Cina, il card. Zen: «La chiesa sotterranea? Non comunico con loro»
Il presule più critico verso l'accordo tra Cina e Vaticano, il card. Joseph Zen, ammette di non comunicare e non avere notizie dalla comunità cattolica sotterranea, la quale -per bocca di numerosi vescovi "clandestini" e dei missionari- ha invece apprezzato molto il negoziato.
Forse è stato risolto il grande enigma rilevato da molti esperti della situazione riguardo alla comunità cattolica in Cina. Secondo uno schema mediatico fin troppo grossolano e poco rappresentante della realtà, esisterebbe una Chiesa "ufficiale", registrata presso il governo (chiamata anche patriottica) e una comunità sotterranea, tradizionalmente fedele a Roma e al Papa.
Si è parlato molto di questo scenario dopo la firma di un primo e provvisorio accordo fra Cina e Santa Sede per le nomine dei vescovi, l’inizio di una pagina nuova che in buona parte deve essere ancora scritta. Il tentativo, da parte del Vaticano, è stato quello di tentare il superamento della contrapposizione fra le ‘due chiese’ in vista dell'unità, tentando di strappare al governo cinese la facoltà di nominare i vescovi ed obbligandolo, per lo meno, a nomine episcopali condivise con la Santa Sede, sulle quali il Papa ha finalmente potere di veto o di approvazione. D’ora in poi, questo è l'obiettivo, in Cina non ci saranno più vescovi illegittimi.
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