Auguri a don Emilio, il prete biologo compie 100 anni!

prete biologo

Il centenario di don Emilio Palafox, prete biologo noto in Messico come riferimento spirituale di varie generazioni. “Conoscendo e studiando ho imparato a credere“, ha detto.


 

Ha raggiunto il traguardo dei 100 anni il sacerdote, biologo e scrittore Emilio Palafox Márquez.

Originario della Spagna, è una figura centrale nella diffusione dell’Opus Dei in Messico e testimone instancabile di una vita intrecciata tra l’apostolato, la ricerca scientifica e l’impegno culturale.

 

Don Emilio, la storia del prete biologo

Don Emilio si avvicinò all’Opus Dei nel 1940, mentre completava gli studi superiori a Valencia. Fu lì che incontrò san Josemaría Escrivá, fondatore dell’istituzione, durante un soggiorno nella residenza universitaria.

Questo incontro segnò profondamente la sua vita, aprendo la strada a una vocazione che avrebbe unito scienza e fede.

Dopo aver conseguito il dottorato in Biologia presso l’Università Complutense di Madrid, don Palafox percepì la chiamata a diventare sacerdote e ricevette l’ordinazione, dando inizio a un lungo e fruttuoso ministero. Solo pochi anni dopo, il 17 agosto 1951, sbarcò in Messico come il secondo sacerdote dell’Opus Dei nel Paese.

Nel corso dei suoi 74 anni di sacerdozio, don Emilio ha svolto il suo servizio pastorale in diverse regioni, fermandosi infine a Hermosillo, nello Stato di Sonora (Messico). Ma la sua missione non si è mai limitata all’ambito strettamente ecclesiale: ha saputo intrecciare la sua vocazione religiosa con le competenze scientifiche acquisite, offrendo un esempio concreto di armonia tra fede e ragione.

Nel settembre del 1951, infatti, si recò a Culiacán, dove oltre a tenere ritiri spirituali e offrire assistenza a gruppi di giovani, collaborò con un centro dermatologico specializzato nello studio della lebbra, mettendo a frutto le sue conoscenze sul funzionamento delle cellule epiteliali.

 

«Studiando e conoscendo ho imparato a credere»

In più occasioni, don Emilio ha testimoniato pubblicamente il legame profondo che lo unisce alla Chiesa.

«Sono cattolico per famiglia, ma poi per convinzione profonda», ha dichiarato:

«Per diventare sacerdote ho dovuto studiare seriamente la teologia, la morale, la Bibbia, il diritto canonico. E conoscendo, ho imparato a credere. Questo cammino mi ha portato ad amare profondamente la Chiesa cattolica, mia madre».

Ci hanno colpito queste parole. «Studiando e conoscendo ho imparato a credere».

Non sta affermando di aver iniziato a credere grazie allo studio, come se la fede fosse frutto di una deduzione intellettuale. Ma di aver imparato a credere.

Una sana distinzione tra una fede ricevuta e una fede maturata, dove l’approfondimento serio, profondo e sistematico degli elementi fondamentali della fede lo hanno guidato a una forma più piena e autentica di fede. Ha imparato a credere meglio, non semplicemente a credere.

Un piccolo esempio, tra tanti, di come la vita di un uomo possa essere un ponte tra i saperi e un riferimento spirituale per intere generazioni.

Autore

La Redazione

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