Il Papa si dissocia dal Sinodo tedesco, lo dicono i vescovi polacchi

Nel comunicato della Conferenza Episcopale polacca al termine dell’udienza di ieri con Francesco, si legge che il Papa ha preso le distanze dalle riforme progressiste del Sinodo dell’episcopato tedesco, tematica che preoccupa notevolmente i vescovi polacchi e la Chiesa in generale a causa del rischio di scisma.

 
 
 

Papa Francesco sempre più vicino alla Polonia.

Probabilmente grazie al grande impegno umanitario mostrato in queste settimane dai cattolici polacchi, il Papa sta manifestando grande sintonia con l’episcopato polacco.

Mentre venerdì prossimo incontrerà in Vaticano il presidente polacco, Andrzej Duda, l’altro ieri il Pontefice ha accolto in Vaticano il presidente della Conferenza episcopale polacca, mons. Stanislaw Gadecki.

Dopo aver ringraziato il Santo Padre per la consacrazione del mondo intero, in particolare Russia e Ucraina, al Cuore Immacolato di Maria e ha illustrato al Pontefice una panoramica delle attività missionarie delle parrocchie dopo lo scoppio della guerra.

 

Il Papa prende le distanze dal Cammino sinodale tedesco.

Secondo la Conferenza episcopale polacca, l’arcivescovo Gadecki ha espresso anche al Papa le sue preoccupazioni fraterne per il “Cammino sinodale” tedesco, ovvero il processo di riforma progressista chiesto ed intrapreso dai vescovi tedeschi sulla morale cattolica.

«Il Santo Padre», si legge nel comunicato, «è stato anche informato sulle difficoltà causate alla Chiesa universale dalle questioni sollevate – nelle parole del Papa – dalla cosiddetta “via sinodale” tedesca. Francesco ha preso le distanze da questa iniziativa».

La Santa Sede da parte sua non ha rilasciato comunicati sull’incontro e raramente lo fa a seguito di udienze papali private.

Risulta anche molto difficile che la Conferenza episcopale polacca possa pubblicare un documento ufficiale riportando frasi o circostanze inesatte o false.

 

In Germania, scisma per compiacere l’opinione pubblica?

L’obiettivo non troppo velato dei vescovi tedeschi, capitanati dal card. Reinhard Marx, è di «aggiornare» la dottrina su morale su imitazione delle denominazioni protestanti.

I partecipanti al Cammino sinodale, infatti, hanno votato a favore di documenti che richiedono preti sposati nella Chiesa latina, l’ordinazione delle donne, le benedizioni delle coppie formate da persone dello stesso sesso e le modifiche all’insegnamento cattolico sull’omosessualità.

Il Cammino sinodale ha subito critiche anche tra i cattolici tedeschi, alcuni si sono riuniti nell’associazione “Nuovo inizio” (neueranfang), esprimendo il fondato timore che gli sforzi per allineare l’insegnamento della Chiesa ai miti dell’opinione pubblica possano provocare uno scisma con Roma.

Minaccia ripetutamente respinta da Georg Batzing, presidente dei vescovi tedeschi.

Il presule polacco, mons. Gadecki, era già intervenuto fraternamente verso i vescovi tedeschi a fine febbraio, invitandoli a «restare fedeli all’insegnamento della Chiesa, non dobbiamo cedere alle pressioni del mondo o ai modelli della cultura dominante, poiché ciò può portare alla corruzione morale e spirituale», ha scritto.

L’intervento di mons. Gadecki è stato significativo poiché Polonia e Germania sono vicine e condividono un confine di quasi 300 miglia.

Ma ci sono differenze notevoli tra le due Chiese: oltre il 90% dei quasi 38 milioni di abitanti polacchi si definiscono membri della Chiesa, con il 36,9% dei cattolici che frequenta regolarmente la messa. Circa il 27% degli 83 milioni di abitanti della Germania, invece, si identificano come cattolici e solo il 5,9% ha partecipato alla messa nel 2020. Più di 220.000 persone hanno formalmente lasciato la Chiesa cattolica quell’anno.

 

Anche i vescovi del Nord correggono i tedeschi.

All’inizio di marzo, anche i vescovi cattolici della Scandinavia hanno espresso pubblicamente e fraternamente preoccupazione per la traiettoria del Cammino sinodale tedesco.

«Nella legittima ricerca di risposte alle domande del nostro tempo», si legge nella lettera indirizzata ai vescovi tedeschi da parte della Conferenza episcopale dei Paesi nordici (che riunisce i vescovi cattolici di Svezia, Danimarca, Norvegia, Finlandia e Islanda), «dobbiamo tuttavia rispettare i confini posti da temi che rappresentano aspetti immutabili dell’insegnamento della Chiesa».

 

Aggiornamento 30/03, ore 19
Il direttore della Sala Stampa vaticana, Matteo Bruni, ha risposto ad una domanda in merito all’incontro tra mons. Gadecki e Francesco spiegando che si tratta di un colloquio confidenziale e che la posizione ufficiale del Papa sul Cammino sinodale della Chiesa tedesca è espresso nella sua lettera ai cattolici in Germania del 2019.

Il contenuto di questa lettera è piuttosto chiaro, soprattutto quando precisa che «lo scenario presente non ha il diritto di farci perdere di vista il fatto che la nostra missione non poggia su previsioni, calcoli o indagini ambientali incoraggianti o scoraggianti, né a livello ecclesiale né a livello politico o economico o sociale. E neanche sui risultati positivi dei nostri piani pastorali».

La redazione

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