Chicago: un flash-mob cattolico invade la manifestazione abortista

Sabato 26 febbraio 2011, i manifestanti pro-aborto di Chicago hanno organizzato una «passeggiata per la scelta». Non potevano però sapere che un gruppo di giovanissimi e gioiosi paladini della vita del nascituro aveva organizzato un "flash mob", cioè quella riunione apparentemente improvvisa di persone in uno spazio pubblico. Il nutrito gruppo antiabortista, come si può vedere nei video qui sotto, è apparso nella Daley Plaza, dov'erano riuniti gli abortisti. Munito di coloratissimi palloncini gialli con la scritta "vita", hanno intonato canti e balli in un crescendo di festa,  surclassando la timida reazione degli attivisti pro-choiche (rigorosamente dal capello bianco). Gli abortisti si erano radunati per protestare contro l'iniziativa politica che vuole porre fine al finanziamento pubblico all'aborto (cfr. Ultimissima 23/2/11), ma non si sarebbero mai aspetti di trovarsi di fronte ad un flash-mob di giovanissimi e agitatissimi difensori della vita. I cattolici pro-life, arrivati da una vicina parrocchia, hanno dichiarato a LifeNewsSite

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Il Comitato nazionale di Bioetica riconosce l’obiezione di coscienza dei farmacisti

Il Comitato nazionale per la Bioetica (Cnb) si pronuncia a favore dell’obiezione di coscienza dei farmacisti che non vogliono dare la pillola del giorno dopo, ma al contempo chiede che le autorità competenti provvedano a tutelare anche il diritto di chi richiede quel prodotto. Questa la posizione espressa in un documento del 25 febbraio. «A fronte dell’ipotesi che il legislatore riconosca il diritto all’obiezione di coscienza del farmacista e degli ausiliari di farmacia – si legge in una nota del Comitato – i componenti del Cnb si sono trovati d’accordo che, nel rispetto dei principi costituzionali, si debbano considerare e garantire gli interessi di tutti i soggetti coinvolti. Presupposto necessario e indispensabile per l’eventuale riconoscimento legale dell’obiezione di coscienza è, dunque, che la donna debba avere in ogni caso la possibilità di ottenere altrimenti la realizzazione della propria richiesta farmacologia e che spetti alle istituzioni e alle autorità competenti prevedere i sistemi più adeguati nell’esplicitazione degli strumenti necessari e delle figure responsabili per la attuazione di questo diritto»

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L’American Psychologist promuove l’attività religiosa per curare disurbi mentali

I disturbi mentali, compresa la depressione e l'ansia, possono essere curati e trattati anche con cambiamenti dello stile di vita, determinati anche per la guarigione di malattie come il diabete e l'obesità. Lo stabilisce Roger Walsh, psicologo della University of California e dell'Irvine's College of Medicine. Walsh ha studiato gli effetti di quella che è chiamato il "Therapeutic Lifestyle Changes" o TLC (cioè il "cambiamento di vita terapeutico"). Il suo lavoro è stato pubblicato sull'American Psychologist, prestigiosa rivista dell'American Psychological Association (APA). «Cambiare lo stile di vita può offrire notevoli vantaggi terapeutici», afferma il ricercatore. Gli stili di vita presi in considerazione, associati a una maggior sanità psicofisica e  alleati alla guerra verso la depressione e l'ansia, sono: l'esercizio fisico, una dieta ricche di verdure, frutta e pesce, il contatto con la natura, buone relazioni interpersonali e il coinvolgimento religioso e spirituale. Rispetto a quest'ultimo, lo psicologo afferma che «aiuta a ridurre l'ansia, la depressione e l'abuso di sostanze stupefacenti, promuovendo uno stato di benessere»

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Senza Dio, in base a che cosa si giudica il “bene” o il “male”?

Su Il Foglio del 23/12/10 è apparso un articolo molto interessante intitolato: «Dopo Auschwitz è possibile credere in Dio?». E' un ritornello che si sente spesso recitare. Eppure Severino Boezio, filosofo romano, rispondeva in questo modo: «da dove i mali, se Dio c’è? Ma se non c’è, da dove il Bene?». Come a dire -continua l'articolo- che postulare come inesistente Dio, non solo non risolve il problema del bene e del male, ma lo aggrava: se Dio non esiste, infatti, è la distinzione stessa tra bene e male che cade, come il relativismo insegna. L’ateo assoluto, intransigente, può infatti giustificare, al più, l’esistenza del male fisico, come effetto di una imperfezione insita nella casualità della natura, ma non può neppure discutere, se è coerente, sul bene e sul male morali. Odi, omicidi, guerre ecc.: in base a quale principio questi eventi “naturali” sarebbero un male morale, se Dio non esiste? Lo sterminio degli ebrei e dei polacchi fu stabilito da un potere umano “legittimo”. Come ritenerlo iniquo, se quel potere non fosse giudicabile da un altro Potere, da una Giustizia ad esso superiore? Ecco perché per condannare Auschwitz, in verità, bisogna non essere del tutto relativisti e credere ancora ad una natura umana non puramente materiale (altrimenti perché Auschwitz piuttosto che una tonnara?), alla Verità, alla Giustizia, cioè a qualcosa di metastorico, eterno, divino. Ma dal momento che i gulag vengono prima dei lager (e non hanno nulla da invidiare ad essi), perché nessun teorico dell'ateismo si domanda: «E dopo Arcipelago Gulag, come credere in Dio?»

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Morta l’attrice Jane Russell, da sex simbol abortista a pro-life cristiana

Il 28/2/11 è morta in seguito ad una crisi respiratoria l'attrice Jane Russell, considerata una delle più famose sex symbol del cinema hollywoodiano. Ridisegnò il concetto di sensualità fino a divenire una celebre pin-up degli anni '40 e '50. Raggiunse l'apice della popolarità con la commedia "Gli uomini preferiscono le bionde" (1953), formando una accoppiata vincente con Marilyn Monroe. Più volte raccontò di essere "incapace di sopportare i bambini". Ha sempre condotto uno stile di vita un pò selvaggio, divorziando per ben tre volte. Un aborto le fece perdere la sua fertilità e anche la vita, quasi. Questo fatto la porterà a diventare un'antiabortista convinta, abbracciando anche la fede cristiana (che la salvò pure dalla bottiglia). Negava qualsiasi circostanza - stupro o incesto incluso - ritenendo sempre ingiustificato sopprimere la vita di un nascituro. Diceva: «La gente non dovrebbe mai e poi mai abortire. Non mi dite che è un diritto della donna di scegliere cosa fare del proprio corpo. La scelta è tra la vita e la morte»

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Il sociologo Francesco Alberoni: «morale cristiana è alla base della cultura»

Sulla prima pagina de Il Corriere della Sera, nella sua rubrica «Pubblico e privato», è apparso oggi un articolo del noto sociologo Francesco Alberoni. Il tema è la presenza o meno della moralità cristiana nella società. Dopo aver criticato il concetto che «la società moderna» sia «diventata una babele etica in cui tutto è permesso», ha sottolineato che oggi «tutti accettano le massime del discorso della montagna». E ancora: «Tutti accettano il comandamento fondamentale del cristianesimo "ama il prossimo tuo come te stesso", dove per prossimo si intende qualsiasi altro essere umano, di qualsiasi razza e religione egli sia. Tutti accettano il principio fondamentale che si deve rispettare la parola data anche col nemico». Ha continuato sottolineando che la morale cristiana è alla base del pensiero di Kant, della condanna della tortura e della pena di morte di Cesare Beccaria, dietro la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, l'uguaglianza fra maschi e femmine ecc.. Non solo, «resta alla base di quelle che consideriamo virtù: l'amore, la bontà, la generosità, la sincerità, la fedeltà, il disinteresse, la gratitudine, la tolleranza».

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Giornalista critica la lobby omosessuale: minacciata di morte

Una nota ed apprezzata editorialista del quotidiano britannico Daily Mail, Melanie Phillips, ha ricevuto minacce di morte dopo che ha criticato il progetto del mondo omosessuale di introdurre la cultura "omosex" in tutte le materie del curriculum delle scuole in Gran Bretagna.

In un articolo del 24 gennaio 2011, titolato "E’ vero che i gay sono stati spesso vittima del pregiudizio, ma ora rischiano di diventare i nuovi McCarthy", ha polemizzato sul fatto che gli studenti britannici saranno quotidianamente bombardati da espliciti riferimenti all’omosessualità, durante le lezioni di matematica, geografia e scienza, grazie ad un’iniziativa sponsorizzata dal Governo e finalizzata all’introduzione dell'«agenda gay» nei programmi scolastici.

In geografia, per esempio, gli studenti verranno stimolati a considerare quali siano le motivazioni che spingono gli omosessualia trasferirsi dalla campagna alla città o studiare particolari fenomeni sociologici, come la nascita del primo «gay neighbourhood» (sobborgo gay) del mondo. In matematica dovranno imparare a calcolare e fare statistiche sul numero di omosessuali presenti nella popolazione. Alle elementari verranno utilizzati personaggi omosessuali nei problemini di logica. Per quanto riguarda la scienza, verranno ovviamente studiati i presunti fenomeni di omosessualità in natura, con particolare riguardo ai «pinguini imperatore» ed agli «orsi marini».  Per i più piccini, verranno introdotte idonee letture sul tema attraverso la promozione di libri come "And Tango Makes Three"

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Oscurati i gruppi Facebook contro Yara Gambirasio creati da cyberbulli atei

In Ultimissima 28/2/11 facevamo notare come diversi gruppi che deridevano con macabro sadismo la morte di Yara Gambirasio (e ironizzavano sui suoi genitori), postassero contemporaneamente insulti anche verso il Santo Padre e i cristiani. Osservavamo che gli stessi che si sbellicavano dalle risate intitolando e animando gruppi come «Yara e Sara due bimbe minchia in meno» o «Dammi tre parole: Gambirasio senza prole», erano gli stessi che, tra una bestemmia e l'altra, usavano lo stesso tipo di "humor" contro esponenti della chiesa e del mondo cattolico, dicendosi contemporaneamente "fan" dell'UAAR, MicroMega e di tutta una serie di personaggi del panorama ateistico nazionale. Comportamenti presenti esclusivamente sul web, luogo in cui l'illusorio anonimato permette l'abbandono di ogni freno inibitore e scatena la perversione e la frustrazione accumulatasi nel cervello di questi soggetti. Illusorio anonimato perché di fatto -leggiamo su Il Corriere della Sera

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Storici rispondono a Riccardo Di Segni: «bimbi ebrei sempre restituiti a famiglie»

A 13 mesi dalla visita di papa Benedetto XVI alla Sinagoga di Roma, per il rabbino capo di Roma, Riccardo Segni «non c'è stata ancora alcuna ''risposta decisiva'' alla richiesta delle Comunità ebraiche italiane di riportare alla luce le storie dei bambini scampati alla Shoah, nascosti in conventi, battezzati e mai restituiti a quello che rimaneva delle loro famiglie o comunità originarie, spesso lasciati ignari delle loro origini». Si ammette quindi che furono numerosissimi gli ebrei nascosti e salvati nei conventi cattolici (cosa impossibile senza l'autorizzazione del Pontefice), ma si accusa di averli battezzati e lasciati ignari delle loro origini ebraiche.

LO STORICO NAPOLITANO: «TUTTI RESTITUITI»- «La Santa Sede ha sempre restituito alle loro famiglie di origine i bambini ebrei scampati all'Olocausto in istituzioni cattoliche e ha sempre ordinato di non battezzarl», lo ribadisce, in una nota inviata all'ASCA

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Maddy Curtis, il nuovo idolo americano: «non abortite i bimbi down»

Maddy Curtis, nona di dodici figli, quattro dei quali con la sindrome di Down, è la finalista del popolare programma americano Idol dell'edizione 2010. Viso giovane e ormai noto della televisione americana, con i suoi 20 anni ha condiviso la sua bella voce e la sua convinzione in difesa della vita umana dal concepimento alla morte naturale. Come racconta su ArgentinoSalerta, la sua fede cattolica e l'esperienza di famiglia hanno svolto un ruolo decisivo nella sua carriera come cantante alle prime armi. Dall'amore verso i suoi fratelli ha capito la grandezza del dono della vita: «Credo che Dio abbia voluto usare la mia storia per mostrare quanto siano speciali i bambini con sindrome di Down. Il novanta per cento delle donne incinte che ricevono una diagnosi prenatale di neonati sindrome di Down sceglie l'aborto. Questo mi spezza il cuore. I miei fratelli sono così speciali per me e mi hanno permesso di cambiare molto. Voglio dire a tutti quanto io sia sia felice e contenta di poter vivere assieme a loro»

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Salgono al 50% gli americani “pro-life” (scendono al 42% i “pro-choice”)

Un sondaggio pubblicato a fine gennaio su Fox News, rivela che la maggioranza degli americani considera più indispensabile salvaguardare la vita nascente piuttosto che sostenere il (presunto) diritto della madre di scelta se accettare o meno se il proprio figlio debba nascere o essere soppresso. Il 50% del campione utilizzato si è identificato come "pro-life", e il 42% come "pro-choice", con un margine di errore del 3%. La maggioranza dei primi è mediamente vicina ai Repubblicani mentre i secondi ai Democratici. All'interno del partito politico repubblicano, il 69% si dichiara a favore della vita, rispetto al 26% pro-choice. Invece in quello democratico è il 59% a dichiararsi "pro-choice", rispetto al 32% che ritiene di essere "pro-life". Quest'ultimo è sicuramente il dato più interessante. Tra gli "indipendenti" invece, il 47% è pro-life rispetto al 41%. Il sondaggio di Fox News, si legge sul grande portale LifeSiteNews, è parte di una serie di recenti sondaggi nazionali che dimostrano una crescente maggioranza degli americani che si sta schierando a favore della vita. Nel maggio del 2010, il Gallup aveva invece rilevato che il 47% degli americani era favorevole alla vita rispetto al 45% che si consideravano come pro-choice. La differenza tra le due visioni della vita si è quindi ampliata, già a partire dall'inversione di tendenza del 1997, quando il 50% degli americani si dichiararono pro-choice, contro il 40% di pro-life. Nel 2001, sempre il Gallup, rilevava che il margine si era ridotto al 6% a favore della posizione pro-choice (47% a 41%). Una delle sondaggiste, Lydia Saad, ha attribuito i risultati del sondaggio alla dichiarata campagna abortista del presidente Obama, il quale ha recentemente elogiato perfino il Planned Parenthood (cfr. The Christian Post 21/2/11

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Il filosofo Fabrice Hadjadj, la sua conversione e la contraddizione degli atei

L'importante seppur giovane filosofo francese, convertitosi al cattolicesimo nel 1998, Fabrice Hadjadj, interverrà questa sera all’Università Cattolica, su iniziativa del Centro culturale di Milano (Aula Magna, ore 21), su "Modernità e modernismo. A proposito del senso religioso". Parteciperà anche al dialogo con i "non credenti" previsto per il 24 e 25 marzo 2011 all'Unesco, al Collège des Bernardins e all'Università Sorbona di Parigi. Il quotidiano Avvenire lo ha intervistato: «Prima della mia conversione non sopportavo che si pronunciasse la parola "Dio": la consideravo come un jolly buttato sul tavolo, a tradimento, durante una partita di carte. Mi suonava come un modo per evitare i problemi e misconoscere la tragedia della vita. Egli non abolisce il dramma dell’esistenza ma lo compie. Distrugge ogni nostro idolo e ci riporta al dramma dell’"amore forte come la morte"? È necessario che i credenti riconoscano tale dramma e vivano il secondo comandamento, il quale ci domanda di non pronunciare invano il nome di Dio. I non credenti potranno intenderlo meglio»

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Marcello Veneziani e Davide Rondoni rispondono a Luzzatto sul tema del crocifisso

Recentemente è uscito un libro dello storico Sergio Luzzatto, una delle poche voci autorevoli contro la presenza del crocifisso nelle aule scolastiche e nello spazio pubblico. Le sue argomentazione appaiono però molto deboli e sicuramente originali, ma evidentemente decontestualizzate. C'è spazio anche per qualche insulto a Natalia Ginzburg, al presidente Napolitano, a scrittori, santi, giornalisti e ministri favorevoli al cro­cifisso (Travaglio, Ferrara, Padre Pio ecc..) e allo stesso Gesù.

Marcello Veneziani, filosofo, scrittore ed editorialista de Il Giornale, risponde dalle colonne del suo quotidiano. Citiamo alcuni passi significativi: «A suo dire un muro bianco ci darebbe un’Italia migliore. Conoscia­mo da oltre due secoli come sono stati riempiti i muri bianchi, spogliati da quel simbolo d’amore e civiltà: sogni totalita­ri e persecuzioni giacobine, utopie san­guinose e deliri di onnipotenza, tecnolo­gia contro l’umano ed egoismi bestiali. Senza i simboli che ci ricordano la nostra umanità, la nostra carità e la connessio­ne con le nostre origini, siamo in balìa del nulla, del vuoto o del peggio. Tutte le nostre città parlano di quella fede: ri­muoviamo palazzi, piazze, chiese e ope­re d'arte cristiane? Eppure quelli sono i nostri civilissimi argini alla barbarie in­terna ed esterna che avanza. Perché non dovremmo esporre, mica imporre, un simbolo alto della nostra civiltà? Il crocifisso sul muro non offende nessuno e a nessuno impone di essere credente»

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Trovata la chiesa di Laodicea citata nell’Apocalisse di San Giovanni

È stata ritrovata in Turchia la chiesa cristiana di Laodicea, una delle sette chiese citate nell'Apocalisse di San Giovanni, l'ultimo libro del Nuovo Testamento. Il professor Celal Simsek, capo della missione archeologica turca che ha diretto lo scavo, ha annunciato di aver rinvenuto con un radar sotterraneo i resti dell'edificio sacro nell'antica città di Laodicea nella provincia di Denizli. Datata all'epoca romana e edificata su una superficie di circa 2000 metri quadri, la chiesa è ancora in un buono stato di conservazione. Il ministro -rivela Avvenire- si è felicitato per il ritrovamento, aggiungendo che l'archeologia in Turchia in tempi recenti ha portato alla luce significative scoperte oltre a quelle già note del sito cristiano di Efeso. Le ricerche della missione archeologica diretta da Simsek hanno confermato che la città di Laodicea esisteva già intorno al IV secolo a.C. e divenne uno dei principali centri del cristianesimo primitivo verso il 40/50 d.C e ben presto anche sede di un vescovo. La chiesa di Laodicea compare nella Lettera ai Colossesi di San Paolo e poi viene menzionata come una delle sette chiese dell'Asia minore di cui parla il libro dell'Apocalisse (3, 14-22). Gli studiosi ipotizzano che la chiesa di Laodicea sia stata fondata da Epafra, un colossese che si era convertito al cristianesimo dopo aver ascoltato la predicazione degli apostoli di Gesù giunti in Turchia. Il contesto sociale e storico descritto dall'Antico e Nuovo Testamento diventa sempre più dimostrato e attendibile, facendo lentamente crollare le teorie di storicisti e mitologi.

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Presentato al Senato il libro del medico e rianimatore Alberto Zangrillo

E' stato presentato ieri al Senato della Repubblica il libro di Alberto Zangrillo, direttore dell’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione Cardio-Toraco-Vascolare presso l’Istituto Scientifico Universitario San Raffaele di Milano. Si intitola "Ri-animazione. Tecnica e sentimento" (Editrice San Raffaele, 2010). Un punto di vista quindi altamente informato e professionale, assolutamente non politico (anche se ovviamente la sua esperienza viene usata per prendere decisioni politiche). Durante l'incontro ha attaccato il senatore Marino, paladino del testamento biologico: «E' un'infamia affermare che nelle rianimazioni italiane i medici pratichino l'eutanasia in segreto. Sfido il senatore Marino a dimostrare il contrario di quello che affermo: controlli pure tutte le cartelle dei miei pazienti. Non ho mai staccato la spina e insinuare il dubbio che qualche medico compia un omicidio in segreto è un'infamia»

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