Il pellegrinaggio eucaristico seguito da insulti “cristiani”

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Negli Stati Uniti è stato un pellegrinaggio eucaristico molto intenso. Dovuto anche agli insulti che i pellegrini cattolici hanno incontrato in diversi Stati da parte di una setta protestante che ha cercato di disturbare la preghiera.


 

Iniziato il 18 maggio 2025 a Indianapolis, ha attraversato 10 stati americani e si è concluso il 22 giugno a Los Angeles.

Si tratta del National Eucharistic Pilgrimage promosso dalla Conferenza Episcopale americana, un cammino di oltre 5mila chilometri con cui migliaia di fedeli accompagnano l’Eucarestia per gli Stati Uniti.

C’è chi partecipa per intero, chi si unisce di volta in volta, anche per brevi tratti.

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Le proteste dei protestanti al pellegrinaggio eucaristico

Quest’anno, durante il passaggio per Tulsa, Oklahoma City e Dallas, i pellegrini si sono ritrovati fianco a fianco con un gruppo di protestanti aggressivi, legati alla Church of Wells di Texas, che li ha seguiti scaraventando loro addosso insulti, slogan provocatori e disturbando il pellegrinaggio con amplificatori e cartelli sbeffeggianti.

Si tratta di predicatori di strada, molto tipici in alcune aree degli Usa, già noti per l’uso di disturbare le funzioni religiose cattoliche e avere comportamenti da setta. La Church of Welss si attiene a una visione generalmente calvinista della teologia.

I disturbatori hanno apostrofato i cattolici come “adoratori del dio sole”, bollando l’ostensorio come “mostruosità” e accusando la loro fede di “peccato”.

Dalle immagini si osserva che i cartelli sono sostenuti anche dai bambini, mentre gli adulti cercano di coprire con rumori e urla la preghiera e i canti dei pellegrini.

Il servizio di sicurezza delle diocesi, in collaborazione con la polizia locale, ha comunque garantito che nessuna violenza avesse compromesso il cammino. E gli organizzatori hanno precisato che non avrebbero cambiato rotta: le proteste sono legittime se restano nell’ambito legale

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Nessuna risposta, i cattolici sono abituati

Il responsabile del National Eucharistic Congress, Jason Shanks, ha spiegato che erano proteste di provocazione per «cercare di entrare in antagonismo e istigare risposte scomposte da pubblicare su YouTube, X e Instagram». Il suo consiglio è sempre stato di «mantenere gli occhi focalizzati su Gesù e il Santissimo Sacramento e offrire gli insulti ricevuti nel silenzio».

Nessuna reazione, nessuna risposta: solo il passo lento e deciso verso Cristo.

D’altra parte i cattolici sono abituati. In occasione di varie Giornate Mondiali della Gioventù, in particolare nel 2011, UCCR ha documentato dettagliatamente con video e foto le vere e proprie aggressioni subite dai giovani cattolici. Con l’unica differenza che, in quel caso, si trattava di attivisti anticlericali.

 

Qui sotto uno dei video di allora

 

Un pellegrinaggio eucaristico intenso quello di quest’anno, probabilmente anche grazie agli “insulti cristiani” di chi vede la fede cattolica come un’eresia.

E mentre il mondo grida, il Corpo di Cristo passa, amato e adorato in silenzio. Ogni insulto si dissolve nella preghiera di chi sa che la verità non ha bisogno di essere urlata.

Autore

La Redazione

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