Occhio alla Corea del Nord, unica nazionale ateo-comunista del Mondiale

La Corea del Nord ci preoccupa molto poiché assieme alla Cina è l’unico Stato ad avere ancora presente l’ateismo governativo (vedi WikiEnglish e Wikipedia), e anche perché la popolazione è a maggioranza non credente (vedi Wikipedia). Amnesty International ha descritto i coreani come “uno dei popoli più brutalizzati del mondo” (da Wikipedia) per le enormi e continue violazioni dei diritti umani (cfr. Ultimissima 12/6/10). Ma cosa c’entra la Nazionale di calcio che sta partecipando ai mondiali in Sudafrica? C’entra perché essa è l’unica nazionale guidata indirettamente dal presidente dello Stato, il dittatore ateo-comunista Kim Jong II, figlio dell’altro dittatore, Kim Il-Sung, inserito orgogliosamente nel sito www.ateicelebri.com. Il Partito interviene continuamente sulla Nazionale ed è l’ultimo responsabile di ciò che accade. Questo spiega le stranezze che giorno dopo giorno la stampa rileva e che qui abbiamo elencato. Ricordiamo anche i precedenti: dopo i festeggiamenti, al Mondiale ’66, con birra e qualche ragazza, i giocatori coreani di ritorno in patria vennero accusati dal governo di condotta “reazionaria, borghese, corrotta dall’imperialismo” e quindi arrestati dal Partito ateo-comunista.

31 luglio 2010: il regime ateo di Pyongyan umilia i giocatori della Nazionale.
Il governo coreano ha torturato psicologicamente i giocatori della nazionale di calcio reduci dal Mondiale. Li ha messi fermi in piedi per sei ore su un palco allestito al Palazzo della Cultura popolare. Davanti a loro quattrocento persone li hanno insultati rinfacciando le debacle sudafricana.’allenatore Kim Jong-Hun, mandato a lavorare in un cantiere edile della capitale Pyongyang (da Ultimissima 31/7/10 e Repubblica).

6 luglio 2010: i giocatori finiranno ai lavori forzati come nel 1966?.
Il settimanale Tempi scrive: che fine faranno i giocatori che avrebbero dovuto raggiungere «un grande successo, compiacendo il nostro grande Generale (Kim Jong-il)»? All’indomani della sconfitta per 7 a 0 contro il Portogallo, l’allenatore della Corea del Nord Kim Jong-Hun ha dichiarato, riferendosi alla qualificazione appena svanita: «Non abbiamo raggiunto il nostro obiettivo. Chiedo scusa a tutta la nostra gente ma non penso che verremo puniti per questo». Dopo la sconfitta del 1966 il dittatore comunista di allora inviò gran parte della squadra ai campi di lavoro. Al momento non è dato sapere cosa il caro leader Kim Jong-il vorrà fare dei suoi giocatori perdenti. Intanto il mondo si è dovuto accontentare di un saggio della durezza del regime che opprime la nazione fin dalla sua nascita. La dittatura di Pyongyang ha scelto per il ritiro una malfamata e dismessa baraccopoli dove nessun bianco giornalista ha il coraggio di mettere piede. Il campo di allenamento, circondato da filo spinato, era costantemente vigilato dalle forze di polizia. Dopo la sconfitta per 2 a 1 con il Brasile, celebrata da tutti come un grande successo sportivo, l’allenatore Kim Jong-Hun è stato rapido ad attribuire i meriti dello storico risultato al dittatore nordcoreano. Dopo la partita col Portogallo in cui la Corea del Nord ha incassato sette reti, l’allenatore invece si è attribuito tutta la colpa della disonorevole sconfitta, affermando di avere «sbagliato completamente la tattica».

18 giugno 2010: solo un giocatore ha una vita vera.
Su Il Foglio si parla del giocatore Jong Tae-se, colui che ha pianto durante l’inno nazionale coreano: “vive in Giappone ed è l’unico che prima del Mondiale aveva già una storia: ama le auto, lo shopping e lo snowboard, suscitando la curiosità dei colleghi, che, al contrario, sono abituati a un paese nel quale un solo canale televisivo statale trasmette in modo ossessivo la propaganda del regime di Kim Jong”. Ma quelle lacrime non le ha viste nessuno in Corea, poiché è l’unico paese dei 32 che partecipano al Mondiale dove la tv non trasmette le partite e persino la notizia della qualificazione è arrivata dopo due ore di filtri governativi. Il governo ha anche vietato ai cittadini di uscire dal paese per andare in Sudafrica e quelli allo stadio sono attori cinesi, pagati per cambiare bandiera.

18 giugno 2010: giocatori spariti, tifosi acquistati e partita in differita.
Su Il Corriere della Sera e Il sole 24 ore, un articolo parla della Corea del Nord: “Mistero sulla sorte di quattro giocatori della Corea del Nord: sono infortunati, in castigo o forse sono fuggiti dal ritiro e hanno chiesto asilo politico a causa del regime imposto da Kim Jong II?”. Infatti sembra che martedì sera la formazione si è presentata con soli 19 giocatori invece dei 23. La FIFA ha comunque smentito. L’articolo prosegue così: «In Corea del nord la partita è stata trasmessa dalla televisione di Stato solo 17 ore dopo il calcio d’inizio del match. Pyongyang infatti non ha deciso alcuna deroga al regolamento che impone di interrompere le trasmissioni in orario notturno. È stato confermato dalla stessa Cina che il centinaio di «tifosi nordcoreani» presenti allo stadio contro il Brasile erano in realtà quasi tutti cinesi, ingaggiati dalla Cina dal Sport Management Group su richiesta della commissione Sport Corea del Nord»

17 giugno 2010: giocatori automi del Partito e sudditi del dittatore.
In un articolo de Il Foglio troviamo scritto: “è l’unica squadra comunista in Sudafrica. C’è un signore che da lontano controlla e decide tutto: il presidente Kim Jong Il. I giocatori sono addestrati con scrupolo al culto della patria e del suo presidente. Si parla del giocatore Hong Yong Jo che ha dichiarato: “Il calcio nel nostro paese sta facendo molti progressi grazie alla supervisione del generale Kim Jong Il che se ne occupa personalmente. Non voglio distrazioni, penso solo al calcio e al partito”. Egli non possiede praticamente nulla, non ha una macchina e non si sa bene dove finiscono i soldi del suo stipendio (forse metà al governo, il resto alla famiglia in patria). Quando un giornalista vuole un’intervista deve chiedere il permesso alla sua ombra, che poi si consulta con qualcuno a Pyongyang. Ahn Yong-Hak, di fronte ad una domanda davvero imbarazzante: qual è la tua canzone preferita. Impassibile ha replicato: “Kim Jong Il, il nostro Sole”. Ahn Yong-Hak, di fronte alla domanda: qual è la tua canzone preferita. Impassibile ha replicato: “Kim Jong Il, il nostro Sole”.

4 giugno 2010: furbata sulla formazione.
Sui quotidiani si rileva che per la prima volta una squadra ha tentato di “fregare” la FIFA. Il ct nordcoreano ha infatti inserito un attaccante di ruolo, Kim Myon-Won, come terzo portiere nella lista, in modo tale da poter disporre di un numero maggiore di soluzioni offensive in un girone tostissimo come quello del gruppo G (oltre agli asiatici ci sono Brasile, Portogallo e Costa d’Avorio). La FIFA però se n’è accorta e ha preteso la modifica della formazione (vedi CalcioBlog.it).

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