Addio a Edoardo Boncinelli, lo scienziato scientista
- Ultimissime
- 22 Lug 2025

E’ morto Edoardo Boncinelli, scienziato e genetista competente ma affascinato dallo scientismo e dal riduzionismo antireligioso. In questi anni abbiamo risposto alle sue tesi più ardite.
Edoardo Boncinelli è stato senza dubbio una figura importante nel panorama scientifico italiano degli ultimi decenni.
Scomparso il 20 luglio 2025, all’età di 84 anni, ha scoperto i “geni-architetto” ed è stato un instancabile divulgatore.
Eppure, a fianco degli innegabili meriti, non si può sorvolare su quella visione del mondo riduttiva e monodimensionale che ha più volte ribadito: la scienza come unico metodo di conoscenza. Un dogma laico professato apertamente e senza rimpianti.
Più volte abbiamo analizzato, rispettosamente, il suo pensiero in questi anni, espresso chiaramente in una certa fissazione per il tema religioso. Ricordiamo alcuni suoi libri: “Quel che resta dell’anima” (Rizzoli 2013), “La scienza non ha bisogno di Dio” (Rizzoli 2013), “Contro il sacro: Perché le fedi ci rendono stupidi” (Rizzoli 2016).
Boncinelli, scienziato tentato dallo scientismo
Oggetto dei suoi attacchi -anche se più velati rispetto a quelli verso la religione-, era anche la filosofia. Così si esprimeva in un’intervista del 2018: «La filosofia è una palestra di pensieri vari e astrusi. D’altronde non c’è idea tanto bislacca da non essere stata proposta da qualche filosofo. Ammetto che ho una certa sfiducia nel potere conoscitivo ed educativo di questa disciplina».
La scienza invece, aggiungeva, «è l’unica su cui si possa fare affidamento», anche se, perlomeno in quell’occasione, non osò parlare di «verità».
Ma le idee che riteniamo controverse dello scienziato Boncinelli sono state tante, ovviamente in proporzione alle opere da lui pubblicate nella sua prolifica attività letteraria.
Le tesi (riduzioniste) di Boncinelli
Affascinato dall’immortalità che la scienza garantirebbe all’uomo, l’io di quest’ultimo lo spiegava come «una proprietà emergente di un chilogrammo e mezzo di neuroni, collegati a una buona parte del corpo». E a chi affermava di avere un cervello, rispondeva che è meglio dire che «questo cervello ha un io»1E. Boncinelli, Verso l’immortalità?, Raffaello Cortina 2005, p. 126.
Infatti, aggiungeva, chi lo ha deciso che «il vivente è per qualche motivo più nobile o superiore al non vivente?» La superiorità dell’umanità rispetto a un mattone era, per lui, «un’altra delle illusioni prodotte dal cervello»2E. Boncinelli, Verso l’immortalità?, Raffaello Cortina 2005, p. 129.
Naturalmente nessuno gli ha mai domandato se davvero -al di là dei suoi libri- paragonasse il valore dei suoi due figli a quello di un pugno di sassi, ad esempio, altrimenti avrebbe dovuto ammettere di essere anche lui vittima dell’illusione, come noi ed il resto dell’umanità.
Nei suoi testi emergeva poi una spiegazione molto semplice per tutto ciò che esiste: il dio caso. Punto.
«La nostra specie», scriveva Boncinelli, «è uno dei tanti capricci dell’evoluzione», mentre l’autocoscienza e la libertà sarebbero ridotte dalla scienza a «un intrico di scariche elettrochimiche»3E. Boncinelli, Verso l’immortalità?, Raffaello Cortina 2005, p. 126.
Bene, e che dire dell’intelligenza umana? Anch’essa «dovuta in gran parte al solito capriccio del caso»4E. Boncinelli, Verso l’immortalità?, Raffaello Cortina 2005, p. 117. Così come, per caso, va spiegata la coscienza, «una facoltà quasi spuntata dal nulla»5E. Boncinelli, Le forme della vita, Einaudi 2006, p. 156.
Ci si domanda che senso abbia la professione del divulgatore scientifico se poi è sufficiente concludere che il tutto nasce dal nulla grazie al capriccio casuale dell’evoluzione.
Non è un caso (!) che negli ultimi anni scrisse moltissimo di filosofia, forse annoiato dalla scienza come ipotizzato (dal minuto 36:31 in poi) dal filosofo Mario De Caro in un recente dialogo con il noto genetista.
E infatti, in altri contesti, la proverbiale sicumera dello scienziato Boncinelli risultò decisamente meno accentuata, come quando riconobbe che la teoria della generazione spontanea della vita «è oggi scientificamente insostenibile»6E. Boncinelli, Verso l’immortalità?, Raffaello Cortina 2005, p. 76, mentre l’evoluzione neodarwiniana «spiega benissimo certe cose, meno bene altre e pochissimo altre ancora» e «non possiamo dire che a tutt’oggi questa teoria sia in grado di rendere conto del tutto della macroevoluzione»7E. Boncinelli, Le forme della vita, Einaudi 2006, pp. 24-26.
Boncinelli, le risposte di UCCR in questi anni
Il noto scienziato si occupò molto anche di bioetica, a volte purtroppo strizzando l’occhio all’eugenetica.
«Potremo decidere noi quando, dove, con chi, come e perché procreare», scrisse nel 2015. «E forse anche che cosa generare, se mettere al mondo un essere vivente con queste o quelle caratteristiche. Chi parla di eugenetica, usa questo termine con una connotazione negativa, che spesso nella storia ha avuto, ma scorda che la parola contiene la particella “eu” che in greco vuol dire “bene” e “buono”».
Boncinelli riteneva l’etica laica «decisamente più moderna ed evoluta» e, proprio a questa tesi, rispondemmo nel 2015.
Una figlia spirituale di Boncinelli è certamente stata la saggista Chiara Lalli, oggi militante a favore della maternità surrogata e del suicidio assistito per conto dell’Associazione Luca Coscioni.
Fu grazie a loro due che conoscemmo Fortunato Tito Arecchi, professore emerito di Fisica all’Università di Firenze e vincitore del premio Enrico Fermi. Ci scrisse nel 2012 dopo aver letto una recensione di Lalli ad un libro di Boncinelli in cui sostenevano che le neuroscienze avrebbero reso superflua la nozione di anima.
Nacque una risposta di Tito Arecchi pubblicata sulla nostra testata, avemmo il piacere di risentirlo anche alcuni anni dopo, prima della sua scomparsa nel 2021.
Sempre su UCCR, la psicologa e psicoterapeuta Maria Beatrice Toro intervenne su un’altra tesi cara al genetista, contenuta nel libro “Contro il sacro”.
In quell’occasione, lo scienziato Boncinelli sosteneva che l’essere umano, in prede all’errore e alla paura, avrebbe inventato la dimensione trascendente e il sacro.
Se è giusto riconoscere a Boncinelli il valore delle sue intuizioni scientifiche ci è sempre sembrato altrettanto doveroso non accettare passivamente l’interpretazione ateologa che volle costruire intorno ad esse.
La scienza è un’impresa nobile e potente, ma non può e non deve pretendere di rispondere a questioni estranee al suo campo d’azione. Quando lo fa, tradisce sé stessa e diventa scientismo.















2 commenti a Addio a Edoardo Boncinelli, lo scienziato scientista
Ricordo con piacere da ragazzo la sua direzione di “Le Scienze”, l’edizione italiana di “Scientific American”, quando era ancora una rivista che si occupava soltanto di scienza e non anche di politica, sociologia o filosofia/religione.
Spero e prego che adesso abbia avuto risposta alle sue idee e che stia meglio di noi.
“La morte è l’esame finale”.
L’intelligenza e i successi scientifici di Boncinelli sono da ammirare. Si deve certo rispettare profondamente chi cerca onestamente la verità, anche se inciampa in errori. Ma non ci si deve tirare indietro di fronte alla posta spirituale in gioco, la salvezza dell’anima, riconoscere Gesù come Salvatore del mondo. L’ateismo non è semplicemente una teoria sbagliata; è una tragica interpretazione errata della realtà più importante: Dio.
Se il professor Boncinelli ha trascorso la vita a cercare il codice genetico dell’uomo ma non ha individuato il Logos che lo ha scritto, è un uomo che ha sfiorato l’orlo del mistero ma si è rifiutato di guardarlo in faccia.
Non è possibile e non voglio soffermarmi sul destino eterno di Boncinelli: è troppo difficile farlo anche per me, che sono un cristiano di nome. Ma posso gentilmente suggerire che la morte ha ora rivelato a Boncinelli verità che un tempo negava. E con un barlume di speranza possiamo affermare:
“Dio è molto più misericordioso di noi. Se Boncinelli avesse pronunciato anche il più debole ‘sì’ all’ultimo momento, anche nel silenzio della sua anima, Cristo sarebbe intervenuto.” Tutti si possono salvare, ma se si pentono.
Ora sa che l’Autore del DNA non è la cieca evoluzione, il caso e la necessità, ma l’amore divino riversato nei nostri cuori, lo Spirito Santo, alleluia! Che possa riposare in pace in questa scoperta.