A che serve la confessione, non basta parlare con Dio?

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La confessione spiegata a bambini ed adulti. A cosa serve la confessione e perché serve il prete? Padre Maurizio Botta e le domande più ricorrenti. Nuova puntata di “Risposte cattoliche“.


 

di padre Maurizio Botta*
*prefetto dell’Oratorio Secolare San Filippo Neri

da Botta e risposta con i giovani (Cantagalli 2024)

 

Perché occorre confessarsi, perché serve il prete e perché non basta parlare direttamente con Dio.

A chi mi pone queste domande, rispondo: “tu conosci le parole di Gesù?” Se le conoscessi dovresti sapere che Gesù ha detto: «A chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi» (Gv 20, 22-23).

Dio non ha voluto tenere per sé questo potere di rimettere i peccati, ma lo ha delegato alla Chiesa.

 

A cosa serve la confessione?

Non è vero che “occorre confessarsi”, non è una questione di dovere. Gesù appena risorto dice: c’è qualcuno che può togliervi delle catene pesantissime. Pensate che sia possibile liberarsi da soli dai sensi di colpa, dal male che è stato compiuto? Puoi toglierti da solo le catene? Avete mai conosciuto qualcuno che è in grado di farlo?

Queste catene possono essere tolte, questa matassa inestricabile, con i suoi nodi che stringono il cuore e la mente, possono essere sciolti.

Sarebbe bene incontrare sempre sacerdoti che si confessano e ti confessano con questa gratitudine. Io mi confesso una volta ogni 15 giorni, e non vivo la confessione come un peso. Anzi, è un potente dono.

Vado a confessarmi anche se non ho commesso peccati gravi, perché, quando inizio a faticare per fare del bene, per amare, per non giudicare, per sperare, per essere umile e paziente, mi chiedo: “Da quant’è che non mi confesso? Ah, ecco! Sto facendo fatica perché non sto prendendo quella medicina meravigliosa che Dio mi ha dato!”.

 

Da chi andare a confessarsi

Attenzione, io non vado a parlare con un prete per sentirmi meglio, per questo c’è già lo psicologo o lo psichiatra. Vado da Gesù perché ha scelto lui quel modo. Gesù è potente, vivo, mi libera dai nodi che non posso sciogliere, e lo fa solo usando la fragilità e la miseria di un prete.

Mi confesso con un prete che conosco e forse non riuscirò mai a farlo con un “prete qualsiasi”, perché ci sono dei preti da cui non andrei mai, ho avuto anche io delle esperienze negative! Una volta sono andato a confessarmi da un prete che mi voleva convincere che il catechismo è sbagliato…ecco, da quel prete non andrò più perché rischio di litigarci.

E’ la Chiesa a consigliarci di rivolgerci ad un sacerdote con cui siamo in sintonia, che ci mette a nostro agio, così è più facile e si prova meno vergogna. Non abbiate timore, comunque, vi posso garantire che non c’è nulla di cui vergognarsi. Se si ragiona un attimo, infatti, è facile capire che il confessore avrà sentito milioni di volte quel peccato che vi imbarazza.

 

I peccati, l’imbarazzo e come superarlo

State tranquilli, il sacerdote non si scandalizza perché nessuno di noi è un peccatore veramente originale! I peccati son sempre gli stessi, non fatevi fregare dal nemico, satana, che vi racconta delle bugie, e vi fa credere che il sacerdote, per quello che gli diciamo, non ci guarderà più in faccia o ci guarderà in modo diverso.

E poi è obbligato al segreto confessionale, a tenere per sé quello che gli avete detto. Non potrà parlarne con nessuno, neppur con il diretto interessato. Se dicesse: “Ti ricordi di quello che mi hai detto in confessione?”, basterebbe questo perché venisse scomunicato.

Sicuramente quando si è giovani scegliere il prete giusto non è facile, vi do ragione. Si tratta di una scelta delicata, occorre cercare con cura. I ragazzi in questo sono meravigliosi, semplici, non vanno a cercare uno che dice loro che va sempre tutto bene, vanno a cercare qualcuno di autentico.

Cercate il sacerdote giusto e quando lo avete trovato tenetelo stretto. Spesso accadono delle sorprese: magari troverete un prete anziano, un vecchietto, che ha una misericordia e una bontà incredibili, proprio quello di cui avete bisogno.

Quando l’avete trovato andate a confessarvi il più possibile da lui e se c’è qualcosa che vi imbarazza molto, vi do un consiglio, ditela subito: “Pare, devo dirle una cosa che un po’ mi imbarazza”, e vedrete che sarà più facile.

Se uno volontariamente non dicesse un peccato, pur sapendo di averlo commesso, sarebbe come non fidarsi della smisurata bontà di Gesù.

 


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Autore

padre Maurizio Botta

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