Leone XIV non minimizza: «In Nigeria persecuzione dei cristiani»
- Ultimissime
- 19 Nov 2025

Papa Leone XIV interviene sui cristiani perseguitati in Nigeria. Lo disse anche Dondal Trump ma molti minimizzarono al “conflitto civile”, tra essi il card. Parolin.
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Semplice conflitto sociale? No, in Nigeria i cristiani vengono perseguitati.
A dirlo è stato domenica direttamente Leone XIV al termine dell’Angelus, mandando in frantumi i tentativi di minimizzare l’emergenza nigeriana.
Leone XIV sui cristiani in Nigeria
Papa Prevost ha lanciato un messaggio forte e senza ambiguità, denunciando le violenze contro i cristiani in varie parti del mondo.
Tra i Paesi citati in cui «i cristiani subiscono discriminazioni e persecuzioni», Leone XIV cita il Bangladesh, la Nigeria, il Mozambico e il Sudan.
Da qui, ha proseguito, «giungono spesso notizie di attacchi a comunità e luoghi di culto».
Ieri sera, nella consueta intervista del martedì uscendo da Castelgandolfo, il Papa ha ribadito il pericolo in Nigeria «per i cristiani», ma anche per «i musulmani» massacrati dai fondamentalisti.
Ha però sottolineando che «molti cristiani sono morti, e penso sia molto importante cercare il modo in cui il governo e tutti i popoli promuovano un’autentica libertà religiosa».
Trump e le minacce alla Nigeria per i cristiani
Questa presa di posizione per molti sembra naturale e ovvia.
Eppure arriva poche settimane dopo le polemiche internazionali scatenate dell’escalation diplomatica creata da Donald Trump nei confronti proprio della Nigeria, quando ha bruscamente intimato al governo di interrompere la sistematica uccisione dei cristiani.
In caso contrario, aveva dichiarato, arriveranno penalità economiche e un’incursione militare contro i terroristi.
La tipica bellicosità trumpiana la si conosce, purtroppo, tuttavia aveva finalmente scosso il presidente nigeriano Bola Tinubu tanto che aveva annunciato l’immediata disponibilità a cooperare.
Chi minimizzava: “Solo conflitto sociale”
La notizia ha fatto il giro del mondo e la polarizzazione politica ha portato molti analisti e giornalisti a reagire pavlovianamente in ottica “anti-trumpiana”, smentendo che in Nigeria vi sia davvero un attacco mirato ai cristiani.
Anche in ambito cattolico, purtroppo, c’è chi come il missionario comboniano Giulio Albanese ha sostenuto che la persecuzione dei cristiani in Nigeria sia un’invenzione degli ambienti conservatori americani e, facendo riferimento a fonti governative nigeriane (non proprio una fonte imparziale!), ha suggerito che «i gruppi jihadisti non operano secondo una logica confessionale».
Così, «le violenze jihadiste» sarebbero da ricondursi a «fattori economici, territoriali e istituzionali più che in una mera contrapposizione religiosa».
Dello stesso avviso, a sorpresa, anche il segretario di Stato vaticano card. Pietro Parolin, che ha minimizzato a sua volta il conflitto definendolo «di tipo sociale, per esempio tra gli allevatori e gli agricoltori».
Anche lui ha citato la mancanza di distinzione delle vittime da parte dei gruppi estremisti.
Per le fonti vaticane è persecuzione mirata
Effettivamente la situazione è complessa e articolata e i due religiosi hanno in parte ragione ma, come abbiamo fatto notare, questa lettura soft contraddice gli stessi vescovi cattolici nigeriani.
Addirittura mons. Wilfred Anagbe, vescovo di Makurdi, parla esplicitamente di “genocidio“, dichiarazione rilanciata dalla fondazione pontificia “Aiuto alla Chiesa che soffre” come “verità”.
“Vatican News” ha invece diffuso l’appello del sacerdote nigeriano don Joseph Bature Fidelis, in cui si parla di «sterminio» dei cristiani.
Parlando di numeri, inoltre, l’organizzazione “Open Doors” sottolinea che «sono più i cristiani che i musulmani ad essere uccisi dagli estremisti»: un cristiano avrebbe 6,5 volte più probabilità di venire ammazzato rispetto a un musulmano.
Secondo un altro rapporto, nel 2024 dei 4.476 credenti in tutto il mondo che sono stati uccisi per la loro fede, 3.100 provenivano dalla Nigeria.
Proprio l’altro ieri i terroristi hanno rapido l’ennesimo sacerdote, padre Bobbo Paschal, parroco della parrocchia di Santo Stefamo a Kagarko. La fondazione pontificia “Aiuto alla Chiesa che soffre” ne ha dato notizia ricordando che il governo USA intende definire la Nigeria come Paese di particolare preoccupazione a causa della «continua incapacità del governo nigeriano di salvaguardare le minoranze, in particolare le comunità cristiane, dagli attacchi mirati».
Pur avendo dimostrato di essere in forte contrasto con le politiche migratorie di Trump, le parole di Leone XIV sulla «persecuzione e discriminazione» dei cristiani in Nigeria appare una precisa presa di posizione, contrapposta alle narrazioni più diplomatiche ed ecumeniche.
Non è passato inosservato tra l’altro che ieri il Papa abbia fatto riferimento proprio al governo nigeriano invitandolo a promuovere la libertà religiosa, quasi avvallando la necessità di un intervento delle autorità governative locali.

AGGIORNAMENTO 21/11/2025
Un commando armato ha fatto irruzione nell’istituto cattolico Saint Mary in Niger, sequestrando oltre 300 studenti.
“Vatican News” ha riportato la notizia ricordando la minaccia di Donald Trump di un intervento militare rapido e anche l’ennesima giustificazione dei politici nigeriani sulla mancata protezione dell’istituto.
E’ intervenuto anche il vescovo di Makurdi, mons. Wilfred Anagbe, che ha denunciato chiaramente la «persecuzione dei cristiani», ben lontano da qualunque minimizzazione ecumenica. «Le chiese vengono bruciate, i villaggi saccheggiati, le famiglie distrutte. Innumerevoli persone sono state massacrate come animali e tutto a causa della loro fede».
Il vescovo africano ha inoltre spiegato che «sia cristiani che musulmani vengono uccisi. Ma non sono i cristiani a uccidere i musulmani». Ha quindi invitato la Chiesa universale e alla comunità internazionale di «svegliarsi» per non diventare complici della persecuzione in atto.

















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