Destra e sinistra nella Chiesa: verso un equilibrio possibile

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Un’analisi della polarizzazione in atto nella Chiesa tra destra e sinistra, tra Modernismo e Tradizionalismo. In cerca di un equilibrio. La riflessione del filosofo Pietro Calore.


 

di Pietro Calore*
*filosofo e scrittore

 

È un fenomeno noto quello per cui, in momenti di difficoltà, una società tende a cercare, al suo interno, elementi identitari e, all’esterno, nemici per raccogliere le energie e tentare una ripartenza.

Poco importa se questi elementi vengono inventati o caricati di una storia inesistente (come nel caso della totalità dei nazionalismi) o se i nemici sono del tutto fittizi.

Già lo storico romano Sallustio parlava dell’importanza della “paura del nemico” («metus hostilis»1 La Guerra giugurtina, 41, 2) come fattore di coesione sociale. L’antropologo René Girard2Il capro espiatorio, 1982 (ben preceduto da romanzieri quali Manzoni e Orwell, e dalla filosofa Hannah Arendt3Le origini del totalitarismo, 1949) ha spiegato in modo esaustivo l’importanza della costruzione del feticcio del “capro espiatorio”, (al pari degli untori, dell’Estasia e dei sabotatori stranieri) per il mantenimento dell’ordine sociale.

Ora, questo fenomeno sociologico è inevitabile che si presenti dentro quella società che è la Chiesa nella sua componente umana fallibile.

Quello però che non è accettabile è che non venga riconosciuto o che non venga vissuto come un problema o che per di più lo si fomenti tra parti della Chiesa stessa. Tutto ciò, invece, accade ormai da decenni nella forma della contrapposizione tra modernisti e tradizionalisti.

 

Destra e sinistra, la polarizzazione nella Chiesa

Come risposta alla crisi determinata dall’avanzare della modernità e della secolarizzazione (dopo il turning point della Rivoluzione francese), ampi settori della Chiesa cattolica hanno ricercato appigli identitari e hanno proiettato le cause di questa crisi su nemici esterni e interni innescando, falsificazioni storiche, crociate e guerre civili.

Sul lato sinistro, il cattolicesimo liberale di metà ‘800 individuò nella Tradizione il male in assoluto della Chiesa.

Finì, quindi, per inventarsi il mito di una “Chiesa primitiva” incorrotta a cui tornare, accreditò il metodo storico-critico tanto più sosteneva tesi dissacranti e si lanciò in smaniose ricerche di novità, in rottura con la gerarchia voluta da Cristo e con un armonioso sviluppo del Magistero, meritandosi dunque a buon diritto, il marchio di “Modernismo” e le reprimende dei Papi, in particolare di Pio X4Lettera Enciclica Pascendi Dominici gregis, 1907.

Sul lato destro, in senso opposto e contrario, il cattolicesimo intransigente finì per fare della Tradizione un assoluto nel senso antiquario ben espresso da Nietzsche5Sull’utilità e il danno della storia per la vita, intr. di G. Colli, Adelphi, Milano 1974, § 3, pp. 24 ss., meritandosi l’appellativo di “Tradizionalismo” e giungendo a rigettare ogni comprensione storica del Testo Sacro, a fare della Chiesa della Controriforma l’approdo ultimo e irriformabile della sua storia e dei modernisti l’origine occulta di ogni problema.

In ambito filosofico, questa polarizzazione ha portato a prese di posizione assolutizzanti.

 

Un equilibrio tra Modernismo e Tradizionalismo

Il Modernismo ha abbracciato in modo acritico ora il Marxismo (nel caso della Teologia della liberazione) ora la Fenomenologia e l’Esistenzialismo (nel caso della “svolta antropologica” di Karl Rahner) e, negli ultimi tempi, le Teorie di genere.

Il Tradizionalismo si è accompagnato a posizioni filosofiche ora liberiste ora fasciste, ha elevato il Tomismo e il Realismo aristotelico a uniche filosofie coerenti con la fede cattolica, in contrapposizione non solo a tutta la filosofia ma anche ad ampie fette della scienza moderna (p. es. contrastando la teoria darwiniana dell’evoluzione).

Ebbene, una volta compreso questo fenomeno nella sua gravità “umana, troppo umana”, prima di ogni azione positiva occorre rigettarne con convinzione i frutti velenosi.

Pertanto, all’inizio di questo blog, non oso offrire al lettore soluzioni se non un’indicazione programmatica che mi sforzerò di fare mia d’ora in poi e che spero di diffondere nel dibattito culturale cattolico: ogni esclusivismo è una chiara red flag di deriva anti evangelica e bisogna tenersene lontani.

Cristo stesso disse: «Chi non è contro di noi, è per noi» (Mt, 9, 40); e San Paolo: «Analizzate ogni cosa, tenete ciò che è buono» (1Ts 5,21).

Se poi si considera che su comando di San Pietro, la Fede deve essere messa in relazione con il mondo «con dolcezza e rispetto e una retta coscienza» (1 Pt 3, 15-16), in base a quanto detto finora, da filosofo cristiano mi sento di affermare che solo il pluralismo è evidente garanzia della bontà del metodo con il quale lo si fa.

Perciò sarà la mia bussola nel farlo, con filosofia, storia, letteratura e scienza. Solo così, nel circolo virtuoso indicato da S. Agostino, da credenti potremo capire la complessità del reale e potremo capire per credere.

Ad Maiorem

 


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Autore

Pietro Calore

13 commenti a Destra e sinistra nella Chiesa: verso un equilibrio possibile

  • Li ha detto:

    Allora sono convinta anche io che sia opportuno perseguire una strada intermedia estraniandosi dalla guerra in corso tra queste due fazioni, mi chiedo però se l’autore abbia valutato che mentre il modernismo è stato condannato come eresia della chiesa, altrettanto non è stato fatto per il tradizionalismo. Si configurano perciò due realtà trattate diversamente almeno agli occhi della Chiesa

    • Pietro Calore ha risposto a Li:

      Cara Li, scrivendo l’articolo mi sono posto la questione e non posso che darti ragione.
      D’altro canto è vero però che la fraternità Pio X di Mons. Levebvre è stata scomunicata per il suo rifiuto del CVII.
      Per cui se è vero che manca un documento esplicito di condanna come c’è per il Modernismo, per i capisaldi della dottrina fatta propria dalla congerie dei movimenti tradizionalisti (che ho brutalmente riassunto nell’articolo e che è me) di fatto esiste una condanna da parte della Chiesa.

      • stefano mc ha risposto a Pietro Calore:

        Però converrai che non è proprio la stessa cosa scomunicare integralmente un’ideologia come il modernismo e scomunicare una singola realtà del tradizionalismo. Al di là del fatto che vado in accordo gran parte di quello che hai scritto Pietro!

        • Pietro Calore ha risposto a stefano mc:

          Certamente, infatti sottolineavo come quella scomunica in realtà stigmatizzasse diversi punti chiave del Tradizionalismo, composto da una congerie di correnti, tutte però accomunate da un certa refrain anticonciliare che la Chiesa ha condannato.

      • stefano mc ha risposto a Pietro Calore:

        Quando scrivi “che ho brutalmente riassunto nell’articolo e che è me” non ho capito cosa intendi, forse si è tagliata la frase

        • Pietro Calore ha risposto a stefano mc:

          Esatto, non considerare le ultime parole senza senso ahah

  • Paolo Giosuè ha detto:

    La questione delle due anime della Chiesa è reale. La storiografia laica è ancorata saldamente e senza opposizione dal paradigma cartesiano, hegeliano e gramsciano, dualista e dialettico. Quello cattolico ha diverse anime, quello controrivoluzionario (Plinio Correa de Oliveira, Roberto de Mattei), quello reazionario (secondo i progressisti) ossia il neotomismo (Gilson, Maritain -sfumato-, Fabro), quello delnociano (assunto sia dai tradizionalisti che dai progressisti), quello neoclassico (Severino, Bontadini, Barzaghi). Io sarei più mariano: o si è nominalisti, idealisti radicali (secolari: materialisti, marxisti culturali,deterministi, transumanisti, positivisti giuridici, come nelle democrazie, dove vige il criteroio del consenso, ossia del potere della maggioranza, e dei più forti, delle elites,sui più deboli; o religiosi: modernisti, Rahneriani, tanta parte della teologia contemporanea: niente soprannaturale, tutto simbolico, teologumeno, deellenizzato, contestualizzato, storico critico niente metafisica tomista, niente Dei Verbum) o si è idealisti moderati (scotisti, mariani, medjugoriani). Per quanto riguarda l’evoluzionismo, parlo da uomo di scienza, non filosofico ( ” se dovete chiedere come guarire il corpo chiedetelo a Galeno, per l’anima invece ad Agostino”, diceva Alberto Magno), è ridicolo ( va contro la legge dell’entropia e dell’entalpia, va contro la medicina clinica, la biologia molecolare e la genetica, scienze nate negli anni ’60 del secolo scorso: non ci sono specie macromutanti fertili), non scientifico (non raggiunge nemmeno il secondo grado di credibilità, quella statistica). Gli ominidi sono specie estinte, non esseri umani. Non è necessario scomodare la teologia (il fondamentalismo), basta la scienza. Se poi proprio vogliamo salire alla teodicea cattolica, ebbene lì siamo proprio al riparo dalla paleontologia: e vediamo anche che il primo peccato, degli angeli ribelli, non solo non era biologico, ma era pure anticipatore del peccato anticristico attuale, quello gnostico, per il quale il corpo è cattivo, sporco, “dimidiato”, da relegare al popolo “bue”, e quello che conta è la volontà, separata cartesianamente e “angelicamente”, “dignitosamente” a incarnare l’autodeterminazione, i diritti individuali (contraccezione, aborto, FIVET, omogenitorialità, eutanasia) liberal-massonica, radicale. Ma il ritorno al Padre, al riconoscimento della sua Signoria, mediato dal principio femminile della redenzione: Sion-Maria- Madre Chiesa, ci garantirà la salvezza, nelle sue due dimensioni ( aristotelico tomista, tradizione, dottrina, teocentrismo; francescanesimo, volontarismo, promozione umana, pastorale) alleluia! Ottimi e forse insuperabili esempi di superamento della logica tradizionalismo (conservatorismo) e progressismo (liberalismo), ottica stolta con cui i media valutano tutto, sono stati la “Dominus Iesus” del 2000 e la “Dignitas Infinita” dell’anno scorso.

  • antony ha detto:

    COndivido la necessità di ritenerlo un problema e anche di non immischiarsi nella lotta tra fazioni. bella l’idea del blog

    • Pietro Calore ha risposto a antony:

      Grazie! Allora ci risentiremo presto, un paio di settimane circa.
      Se le piacciono i contenuti, li faccia conoscere ai suoi amici

  • antonello ha detto:

    Ma il magistero della Chiesa, come si esprime di fronte a questo fenomeno di contrapposizione che vede troppo spesso coinvolti ampie fasce di fedeli ?
    Aldila’ delle teorie filosofiche e sociologiche, esiste un documento ufficiale che spiega che cosa e’ la Chiesa ( Lumen gentium )
    Se’ esiste il problema ( molto piu’ vasto di quello che si possa credere ) e’ necessario che le gerarchie ne parlino e offrano ai fedeli una chiave di lettura
    indicando la giusta linea interpretativa usando un linguaggio chiaro , cosi’ come chiaro e’ il Vangelo .
    Insomma , cari amici, quale e’ l’idea di ” CHIESA ” che abbiamo? Questo e’ il punto.

    • Paolo Giosuè ha risposto a antonello:

      Antonello, sebbene la Lumen Gentium rimanga il testo magisteriale fondamentale su questo tema, l’interpretazione del Concilio non è sempre stata coerente. Benedetto XVI ha dedicato gran parte del suo pontificato proprio a questo tema, proponendo una lettura della Chiesa radicata sia nella Lumen Gentium che nell’intera Tradizione, resistendo sia alla tentazione di “reinventare” la Chiesa sia al rischio di fossilizzarla.

      Per Benedetto, la Chiesa non è prima di tutto un’istituzione umana, ma un mistero: il Corpo di Cristo, nato dal Suo costato e vivificato dallo Spirito. Non è semplicemente “nostra”, ma dono di Dio, sacramento di salvezza nella storia. La sua struttura non è burocratica ma sacramentale, con l’Eucaristia al centro e l’episcopato, in comunione con il Successore di Pietro, come suo visibile principio di unità.

      Era profondamente consapevole dell’opposizione e della confusione che molti fedeli sperimentano. Per questo insisteva su un’ermeneutica della continuità del Concilio, non della rottura. La Chiesa deve parlare chiaramente, sì, ma sempre come Madre e Sposa, non come partito politico o ideologia. La chiarezza del Vangelo non è semplicismo, è verità luminosa, incarnata nella carità.

      Quindi, per rispondere alla tua domanda: la nostra idea di Chiesa deve essere cristologica, eucaristica e mariana. Solo questa visione resiste sia alla frammentazione laicista, modernista che alla tentazione autoritaria, clericale. Ed è proprio la visione che offre il Magistero, se letta con il cuore della Chiesa, non con la logica del mondo.

    • Pietro Calore ha risposto a antonello:

      Caro Antonello, stavo per mettermi a scrivere una risposta più articolata ma poi ho visto la risposta di Paolo Giosuè e mi limito a sottoscriverne ogni riga!

      • antonello ha risposto a Pietro Calore:

        Amici, anche i ” progressisti” e i ” tradizionalisti ” hanno una visione della Chiesa cristologica , mariana ed eucaristica. Se sbaglio correggetemi.
        Ma quando , per esempio , papa Francesco ha parlato dei neo pelagiani e del neo gnosticismo , mi ha fornito una spiegazione della tentazione dell’uomo a farsi interprete soggettivo del trascendente; anche quando ha parlato di famiglia e ha ribadito il concetto del matrimonio uomo/donna come unica unione sacramentale, ha espresso un concetto chiave della Chiesa Romana. Ecco , amici, lasciamo le ideologie a chi le coltiva, ma la Chiesa ha il diritto/dovere di applicare il suo Magistero per orientare verso la Verita’ i fedeli.Tutto questo deve essere visto all’interno del messaggio misericordioso che la fede ci impone, ma allo stesso tempo aspetto dalla Chiesa indicazioni per chi ha idee divergenti dal suo magistero( il tutto senza usare la Verita’ come una scure). Scusate se le mie parole non sono centrate dal punto di vista teologico, pero’, aldila’ di quello che ho potuto esprimere, rimane fondamentale la Carita’, senza la quale ogni discorso e ragionamento diventa paglia e vanita’.Agrappiamoci alla Madonna
        affinche cerchiamo Cristo in ogni circostanza. Che Dio abbia pieta’ di noi