Giubileo 2025, guarda l’UAAR come rosica
- Ultimissime
- 15 Gen 2025
L’UAAR e il Giubileo 2025. L’associazione di atei italiani è già partita a raccontare il fallimento del Giubileo prima ancora dell’inizio. Una presenza ridotta alla denigrazione competitiva del cattolicesimo, senza mai riuscire a proporre un’idea alternativa.
Il 2025 è l’anno del Giubileo non solo per i cattolici.
E’ un evento che puntualmente ringalluzzisce anche gli anticlericali di professione, pronti a denunciare già in anticipo sprechi economici, problemi al traffico, parcheggi intasati, poca partecipazione e l’eccessiva copertura mediatica.
E’ tutto già studiato a tavolino e anche quest’anno sarà così, fa parte del gioco.
A dare il via alle danze ci ha pensato l’UAAR, l’associazione di atei e agnostici razionalisti italiani che è improvvisamente risorta per il grande evento.
L’UAAR e la denigrazione competitiva
Nel suo famoso Ricorso al Capo dello Stato, in cui si autodefinisce “associazione religiosa”, l’UAAR sosteneva che il suo «obiettivo primario non è attaccare le religioni, ma creare una positiva alternativa al teismo».
Tutto falso. L’UAAR, come le altre associazione ateiste, non propone alcuna alternativa filosofica. Tanto meno “positiva”. E’ solo un monotematico menare duro e a casaccio contro le religioni.
La loro presenza si limita alla cosiddetta “denigrazione competitiva”, una fallimentare strategia commerciale per cui si crede (!) di ottenere un vantaggio non proponendo ma screditando sistematicamente il proprio competitor diretto.
Le terribili “clericate” dell’UAAR
Il blog dell’UAAR infatti è uno spazio di tristezza in cui i responsabili dell’associazione (religiosa) atea si limitano a denunciare ogni giorno le “clericate“, ovvero i vantaggi, veri o presunti, che la Chiesa cattolica godrebbe sul territorio italiano.
Ma quali sarebbero queste terribili “clericate” italiane scoperte dall’UAAR?
Secondo la classifica relativa al 2024 pubblicata dall’associazione, si tratta del sostegno dell’attuale governo alla natalità, qualche sindaco che si reca a Messa, l’elogio del Concordato da parte di Mattarella, le scuole che organizzano la recita di Pasqua, l’associazione Sant’Egidio che riceve un appalto per accogliere i senzatetto, un parlamentare che cita Giovanni Paolo II e così via.
La “clericata” più votata dai tesserati dell’UAAR è la nomina del teologo Paolo Benanti a capo della commissione sull’IA, seguita dal reato universale di gestazione per altri e dall’elogio del Concordato da parte del presidente della Repubblica.
Verrebbe quasi da ridere se solo non ci credessero così tanto.
D’altra parte i vertici dell’UAAR sono sempre i soliti da oltre vent’anni: Roberto Grendene (segretario), Massimo Maiurana, Giorgio Maone e Adele Orioli (l’ex segretario Raffaele Carcano è passato a dirigere il bollettino parrocchiale dell’associazione, la rivista dal titolo simpatico: “Nessun dogma”).
Vecchie conoscenze che non hanno saputo dire nulla di propositivo per gli atei italiani, nonostante nel 2012 abbiano dovuto rivolgersi a dei professionisti di consulenza d’immagine per tentare di risollevare la cattiva reputazione dell’associazione e del “brand UAAR”.
Il rosicamento per il Giubileo 2025
In occasione del Giubileo 2025, l’UAAR ha ripubblicato il suo resoconto relativo al Giubileo 2000 nel quale ha raccolto le fantomatiche “prove” dell’insuccesso dell’evento, ma anche la «piaggeria dei politici e il mutismo laico».
Si tratta in realtà di una semplice accozzaglia di citazioni prese dai quotidiani (quasi esclusivamente da “Repubblica”) in cui qualche giornalista manifestava le sue perplessità circa l’evento e il fatto che fosse, secondo lui, solo un successo “solo d’immagine”.
Farà sicuramente piacere ai vertici dell’UAAR sapere che, 25 anni dopo quel loro “esplosivo” resoconto, in sole 2 settimane il Giubileo 2025 ha già portato mezzo milione di persone a passare presso la Porta Santa della Basilica di San Pietro.
Il direttivo UAAR rischia davvero di dover finanziare un’altra consulenza d’immagine.
La Redazione
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1 commenti a Giubileo 2025, guarda l’UAAR come rosica
So che è difficile dialogare con persone che di fronte a un dossier di UCCR sarebbero capaci di parlare solo per luoghi comuni, ma qualcuno poi dovrebbe anche spiegargli che in un paese in crisi demografica il sostegno alla natalità non solo è necessario, ma anche fin troppo poco; che oltre al concordato anche altre confessioni hanno sottoscritto accordi con la Repubblica Italiana; che fra Paolo Benanti è addirittura nella commissione ONU sulle IA.
Quanto al Giubileo del 2000, io non ero ancora nato ma tutti quelli che me ne parlano lo ricordano come un evento incredibile, per quantità di persone e per l’evento in sé.
Tempo fa guardavo un gioco su Rai 2, mi pare, uno dei partecipanti ci ha tenuto a specificare che facesse parte dell’UAAR e l’ha presentata come “associazione che tutela i diritti dei laici rispetto a eventuali abusi confessionali”, poi ha detto qualcosa su dei bambini… insomma un’arrampicata peggiore sugli specchi non si è mai vista. Questo perché in diretta nazionale non avrebbe potuto giustificare facilmente il far parte di un gruppo che dell’odio per i credenti ha fatto una bandiera. Ma noi cerchiamo di pregare anche per loro, che ne hanno bisogno.