Immacolata Concezione, risposta alle obiezioni
- Ultimissime
- 08 Dic 2024

Il dogma cattolico dell’Immacolata Concezione e le obiezioni dei fratelli protestanti. Come rispondere? Ci sono contraddizioni tra la Scrittura e il dogma istituito da Pio IX? Con un linguaggio semplice rispondiamo alle più note obiezioni all’Immacolata Concezione.
Oggi è la festa dell’Immacolata Concezione!
L’8 dicembre di 6 anni fa esponevamo il fondamento biblico del dogma dell’Immacolata Concezione, fissato l’8 dicembre 1854 con la bolla Ineffabilis Deus da Pio IX.
Questo dogma sostiene che Maria sia nata priva del peccato originale a motivo della missione alla quale è stata destinata: essere la Madre di Dio.
Ma cosa significa che un dogma ha un fondamento biblico?
Significa che la verità espressa da una dottrina ufficiale (o dogma) trova il suo supporto non nella semplice devozione, ma nelle Scritture, ossia nella Bibbia. In altre parole, il dogma è ritenuto coerente con gli insegnamenti biblici, o è stato interpretato come derivante da passi o concetti presenti nel testo sacro.
Immacolata Concezione, le obiezioni al dogma cattolico
Vi sono tuttavia alcune obiezioni al dogma dell’Immacolata Concezione e vertono tutte sulle presunte incoerenze tra il dogma stesso e le Scritture.
Dopo la pubblicazione del nostro articolo sul fondamento biblico del dogma ci sono arrivate infatti alcune email da parte di cristiani protestanti (evangelici) e di un Testimone di Geova che mettevano in dubbio la validità del dogma cattolico, ponendolo in contrasto con alcuni passi biblici ed evangelici.
Si tratta di obiezioni note da secoli, che hanno trovato piena risposta da parte dei teologi cattolici. Cerchiamo di sintetizzarle utilizzando un linguaggio comprensibile da chiunque, non solo da biblisti e teologi.
L’obiezione della Lettera ai Romani (Rm 3,23)
La prima obiezione all’Immacolata Concezione come dogma chiama in causa la Lettera ai Romani, in cui San Paolo scrive:
«Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio» (Rm 3, 23).
Ma come? Si chiedono i cristiani protestanti.
Se tutti hanno peccato, allora è inclusa anche Maria! La quale non può quindi essere nata priva di peccato originale, come invece sostiene il dogma cattolico.
Al centro dell’obiezione c’è la parola “tutti“, la quale in greco (pas) può avere significati diversi, così come la parola adelphos (cioè, “fratello”) può significare anche “cugino”.
Il Theological Dictionary of the New Testament (edizioni Abridged) è considerato il miglior dizionario del Nuovo Testamento mai compilato e vi si legge:
«”Pas” può avere significati diversi a seconda dei suoi diversi usi […], in molti versetti “pas” viene usato nel NT semplicemente per indicare “un gran numero”, ad esempio: “tutta Gerusalemme” in Mt 2:3 e “tutti i malati” in 4:24»1Theological Dictionary of the New Testament, Abridged edition, pp. 796-797.
Anche l’eminente teologo cattolico statunitense, Hahn Scott, ha spiegato:
«In inglese, usiamo la parola “tutto” (“all”) in molti modi. Può rappresentare un collettivo universale (ad esempio, “tutto di ogni genere”) o può rappresentare un collettivo più ristretto (ad esempio “tutto di qualche genere”). Oppure può essere semplicemente distributivo (che significa “qualche genere”)»2H. Scott, Reasons to Believe, Doubleday 2007, pp. 108, 109.
E proprio commentando l’interpretazione letterale di “tutti“, contenuta in Romani 3,23, il teologo americano afferma:
«Paolo sta argomentando contro i giudaizzanti mostrando loro, tramite diversi passi dell’Antico Testamento, che non erano solo i gentili ad essere sotto il potere del peccato, ma anche molti ebrei. La parola greca tradotta come “tutti” (“pas”) è usata in senso distributivo, indicando molti gentili e molti ebrei. Non significa “tutti senza eccezione”»3H. Scott, Reasons to Believe, Doubleday 2007, p. 109.
Quindi, quando Paolo dice che “tutti hanno peccato” non va inteso in senso letterale, perché il termine “pas” non indica necessariamente il “tutti, senza nessuna eccezione”.
Questo è ancora più vero se si considera un altro passo della stessa Lettera ai Romani, in cui Paolo scrive che «tutto Israele sarà salvato» (Rm 11,26).
Un’interpretazione letterale del “tutto” confligge però con altri passaggi del Nuovo Testamento in cui si precisa che, in verità, “pochi” saranno salvati (ad es. “stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano”, Mt 7,13-14; “molti sono chiamati, ma pochi eletti”, Mt 22,14 ecc.).
Nella stessa lettera, d’altra parte, Paolo ricorda che molti israeliti non hanno accettato il Vangelo e dubita della loro salvezza (Rm 10,1-3).
Ma vediamo un altro caso, sempre in San Paolo, che dimostra l’errore di una rigida interpretazione letterale della parola “tutti”.
«Poiché, come tutti muoiono in Adamo, così anche in Cristo saranno tutti vivificati» (1Cor 15,22), scrive l’Apostolo delle genti.
Anche in questo caso una lettura letterale porta fuori strada: non “tutte” le persone sono morte agli occhi del devoto ebreo Paolo (ad esempio Enoch o Elia) e, allo stesso modo, non “tutti” saranno letteralmente resi spiritualmente vivi da Cristo, poiché alcuni sceglieranno la morte spirituale all’inferno.
Si potrebbero citare infiniti casi di errori logici se le iperboli ebraiche vengono prese letteralmente.
Rm 3, 23 si potrebbe utilizzarlo tra le obiezioni all’Immacolata Concezione soltanto dicesse, ad esempio: “Ogni essere umano che sia mai vissuto, senza eccezioni, ha peccato”. Ma non è ciò che Paolo scrive.
E se si volesse ignorare questo, includendo nel “tutti hanno peccato” anche Maria?
Si potrebbe comunque argomentare che anch’essa sarebbe stata soggetta al peccato originale come tutti noi, se non fosse stato per lo speciale atto preventivo della grazia di Dio.
Ciò spiegherebbe perché Maria definisca Dio il “mio Salvatore” (Lc 1:47) durante l’Annunciazione da parte dell’Arcangelo.
Il grande teologo medievale Duns Scoto spiegò a tal proposito che si potrebbe paragonare la caduta nel peccato a qualcuno che avvicinandosi a un fosso profondo vi cade dentro e ha necessità di qualcuno che lo salvi tramite una corda. Ma se qualcuno lo avvertisse del pericolo che lo attende, lo salverebbe comunque dalla caduta.
Allo stesso modo, Maria fu salvata dal peccato ricevendo la grazia di esserne preservata.
L’obiezione della Prima lettera di Giovanni (1Gv 1,8)
A ben vedere, vi è qualche teologo protestante che a Romani 3,23 affianca anche le parole contenute nella Prima lettera di Giovanni:
«Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi» (1 Gv1,8).
Quindi, concludono i critici, i cattolici si stanno ingannando quando dicono che Maria era senza peccato.
Eppure gli stessi teologi protestanti accetterebbero che la frase di Giovanni includa almeno un’eccezione: Gesù Cristo. La Scrittura non è vaga su questo: Gesù era un uomo (1Tim 2,5-6) senza peccato (1Gv 3,5).
Quindi, ancora una volta, è sbagliato prendere il passo di Giovanni in senso stretto e letterale, in quanto includerebbe anche Gesù.
Ma come sappiamo che anche Maria è un’eccezione?
Dal saluto che le rivolge l’Arcangelo Gabriele durante l’Annunciazione:
«”Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te”. A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L’angelo le disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio”» (Lc 1,28-30).
Quel “piena di grazia” non si trattò di un saluto comune, lei stessa infatti ne rimase turbata.
Secondo i biblisti e secondo Giovanni Paolo II4Redemptoris Mater, 8,9, l’angelo le comunicò effettivamente un nuovo nome o titolo.
In greco, il saluto era kaire, kekaritomene, ovvero “salute, piena di grazia”. Solitamente si utilizzava kaire preceduto dal nome della persona.
L’Arcangelo sostituì insolitamente il nome di Maria con “piena di grazia” e nella cultura ebraica, i nomi e i cambiamenti di nome indicavano sempre qualcosa di permanente sul carattere e la chiamata di colui/colei che veniva nominato.
Pensiamo a Gesù che decise di cambiare il nome di Simone in Pietro (Mt 16,18), ma avvenne anche per Abramo (Gn 17,5), a Giacobbe (Gn 32,28) ecc.
“Piena di grazia” è un titolo importante attribuito a Maria: si commette il peccato non a causa della grazia, ma a causa di una mancanza di grazia, o di una mancanza della nostra cooperazione con la grazia, nelle nostre vite.
Questo saluto è un indizio del carattere unico e della chiamata della Madre di Dio. Solo ad essa viene dato il nome “piena di grazia”, indicando con la coniugazione verbale che questo stato permanente di Maria è stato completato.
Ma c’è un’altra e ultima questione.
Se continuiamo a leggere il passo incriminato di Giovanni, egli spiega meglio di cosa sta parlando: «Se riconosciamo i nostri peccati, egli che è fedele e giusto ci perdonerà i peccati e ci purificherà da ogni colpa» (1Gv 1,9).
Di quale tipo di peccato sta parlando? Di un peccato che può essere perdonato con la confessione. Non si riferisce al peccato originale, che non può essere perdonato in quanto ereditato.
Inoltre, il tipo di peccato che intende Giovanni è un male commesso volontariamente e consapevolmente, questo amplia enormemente il numero di eccezioni possibili.
Ad esempio, i neonati e i bambini, le persone affette da disabilità mentale e tutti coloro che non hanno il pieno controllo della propria volontà o il pieno sviluppo della propria ragione.
Difficilmente queste persone potrebbero commettere un peccato perché, secondo la teologia cattolica, per compiere peccato la persona deve sapere che tale atto è peccaminoso, mentre impegna liberamente la sua volontà nel compierlo.
Conclusione sulle obiezione all’Immacolata Concezione
Abbiamo quindi provato a spiegare in maniera semplice come rispondere alle obiezioni all’Immacolata Concezione e al dogma cattolico.
Anche in questo caso si ripropone per i nostri fratelli protestanti un problema di lettura delle Scritture, da sempre troppo forzatamente letterale piuttosto che interpretativo.
Eppure il grande impasse teologico sul creazionismo biblico in cui si trovano incastrati da secoli i figli della Riforma luterana dovrebbe pur aver insegnato qualcosa in merito.
Per quanto riguarda noi cattolici…buona festa della Immacolata!

















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