Lapsus in diretta: educazione sessuale? Per negare maschile e femminile

educazione sessuale

L’attivista Simonetta Sciandivasci svela su La7 gli obbiettivi dell’educazione sessuale che si vorrebbe rendere obbligatoria. Ecco il video.


 

Torniamo sul recente emendamento al ddl Valditara sull’educazione sessuale nelle scuole.

Si è detto che vorrebbe vietarla e abbiamo visto dettagliatamente che è falso.

 

Perché opporsi all’educazione sessuale?

La preoccupazione è impedire che ambigui personaggi e associazioni arcobaleno entrino nelle aule scolastiche per insegnare i contenuti dei controversi gender studies.

Concetti come il sesso assegnato alla nascita, l’auto-percezione dell’identità di genere, il mito del binarismo sessuale, la transizione sessuale, la fluidità delle identità ecc., tutti concetti antiscientifici racchiusi in una sola parola: teoria gender.

Conosciamo già il gioco degli attivisti: negare che esista una teoria gender mentre ne affermano i contenuti.

Tra l’altro sono così furbi da andare nelle trasmissioni televisive e lasciarseli scappare.

 

La trasmissione su La7

E’ accaduto giovedì durante il programma “L’aria che tira” su LA7.

La giornalista Maddalena Loy de “La Verità” ha dovuto fronteggiare, da sola, la deputata Deborah Serracchiani, la giornalista de “La Stampa” Simonetta Sciandivasci e il conduttore David Parenzo.

Loy ha giustamente ribadito che l’Italia, pur non avendo un obbligo di educazione sessuo-affettiva è il Paese in cui il tasso di femminicidio è più basso.

E avrebbe anche dovuto aggiungere che, secondo l’ultimo rapporto del Parlamento europeo sulla violenza di genere, Svezia e Finlandia sono ai primi posti. Proprio laddove l’obbligatorietà dell’educazione sessuale a scuola è presente da decenni.

La giornalista ha poi aggiunto che l’emendamento, approvato scatenando una bufera politica, non impedisce affatto l’accesso a informazioni su malattie sessualmente trasmissibili o gravidanze indesiderate, basta leggere il comma 5 dell’articolo 1 del DDL.

Poi la parola è passata alla giornalista Simonetta Sciandivasci, già nota per aver raccontato pubblicamente il suo aborto come un evento «in pace e senza traumi».

Questa narrazione è la nuova frontiera del mondo pro-choice, strategia esplicitata dall’associazione “IVG, ho abortito e sto benissimo” per evitare l’imbarazzante evidenza dello stress post-abortivo, spiegabile solo con la consapevolezza di aver interrotto l’esistenza di una vita umana. Tanto che non si verifica per nessun’altra operazione chirurgica.

 

L’attivista e il lapsus sull’educazione sessuale

Sciandivasci ha voluto quindi replicare alle affermazioni di Maddalena Loy ma, come si vede nel video qui sotto, con molta ingenuità le ha solo confermate:

«L’educazione sessuale nelle scuole serve perché i ragazzi e i bambini possano essere educati alla realtà e all’esistente, e nella realtà e nell’esistente, dispiace dirlo, non esiste solo il femminile e il maschile».

 

 

I gender studies sono antiscientifici

Ma negare il binarismo sessuale è un tema ideologico, non scientifico.

Se la biologia fa ancora parte della realtà e dell’esistente, allora Sciandivasci dovrebbe provare ad aprire un bel libro per vedere scritto, già nelle prime pagine, che esistono solo due sessi, maschile e femminile per l’appunto, determinati dai gameti e dal corredo cromosomico (XY e XX).

Probabilmente, come insegnano a fare i teorici dei gender studies, l’obiezione sarà controbattere citando varianti come l’intersessualità. Al che le andrebbe ricordato che si tratta di rare eccezioni patologiche, non nuove categorie di sesso.

La realtà sessuale e l’esistente genetico sono assolutamente noiosi: solo due sessi. E dispiace dirlo.

Ringraziamo quindi Simonetta Sciandivasci.

Sia per averci semplificato il lavoro che per aver pubblicamente dimostrato perché è giusto opporsi al fatto che fantomatici esperti entrino nelle scuole per raccontare falsità scientifiche, introdurre argomenti come “l’identità di genere” legati agli screditati gender studies e negare il binarismo maschile/femminile.

Autore

La Redazione

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