Scoperta l’enorme diga di Gerusalemme costruita dai re biblici

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La monumentale diga di Gerusalemme anticipa la grandezza della città, collocandola già al tempo dei re biblici Giosia e Amasia. Fornisce una cornice storica ai racconti biblici.


 

I re biblici ci sapevano davvero fare.

L’ultima scoperta archeologica a Gerusalemme è tra le più imponenti e racconta una storia di lungimiranza e ingegneria avanzata, capace di rafforzare l’immagine di un regno biblico fervido e organizzato già nel IX secolo a.C.

Esattamente come lo descrive l’Antico Testamento.

 

La diga di Gerusalemme creata dai re biblici

Al centro dello scavo, un muro di diga monumentale, alto circa 12 metri e spesso oltre 8, ora completamente emerso e datato con precisione a un periodo tra l’805 e il 795 a.C. E’ il più grande dell’intera regione.

Il contributo decisivo è arrivato da uno studio appena pubblicato sulla rivista peer-reviewed della National Academy of Sciences in cui si rende noto il responso della datazione al radiocarbonio realizzato dal Weizmann Institute of Science su alcuni frammenti di paglia trovati nel calcestruzzo della diga.

La rapida degradazione di questo materiale organico ha garantito una cronologia affidabile, un approccio che ha richiesto estrema cura nella selezione del campione.

E’ appunto questa precisione scientifica che sposta indietro di oltre un secolo l’inizio della grandezza di Gerusalemme, collocandola già ai tempi dei re biblici Giosia e Amasia, prima ancora del regno di Ezechia.

L’esistenza storica di Re Ezechia fu confermata nel 2015 con la scoperta di un sigillo reale recante il suo nome.

 

Difesa della città da inondazioni e nemici

Lo scenario climatico dell’epoca completa il quadro: sedimenti del Mar Morto e stalagmiti della grotta di Soreq mostrano un periodo caratterizzato da aridità accentuata e precipitazioni intense ma fugaci, capaci di scatenare inondazioni improvvise.

Era già noto, ad esempio, il famoso “Tunnel di Ezechia”, costruito intorno al 700 a.C. per convogliare l’acqua dalla sorgente di Gihon verso la piscina di Siloam.

L’imponente diga nella parte bassa di Gerusalemme e i relativi canali fatti costruire dai re biblici si rivolsero evidentemente a questi elementi naturali: sofisticati sistemi idrici per contenere le piene e garantire scorte d’acqua nei momenti di scarsità.

Una scoperta, dicevamo, che conferma i numerosi passi biblici in cui si accenna a queste costruzioni.

Nell’Antico Testamento, ad esempio, si parla di Re Ezechia e delle sue prodezze, citando proprio la «costruzione del serbatoio e dell’acquedotto per portare l’acqua in città» (2 Re 20,20).

In un altro Libro biblico si riferisce la capacità di «ostruire tutte le sorgenti e il torrente che attraversava il centro» di Gerusalemme per impedire l’assedio dei re d’Assiria (2 Cronache 32,2-4)

La presenza di una tale infrastruttura indica anche che la città possedeva risorse, competenze tecniche e capacità amministrative fino a poco tempo fa sottostimate per quell’epoca.

Mai prima d’ora era emersa con tanta chiarezza una Gerusalemme del IX secolo robusta e proiettata verso il futuro.

 

I re biblici che costruirono la diga

Il ritrovamento spinge gli storici e gli archeologi a rivedere le fonti bibliografiche e ad imparare di più sui sovrani antecedenti a Ezechia.

La diga, dicono gli autori della scoperta, potrebbe esser stata iniziata sotto il regno di Giosia e conclusa con il re biblico Amasia, oppure creata integralmente da uno di essi. In ogni caso, promette nuove linee di indagine e, forse, nuovi reperti da mettere in luce.

Questo ritrovamento aggiunge una nuova tessera a un mosaico già complesso: la Gerusalemme dell’età del Ferro non era solo un centro religioso, ma anche un polo amministrativo e tecnologico di primo piano.

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Tra quelle pietre è racchiusa una civiltà che ha saputo costruire opere imponenti per proteggersi dalle sfide ambientali dell’epoca e per tutelare Gerusalemme dai suoi nemici, un’immagine che collima con quella dei libri storici della Bibbia.

Una scoperta archeologica che restituisce quindi ancora una volta una cornice storica alle cronache veterotestamentarie, spesso considerate leggendarie.

Autore

La Redazione

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