi ricordo ancora, immediatamente dopo il “flesh”, mentre guardavo le gocce di sangue scivolare dal braccio e cadere sul pavimento, alzai gli occhi alla Madonna.
    Mi vergognavo di farmi vedere da Lei in quello stato.
    Le dissi: “Lo vedi che sto morendo? Ti prego, aiutami, adesso o mai più”.
    Raccolsi le mie cose, e me ne andai.
    Tutti mi davano per spacciato, io vendevo eroina per averne mezzo grammo al giorno per me, quattro, sei iniezioni al giorno, e a volte con siringhe usate anche da altri, magari qualche sera con le farmacie chiuse.
    Questo era nella seconda metà degli anni 70, in una città italiana, dove non abito più da trent’anni.
    Non so se la Madonna veramente mi abbia aiutato, ma qualcosa deve essere successo, perchè mezzo grammo endovena ogni giorno, è veramente tanto, troppo.
    Ero spacciatore ed ero tossicomane.
    Ora non sono più nè l’uno nè l’altro.
    Ho messo su famiglia.
    Quando è nata la prima figlia, io ancora usavo eroina.
    Lo voglio vedere quel film.
    Lo devo vedere.

  11. Luca ha detto

    Per i gestori del sito: quando esce in Italia ci avvertite? e se non fosse una cosa impossibile anche con una indicazione di dove uscirà, perchè suppongo che siano pochissimi i cinema interessati a questa proiezione, che sicuramente (visti casi precendenti simili) non avrà nemmeno pubblicità.
    Ciao e grazie

  12. renata ha detto

    Grazie di questa bellissima pagina,grazie a Dio sentiamo anche notizie che ci danno la forza di non avvilirci,anzi rinvigorisce il nostri spirito e fortifica la nostra fede..Lode a Te Signore e Re dei Re..Amen

  13. Sophie ha detto

    La mia conversione è stata fulminante. Quando è successo ho pianto…. ho pianto dopo anni che non lo facevo tanto ero diventata di pietra, è stato bellissimo! 🙂

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