Ron, la fede nelle canzoni: «Sento Dio, anche nelle mie mancanze»

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Ron, la fede e le sue canzoni al Meeting di Rimini. Il cantautore si rivela e racconta il suo cammino di fede e la sensazione di essere sempre stato guidato da Dio.


 

Ron sceglierà di raccontarsi, senza filtri, al Meeting di Rimini 2025.

Al secolo Rosalino Cellamare, cantautore amatissimo fin dal suo trionfo al Festival di Sanremo nel 1996, sarà presente alla grande kermesse culturale organizzata ogni anno da Comunione e Liberazione e che guardiamo sempre con molto interesse.

Il filo conduttore della sua riflessione sarà, tra gli altri, la fede: non un tema secondario, ma la bussola che dà senso a ogni nota, a ogni pausa musicale, a ogni silenzio.

 

Ron e l’amicizia con Melazzini e padre Silvano

Intervistato da don Massimo Granieri, critico musicale dell’“Osservatore Romano”, Ron parla innanzitutto della sua storica amicizia con Mario Melazzini, medico affetto da sclerosi laterale amiotrofica e già presidente dell‘omonima associazione (Aisla). Lo definisce «un vero maestro».

Un’altra amicizia importante per il cantautore italiano è quella con padre Silvano Fausti, a cui si è aggrappato nei momenti più bui: «Ricordo che quando gli dicevo: “Sai, faccio fatica a pregare”, padre Silvano rispondeva: “Va bene, non preoccuparti, pregherà Lui per te”. Era una risposta che mi disarmava e insieme mi sollevava».

Al contrario di tanti colleghi, non disprezza la musica contemporanea anche se riconosce che «oggi ai ragazzi manca il tempo di crescere. Devono sfornare subito un singolo di successo. Non c’è più spazio per la gavetta». Senza voler essere duro, spiega, «il divario col cantautorato degli anni ’70-’80 è grande», ma «in tanti c’è una scintilla».

 

Le canzoni di Ron e la fede espressa

Don Granieri gli rivela che alcuni suoi brani lo hanno accompagnato nei primi anni di missione sacerdotale, «e ancora oggi le ascolto quando ho bisogno di un gancio con il Mistero». Si riferisce in particolare a Ladri, Uomini del mondo e Mi sto preparando.

In particolare, in Uomini del mondo è una profonda preghiera rivolta al Padre:

«Dove sei Dio del cielo, Dio dell’universo,
guardaci, siamo qui.
Siamo noi, figli confusi,
bimbi agitati, cuori buttati,
figli tuoi.
Camminiamo liberi,
ma ti abbiamo perso.
Siamo noi, uomini del mondo.
Vieni a noi come il vento,
Dio d’amore senza tempo.
Vieni, prendici così»
.

Lui stesso lo riconosce rispondendo con gratitudine alla confessione di don Granieri:

«Sapevo che quando scrivevo quelle canzoni c’era Qualcuno più grande di me che mi guidava. Ora che mi racconti la tua esperienza ne sono ancora più consapevole. “Uomini del mondo” e gli altri brani citati non sono semplici canzoni: sono preghiere. Mi fa piacere sapere che ti seguono nel servizio sacerdotale. Mi onora davvero».

 

«Guidato da Dio, malgrado le mie mancanze»

Nel 1994, Ron pubblicò l’album “Angelo”, al cui interno i brani ruotano attorno al rapporto con il Mistero (ricevendo anche critiche, disse, perché a qualcuno «anziché a un concerto gli sembrava di essere stato alla Messa»).

Non è la prima volta che Ron parla di sé in maniera così intima, seppur sia sempre stato molto discreto sulla sua sfera personale.

In occasione dell’uscita della sua autobiografia, “Chissà se lo sai” (Piemme 2015), il cantautore parlò dell’essere cattolico praticante e dei suoi viaggi a Lourdes insieme all’amico di sempre, Melazzini. E poi la conoscenza di Wojtyla e Ratzinger, la stima per Francesco.

«Non sbandiero Dio ma lo enuncio chiaramente», rivelò. «La fede emerge anche se non vuoi, ha un canale suo che la gente intercetta, coglie che dentro hai qualcosa che va oltre».

Qualche anno prima, nel 2009, ancora una volta usò parole profonde: «Malgrado le mie man­canze, anche nelle difficoltà, racconto una mia convinzione: essere guidato da Dio. E sento che la gente capisce. Perché la fede è una risposta mia, ma il bisogno di a­mare ed essere amati è di tutti».

Autore

La Redazione

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