Virginia: ecografia obbligatoria per abortire, “si” alla decisione informata

Ancora restrizioni sull’aborto negli Stati Uniti: questa volta è il turno della Virginia, il cui Senato ha approvato un disegno di legge che richiede alle donne di effettuare un’ecografia prima di ogni aborto. Sebbene infatti i precedenti governi avessero respinto una simile legislazione, in quanto ciò avrebbe scoraggiato le donne ad abortire, oggi con un governo repubblicano aborto e altre disposizioni in materia sociale sono finalmente tornati alla ribalta.

Più precisamente tale disegno di legge esige che le donne si sottopongano all’ecografia affinché sia determinata l’età di gestazione del feto e sia data la possibilità di visualizzare le immagini del feto: la donna può rifiutarsi di guardare l’ecografia, ma per farlo deve però firmare una dichiarazione in cui dice che le è stata data questa opzione. Ad ogni modo è previsto l’obbligo da parte del medico di inserire l’immagine ecografica all’interno della sua cartella clinica. Contro questa legge si sono schierati i pro-choice, sostenendo che essa sottoporrebbe le donne a test inutili che invadono la loro privacy. Ad essi ha risposto la senatrice Jill Holtzman Vogel, una delle promotrici di questo disegno di legge, ricordando che la misura «non viola la decisione della donna, né la sua autonomia». Il governatore McDonnell ha dichiarato che tale disposizione «fornisce alle donne che intendono abortire un aiuto per poter prendere una decisione veramente informata».

Questo disegno di legge è solo il primo di numerose misure che saranno varate nell’anno in corso per modificare drasticamente la legge sull’aborto in Virginia: i prossimi provvedimenti prevedono infatti il divieto di aborto dopo la ventesima settimana di gravidanza e l’eliminazione dei sussidi statali per le donne che abortiscono a causa di gravi malformazioni fetali congenite. Lentamente l’attenzione si sta spostando finalmente sul diritto alla vita dell’essere umano, evidenziando che la libertà della donna termina quando inizia quella del non-ancora-nato.

Raffaele Marmo

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7 commenti a Virginia: ecografia obbligatoria per abortire, “si” alla decisione informata

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  1. Daniele ha detto

    Se in Italia certe pratiche “barbare” e “falsamente pietose”, quali eutanasia, suicidio assistito, ecc…, sono – almeno fino ad oggi – molto sporadiche e non previste dalla giurisprudenza (ad esempio come la vicenda di Eluana Englaro, in cui una contestabile sentenza “ad hoc”, cioè non prevista dai Codici, ne permise la morte), purtroppo la piaga dell’aborto – che è né più né meno un omicidio – è un fatto drammatico che si consuma quotidianamente nei nostri ospedali con il consenso della Legge (la 194).

    Ho saputo che si è costituito il Comitato “No194” (www.no194.org), che si propone di arrivare ad un referendum abrogativo della 194. Io ho aderito.

    Molti, anche cristiani, dicono che abolire la 194 sarebbe un errore, perché aumenterebbero, da un lato, il numero di aborti (svolti clandestinamente), dall’altro, le possibile complicanze per le donne (un aborto, chirurgico o farmacologico che sia, svolto fuori da una struttura ospedaliera e senza la supervisione di un medico è quanto di più pericoloso ci possa essere).

    Il fatto, però, è che una volta abolita la 194 (e quindi reintrodotto il reato di aborto) lo Stato non potrà starsene con le mani in mano, ma dovrà vigilare sui tentativi clandestini di interruzione volontaria di gravidanza, al fine di impedirli e salvare la vita sia del bambino sia della madre. Inoltre lo Stato dovrà venire incontro, anche economicamente, alle situazioni di maternità difficile.

    Dire NO alla 194 e SI alla vita umana, sempre e comunque, non mi pare una posizione confessionale o che intacca la laicità dello Stato, ma mi pare una posizione di civiltà.

    Ho saputo che in alcuni Stati europei, come Francia e Ungheria (non proprio due Nazioni confessionali…), sta tirando un vento pro-life e la legislazione sull’aborto si fa sempre meno permissiva.

    Insomma: potrebbe essere una buona occasione di rivedere l’aborto anche in casa nostra.

    Io vi invito a riflettere su questi argomenti.

    Un’Associazione come la “Papa Giovanni XXIII”, fondata da Don Oreste Benzi, che si occupa, tra le tante cose, di contrasto all’aborto e di accoglienza per le ragazze madri e per i loro bambini, in caso di raccolta firme, prenderà sicuramente una posizione favorevole (favorevole al referendum, cioè contro la 194).

    Poi ci sono la Caritas, le Parrocchie, le Associazioni (AC, CL, Acli, AGESCI…) che daranno – almeno spero – una bella mano!

    Spesso si sente dire, anche da cristiani (e anche da alcuni preti), che Parrocchie e Associazioni cristiane “non devono prendere nella proprie mani la battaglia politica”.

    E’ vero che la Chiesa non deve dire ai propri fedeli per quale partito politico votare…

    …però è altrettanto vero che la Chiesa deve impegnarsi fino in fondo sulle grandi questioni, come quelle della vita umana, questioni talmente importanti da andare al di là delle logiche e degli schieramenti di partito!

    Perciò guai se la Chiesa, per “timore” di sconfinare nella “dialettica tra partiti”, rinunciasse alla “battaglia” contro l’aborto (ma anche a quella contro l’eutanasia)!

    Perciò io non ci troverei nulla di male se esponenti del Comitato (apartitico: ci tengo a precisarlo) “No194” si mettessero nei prossimi mesi fuori dalle Chiese, oltre che nelle piazze e in altri luoghi, a raccogliere le firme o chiedessero il supporto delle Associazioni cristiane durante la raccolta.

    Vorrei poi precisare che quello dell’aborto non è un problema marginale della nostra società.

    A parte il fatto che anche un solo caso, trattandosi di vita umana, sarebbe grave, i dati parlano chiaro:

    oltre che un omicidio, l’aborto è un’arma di distruzione di massa che ha sterminato milioni di persone in Italia e miliardi nel mondo.

    Si stima (fonte Ministero della Salute) che, dal 1978 ad oggi, questa “conquista di civiltà” (ho messo le virgolette perché così la chiamano in certi ambienti radicali) abbia negato la vita a 5 milioni di italiani.

    Cioè, in media, più di 400 persone ogni giorno – cioè circa 17 all’ora – in Italia vengono rifiutate e uccise col consenso della legge.

    Ci pensate? 5 milioni! In Italia siamo 60 milioni… 5/60 vuol dire che su 100 gravidanze, più di 8 non sono state portate a termine a causa di i. v. g.!

    Questi numeri mi fan spavento e mi fanno capire in che sorta di “inferno in terra” ci hanno portato le cosiddette “conquiste del progresso”.

    Quando pensiamo a luoghi come Auschwitz proviamo, giustamente, un forte senso di disapprovazione per quello che lì è avvenuto, insieme ad un sentimento di pietà per le vittime e per i sopravvissuti (e, a dirla tutta, anche una certa pietà per i carnefici, che del tutto apposto di mente secondo me non lo erano…).

    Quindi le domande:

    Perché, invece, ci siamo assuefatti/rassegnati all’aborto, che sul piano della perdita di vite umane non è di certo inferiore allo sterminio attuato dai nazisti?

    Perché anche noi cristiani ci siamo lasciati convincere da questa “cultura della morte”?

    Perché siamo capaci di indignarci, giustamente, per i cani e i gatti abbandonati in autostrada, ma non siamo capaci di indignarci per gli esseri umani che vengono soppressi col consenso della legge?

    Perché non siamo capaci di reagire, ad esempio con azioni di disobbedienza civile, raccolte di firme, ecc…, alla barbarie che si compie quotidianamente nei nostri ospedali?

    Cos’hanno di diverso, dal punto di vista dell’orrore, le camere a gas e i forni crematori dei campi di sterminio nazisti rispetto alle sale chirurgiche in cui i ginecologi strappano i feti dall’utero delle madri o rispetto alla pillola RU486 che “consente” alla madre di “espellere” il figlio non voluto direttamente nel gabinetto – scusate la crudezza dei termini, ma è proprio la fedele descrizione di ciò che realmente avviene – di casa?

    A mio modo di vedere non c’è nulla di diverso: l’orrore è il medesimo.

    L’unica via d’uscita da questa penosa situazione è farla finita con la Legge che ha legalizzato l’omicidio.

    E poi recuperare, come singoli, come comunità, come Stato, una nuova cultura della vita che metta al centro di ogni discorso sociale, politico ed economico la VITA UMANA e la FAMIGLIA!

    • Laura ha detto in risposta a Daniele

      Io sinceramente comincerei a muovermi capendo come si metteranno le cose in America. Se Obama perde l’aborto avrà vita breve, così come la ricerca sulle embrionali e ovviamente l’eutanasia. Ci sarà anche una politica contraria al matrimonio/adozione omosessuale. Comunque sull’aborto c’è il maggiore consenso, oggi i pro-life sono in numeri maggiori, sopratutto i giovani. E’ gente sana, non violenta, non aggressiva. L’unica cosa che rema contro sono le solite Associazione (OMS, ONU, APA ecc.), e quindi anche i giornali come il NYT. Se Obama vince, comunque i repubblicani sono fortissimi e hanno preso tantissimi stati come la Virginia. I cambiamenti però non saranno così drastici e in Italia la situazione rimarrà uguale.

      • Antonio ha detto in risposta a Laura

        Non è “gente sana, non violenta, non aggressiva”…è gente normale.
        Che ha deciso di lasciare la levetta dietro la nuca su “on”

        • Laura ha detto in risposta a Antonio

          E’ vero, però non si può negare che in passato anche i pro-life hanno esagerato in alcune occasioni. Ora i violenti sono rimasti solo gli altri.

      • joseph ha detto in risposta a Laura

        E’ il nostro eterno dilemma. Cambiare la cultura per distruggere la 194 “svuotandola” del suo significato, percorso lungo e tortuoso, o tentare di abrogarla direttamente, per cambiare la cultura, col rischio però di fallire, come nel 1981? Ci sono pro e contro in entrambi i casi. Personalmente sono dell’idea che l’abrogazione della legge sarebbe efficacissima per cambiare la nostra cultura, ma sono anche sicuro che solo il proporre un referendum del genere scatenerebbe l’offensiva “nucleare” mediatica del fronte pro-death, con conseguenze catastrofiche. Mentre aspettiamo il momento propizio, continuiamo a rosicchiare i pilastri…

        • Mario ha detto in risposta a joseph

          è giusto joseph ma come direbbe qualcuno… se non ora…quando?…intanto i bimbi muoiono… chissà se i nostri padri avessero vinto nell’81 quanti bimbi avrebbero salvato… non ce l’hanno fatta…
          adesso tocca a noi! che ci vuole? una raccolta firme, referendum abrogativo, e come abbiamo fatto per il nucleare…informazioni…aprire gli occhi alla gente…forse perderemo…e perderemo quale amico…ci daranno dei bigotti e solite cose…ma saremmo milioni di eroi 🙂 e non lo saprà nessuno 🙂 come Dio vuole 🙂
          la pace 🙂

  2. Ottavio ha detto

    Bene! Avanti così!!!!!!

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