L’inutilità del testamento biologico e dei registri comunali

biotestamentoL’istituzione del registro dei testamenti biologici nei Comuni? Un vero fallimento come dimostrano i casi in cui è stato approvato, ma sopratutto un’operazione completamente inutile.

Soffermandoci su quest’ultimo aspetto, su Il Punto viene ottimamente spiegato che non esiste alcun fondamento né costituzionale, né normativo che giustifichi l’adozione di un provvedimento di questo tipo da parte dei Consigli comunali. E’ noto, infatti, che la Pubblica Amministrazione può esercitare i propri poteri solo fondandosi sul principio di legalità. E’ vero che la registrazione da parte del Comune del luogo e del soggetto presso il quale è conservata la DAT (Dichiarazione Anticipata di Trattamento) si può ricondurre allo svolgimento delle funzioni istituzionali proprie del Comune nei settori dei servizi alla persona ed alla comunità, ma anche in questa evenienza, il registro assume solo un effetto di pubblicità ai fini e agli scopi che l’ente locale territoriale ritiene meritevole di tutela, i quali non possono mai pervenire fino al punto di considerare la dichiarazione anticipata di trattamento quale diritto all’autodeterminazione terapeutica vincolante nei confronti del medico.

Il testamento biologico, battaglia politica dei Radicali, dunque «non determina e non può determinare sul piano normativo quegli effetti che invece si vorrebbe, almeno in termini politici, assumesse». Ma anche se non fosse così, «la Costituzione difficilmente potrà tollerare, qualora sarà adottata dal Parlamento una legge organica in materia, una regolamentazione differenziata e trattamenti diversi a seconda della localizzazione della residenza». I registri comunali dei biotestamenti dunque  «non potranno mai assumere valore costitutivo». Lo ha spiegato anche Lorenza Violini, docente di Diritto costituzionale presso l’Università di Milano, definendo tali registri “una farsa”.

In linea generale inoltre, seppur ognuno ha il diritto a rifiutare le cure che non desidera, il testamento biologico -lo ha spiegato Massimo Reichlin, docente di Filosofia Morale presso l’Università San Raffaele di Milano- risulta inutile anche perché le informazioni in esso contenute sono necessariamente generiche, insufficienti a determinare la vera volontà del paziente (Etica e neuroscienze, Mondadori 2012, pp. 46,47).

Oriana Fallaci ha chiaramente espresso perché il testamento biologico «è una buffonata. Perché nessuno può predire come si comporterà dinanzi alla morte. Inutile dichiarare che in un caso simile a quello di Terri Schiavo vorrai staccare la spina, morire stoicamente come Socrate che beve la cicuta. L’istinto di sopravvivenza è incontenibile, incontrollabile (…). E se nel testamento biologico scrivi che in caso di grave infermità vuoi morire ma al momento di guardare la Morte in faccia cambi idea? Se a quel punto t’accorgi che la vita è bella anche quando è brutta, e piuttosto che rinunciarvi preferisci vivere col tubo infilato nell’ombelico ma non sei più in grado di dirlo?».

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50 commenti a L’inutilità del testamento biologico e dei registri comunali

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  1. Giorgio P. ha detto

    Splendida Oriana: la prova vivente che i principi non negoziabili non sono confessionali.
    Preghiamo per te.

  2. July74 ha detto

    Quella dei sostenitori del testamento biologico è una battaglia contro la libertà. Dicono il contrario, ma è così. Perché? Perché obbligano le persone a rimanere, anche a distanza di anni, della stessa idea sulla vita di quando hanno firmato il testamento.

    Per chi lavora con i malati e i disabili -come me- sa benissimo che tale pretesa è insostenibile. Quando si è giovani e forti si vorrebbe sempre rimanere così e la malattia fa paura, tutto sembra una vita meno dignitosa. Quando però si entra nella disabilità o nella malattia il mondo cambia e le percezioni cambiano, si capisce che la vita può essere vissuta dignitosamente anche senza avere i muscoli scolpiti e i capelli al vento sul sellino di una moto, anzi tantissimi scoprono la vera bellezza della vita perché sono costretti a riflettere sul suo significato.

    Obbligare le persone ad aderire alla stessa idea sulla vita di quando hanno firmato il testamento è una violenza alla libertà individuale (a nulla serve il rinnovo ogni 5 anni perché la vita cambia in un secondo).

    • Roberto Dara ha detto in risposta a July74

      Cara (o caro) July non è così. Il testamento biologico (che non è comunque legge), come il testamento giuridico, prevederà la possibilità di essere cambiato in qualsiasi momento, anche a voce, se possibile, nel momento in cui sarà necessario attuarlo.

      • July74 ha detto in risposta a Roberto Dara

        Quando qualcuno si preoccuperà di applicare il testamento biologico di quel paziente, nel 99,9% dei casi quest’ultimo non sarà più in grado di comunicare le sue volontà in modo esplicito. L’esempio che ho messo nel link è certamente esemplare della situazione, che conosco per esperienza.

        • MarcoF ha detto in risposta a July74

          Sono perfettamente d’accordo!! 😉

        • Roberto Dara ha detto in risposta a July74

          Poiché il testamento biologico non sarà obbligatorio, chi ha paura di questo non lo farà. Cosa c’è di così complicato?

          • GiuliaM ha detto in risposta a Roberto Dara

            Nemmeno l’aborto è obbligatorio, ma si è fatto presto a fare il lavaggio del cervello presentandolo come una cosa “normale” e come una rivendicazione di libertà, salvo poi ricredersi dopo i numerosi casi di depressione e malessere successivi ad un aborto. Che ci vuole a fare lo stesso con il testamento biologico, anche se i fatti diranno (e dicono) il contrario?

            • Giulio Quaresima ha detto in risposta a GiuliaM

              E’ diverso. L’aborto comporta una scelta di una persona sulla vita di un’altra persona, quindi sussiste su un piano etico diverso. Ovviamente l’oggetto del contendere, lì, è sul considerare o meno il feto una persona. Ma qui si parla di decidere della propria vita.

              • Equesfidus ha detto in risposta a Giulio Quaresima

                E da quando la vita è propria? Forse uno decide quando nascere o dove, o quando e dove morire? Se uno vuole suicidarsi faccia pure, i suicidi ci sono sempre stati e sempre ci saranno, ma non pretenda di influenzare le leggi e la morale pubblica affinché abbia il beneplacito e l’assistenza dello Stato per questa follia.

              • Salvatore ha detto in risposta a Giulio Quaresima

                L’incesto è invece una relazione d’amore, dato che non sarà obbligatorio perché sei contrario al suo riconoscimento statale? Perché vuoi discriminare il loro amore?

                Vuoi decidere sulla tua vita? Perché allora sei obbligato a indossare le cinture di sicurezza?

              • Pino ha detto in risposta a Giulio Quaresima

                la vita è un bene indisponibile, quindi nessuno può disporne poichè nessuno ne è proprietario. Per esempio anche la libertà è un bene indisponibile, se tu vuoi diventare schiavo la legge te lo impedisce.

          • Salvatore ha detto in risposta a Roberto Dara

            E’ lo stesso argomento sciocco di chi propone qualsiasi cosa nuova: anche l’incesto non è obbligatorio, perché allora ti opponi alla sua legalizzazione? Ma davvero volete andare avanti con queste argomentazioni??

            • Roberto Dara ha detto in risposta a Salvatore

              Mi sembra che la pochezza delle argomentazioni sia in chi ragiona come te. Siccome una qualsiasi cosa non è obbligatoria, allora dovrebbe essere proibita per tutti. Mah…

      • francesco ha detto in risposta a Roberto Dara

        E se uno non può più parlare??

  3. Luigi Pavone ha detto

    Il testamento biologico non è necessariamente generico, come dice il docente di filosofia morale. Perché dovrebbe esserlo? Sono forse generici i testamenti in quanto tali? O il testamento biologico è necessariamente generico perché biologico? Non si capisce.

    Fallaci dice che il testamento è una buffonata, ma in realtà è una buffonata giornalistica il ritenere che il testamento biologico abbia l’obiettivo di predire il proprio comportamento di fronte alla morte. Il testamento biologico esprime la propria volontà per i casi in cui essa non c’è, dunque non si darà mai un conflitto tra le due volontà, perché non esiste il soggetto che si esprimerebbe diversamente da quanto stabilito in precedenza. Da questo punto di vista il testamento biologico è meno problematico di qualunque altro vincolo alla nostra volontà posta da contratti di vario genere.

    • Fabio Moraldi ha detto in risposta a Luigi Pavone

      Il filosofo ha ragione perché il testamento non può prevedere tutte le circostanze che potranno presentarsi tali per cui occorra un intervento medico. Il testamento è utile solo quando occorre prendere la decisione su un singolo trattamento. Mi sembra abbastanza evidente da capire, no?

      La Fallaci ha anch’essa ragione: la persona che firma il testamento è oggettivamente in una condizione diversa quando vede applicare il testamento su di lei, potrebbe nel frattempo aver cambiato idea e non potere più esprimere tale nuova opinione. E’ successo tante volte, per fortuna almeno in una volta il paziente è riuscito a battere le palpebre per attirare attenzione verso la sua nuova decisione verso la vita: https://www.uccronline.it/2010/07/15/cambia-idea-batte-le-palpebre-e-si-salva-il-testamento-biologico-e-pericoloso/

      • Luigi Pavone ha detto in risposta a Fabio Moraldi

        Gli ostacoli ci sono per essere superati e non evitati. Una piattaforma elettronica in cui i cittadini abbiano univocamente accesso attraverso la quale sia possibile modificare il proprio testamento da casa propria, con il proprio pc, agevolerebbe la possibilità di modificarlo.

        Il filosofo dice una sciocchezza. Anche qui, gli ostacoli vanno superati e non evitati. Il testamento biologico non ha nulla, né in quanto testamento, né in quanto biologico, di necessariamente generico in senso negativo, cioè tale da rendere qualunque decisione terapeutica possibile.

        • Fabio Moraldi ha detto in risposta a Luigi Pavone

          Agevola ma non risolve nulla in quanto (e concordo con July qui sopra) i pazienti per cui è necessario applicare il testamento biologico sono disabili gravi i quali non hanno la facoltà di esprimere le loro volontà, che però persistono.

          Noto ancora una volta da parte tua, semplice commentatore del web, la denigrazione di persone autorevoli che lavorano su quel che riflettono. Reichlin dice una cosa ovvia: esistono infinite circostanze di fronte alle quali un soggetto può trovarsi in futuro e le affermazioni contenute nel testamento non possono prevederle tutte, dunque sono per forza indicazioni generali e dunque inutili (tant’è che saranno poi i medici di fiducia ad interpretarle e di fatto non sarà la vera volontà del malato). Il testamento funziona solo per indicazioni precise: “se dovessi capitare in quella determinata circostanza allora vorrei che i medici si comportassero così e così”.

          • Luigi Pavone ha detto in risposta a Fabio Moraldi

            Fabio Moraldi scrive cose contraddittorie: prima scrive, seguendo l’autorevole Reichlin (detto di passaggio, io, senz’altro semplice commentatore del web, non seguo nessuna persona autorevole, tanto più che in Italia l’autorevolezza non si accompagna automaticamente al ricoprire cattedre universitarie, non sono per natura un seguace di nessuno), che il testamento biologico è completamente inutile perché da ultimo “saranno poi i medici di fiducia ad interpretarle e di fatto non sarà la vera volontà del malato”; poi scrive che il testamento, che sarebbe inutile, è però pericoloso perché di fatto comporta “il rischio di uccidere una persona consapevole della possibilità che abbia nel frattempo cambiato idea e non riesca a comunicarlo”.

            Dunque, dovresti, innanzitutto, metterti d’accordo con te stesso.

            • Luigi Pavone ha detto in risposta a Luigi Pavone

              … il testamento o è inutile, e allora non è pericoloso, oppure è pericoloso, e allora è efficace. Non c’è nessuna ragione plausibile per pensare che il testamento biologico sarà inevitabilmente così generico da risultare insulso, inutile, tale cioè che qualsiasi decisione del medico non sarebbe in contrasto con la volontà espressa dal paziente. Il testamento biologico sarà così, se lo faranno così. Ma si può anche decidere di fare una cosa seria.

              • Fabio Moraldi ha detto in risposta a Luigi Pavone

                “il testamento o è inutile, e allora non è pericoloso, oppure è pericoloso, e allora è efficace”. Ma stai scherzando vero?

                Tu pensi davvero che qualcosa di inutile non possa essere allo stesso tempo pericoloso? Forse che una mazza da baseball con 75 punte, completamente inutile a raggiungere lo scopo di colpire la palla e indirizzarla in una certa direzione, non è pericolosa? O forse pensi che lo scopo del testamento è proprio quello di essere pericolo?

                Continui a dire che non c’è motivo per risultare generico, eppure mi sembra abbastanza evidente che uno non si può immaginare tutte le infinite circostanze/malattie/condizioni possibile che potrebbero accadergli e quelle contenute nel testamento possono solo essere indicazioni generali, che eventualmente il medico dovrà interpretare e adattare alla situazione verificatasi, rischiando così notevolmente di non realizzare davvero le intenzioni del paziente.

                Ti prego, non rispondermi ancora che non c’è nessun motivo per pensare questo perché. Se da autodidatta non ci arrivi, prova a farti aiutare da qualcuno per capire che è una cosa ovvia ed è infatti una problematica che viene avanzata dai comitati di bioetica di mezzo mondo.

                • Luigi Pavone ha detto in risposta a Fabio Moraldi

                  Moraldi, Moraldi, non sarò certo io a poter mettere ordine nelle tue idee. Non ci provo nemmeno. Però, se si ritiene che colpire la palla sia pericoloso, e nello stesso tempo si ritiene che una certa mazza, per via della sua forma (poniamo), è incapace di colpire la palla, non si può poi ritenere la mazza pericolosa rispetto allo stesso fine (cioè quello di colpire la palla).

                  Se il testamento biologico, per via della sua genericità, è inutile rispetto al fine di rispettare la volontà del paziente, perché da ultimo le decisioni spetteranno al medico (come scrivi), allora non si può ritenere che il testamento è pericoloso perché rischia di dare seguito ad una volontà che potrebbe non essere più la stessa etc. etc. Capito?

                  • Matyt ha detto in risposta a Luigi Pavone

                    Il discorso non fa una piega…
                    Se è così inutile come l’articolo suggerisce, perchè avversarlo?

                    • Fabio Moraldi ha detto in risposta a Matyt

                      Perché una cosa inutile a raggiungere il suo scopo può essere allo stesso tempo pericolosa se viene utilizzata per evitare la sua inutilità, come ho spiegato.

                  • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Luigi Pavone

                    Luigi, se ci sono due scopi diversi che si sovrappongono, può darsi benissimo il caso in cui la mazza sia inutile agli scopi dell’uno (colpire la palla per allontanarla il più possibile in direzione opposta a quella d’invio) e utilissima agli scopi dell’altro (infiocinare la palla con i chiodi della mazza).

                    Fuor di metafora l’obiezione è che vi siano due volontà in gioco, quella del legislatore-ideologo e quella del cittadino convinto (plagiato) dal legislatore. I fini di queste due volontà sono diversi: l’ideologo-legislatore è interessato a fare approvare uno strumento che di fatto apra alla libertà di suicidio (esattamente come l’ideologo gay che proponeva i “dico”, mirava in realtà a scardinare il concetto stesso di matrimonio); il cittandino è interessato a darsi la possibilità di non dover sopportare una condizione che “a priori” ritiene intollerabile.

                    Usando dunque una mazza inutile allo scopo del cittadino, ma perfettamente utile a quella del legislatore-ideologo, si ottiene un risultato accidentalmente positivo/negativo rispetto allo scopo del cittadino, mentre sempre utile e positivo per il legislatore-ideologo.

                    • Luigi Pavone ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

                      Non possiamo dire che la mazza sia inutile. Infatti, dov’è la mazza? Qual è la sua forma? Cioè, dov’è il testo di legge? I filosofi tendono a fare metafisica fuori luogo, così il filosofo in questione dice che il testamento biologico è inevitabilmente generico, e dunque inapplicabile. E’ questa l’esperienza nei paesi in cui è in vigore? E’ chiaro che il testamento non possa prevedere i dettagli, ma non è escluso a priori possa fornire indicazioni essenziali inequivocabili. Dipende da come sarà fatto. Appunto, vediamo prima il testo, prima di parlare a vanvera sulla sua intrinseca metafisica genericità.

                  • Fabio Moraldi ha detto in risposta a Luigi Pavone

                    a-theos sembra aver a sua volta chiarito, anche se onestamente mi sono un po’ perso 😉

                    Luigi credo che tu abbia capito benissimo il discorso: il testamento biologico è inutile perché contiene inevitabilmente informazioni generali e superficiali ed è pericoloso perché il medico è costretto ad interpretarlo e adattarlo alla malattia specifica del paziente, rischiando di prendere decisioni opposte a quelle del paziente che nel frattempo potrebbe aver cambiato idea senza poterlo esprimere.

                    Suvvia, mi pare un ragionamento alla tua portata, no?

                    • Luigi Pavone ha detto in risposta a Fabio Moraldi

                      a-theos non ha chiarito, ha detto altro. Però, dal punto di vista di chi ritiene più fondamentale il partito preso, si può anche parlare di chiarimento.

                    • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Fabio Moraldi

                      Senti chi parla di “partito preso”!
                      Come ho detto, non sono d’accordo su questo argomento, perché concede già all’avversaria sia lecito suicidarsi, ma il caso in cui chi abbia deciso a priori cambi idea quando non è più in grado di esprimersi, è una possibilità molto concreta (molti “rinati” dal coma testimoniano di essere stati coscienti, pur essendo incapacitati a comunicare).

                    • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Fabio Moraldi

                      Quanto all’aver detto “altro”, ti ho invece fatto notare che “la mazza” che conta è quella del legislatore-ideologo, che se ne impippa allegramente delle sorti dei malati. A loro interessa solo affermare a piccoli passi la loro ideologia (che sicuramente in parte è anche la tua) che ognuno può fare quello che vuole (che alla fine dei conti = la legge del più forte = madre che abortisce, medico o parenti che manifestano/interpretano le volontà altrui – vedi caso Englaro -, omosessulismo che si arroga il diritto di adozione, ecc.).

            • Fabio Moraldi ha detto in risposta a Luigi Pavone

              Lo so, è il problema tutto italiano di sentirci tutti allenatori della Nazionale. Ascolterò dunque l’idea della tua formazione da tifoso da mettere in campo, contro quella di Prandelli.

              Non c’è nessuna contraddittorietà: il testamento biologico è inutile nel suo scopo (per forza generale) e anche pericoloso se venisse seguito (impossibilità di certificare il cambiamento di idee sulle cose scritte).

              Capisco comunque che a voler essere autodidatti si incappi facilmente in questi banali errori di comprensione.

      • Roberto Dara ha detto in risposta a Fabio Moraldi

        Se uno ha paura di cambiare idea al momento in cui si presenterà l’occasione ma teme che non potrà farlo, basterà che indichi nel testamento biologico che accetterà tutti gli accanimenti terapeutici possibili e necessari, oppure non farà il testamento biologico, che non sarà certo obbligatorio. Mi sembra tanto semplice.

        • borg ha detto in risposta a Roberto Dara

          ma non c’è proprio discussione. io ho un’assicurazione sulla vita, se muoio,mio figlio si becca il malloppo. nessuno mi ha obbligato. pero’ se prima di morire cambio idea perchè scopro che egli mi ha avvelenato, sono fregato. ebbene accetto il rischio. ogni testamento include dei rischi e ognuno è libero di valutarli.

          • Fabio Moraldi ha detto in risposta a borg

            Il tuo esempio non è adeguato perché paragoni la perdita di soldi (“il malloppo”) con la perdita della vita, valori che sono infinitamente diversi.
            Ripeto come già detto a Dara: quando c’è in gioco la vita, nessuno può prendersi la briga di rischiare di uccidere una persona consapevole della possibilità che abbia nel frattempo cambiato idea e non riesca a comunicarlo.

            • borg ha detto in risposta a Fabio Moraldi

              ma è cosi’ per tutto. io per esempio voglio un funerale laico perche’ non credo che in punto di morte cambiero’ idea. tu, con lo stesso principio, non mi daresti possibilita’ di scegliere.

              • Fabio Moraldi ha detto in risposta a borg

                Vuoi un funerale laico perché l’ateismo è sempre succube, imitatore e dipendente dal cattolicesimo? Benissimo, organizzati politicamente e fidati della democrazia, io di certo non ostacolerò questa divertente e imbarazzante iniziativa.

        • Fabio Moraldi ha detto in risposta a Roberto Dara

          La replica non è adeguata: essendo il testamento una pratica pericolosa (per i motivi esposti sopra, come dalla Fallaci), la Medicina non può accettare questo rischio e lasciare il peso sulle spalle di semplici cittadini non competenti di medicina e di conseguenze della disabilità. Infine non è accettabile il rischio di uccidere una persona contro la sua stessa volontà, anche se lui stesso ha voluto correre tale rischio firmando un biotestamento.

        • beppina ha detto in risposta a Roberto Dara

          Non penso sia così banale la cosa e non penso che il problema possa essere liquidato dichiarando semplicemente che una persona deve essere sempre libera di fare quello che vuole. Ufficializzare la possibilità di autogestirsi e programmare la fase finale della propria vita umana apre nuove strade senza però poterne programmare le regole di circolazione. Ad esempio una persona che “subisce” il contesto sociale circostante perché più debole (per vari motivi) si potrebbe trovare indotto ad imboccare questa nuova strada perché, ad esempio, si é formato l’idea di non dover essere mai considerato “peso” e con tale scelta risolverebbe a posteriori tanti problemi alle persone che gli stanno attorno e che si potrebbero trovar costrette ad accudirlo in una possibile fase terminale problematica del suo essere fisico.
          La realtà é che non é possibile arrivare al “positivo” senza passando attraverso il “negativo”; forse, dico forse, una volta aperta questa nuova possibilità, una persona potrebbe trovarsi nelle condizioni, anche senza effettivamente volerlo, di intraprenderla; ciò non solo a discapito suo ma anche a discapito di chi, attorno, gli vuole bene.

    • Penultimo ha detto in risposta a Luigi Pavone

      Pavone:

      DICHIARAZIONE ANTICIPATA DI TRATTAMENTO

      Cosa vuol dire anticpita?

      Cosa è una anticipiazione?

  4. Penultimo ha detto

    Allo scatafascio totale.

    Adesso sono certo che rifaranno le poleis e andranno a competere con le superpotenze economiche.Se non c’è sinergia decisionale tra enti locali e stato centrale,non c’è stato,se non c’è stato non c’è nazione,se non c’è nazione non c’è unità,”eviva saremo tutti liberi!Ognuno nel suo comune!Con le proprie leggi ad Hoc”,poi verra la Germania,la Cina ecc ecc si compreranno tutti i sistemi di impresa e tu sarai uno schiavo,perchè hai spacciato l’anarchia per liberazione del popolo.

    Un plauso dunque all’indipendenza degli enti locali indipendenti dallo stato.

  5. Penultimo ha detto

    Bisogna se mai separare l’accanimento terapeutico dall’eutanasia.E capire quali sono i casi rientranti nell’accanimento terapeutico e quali nell’eutanasia.On da evitare le “Action T4” (vedere su google il termine).E in questo bisogna che ci sia collaborazione non opposizione,perchè ho interesse a capire cosa è l’accanimento terapeutico e cosa è l’eutanasia ,cosa è il suicidio.Dove sono i limiti che fanno passare da l’uno all’altro con ineludibile certezza.

    SE è per questo non c’entra nulla il dolore fisico,infatti esistono tantissimi farmaci in grado di eliminare il dolore fino a morte naturale.

    Il problema e che quel tipo di dolore che si prova nessun farmaco può toglierlo.Non è il dolore fisico il problema ma quello psicologico

  6. GT ha detto

    È razionale anticipare con una scelta qualcosa di mai sperimentato?
    Trovarsi in queste situazioni è fare un salto nel buio.
    La verità è che spesso la vera paura è l’ignoto. Si condanna la vita umana in modo istintivo e primitivo con queste leggi. Pavone avete smesso di credere nella Scienza?

    • Penultimo ha detto in risposta a GT

      Non è razionale,sarebbe razionale se la scienza fosse statica non dinamica.Ma è Dinamica (in continua evoluzione),specie nel campo medico e biomedico.

  7. Penultimo ha detto

    Pavone non ho capito la tua ragionevolezza sul piano logico.Riscrivila perche e mostruosa e da incorniciare a momerandum delle fallacie.

    o e inutile dunque non e pericoloso
    o e pericoloso dunque e utile

    se fumare e inutile e allora non e pericoloso
    se fumare e pericoloso e utile

    con questi ragionmenti fallaci muoiono un sacco di persone di tumore.

  8. Nei commenti non vedo comunque comparire l’argomento necessario di base: il suicidio non è moralmente accettabile. Controbattere semplicemente facendo notare la possibile pericolosità del testamente biologico, è avere già ammesso come buona la violazione di un principio morale fondamentale. Non ci deve essere libertà di suicidio.

    • Pino ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

      ma il testamento biologico non sta in piedi, non solo dal punto di vista morale, ma anche dal punto di vista giuridico. E’ questo che non si riesce a capire.

  9. Penultimo ha detto

    Infatti mi sa che è un argomento sopresso.
    Essendo che sudetto caso dovrebbe essere incluso tuttavia credo bisogni stabilire se il rifiuto all’accanimento terapeutico è suicidio,ovvero verificare sul perchè il rifiuto dell’accanimento terpaeutico non è suicidio,ma l’eutanisia si.

    Di norma comunque al livello di “vita”,noi non la autodeterminiamo,non scegliamo di vivere perchè non scegliamo di nascere.

    L’unica cosa che possiamo fare è togliercela (atto irrazionale)ma il fatto che la togliamo non implica che la abbiamo autodeterminata,ma semplicemente autodeterminiamo la morte non la vita.

    Penso che le abbia ragione sarebbe da capire meglio il concetto di “suicidio” accanimento terapeutico,e eutanasia (nelle sue forme)

  10. Pino ha detto

    su questo argomento sono mesi che scrivo sempre lo stesso commento ma mi vedo costretto a ripetere sempre le stesse cose perchè noto che le argomentazioni favorevoli all’eutanasia sono sempre le stesse trite e ritrite considerazioni che lasciano il tempo che trovano. Quello che ho sempre fatto osservare è che una cosa è una fattispecie astratta contenuta in una legge, altro è la sua interpretazione concreta che, essendo affidata ad un medico, può poi risultare in un comportamento totalmente sganciato da qualsiasi aderenza alla legge stessa o alla effettiva volontà del singolo. E’ ovvio sia così, perchè in questi casi non esiste qualcuno che emetta un giudizio sul caso in questione, giudice giuria e giustiziere sono la stessa persona, il medico. Aprendo la porta a legislazioni di questo tipo si apre la strada ad abusi di qualsiasi tipo.

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