La conversione di Giuni Russo, folgorata da Santa Teresa d’Avila

Scopri la storia di Giuni Russo, celebre cantante italiana, la cui conversione al cattolicesimo e la fede profonda hanno influenzato la sua musica. Esplora le citazioni che svelano la sua spiritualità e la scelta di essere sepolta nel monastero delle Carmelitane Scalze, un legame con Cristo fino alla morte nel 2004..

 
 
 

Un anno fa è stato pubblicato “Armstrong”, l’album postumo di Giuni Russo, contenente brani inediti, a tredici anni dalla sua morte. La storia di Giuni Russo è poco conosciuta, soprattutto la sua conversione al cattolicesimo e la sua richiesta di essere sepolta nel monastero delle Carmelitane Scalze.

Secondo Maria Antonietta Sisina, sua amica e collaboratrice storica, Giuni meditava sugli “Esercizi spirituali di Sant’Ignazio di Loyola” e ne fu profondamente colpita. Sisina ha dichiarato: «Ho ancora con me il libro che lei leggeva con grande attenzione, con le sue annotazioni e sottolineature. Si chiedeva chi potesse guidarla in questo esercizio e dove trovare un sacerdote o una comunità per vivere un’esperienza simile».

 

Giuni Russo: l’ispirazione di Teresa d’Ávila

Più recentemente, Sisina ha raccontato che negli anni ’90 Giuni rimase affascinata dalla figura di Teresa d’Ávila. Ha spiegato: «A volte mi svegliava di notte e mi diceva: ‘Dobbiamo musicare questa donna, è meravigliosa’, e io rispondevo: ‘Ma figurati, è del 1500, non credo di riuscirci’».

La storica collaboratrice ricorda che un giorno, mentre erano in macchina, sentì Giuni cantare una poesia di Teresa d’Ávila. Non avendo matite o registratori e per paura di dimenticare la melodia che le era venuta in mente, continuò a cantare fino a quando arrivarono a casa e poterono registrarla. Così nacquero alcune delle sue canzoni, l’ispirazione arrivava improvvisamente.

 

Giuni Russo: il monastero come luogo di sepoltura

Si è parlato della sua omosessualità, anche se non l’ha mai mostrata apertamente. Invece, ha manifestato la sua attenzione per Edith Stein e Giovanni della Croce. Nonostante fosse autrice di canzoni più popolari come “Un’estate al Mare” o “Alghero”, ha interpretato la canzone “La sposa” insieme alle suore carmelitane di Milano.

Sisini ha raccontato: «Giuni era di casa in quel monastero, tanto che ha scelto di essere sepolta lì quando è morta. Durante la sua agonia, ho visto che fissava un angolo della stanza. Il suo viso si è illuminato e ha cambiato aspetto. Ha sorriso meravigliata, come se ci fosse una presenza celestiale nella stanza. Alla fine, Giuni era una persona innamorata di Cristo».

In un’intervista al Movimento Ecclesiale Carmelitano, intitolata “Muoio d’Amore per te” (non più rintracciabile online), la stessa cantante ha rivelato: «Non so cosa Teresa voglia da me, ma so che quella donna dice la verità. Ho trovato in Teresa la chiave per aprire le porte. Credo di aver capito che Teresa, come dice lei, ci aiuta a conoscere Gesù».

 

L’accettazione e la fede di Giuni Russo nella malattia

Successivamente, Giuni venne colpita da una malattia, il cancro, nel 1999. Nonostante ciò, nel 2003 ha partecipato a Sanremo con la canzone “Morirò d’amore per te”.

Cristiana Dobner, carmelitana scalza, era molto vicina a lei e ha raccontato: «Le sue braccia tese in preghiera sul palcoscenico di Sanremo non erano solo uno stratagemma pubblicitario. Giuni ormai viveva in una dimensione pura e purificata. Il suo sguardo, così affascinante e sereno, aveva una nuova trasparenza, rappresentava tutta la sua umanità, che conosceva la colpa. Quando cantava ‘Morirò d’amore per te’, quel ‘te’ avrebbe dovuto essere scritto con la T maiuscola, proprio per rappresentare Te: lo cantava da una terapia all’altra, mentre il suo corpo veniva divorato dall’inarrestabile verme».

In una delle ultime interviste nel 2004, Giuni Russo ha rivelato: «Ho fatto pace con la mia malattia. Ma nonostante la mia fede, ho avuto paura. Ho urlato, pianto e litigato con il Crocifisso. Alla fine, però, ho accettato la malattia in ginocchio».

 

Qui sotto il brano La Sua figura, le parole sono di San Giovanni della Croce.

 

La redazione

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6 commenti a La conversione di Giuni Russo, folgorata da Santa Teresa d’Avila

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  1. Alessandro ha detto

    Scopri la Tua presenza:
    mi uccida la Tua vista e la Tua bellezza!
    Sai che la sofferenza d’amore non si cura
    se non con la presenza e la figura.

    L’estate appassisce silenziosa
    foglie dorate gocciolano giù
    apro le braccia al suo declinare stanco
    e lascia la Tua luce in me.

    Stelle cadenti incrociano i pensieri,
    i desideri scivolano giù.
    Mettimi come segno sul Tuo cuore:
    ho bisogno di Te

    Sai che la sofferenza d’amore non si cura
    se non con la presenza della Tua figura!

    Baciami con la bocca dell’amore,
    raccoglimi dalla terra come un fiore.
    Come un bambino stanco ora voglio riposare
    e lascio la mia vita a Te.

    Tu mi conosci, non puoi dubitare:
    fra mille affanni non sono andata via.
    Rimani qui al mio fianco sfiorandomi la mano
    e lascio la mia vita a Te.

    Sai che la sofferenza d’amore non si cura
    se non con la presenza della Tua figura!

    Musica silenziosa è l’aurora,
    solitudine che ristora e che innamora.
    Come un bambino stanco ora voglio riposare
    e lascio la mia vita a Te.

    E cerco la presenza della mia essenza
    nella Tua figura.

  2. Sophie ha detto

    Ma non è stata con una donna fino alla fine?

  3. Andrea2 ha detto

    A giudicare dallo scarso numero di commenti questo articolo ha suscitato poco interesse ed è un peccato perché si tratta di una buona notizia.
    L’articolo mostra come, anche nella malattia e nella disgrazia, si può trovare una grande pace che aiuta e rasserena tantissimo il malato. E’ bello che nella sofferenza Giuni Russo si sia appoggiata alle Carmelitane Scalze di cui poco si parla ma che sono tra le pochissime persone che possono essere sicure che quello che fanno sarà utile per tutti gli uomini: cosa fanno? Pregano.

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