Perché terminò la grande amicizia tra Tolkien e C.S. Lewis
- Ultimissime
- 04 Nov 2025

Come nacque l’amicizia tra Lewis e Tolkien e i motivi per cui gradualmente terminò, anche se l’affezione tra i due non si spense mai del tutto.
J.R.R. Tolkien e C.S. Lewis furono sono stati due dei più grandi autori cristiani del Novecento.
La loro intensa amicizia plasmò senza dubbio la letteratura moderna. Tolkien, filologo cattolico, scrisse “Il Signore degli Anelli”, e Lewis, apologeta anglicano, creò le “Cronache di Narnia”.
I due si conobbero nel 1926 all’Università di Oxford, dove entrambi insegnavano letteratura, ma la loro amicizia fiorì all’interno degli Inklings, un circolo letterario informale che riuniva professori e scrittori.
La conversione di Lewis e il ruolo di Tolkien
Il gruppo si incontrò quasi ininterrottamente negli anni ’30 e ’40, e per 15-20 anni, al pub “The Eagle and Child” per leggere e commentare i propri lavori in corso, fu in quelle serate che Lewis iniziò ad apprezzare gli scritti di Tolkien e trasse giovamento per la sua vita esistenziale.
«Non credo in nessuna religione», diceva infatti Lewis a un amico. «Non c’è assolutamente alcuna prova per nessuna di esse, e da un punto di vista filosofico il cristianesimo non è nemmeno la migliore. Tutte le religioni, cioè tutte le mitologie, per dar loro il loro nome proprio, sono semplicemente invenzioni dell’uomo»1H. Carpenter, “The Inklings, C.S. Lewis, J.R.R. Tolkien, Charles Williams And Their Friends”, Houghton Mifflin Company 1979, p. 27.
Tuttavia, Lewis si allontanò gradualmente dallo scetticismo e giunse progressivamente alla fede cristiana. Accadde nel 1929 e descrisse quel periodo come «l’avvicinarsi costante e incessante di Colui che desideravo così ardentemente non incontrare»2H. Carpenter, “The Inklings, C.S. Lewis, J.R.R. Tolkien, Charles Williams And Their Friends”, Houghton Mifflin Company 1979, pp. 43, 44.
Fu solo la prima tappa, la conversione cristiana arrivò due anni dopo e Lewis scrisse ad un amico: «Sono appena passato dalla fede in Dio alla fede definitiva in Cristo – nel cristianesimo. Cercherò di spiegarlo un’altra volta. La mia lunga conversazione notturna con Dyson e Tolkien ha avuto molto a che fare con questo»3H. Carpenter, “The Inklings, C.S. Lewis, J.R.R. Tolkien, Charles Williams And Their Friends”, Houghton Mifflin Company 1979, p. 45.
Le divergenze religiose
Nonostante la profonda intesa intellettuale e spirituale, col tempo l’amicizia tra Lewis e Tolkien cominciò a incrinarsi. Le ragioni furono molteplici.
Anzitutto le divergenze religiose: Tolkien, devoto cattolico, rimase deluso nel vedere che Lewis, pur abbracciando il cristianesimo, scelse la via anglicana (suo padre era un protestante). Sostenne che il suo caro amico non era «andato fino in fondo» nella conversione.
Ma questo non fu motivo di divisione, Lewis spronò infatti Tolkien -anche attraverso aspre critiche-, a terminare le sue opere e Tolkien ricambiò sostenendo che «l’amicizia con Lewis compensa molto e, oltre a darmi costante piacere e conforto, mi ha fatto molto bene dal contatto con un uomo allo stesso tempo onesto, coraggioso, intellettuale – uno studioso, un poeta e un filosofo – e un amante, almeno dopo un lungo pellegrinaggio, di Nostro Signore»4J. Pearce, “Tolkien, Man And Myth”, A Literary Life, Ignatius Press 1998, p. 60.
Dal canto suo, Lewis divenne nel frattempo un noto apologeta radiofonico cristiano e dedicò a Tolkien le “Lettere di Berlicche”.
Perché si incrinò l’amicizia tra Tolkien e Lewis
La frattura tra i due iniziò nel 1949 e il motivo fu letterario.
Lewis lesse a Tolkien il “Il leone, la strega e l’armadio”, che non piacque per nulla al caro amico. Si parla anche di un’irritazione di Tolkien quando Lewis prese in prestito alcune delle sue idee per “Le cronache di Narnia”.
Lewis trovò invece Tolkien eccessivamente perfezionista e poco capace di concludere le sue opere (il Silmarillion ne fu un esempio). Iniziò a frequentare sempre meno gli Inklings, segnando di fatto la fine del gruppo.
Furono di fatto le severe critiche a cui si sottoposero reciprocamente a creare una frattura, anche se Tolkien provò a scusarsi paragonando se stesso a «una creatura selvaggia, un orso dalla testa dura, un amico sofferente», lodando Lewis per la sua bontà.
Non riuscirono più a ritrovare la magia del loro rapporto.
Il matrimonio di C.S. Lewis
Il 23 aprile 1956 C.S. Lewis sposò civilmente Joy Davidman Gresham, scrittrice americana divorziata.
Ma non lo disse a Tolkien, né lo invitò supponendo che avrebbe disapprovato la relazione. Tolkien venne a conoscenza del matrimonio solo molto più tardi, da una terza persona. Rimase molto deluso dall’essere stato escluso.
Le lettere tra i due si fecero rare e la stretta confidenza si spense gradualmente. Ma, nonostante l’allontanamento, l’affetto tra i due non sembrò svanito del tutto.
Lewis e Tolkien, gli ultimi contatti
Si racconta, ad esempio, che Tolkien e Lewis si incontrarono una volta prima della morte di quest’ultimo, ma non si sa se si siano mai riconciliati.
L’ultima lettera fu quella di Lewis datata 24 dicembre 1962, quando inviò gli auguri per la Natività a Tolkien e alla moglie Edith Bratt5CS Lewis, The Collected Letters of C.S. Lewis, Vol. 3, TCG Letter #2506, 24/12/1962 poi morì improvvisamente un anno dopo, il 22 novembre 1963.
In quell’occasione Tolkien scrisse di essere rimasto «profondamente colpito», anche se confessò che l’intimità con Lewis era cessata circa dieci anni prima6J.R.R. Tolkien, The Letters n. 252, nov/dec 1963.
Pochi giorni dopo scrisse alla figlia Priscilla che la scomparsa di Lewis fu per lui «un colpo d’ascia vicino alle radici»7J.R.R. Tolkien, The Letters n. 251, 26/11/1963.
Parole che testimoniano un dolore autentico e la nostalgia per un legame che, pur non pienamente riconciliato, non fu mai dimenticato.
Tolkien morì il 2 settembre 1973. Suo figlio Michael, un sacerdote, celebrò la messa da requiem.












0 commenti a Perché terminò la grande amicizia tra Tolkien e C.S. Lewis