I bambini nel bosco vanno tolti, quelli senza mamma è progresso
- Ultimissime
- 28 Nov 2025

Quindi “non basta” l’amore, come si dice a favore delle adozioni omogenitoriali? Il caso della famiglia nel bosco apre interrogativi su altri scenari ritenuti un progresso.
Il tema è uno solo: qual è il miglior interesse dei bambini?
E’ su questo quesito che si gioca la vicenda dell’allontanamento dei bambini dai genitori Nathan Trevallion e Catherine Birmingham, una coppia che ha scelto di vivere con i loro tre figli in una casa isolata nei boschi di Palmoli, in Abruzzo.
Per mesi la loro presenza era stata segnalata ai servizi sociali, finché un’intossicazione da funghi ha portato l’intera famiglia al pronto soccorso e ha fatto scattare controlli più approfonditi.
Famiglia nel bosco, favorevoli e contrari
La decisione ha spaccato l’opinione pubblica e ogni schieramento sembra avere le sue ragioni.
Da un lato c’è chi difende l’intervento del tribunale perché la scelta dei genitori sarebbe stata troppo estremista e, comunque, non avrebbero il diritto di far vivere dei minori in mancanza di sicurezza, di cure adeguate, di istruzione regolare, di igiene minima e possibilità di socializzare.
Dall’altro lato c’è chi vede l’intervento del Tribunale per i minorenni dell’Aquila un’ingerenza intollerabile dello Stato nella vita privata, osservando che i genitori avrebbero preso una scelta salutare per i figli, a contatto con la natura, lontano dagli schemi e dalle schiavitù della società moderna. Solo uno stile di vita “non conforme”.
E’ giusto continuare ad interrogarsi su dove stia il vero interesse dei minori.
Il miglior interesse nelle adozioni gay?
Non ci interessa schierarci su questo caso specifico, ci limitiamo a osservare la sproporzione rispetto ad altre situazioni in cui il miglior interesse dei bambini viene completamente trascurato.
Ad esempio, quando i bambini vengono deliberatamente privati della figura materna per essere inseriti in contesti composti da due uomini omosessuali.
Magari dopo essere stati ordinati e comprati, come fossero delle merci, e partoriti da madri surrogate, dal cui grembo vengono strappati -dopo nove mesi di intensa relazione-, non appena nati.
Non solo pochi si domandano se il miglior interesse dei bambini sia renderli appositamente orfani di madre per soddisfare il desiderio di due adulti maschi, ma addirittura questo scenario viene celebrato come un passo in avanti verso la civiltà, come un diritto.
In questi casi, il discorso sull’interesse del minore sembra improvvisamente diventare secondario rispetto all’agenda culturale del momento. Ed è curioso che la giudice che ha firmato l’allontanamento, Cecilia Angrisano, frequenti convegni sulle famiglie LGBTQ+.
Ciò che nel contesto della famiglia nel bosco di Palmoli viene considerato violato dal tribunale, in un altro contesto — molto più palese e strutturale, come l’essere allontanati dal seno materno e fatti crescere senza mamma — viene presentato come progresso.
Resta quindi una domanda aperta, inquietante quanto necessaria: se l’interesse dei bambini è davvero il criterio guida, perché vale solo in alcuni contesti e non in altri?
“Basta l’amore”? E’ falso
Eppure sono anni che innumerevoli studi e ricerche indicando i problemi e i disagi a cui spesso vanno incontro i bambini che crescono all’interno di unioni omosessuali.
Certo, tante altre ricerche sostengono che non ci sarebbe differenza per i bambini nel crescere in queste circostanze ma, proprio recentemente, due ricercatori della Cornell University hanno riprocessato tutti gli studi sul tema concludendo che non emergono risultati a favore dell’omogenitorialità e vi è, al contrario, «solidità dei risultati» nelle indagini che mostrano criticità.
Allo stesso modo, altrettanti psicologi, psichiatri e pediatri smentiscono la facile retorica del “basta l’amore”, slogan abusato per giustificare le adozioni gay.
Se è così, come mai il “basta l’amore” vale in quei casi ma non per i bambini della famiglia nel bosco?
E non tanto per una minor capacità di questi adulti di essere bravi genitori, piuttosto per quello che la celebre psicologa Silvia Vegetti Finzi definisce come «l’impossibilità che il figlio di una coppia omosessuale possa confrontarsi, nella definizione di sé, con il problema della differenza sessuale».
Non a caso Giovanni Corsello e Alberto Villani, rispettivamente ex presidente e vicepresidente della Società italiana di Pediatria, si sono opposti alle famiglie omogenitoriali sottolineando che «il ruolo materno e il ruolo paterno sono fondamentali» e «non possono essere considerati solo i diritti della coppia o dei partner, ma va valutato l’interesse superiore del bambino».
Ecco, appunto. L’interesse superiore del bambino.












7 commenti a I bambini nel bosco vanno tolti, quelli senza mamma è progresso
E’ veramente encomiabile che questo sito si esprima chiaramente contro le abominevoli adozioni gay, ma purtroppo, nell’attuale Chiesa Cattolica, molti mercenari che si spacciano per pastori, proprio alla luce retorico/demenziale “basta l’amore”, sono favorevoli alle viziose smanie gay di genitorialità.
Dietro allo slogan “basta l’amore” c’è il sottinteso che l’amore è sempre una cosa buona. Ma questo è vero solo se è vero amore e non egoismo.
Qual è il vero amore di un genitore verso suo figlio? Vale ancora la risposta che diede Salomone 3000 anni fa. La vera madre è colei che vuole il bene del suo bambino anche a costo di rinunciare a lui. La falsa madre è colei che pur di tenerselo è pronta anche a vederlo morire.
Basterebbe recuperare le definizioni di Amore in Greco Antico:
– Eros (ἔρως): l’amore passionale e carnale, associato al desiderio e alla fertilità;
– Philia (φιλία): l’amore basato sull’amicizia profonda, la lealtà e la fiducia reciproca;
– Agape (ἀγάπη): l’amore incondizionato e puro, spirituale e altruista;
– Storge (στοργή): l’amore familiare, il legame naturale tra genitori e figli;1
– Anteros (᾿Αντέρως): l’amore corrisposto e reciproco per un partner o un coniuge;1
– Himeros (Ἱμέρος): l’amore che brucia di desiderio.
…e quindi?
… e quindi… era semplicemente un supporto al tuo intervento volto a puntualizzare come la cultura odierna ha perso il concetto basilare di cosa sia veramente l’Amore che ci ha indicato Cristo.
Mi dispiace che tu abbia la coda di paglia!!!
Da cosa deduci che ho la coda di paglia? Io mi chiedevo solo a cosa serviva la lezione di greco antico.
Ti chiedevi “solo a cosa serviva la lezione di greco antico.”?
Mi arrendo!!!