E’ sufficiente la sola ragione per conoscere Dio?

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Basta la sola ragione per arrivare a Dio? E’ questa l’impegnativa domanda a cui rispondiamo per la rubrica domenicale “Risposte cattoliche“.


 

Per arrivare a Dio basta l’uso della ragione o è necessaria anche la fede? E si può giungere con la sola ragione a una certezza dell’esistenza di Dio?

Sono queste le due domande protagoniste dell’odierna puntata della rubrica domenicale “Risposte cattoliche”.

Riportiamo qui sotto l’interessante e sintetica risposta fornita da don Francesco Vermigli, teologo e docente presso la Facoltà Teologica dell’Italia Centrale.


 

di don Francesco Vermigli*
*teologo e docente

da “Toscana Oggi”, 29/01/2025

 

Può esistere una conoscenza certa dell’esistenza di Dio?

La tradizione teologica e il Magistero hanno dato – almeno in via teorica – una risposta positiva a questa domanda, agganciando la questione alla conoscenza che di Dio si può avere dal creato.

 

Le Scritture e la conoscenza di Dio per sola ragione

Se tradizione teologica e Magistero l’hanno fatto, è perché potevano trovare un facile appoggio in alcuni passi della Scrittura.

Dal Libro della Sapienza: «Davvero vani per natura tutti gli uomini che vivevano nell’ignoranza di Dio, e dai beni visibili non furono capaci di riconoscere colui che è, né, esaminandone le opere, riconobbero l’artefice […] Difatti dalla grandezza e bellezza delle creature per analogia si contempla il loro autore» (Sap 13,1.5).

Dalla Lettera ai Romani: «Poiché ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha manifestato a loro. Infatti, le sue perfezioni invisibili, ossia la sua eterna potenza e divinità, vengono contemplate e comprese dalla creazione del mondo attraverso le opere da lui compiute» (Rm 1,19-20).

Si tratta di riferimenti biblici che ci conducono a dichiarare che agli uomini sia data la possibilità di conoscere Dio dalle cose da lui create.

 

Il peccato e la necessità della rivelazione

Eppure, gli uomini non conoscono Dio con certezza in forza della ragione: è un dato di cui è facile fare esperienza.

Ne è ben cosciente il Vaticano I, quando scrive che la rivelazione di Gesù rende possibile ciò che sarebbe stato possibile se non ci fosse stato il peccato:

«È grazie a questa divina rivelazione che tutti gli uomini possono, nella presente condizione del genere umano, conoscere facilmente, con assoluta certezza e senza alcun errore, ciò che nelle cose divine non è di per sé inaccessibile alla ragione» (Dei Filius, cap. 2: Denzinger n. 3005).

La presente condizione del genere umano (l’umanità sotto il peccato che non le permette di vedere con occhi limpidi e puri i segni dell’esistenza di Dio nel creato) necessita di una purificazione e di un aiuto di grazia, per rendere possibile ciò che sarebbe stato facilmente conoscibile in forza delle sole facoltà razionali dell’uomo.

Autore

Don Francesco Vermigli

Autore

La Redazione

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