Sapolsky contro il libero arbitrio ma gli scienziati lo criticano

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Altre critiche all’opera di Robert Sapolsky sul libero arbitrio: ha trasformato indebitamente il tema da filosofico a scientifico e ha usato studi screditati. L’accoglienza scientifica dell’opera è sempre meno rosea.

 

Robert Sapolsky sul libero arbitrio: perché sbaglia tutto (31/01/2025)


 

530 pagine per convincere il mondo che gli esseri umani vivrebbero solo l’illusione della libertà.

E’ ciò che ha provato a fare in lunghi 5 anni il biologo e primatologo Robert Sapolsky, il cui libro è giunto in Italia nel 2024 con il titolo Determinati. Biologia, comportamento e libero arbitrio (ROi edizioni 2024).

Ha ricevuto un’ampia glorificazione da parte dei media, ma l’accoglienza è stata molto meno simpatica all’interno della comunità scientifica.

Nel gennaio di quest’anno abbiamo presentato una recensione dell’opera di Sapolsky.

Abbiamo citato anche il giudizio fortemente negativo di John Martin Fischer, professore emerito di Filosofia presso l’Università della California, il quale ha concluso: «Nonostante tutto il trambusto che lo circonda, non offre nulla di nuovo o illuminante sul libero arbitrio o sulla responsabilità morale».

In realtà qualcosa ha apportato Sapolsky: è stato uno dei pochi a provare a restare coerente con l’idea che il determinismo assoluto suggerisce, di fatto, che non esistono colpe e quindi responsabilità per assassini e pedofili. Lasciando di stucco perfino il filosofo (laico) Telmo Pievani, corso immediatamente a intervistarlo all’uscita del suo libro in versione italiana.

 

Sapolsky trasforma il libero arbitrio in un tema scientifico

Ma le critiche accademiche a Sapolsky non si sono fermate nel corso dei mesi.

A febbraio del 2025 Jessica Riskin, storica della scienza alla Stanford University (nonché allieva di Stephen Jay Gould e collega universitaria dello stesso Sapolsky), ha criticato l’estremo riduzionismo con cui Sapolsky dipinge gli esseri umani, relegando le persone in base a «classe sociale, biologia e stereotipi culturali».

Per lui la somma dei fattori genetici, ambientali, culturali e familiari determina il netturbino a fare il netturbino e la persona conformista a essere obbligatoriamente conformista. «Unisci tutti i risultati scientifici, provenienti da tutte le discipline scientifiche pertinenti», scrive, «e non c’è spazio per il libero arbitrio».

Peccato che, spiega Riskin, questa conclusione sia tutto tranne che scientifica e «presentare il libero arbitrio come una questione scientifica e non filosofica è un esempio lampante di scientismo, ovvero l’estensione delle affermazioni della scienza oltre i suoi limiti».

 

Accuse di “scienza spazzatura” a Robert Sapolsky

Più radicali ancora le critiche piovute su Sapolsky da parte dello statistico Andrew Gelman, docente presso la Columbia University. A partire dal titolo del suo intervento: “La scienza spazzatura usata per promuovere argomenti contro il libero arbitrio”.

Oggetto della confutazione di Gelman è l’uso costante di Sapolsky dell’avvalersi di studi con forti limitazioni (campioni piccoli, non confermati, affetti da bias di pubblicazione ecc.) per sostenere conclusioni radicali.

Questo uso improprio e costante di tali ricerche da parte di Rober Sapolsky viene definito dallo statistico americano “junk science”, cioè scienza spazzatura.

D’altra parte, spiega Gelman, Sapolsky è un biologo, non uno psicologo o uno statistico e non aveva alcuna competenza specifica nel rendersi conto della scarsa qualità delle prove usate a suo sostegno. «Ma ora siamo nel 2025», aggiunge lo statistico, «e Sapolsky dovrebbe saperlo…ma, ehi, è un uomo impegnato e probabilmente non ha il tempo o l’energia per ripensare alle sue premesse. È un peccato, ma forse era prevedibile».

Una critica condivisa anche dal neurogenetista Kevin Mitchell, che qualche anno fa commentava:

«Va riconosciuto a Sapolsky che ci vuole una bella faccia tosta per affermare con assoluta sicurezza che non abbiamo “la minima traccia di libero arbitrio” e poi sostenere questa tesi citando uno dopo l’altro studi di psicologia sociale ormai screditati»

Autore

La Redazione

1 commenti a Sapolsky contro il libero arbitrio ma gli scienziati lo criticano

  • Paolo Giosuè ha detto:

    La tesi di Sapolsky che nega il libero arbitrio riprende l’antico dualismo del positivismo logico tra fatti e valori—ma si tratta, in fondo, di un presupposto metafisico. L’esperienza morale è un fatto: non ci limitiamo ad agire, ma lodiamo, accusiamo, consigliamo, ordiniamo, ci sentiamo in colpa—azioni tipicamente umane che non si riducono a condizionamenti animali o processi meccanici.

    Se fossimo solo macchine biologiche, non esisterebbe la responsabilità morale. Come dice Peter Kreeft: non si comanda una macchina, la si programma; non si rimprovera un leone, lo si addestra. Eppure sappiamo per esperienza diretta che la libertà morale è reale. Non è un’ipotesi: è un dato.

    Sapolsky descrive il comportamento, ma la libertà non è solo comportamento: è ciò che lo fonda razionalmente. Senza di essa, nemmeno la scienza—che presuppone la libertà di cercare la verità—reggerebbe.

    Può davvero la scienza spiegare perché dovremmo fare qualcosa e non piuttosto “nulla”?