David Hume e la tragica contraddizione della morale senza Dio

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Un libro espone l’impasse di David Hume di fronte alla morale senza Dio. Negando la legge naturale e il relativismo totale è costretto all’infelice tentativo di trovare surrogati di stabilità.


 

Torniamo a parlare di morale laica e del suo fondamento.

Se non esiste alcuna legge naturale inscritta divinamente nell’animo umano (e affidata alla libertà e alla coscienza del singolo), allora come può esistere una morale laica?

Su quali criteri si decide cosa è bene e cosa è male?

Il Foglio presenta una interessante recensione del sociologo Sergio Belardinelli al libro “Fluttuazioni. Il criterio della virtù e del gusto secondo Hume” (ExCogita 2025).

 

La morale senza Dio per David Hume

Gli autori, Gianluca Mori e Emilio Mazza, evidenziano come per il filosofo David Hume la base della moralità «è frutto di “disposizioni intrinseche alla mente”», ovvero è una reazione soggettiva dove «l’utilità e la gradevolezza» fondano i nostri giudizi sul bene e sul male, il giusto e lo sbagliato.

Quindi è esattamente ciò che scrivevamo in un recente articolo: senza un fondamento metafisico, ogni individuo, ogni cultura, ogni epoca può stabilire da sé la propria morale.

I nazisti scelsero che il bene era l’eliminazione degli ebrei, in una prospettiva atea chi siamo noi per dire che era male? Su quale base affermare sia migliore o più giusta la nostra morale della loro? E più giusta rispetto a quale parametro assoluto?

Lo stesso dicasi per tutte le volte che vorremmo condannare in modo assoluto atti come schiavitù, genocidi e torture: potrebbero essere considerati “giusti” da chi li ritiene “gradevoli e utili” in nome di “disposizioni intrinseche della mente”.

Belardinelli si può sforzare quanto vuole a ripetere che «non c’è più nessun Dio insomma, nessuna provvidenza, nessun criterio oggettivo della morale né del gusto». Ma non si accorge che tagliando l’appiglio metafisico crolla qualunque tentativo di fondamento della morale, condannandosi all’unica posizione coerente: l’amoralità.

Un passaggio che, come dicevamo, è stato compiuto da molti grandi laici, come il filosofo Joel Marks, autore del celebre “An Amoral Manifesto” («Senza Dio, non c’è moralità. Mi sono convinto che l’ateismo implichi l’amoralità»).

 

La contraddizione di Hume nel “salvare” la morale

D’altra parte, come riporta il libro, lo stesso Hume si accorse dell’impossibilità di una morale a sé stante, laica.

Ecco come Belardinelli riassume il contenuto del volume:

«Aggiungiamo la preoccupazione da parte di Hume e dei nostri autori di “mitigare” in qualche modo lo scetticismo, facendo appello al giudizio di alcuni saggi ai quali per “sentimento universale” viene riconosciuta una certa competenza pratico-estetica, onde evitare di mettere tutti i giudizi di valore sullo stesso piano, assecondando il relativismo di coloro che cantano allegramente “questo o quello per me pari sono”».

Come riconosce Belardinelli, Hume tradisce così il suo impasse, il suo fluttuare (ecco il titolo del libro) tra la negazione di qualunque fondamento oggettivo e trascendente alla morale (pur di negare Dio) al riconoscimento dell’insostenibilità di tale posizione, rifugiandosi nel tentativo di trovare fantomatici “saggi” da seguire.

Ma qui l’incoerenza di Hume esplode a un livello superiore.

Se davvero i criteri morali ed estetici sono solo reazioni soggettive, perché un fantomatico “sentimento universale” sarebbe in grado di stabilire che alcuni individui hanno più autorevolezza di altri? Come si passa dal soggettivo all’universale?

E, soprattutto, chi garantisce che sia più giusto ciò che decide una maggioranza rispetto al singolo? Più giusto rispetto a quale criterio di riferimento?

Ecco che il tentativo di Hume di inventare un principio di autorità per non cadere in un cieco e totale relativismo si rivela una toppa peggiore del buco .

 

Non biasimiamo certo il celebre filosofo scozzese nel trovarsi immerso nel caos.

Da una parte la tensione di negare Dio e dall’altro, coerentemente, il riconoscimento che non tutto può essere relativo.

Il ricorso a surrogati quali i “saggi” e il “sentimento universale” sono infelici tentativi di ricostruire una stabilità che solo il riconoscimento di un ordine oggettivo (la legge naturale) può realmente garantire.

Autore

La Redazione

4 commenti a David Hume e la tragica contraddizione della morale senza Dio

  • Paolo Giosuè ha detto:

    La “teoria emotiva del valore” di Hume afferma che la moralità è solo una proiezione: i nostri sentimenti proiettati sui fatti. Ma questo non si adatta alla nostra esperienza. Quando assistiamo a un omicidio, non sentiamo la proiezione della nostra malvagità ma risuona in noi piuttosto la cattiveria dell’atto. Alcuni sentimenti sono intenzionali: riguardano cose reali, proprio come la vista riguarda colori e forme.

    L’errore di Hume è l’empirismo estremo: ridurre tutta la conoscenza ai cinque sensi. Ma la coscienza è un altro “occhio”, l’occhio interiore. Conosciamo l’anima, verità e realtà morali che nessun telescopio o microscopio potrà mai rilevare. L’empirismo, inoltre, si auto confuta: l’affermazione “solo ciò che è percepito è reale” non può essere percepita dai sensi.

    Il metodo scientifico funziona, è per questo che siamo dominati oggi da esso (in Australia hanno già eliminato dalla scuola le materie non STEM)ma lo scientismo – che fa della scienza la misura di tutta la realtà – crolla. Ci rende ciechi all’ovvio: la moralità è qualcosa che vediamo con la coscienza. Negare ciò non è solo moralmente distruttivo, ma anche logicamente assurdo e, in definitiva, disumano: ridurre le persone a videocamere è decisamente pernicioso per la civiltà, per la società.

  • Amalek ha detto:

    Metto qui un commento off topic che mi auguro contribuisca al buonumore e al dibattito sulla correttezza dell’informazione e sulla manipolazione, in questo caso clamorosamente sfacciata.
    Il noto baritono Cionci, autore della risibile fanta-teoria priva di fondamento che non sto qui a ripetere è in piena campagna elettorale per Ancora Italia, microscopico partitino che non è riuscito a superare la soglia di sbarramento alle ultime elezioni e che raccoglie le fortunatamente l’esigua truppa di semianalfabeti che pensano che la Terra sia piatta, che nella Bibbia ci siano tracce degli alieni, che l’allunaggio sia un falso e via delirando.
    In questa fallimentare impresa il Nostro ha trovato una musa: una laureata in “psicologia sperimentale” che, come si apprende dal suo stesso blog, svolge le mansioni di “segretaria amministrativa” nel “settore dei trasporti”.
    Tale Barbara Tampieri è l’autrice del testo letto dal baritono impegnato nella strumentalizzazione della religione cattolica a fino elettorali. Ma il video, già di per sé grottesco, non è che un elemento della capacità inventiva finalizzata alla manipolazione dei poveri 250 semianalfabeti (per di più ormai assediati dai temibili minutelliana)
    https://yotu.be/KUNNomdzns4?feature=shared
    Il più bello viene dopo!!

    • Amalek ha risposto a Amalek:

      Adesso viene IL BELLO!
      Nel testo della musa, della quale nel web si trova con facilità la tesi di laurea sulle pratiche di manipolazione utilizzate dal nazismo, viene citato il compianto Giorgio Galli, notissimo (ma non alla musa, evidentemente) studioso della storia del PCI a supporto della delirante tesi secondo la quale dal noto incipit marxiano “uno spettro si aggira per l’Europa…” si evincebbe la matrice spiritistica del comunismo.
      Il povero prof Galli si starà rivoltando nella tomba!!
      https://amzn.eu/d/4C9bQvi

      Dal momento che il web è come la casa, che nasconde ma non ruba, Hume mi perdonerà se accosto alla sua riflessione filosofica simili farneticazioni grottesche, ma dal momento che la suddetta psicologa del settore dei trasporti cancella i commenti, ritengo opportuno lasciare traccia ad imperitura memoria affinché i naviganti meno sprovveduti e almeno un po’ culturalmente attrezzati possano leggere e farsi una risata (che di questi tempi certamente non fa male, anzi). Per gli sprovveduti, ahimè, temo che non esista rimedio.
      Sottopongo, comunque, alla simpatica redazione un quesito che mi tormenta: la dott.ssa Barbara Tampieri dice consapevolmente il falso o ignora completamente chi sia stato Giorgio Galli?
      Segnalo, tra l’altro, che lo storico è stato autore di un interessante studio sulle radici esoteriche del nazismo e che, quindi, a giudicare dal contenuto della sua tesi potrebbe anche essere conosciuto dalla dottoressa. C’è da dire, però, che non sono pochi quanti lamentano un drammatico scadimento dell’università italiana…

      • Amalek ha risposto a Amalek:

        Ovviamente, se mi aiutaste a diffondere queste clamorose corbellerie non soltanto avreste la mia eterna gratitudine, ma contribuireste all’eroico tentativo, pur se inutile, di sottrarre i poveri 250 (,calcolando i minutelliani che commentano per dissentire) dalle grinfie di questi avventurieri senza scrupoli