Studio scientifico: cristiani ed ebrei patiscono meno lo stress psicologico

I ricercatori del McLean Hospital, affiliato all’Università di Harvard, hanno concluso che coloro che credono in un Dio benevolo, come cristiani ed ebrei, tendono a preoccuparsi meno ed essere più tolleranti verso le incertezze della vita.

Lo studio, pubblicato sul Journal of Clinical Psychology, è stato realizzato dal Dr. David H. Rosmarin del Dipartimento di Psichiatria dell’Harvard Medical School, ed è stato presentato durante la riunione annuale della prestigiosa American Psychological Association. I risultati invitano i professionisti della salute mentale ad integrare le credenze spirituali dei pazienti nei loro regimi di trattamento, soprattutto quando i pazienti sono religiosi.

«L’importanza di questo lavoro nel campo della psichiatria significa è tale da farci prendere la spiritualità dei pazienti più seriamente», ha detto Rosmarin.

Il nuovo studio scientifico è stato aggiunto nella pagina UCCR dedicata: La fede cristiana rende più felici, intelligenti e sani psico-fisicamente.

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14 commenti a Studio scientifico: cristiani ed ebrei patiscono meno lo stress psicologico

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  1. Vauro ha detto

    Eppure la fede religiosa non dovrebbe portare ad una vita complicata e stressata?

    E ora chi sono i veri “liberi pensatori”??

    • Enzo ha detto in risposta a Vauro

      Penso che sia una delle poche notizie pubblicate qui con cui sono d’accordo.

      • Riflex ha detto in risposta a Enzo

        In che senso? Sei d’accordo con gli scienziati? Hai fatto degli studi che sostengono i loro risultati?

      • Enzo ha detto in risposta a Enzo

        Nah, ma l’ultima che ho letto parlava di un miracolo, una guarigione dovuta all’acqua santa.Con quella non sono d’accordo.
        Vuoi che ti faccia un disegno?

        • Riflex ha detto in risposta a Enzo

          A me sembra che anche in quel caso fossero dei medici a parlare di “miracolo”. In che modo tu che non sei stato presente e hai saputo della faccenda solo attraverso un articolo online puoi dire di non essere d’accordo? Forse che hai già deciso che i miracoli non devono esistere?

          • Enzo ha detto in risposta a Riflex

            No, ti invito a riguardare i commenti per quanto riguarda il “solo attraverso un articolo online”.

  2. lorenz ha detto

    C’è forse un collegamento col fatto che lo sport preferito dagli atei è rosicare su quello che fanno gli altri (GMG…)?

    • Ettore ha detto in risposta a lorenz

      Però poi sono i primi a scrivere ovunque che “siamo tanti e siamo felici”. Più uno lo dice e meno lo è!

      • gabriele ha detto in risposta a Ettore

        in norvegia erano 100 e sobri
        se erano felici non si sa
        1500000 di giovani sono felici alla gmg

  3. Mr. Crowley ha detto

    Be’ che l’ateismo porti in molti casi all’infelicita’ e’ la scoperta dell’acqua calda.
    Cio’ che rende ai miei occhi inutile l’esistenza del sito dell’UAAR e’ che non ci ho mai trovato una discussione sull’ ateismo, cioe’, non discutono i temi fondanti la persona, (l’amore, la felicita’, la pace interiore).
    La ricerca della pace interiore sembra non interessare, sembra che vivano solo per “reazione” cioe’ visto che c’e’ chi crede “deve” esserci chi non crede.
    In altre parole, visto che alla GMG ci vanno 1.500.000 di giovani, noi, per dimostrare di esistere il massimo che possiamo fare e’ fare casino (non diamo di fatto una proposta alternativa – diamo una non-proposta).

    • Renato Valsecchi ha detto in risposta a Mr. Crowley

      Credo che tu abbia centrato il punto. La proposta del non credente oggi è l’essere “anti”. Cioè non c’è alcuna promozione, non c’è alcuna proposta di vita. Solo la reazione al credente. Perché promuovono la scienza? Mica perché essa può rendere felice le persone (non può nulla in questo senso) ma perché pensano che il credente crede perché non sa come va il mondo o perché crede nella Genesi.

  4. roberto reggi ha detto

    Ciao, volevo segnalare che Rosmarin è psicologo e psichiatra e attualmente docente nel dipartimento di psichiatria, non psicologia, almeno stando al suo CV. http://www.jpsych.com/pdfs/david.hillel.rosmarin.cv.pdf).

    La bozza dello studio è disponibile online
    http://www.jpsych.com/pdfs/2011_JCLP_Proof.pdf

    e questo il link all’articolo da pubmed
    http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21480226

    • Redazione UCCR ha detto in risposta a roberto reggi

      Grazie Roberto, abbiamo aggiornato l’articolo inserendo le tue segnalazioni.

      • roberto reggi ha detto in risposta a Redazione UCCR

        Ottimo, per essere ancora più precisi lo studio non “è stato realizzato”, ma “è stato guidato” (sono 8 ricercatori).
        PS: per chi fosse interessato al rapporto religione/salute segnalo il definitivo Handbook of Religion and Health, cf. http://it.cathopedia.org/wiki/Handbook_of_Religion_and_Health

        A fine anno uscirà la seconda edizione aggiornata, costa mooolto ma ne vale davvero la pena: con studi e considerazioni razionali e scientifiche chiude la bocca a tutti i razionalisti e scientisti antireligiosi.

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