Il cristianesimo in America: portò libertà e progresso?

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L’importante storico Mark David Hall descrive il ruolo del cristianesimo in America dal punto di vista della libertà, dell’uguaglianza e del progresso sociale. Contro i cliché anticlericali.


 

Il cristianesimo in America sarebbe stato un baluardo di oppressione e intolleranza.

E’ questa una critica anticlericale molto diffusa, un cliché tipico presente specialmente sui social media.

Nel suo penultimo libro Proclaim Liberty Throughout All the Land (‎Fidelis Books 2023), lo storico Mark David Hall espone una correzione concisa e documentata a questa narrazione inaccurata.

Hall è uno studioso apprezzato, docente di Storia politica presso l’Università di George Fox, e mette in luce come i cristiani, lungi dall’essere agenti di oppressione e anti-intellettualismo, siano invece stati la base dell’attivismo sociale.

In particolare, ha illustrato Hall, hanno promosso la libertà e l’uguaglianza, oltre a sostenere la riforma dell’istruzione, l’aumento dell’alfabetizzazione e la pubblicazione di giornali e riviste.

Analizzando la storia dei Puritani, la Rivoluzione Americana, la riforma sociale evangelica prima della Guerra Civile ed i dibattiti contemporanei sulla libertà religiosa, lo storico svela ciò che un tempo era ben noto: il cristianesimo è stato il cuore del vero progresso sociale e democratico americano.

 

I Puritani, l’istruzione e l’alfabetizzazione

Un esempio concreto è nella storia dei Puritani, coloni inglesi che emigrarono in America nel XVII secolo.

Oggi è comune immaginarli come piccoli tiranni teocratici, intolleranti e moralisti. Eppure Daniel Webster (1782-1852), uno dei senatori più importanti degli Stati Uniti, li elogiò addirittura come paladini della libertà e da cui nacque la libertà civile e religiosa americana.

Effettivamente Hall dimostra che i Puritani erano tra le persone più istruite del loro tempo, fondarono le più autorevoli scuole di istruzione superiore, promossero i progressi e le scoperte scientifiche dell’epoca e sostennero vigorosamente l’alfabetizzazione pubblica. Lo studioso parla di loro nel primo capitolo, smontando varie falsità storiche sul loro conto.

Durante il suo viaggio americano del 1800, Alexis de Tocqueville osservò infatti: «Il puritanesimo non era solo una dottrina religiosa, ma corrispondeva in molti punti alle teorie democratiche e repubblicane più assolute».

Lo studioso non ricorda, però, che furono proprio i Puritani americani a portare in America l’ossessione per la stregoneria tipica del protestantesimo luterano europeo, distinguendosi nei famosi processi alle streghe di Salem.

Questo non toglie, tuttavia, che abbiano anche «creato istituzioni politiche che erano più democratiche di qualsiasi altra nel mondo», come lui scrive. Ombre ma anche luci, quindi.

 

Gli Evangelici e l’abolizione delle politiche schiaviste

Un altro cliché anticlericale diffuso negli Stati Uniti è rivolto agli evangelici, considerati ignoranti in quanto un’ampia parte sostiene oggi teorie creazioniste effettivamente fuori da ogni logica.

Eppure, le più importanti università americane furono proprio fondate da loro, come Harvard, Yale e l’Oberlin College. Inoltre furono i primi oppositori della schiavitù e sostenitori dell’abolizionismo, come il reverendo Samuel Sewall, che pubblicò il primo scritto anti-schiavista nel 1700.

Metodisti, battisti e congregazionalisti si adoperarono infatti a favore della libertà e dell’uguaglianza degli afroamericani e degli indigeni americani.

Come scrive Hall, furono gli evangelici americani (in particolare le donne) ad opporsi più attivamente alle politiche schiaviste ed alla rimozione degli indiani. Durante gli anni precedenti alla Guerra civile americana «fondarono migliaia di organizzazioni volte ad alleviare le sofferenze e riformare la società», favorendo l’alfabetizzazione e la fondazione di giornali come strumento per affrontare i mali sociali.

Questo spirito di riforma sociale portò anche alla difesa della libertà religiosa come fondamento di tutte le libertà e l’uguaglianza di fronte alla legge: «Le organizzazioni cristiane sono state tra i migliori difensori della libertà religiosa per tutti, compresi i cittadini che abbracciano fedi non cristiane», scrive Hall.

 

La storia del cristianesimo in America

Un libro quindi molto interessante, scritto da un eminente storico.

Mark David Hall documenta e corregge la moderna visione sulla storia del protestantesimo americano e, da cattolici, siamo contenti di prenderne atto.

Lungi dall’essere stato un freno per la libertà ed il progresso, anche negli USA il cristianesimo si è rivelato una forza positiva per la crescita della libertà e dell’uguaglianza.

Samuel Goldman, docente di Scienze politiche presso la George Washington University, ha commentato infatti: «Questo libro dimostra in modo convincente che l’America avrebbe un aspetto diverso – e peggiore – senza l’influenza delle dottrine, delle comunità e dei credenti cristiani».

Autore

La Redazione

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