Il neo-cristianesimo di Vito Mancuso è una bolla filosofica
- Ultimissime
- 13 Nov 2025

Nel nuovo libro Vito Mancuso lancia il neo-cristianesimo, una versione light e digeribile in cui la salvezza dipende dall’etica, non dall’adesione all’evento storico di Gesù.
Nuovo libro di Vito Mancuso, si intitola “Gesù e Cristo” (Garzanti 2025).
Lo avevamo lasciato nel giugno scorso mentre si arrovellava sul definirsi o meno cristiano per non fare uno sgarbo a Platone, Socrate, Confucio e Buddha.
Poi, però, si è evidentemente deciso a scrivere ancora una volta un libro su Gesù, snobbando gli altri “maestri di morale”.
Provando a spiegare il titolo, Mancuso afferma di non accettare l’identificazione di Gesù con il Cristo, ma neppure l’opposizione tra Gesù o Cristo.
Perché, dice, «è importante distinguere per poi unire a un livello più alto».
Stare dietro a Mancuso non è facile. Una coerenza di pensiero ci dev’essere per forza, ne siamo certi. Ma va cercata a fondo.
“L’unica salvezza è l’etica”
Una cosa si capisce e la condividiamo.
L’armonia, afferma, dev’essere «a prevalenza Cristo» e non a prevalenza Gesù, «per non appiattirsi sul fenomeno storico».
Qui però il teologo prende una strada “eretica” e rifiuta radicalmente l’evento di salvezza del Cristo e della partecipazione alla Chiesa affermando che l’unico «mezzo salvifico è l’etica, è la vita buona, è la vita giusta».
Ecco quindi che emerge il suo “neo-cristianesimo”, depurato dell’evento storico della croce, della redenzione, dei sacramenti per salvaguardare solo l’etica universale.
Ma questo approccio appare una bolla filosofica perché il cristianesimo non ha mai inteso fondarsi su valori etici o spirituali universali, ma sull’evento storico di Cristo, che dà significato alla dottrina della salvezza.
Ridurre tutto a etica universale annulla la specificità del cristianesimo e lo trasforma in un astratto umanesimo spiritualista, riducendo Cristo ad un simbolo o un maestro di virtù, esattamente come tanti altri.
Il neo-cristianesimo di Mancuso
Il “neo-cristianesimo” di Vito Mancuso sembra proprio costruito artificialmente per essere una versione light e digeribile del cristianesimo, modellata per i festival e i salotti scettici, zen e borghesi da lui abitualmente frequentati.
Abolendo i sacramenti, la vita cristiana si gioca nello sforzo individuale, non nella grazia divina. E’ il solito uomo presuntuoso che cerca di salvarsi da solo invece di ricevere la salvezza da Dio. È la logica del pelagianesimo, sempre in agguato.
Tutto è vissuto nell’immanenza dell’etica, dove il salvatore è un principio etico-cosmologico. Questo significa che il neo-cristianesimo è solo una filosofia morale, priva di specificità e intercambiabile con qualsiasi altra spiritualità etica. Con o senza necessità di Dio.
Per questo l’impianto difetta delle stesse criticità di qualunque morale laica: se il criterio di salvezza è “la vita buona” e “la vita giusta”, qual è il metro di giudizio oggettivo per definire qualcosa “buono” o “giusto”? Buono rispetto a cosa? Giusto rispetto a quale sbagliato?
Una bolla filosofica, piuttosto inutile
Mancuso critica la tradizione cristiana per strumentalizzare Gesù, ma propone una forma alternativa in cui la distinzione tra storia e divino è così radicale da rendere il suo neo-cristianesimo inesperienziale e teorico.
Praticamente inutile per affrontare concretamente i problemi della fede, della comunità e della storia.
Non c’è dubbio che sia una bolla filosofica elegante, moralmente suggestiva e capace di far scrivere interi libri.
Funziona benissimo come sforzo intellettuale e come proposta alternativa da lanciare nei “Festival di spiritualità” come nuova dieta miracolosa, ma risulta essere un semplice palliativo psicologico per evitare di ammettere a se stessi di essere definitivamente scivolati nell’agnosticismo secolarizzato.
















5 commenti a Il neo-cristianesimo di Vito Mancuso è una bolla filosofica
Quando nell’articolo ho letto che, riguardo al sacerdote Mancuso “Una coerenza di pensiero ci dev’essere per forza, ne siamo certi. Ma va cercata a fondo.”, mi è tornata alla mente la barzelletta sui due carabinieri che, quando furono trovati nella Fossa delle Marianne dal batiscafo Trieste e fu chiesto loro cosa ci facessero lì, risposero: ci hanno detto che in fondo in fondo siamo intelligenti!
A.D. 2025, quasi 2026, e ancora siamo fermi ai rigurgiti gnostici del tipo “Gesù e il Cristo sono due entità distinte”. Sarà contento il prof. Mancuso di trovarsi in buona compagnia in questo: c’è una vastissima pletora di esoteristi e santoni new age che la pensano allo stesso identico modo.
Questo ancora sta a Bultmann… per lui provo compassione, ma fino a un certo punto. Perché sta di fatto che con questo mare di scorrettezze storiche, metodologiche e teologiche confonde tante persone. Nel suo delirio mi sa che ha dimenticato che siamo responsabili dell’esempio che diamo ai fratelli…
Petrolini diceva: “Che s’ha da fà pè magnà”.
Ho aperto il libro di Giorgio Sgubbi, sacerdote e teologo: Il Logos è Amore- Benedetto XVI custode della fede e della ragione ( ed. Itaca). Già a scorsa iniziale, si evidenzia come Papa Ratzinger abbia demolito qs pseudo divisioni fra Gesù e Cristo ( come X es in vonHarnack e R.Bultmann). I bellissimi volumi di Papa Benedetto su Gesù di Nazareth son tutti da leggere, e non solo essi !!! Contro un neognosticismo che mina la VERA FEDE Cristiana Cattolica !!!!