“Cristiani e cretini”: il mea culpa di Odifreddi dopo 20 anni

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Nel podcast di Massimo Polidoro arrivano le scuse di Piergiorgio Odifreddi sui “cristiani cretini”, offensivo e famoso dileggio contenuto nel suo libro del 2007.


 

Dopo 18 anni arriva il mea culpa di Piergiorgio Odifreddi.

Il noto matematico scrisse nel 2007 il libro “Perché non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici)” (Longanesi) diventato famoso non tanto per il suo contenuto -piuttosto elementare- ma per una prefazione intitolata “Cristiani e cretini”.

Giocando con l’etimologia, l’allusione era evidente. Ne scaturì un putiferio.

Intervenuto pochi giorni fa nel podcast di Massimo Polidoro, non solo Odifreddi è tornato sulla vicenda ma per la prima volta ha ammesso che i suoi critici avevano ragione.

 

“Cristiani e cretini”, le scuse di Odifreddi

«Quel libro aveva scandalizzato e seccato molti cristiani», spiega, «in parte anche per colpa mia, perché iniziava con una prefazione intitolata “Cristiani e cretini”». Però, aggiunge, «era solo una questione linguistica ed etimologica» perché la parola “cretino” deriva da “cristiano”.

Odifreddi cita la scoperta della malattia del “cretinismo” nelle Valli dell’Alta Savoia, quando «gli ammalati venivano chiamati “cristiani” in parte per il “povero Cristo”» e un po’ per l’aspetto assorto che avevano, simile a quello di chi prega.

Inoltre, aggiunge, «in francese “chrestien” si contrasse poi in “crétin”, e da lì “cretino” nelle altre lingue».

Il matematico tuttavia precisa che «devo ammettere che non era tanto raffinato come inizio, certamente provocatorio». E acconsente quando Polidoro osserva la malizia sottostante all’accostamento.

 

Qui sotto il video (pubblicato anche sul nostro canale YouTube)

 

Un’offesa ben oltre l’etimologia

Oggi Odifreddi minimizza ma allora andò ben oltre la questione etimologica.

Nel suo libro scrisse infatti che «la critica al Cristianesimo potrebbe ridursi a questo: che essendo una religione per letterali cretini, non si adatta a coloro che forse per loro sfortuna, sono stati condannati ad esserlo»1P. Odifreddi, Perché non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici), Longanesi 2007, p. 10.

Il matematico citò anche una statistica secondo cui metà della popolazione mondiale ha un’intelligenza inferiore alla media «ed è dunque nella disposizione di spirito adatta a questa e altre beatitudini»2P. Odifreddi, Perché non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici), Longanesi 2007, p. 10, tant’è che «il Cristianesimo è indegno della razionalità e dell’intelligenza dell’uomo»3P. Odifreddi, Perché non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici), Longanesi 2007, p. 10.

Siamo evidentemente ben lontani dalla provocazione etimologica.

Si trattò di giudizi dissacranti sui credenti che hanno accompagnato tutta la carriera di polemista di Odifreddi negli anni a seguire, tanto che l’eminente storico del cristianesimo Giorgio Jossa definì le sue opere «rozzi e provocatori pamphlet, nei quale si spande a piene mani livore antireligioso e anticattolico»4G. Jossa, Il cristianesimo ha tradito Gesù?, Carocci 2008, p. 13-18.

Oggi i tempi sembrano cambiati e apprezziamo la sua, pur tardiva e parziale, ammissione di colpa.

 

La maturazione di Odifreddi

L’intervista di Polidoro a Odifreddi è contestualizzata al nuovo libro del matematico intitolato “Incontri ravvicinati tra le due culture. Dialoghi sull’umanesimo” (Raffaello Editore 2025), nel quale riflette sull’importanza del dialogo tra due culture, quella scientifica e quella umanistica.

E’ un altro segno del cambiamento importante e della maturazione di Piergiorgio Odifreddi, che già abbiamo segnalato nel 2022.

L’apertura verso l’incontro tra culture diverse, più che per lo scontro, non ha infatti mai fatto parte del suo pensiero.

Ricordiamo solamente quando nel 2015 scrisse: «Saremo veramente liberi solo quando potremo sputare equamente non solo su Maometto e il Corano, ma anche su Mosè e Gesù e sulla Bibbia».

 

L’aneddoto del clown di Ratzinger

Proseguendo con la recente intervista, Odifreddi ricorda anche il suo rapporto con Benedetto XVI, il vero motore del suo cambiamento etico ed intellettuale.

Il tutto iniziò dopo avergli scritto una lettera aperta, quando il matematico rimase colpito dal suo libro “Introduzione al cristianesimo”. In particolare da un un aneddoto di Kierkegaard riportato da Ratzinger in prefazione.

E’ quello del clown del circo che corre in città a chiedere aiuto per un incendio ma nessuno gli crede e la gente ride. Secondo Odifredddi, Ratzinger avrebbe commentato così: «Noi preti siamo come quel pagliaccio: ci vestiamo da clown e pretendiamo che la gente ci prenda sul serio».

Naturalmente le parole riportate da Odifreddi non sono corrette e nemmeno lo è l’interpretazione (maliziosa) attribuita a Ratzinger.

Innanzitutto, l’allora cardinale si riferiva ai teologi e non ai preti.

In secondo luogo, usò l’aneddoto per sottolineare il pregiudizio culturale in cui il teologo si trova a parlare, «come se avesse appiccicato addosso un’etichetta, come se fosse imprigionato nel suo ruolo. Comunque si comporti […] si sa già di che cosa parli» e sia difficile «rompere gli schemi delle abitudini mentali e linguistiche per presentare la causa della teologia come caso serio della vicenda umana»5J. Ratzinger, Introduzione al cristianesimo, Queriniana 2005, pp. 31-33.

Si trattò di una provocazione, certo. Ma verso i preconcetti sociali di chi “ascolta” e verso la presunzione dei teologi che pensano di essere i sapienti che debbono istruire chi è lontano dalla fede. Un doppio pregiudizio che crea incomunicabilità.

Un messaggio ben diverso, quindi, da quello interpretato dal matematico.

 

Gli incontri con Benedetto XVI

In ogni caso, fu questo a innescare il sorprendente rapporto tra lui e Benedetto XVI.

Odifreddi gli inviò un commento e l’allora Papa emerito rispose, si incontrarono più volte di persona e, con l’autorizzazione di Ratzinger, il matematico pubblicò un libro che raccolse i loro dialoghi intitolato “In cammino alla ricerca della verità” (Rizzoli 2022).

Nell’intervista recente il matematico ricorda quando si recava in Vaticano «e non c’era nessuno: solo noi due. Non è che ci fossero le guardie svizzere, con l’alabarda pronte a tagliare la mano al laico che si avvicinava. Niente di tutto questo. Ci lasciavano lì da soli».

Riporta anche un simpatico aneddoto quando al termine di un incontro, durato più del previsto, sentì le suore che avevano cucinato la cena rimproverare il Papa emerito: “Eh, è diventato tutto freddo!”.

Per Odifreddi questo rapporto con Ratzinger evidenzia che «si può parlare seriamente anche tra persone che sono antitetiche — politicamente, religiosamente o scientificamente — purché ci sia, da entrambe le parti, la buona volontà di farlo».

Certo, aggiunge ripensando probabilmente al suo passato da anticlericale di ferro, «se vai dal Papa per provocarlo o insultarlo, poi è difficile che ti inviti di nuovo».

 

Qui sotto il video (pubblicato anche sul nostro canale YouTube)

Autore

La Redazione

3 commenti a “Cristiani e cretini”: il mea culpa di Odifreddi dopo 20 anni

  • Claudia ha detto:

    Odifreddi ha ragione quando dice che la maggior parte dei cristiani non è una cima, ma questo conferma il fatto che il Signore ha scelto i semplici, perché puri di cuore , disponibili ad accoglierlo

  • Carlo Alberto Galanti ha detto:

    Io Massimo Polidoro non lo supporto. È una specie di Alberto Angela 2.0 e fissato con Galileo, Leonardo Da Vinci, Giordano Bruno e Darwin.

  • Carlo Alberto Galanti ha detto:

    Polidoro ha consigliato nel suo ultimo libro scritto insieme a Piero Angela di non credere in Dio perche a detta loro il pensiero religioso è d’intralcio al pensiero scientifico …. Ecco perche ha deluso parecchio …