Anche il vescovo Strickland inizia a bombardare Leone XIV
- Ultimissime
- 14 Lug 2025

Il gruppo di critici di Francesco si ricompatta contro Leone XIV. Il vescovo Joseph Strickland accusa Prevost di aggravare l’ambiguità e di essere complice della lobby gay.
• La Nuova Bussola Quotidiana inizia la guerra contro Leone XIV? (07/07/2025)
Il problema evidentemente non era solo Papa Francesco.
Lentamente, con il passare delle settimane, le lamentele dei progressisti nei confronti di Leone XVI stanno lasciando spazio a quelle dei tradizionalisti.
L’ultimo caso è quello del vescovo Joseph Strickland, noto per essere stato rimosso dal suo incarico da Bergoglio per incompatibilità tra il suo implacabile dissenso e il ruolo di pastore.
Il gruppo di oppositori si ricompatta
Mentre alcuni storici critici di Francesco -vedi Antonio Socci e altri- continuano la narrazione di Papa Prevost come colui che riporterebbe la Chiesa sui binari dell’ortodossia (o di quella che intendono per tale), altri si stanno rendendo conto che, in realtà, nemmeno Leone XVI la pensa come loro.
Se Francesco appariva un’eccezione da sradicare al più presto, ora è difficile continuare a sostenerlo. Le eccezioni cominciano a essere due.
E’ così che il gruppo di giornalisti che ha insultato Francesco per oltre dieci anni si sta ricompattando anche contro Leone XIV.
In Italia, come abbiamo segnalato pochi giorni fa, la guerra nei suoi confronti è stata già innescata da Aldo Maria Valli e da La Nuova Bussola Quotidiana.
Il primo rimane come sempre legato allo scomunicato Carlo Maria Viganò, per il quale «Robert Francis Prevost è in evidente e inquietante continuità con il predecessore, e non saranno certo la stola e la mozzetta a cambiare la realtà».
Pian piano il gruppo si ricompatterà del tutto.
Chi è il vescovo Joseph Strickland
Come già detto, qualche giorno fa anche Joseph Strickland è uscito allo scoperto: «Anziché correggere la traiettoria tracciata da papa Francesco, papa Leone XIV sta raddoppiando gli sforzi, aggravando l’ambiguità che ha afflitto la Chiesa».
Ma chi è Joseph Strickland?
E’ stato vescovo della diocesi di Tyler (Texas), distinguendosi per forti posizioni conservatrici e tradizionaliste e criticando apertamente e ferocemente Papa Francesco, arrivando a condividere pubblicamente le posizioni dell’ex nunzio Carlo Maria Viganò, scomunicato per scisma ed eresia.
Nel 2023, dopo una visita apostolica volta a valutare la sua gestione, è stato rimosso dall’incarico. Una decisione piuttosto rara nel contesto della Chiesa cattolica americana, dovuta anche a problemi di governance, non solo dal dissenso ideologico.
Dopo aver rifiutato di dimettersi, Strickland è stato formalmente sollevato dall’incarico nel novembre 2023, diventando naturalmente un martire del pensiero per i gruppi più critici di Papa Francesco.

Strickland: “Leone XIV complice della lobby gay”
Con l’elezione di Leone XIV, il vescovo americano Strickland inizialmente si è detto convinto che il nuovo pontefice avrebbe corretto la rotta della barca di Pietro, rendendogli giustizia per le sue bordate al predecessore.
E’ stato amaro scoprire il contrario e pochi giorni fa ha sganciato la prima bomba su X: «La rottura non è stata annullata da Papa Leone, anzi, si sta aggravando».
Il motivo che ha scatenato Strickland è stata la nomina di padre Thomas Hennen a vescovo di Baker (Oregon). Un prelato che sarebbe un fantoccio della lobby omosessuale clericale, cioè -scrive Strickland- «una rete clandestina all’interno della gerarchia ecclesiastica che protegge e promuove un’ideologia omosessuale mascherandosi sotto la bandiera della compassione».
Leone XIV viene così accusato dal vescovo di essere complice della lobby gay, salvo però precisare che «non parlo con spirito di ribellione, ma di fedeltà a Cristo e alla Sua Sposa».
Non mettiamo in dubbio le buone intenzioni di Strickland, anche se ormai è chiaro che la sua posizione è in rotta di collisione non più solo con Francesco, ma con la Chiesa ufficiale. Qualche domanda dovrebbe iniziare a farsela.
Le “colpe” di Thomas Hennen che non esistono
A ben vedere, inoltre, l’oggetto della critica non risulta fondato. Anzi.
Il neo-vescovo Thomas Hennen, oggetto dell’ira di Strickland, ha collaborato a lungo con Courage International, un gruppo cattolico che incoraggia le persone che provano attrazione per lo stesso sesso a vivere in castità. E’ stato infatti coordinatore diocesano e cappellano della sezione locale.
Nel 2019 ha affermato che gli atti omosessuali sono “intrinsecamente disordinati”, come insegna la Chiesa cattolica.
La “colpa” di Hennen sembra quella di aver partecipato a redigere le linee guida della diocesi di Davenport per l’accompagnamento pastorale delle minoranze sessuali, in cui viene affermato che «i nostri fratelli transgender dovrebbero essere trattati con rispetto, compassione e sensibilità», sottolineando una posizione di equilibrio: «Ci sono degli accorgimenti appropriati che potremmo adottare come Chiesa, senza “svendere” le nostre convinzioni né sbattere la porta in faccia alle persone transgender».
«E’ una falsa scelta», si legge ancora nelle linee guida, «l’idea che dobbiamo scegliere tra essere fedeli al nostro insegnamento cattolico sulla natura della persona umana oppure accogliere, amare e accompagnare le persone transgender».
Ciò significa che si può benissimo accogliere le persone senza rinnegare la dottrina cattolica e senza giustificare o essere complici dei comportamenti.
Se queste sono le posizioni espresse finora da mons. Hennen non solo non risultano controverse ma, anzi, sono pienamente cattoliche e condivisibili.
Alla prova dei fatti, quindi, il problema non era in Francesco, come non è in Leone XIV. Piuttosto è nella lente ideologica di chi li contesta.
Cambiano i papi, ma non cambiano le accuse. Segno che il dissenso non nasce da ciò che i Successori di Pietro dicono o fanno, ma è insito nella pseudo-ortodossia che certi ambienti difendono spacciandola per autentica dottrina cattolica.











2 commenti a Anche il vescovo Strickland inizia a bombardare Leone XIV
Apprezzo l’imparzialità di Uccr di non schierarsi né con i tradizionalisti né con i progressisti, apprezzando le cose positive e criticando quelle negative di entrambi.
Mi chiedo perché solo qui si trovi questo equilibrio e perché altrove invece siano tutti schierati
A tal proposito vorrei chiedere a qualche esponente dell’area tradizionalista che non vive in una bolla social, se pensa davvero che la concessione della Messa in latino solo su richiesta sia lo scandalo del secolo e ciò di cui i cattolici nel mondo sono angosciati (io penso che il 90% non sappia nemmeno che esiste come forma liturgica).
Laura hai detto….”bolla social”. Leggevo l’altro giorno un articolo di un sociologo che diceva che i social creano una vita parallela, un mondo a sé stante in cui credi di vivere. Questo spiega come possa essere che sui social Tradition Custodes sia l’argomento del secolo come dici tu e poi metti in tasca il cellulare, esci di casa, frequenti gli amici, vai in parrocchia, vai a messa e a mala pena chi ti circonda sa che Francesco ha emesso un testo del genere e prima di lui Benedetto con Summorum Pontificum. Allora ti chiedi quale delle due sia la realtà vera