Johnny Cash, senza la sua fede in Cristo non ci sarebbero le sue canzoni

Non era certo un santo Johnny Cash, celebre cantante dichiarato uno dei i musicisti più influenti del 20° secolo (la sua completa biografia su WikiEnglish). Ha conosciuto la prigione ed ha rischiato la morte di overdose, ma ad un certo punto della sua vita, neel 1968, ha colto di essa un possibile Senso con la maiuscola, e delle sue canzoni sugli ultimi ha iniziato a fare dolenti, commossi inni all’uomo e a Dio.

Avvenire ne traccia una piccola biografia e parla di un libro a lui dedicato e appena uscito nelle librerie. Anni fa uscì anche un altro libro, scritto da Rodney Clapp, nel quale si racconta come la sua fede cristiana sia stata determinante nella scrittura dei suoi brani più famosi (lo trovate anche qui). Cantante anticonformista che cantava l’uomo e Dio, come nel suo album postumo Ain’t no grave, ulteriore e toccante testimonianza di arte intrisa di fede e umanità. Portavoce dei reietti, “personaggio” per i pover i «per quelli che non hanno mai letto le parole di Gesù», che cantava il Vangelo e l’America per sottolineare anche ingiustizie e tragedie. Senza la fede, la voce e le canzoni di Cash non sarebbero state la stessa cosa.

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