Il cristianesimo la sola via per il riscatto degli “intoccabili” in India

Il plurisecolare sistema sociale basato sulle caste, tipico dell’induismo, conosce ancora oggi la figura dei dalit, definiti anche come “paria”. Sono in pratica gli “intoccabili”– anche se in realtà il termine nel suo vero significato li qualificherebbe come gli “oppressi”, esclusi da qualunque speranza di una vita migliore a causa di questa rigidissima e consolidata suddivisione in caste della società indiana.

La storia dell’India in realtà ha registrato una crescita nei dalit della consapevolezza dei loro diritti con significativi riconoscimenti nei testi legislativi a loro favore: nonostante la discriminazione di casta, non il sistema delle caste in sé, sia stata formalmente abolita nel 1950 dopo il riconoscimento dell’indipendenza dalla Gran Bretagna, l’applicazione della legge ha lasciato molto a desiderare e i dalit restano ancora oggi vittime di emarginazione e abusi e il loro status sociale li mantiene ai margini della società.
Negli ultimi decenni la penetrazione del cristianesimo in India, grazie all’opera della Chiesa Cattolica e di altre denominazioni cristiane, sta producendo degli importanti frutti che possono contribuire a quel riscatto che da tanti decenni è solamente sperato ma non pienamente realizzato.

A riprova di ciò, citiamo un recente articolo dove si tirano le somme su quanto sta avvenendo in India e come il cristianesimo stia determinando un cambiamento lento ma duraturo nel paese. Secondo Jeevaline Kumar, responsabile della Operation Mobilization’s Anti-Human Trafficking Project in Bangalore e della India’s Dalit and Women’s Advocacy, «il messaggio centrale del cristianesimo, quello basato sulla scoperta dell’uomo creato a immagine e somiglianza di Dio, ha per i dalit una notevole importanza perché prendono coscienza del fatto che la loro vita può cambiare realmente». «Le donne», spiega la Kumar, «sono i dalit dei dalit, in quanto molte di loro sono costrette alla prostituzione, sia in un bordello o in un tempio dove sussiste questa pratica sacralizzata».

Un disprezzo ancor più atroce perché il sistema delle caste insegna appunto che le donne dalit sono impure fin dalla nascita ma – osserva amaramente la Kumar – «quando si tratta di sesso, nessuno pensa a loro come intoccabili». Recentemente, la Kumar ha contribuito ad organizzare una cerimonia di laurea per 106 donne che hanno completato i corsi di studio con ottimo profitto. La maggior parte di queste donne è stata privata perfino del diritto ad una infanzia serena a causa delle discriminazioni di casta. Il messaggio del Vangelo «ha restituito loro dignità e coraggio e sono certa che tutte loro si sono riappropriate della loro infanzia».

Un segnale di speranza vera per un grande paese che negli ultimi anni ha conosciuto una entusiasmante crescita economica ma che ancora si trascina laceranti ed intollerabili discriminazioni in campo sociale con enormi quantità di uomini e donne esclusi da ogni diritto.

Salvatore Di Majo

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29 commenti a Il cristianesimo la sola via per il riscatto degli “intoccabili” in India

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  1. Enrico da Bergamo ha detto

    Applicazione dello scandalo della croce tutti gli uomini sono uguali.

  2. Alèudin ha detto

    a completamento dell’articolo come non far notare che la santa di oggi è la meravigliosa Beata Teresa di Calcutta (Agnes Gonxha Bojaxiu) !?

    http://www.santiebeati.it/dettaglio/90013

  3. Vincenzo ha detto

    Questo dimostra ancora una volta che le varie piaghe del “terzo mondo” spesso non sono l’esito del colonialismo/imperialismo occidentale dei secoli xix e xx, ma sono principalmente causate da modi di vita, credenze, religioni tipiche di tali paesi. In questo senso il cristianesimo ha svolto e svolge una importante funzione di liberazione da vecchie nefaste usanze. Con cio’ naturalmente non si possono nascondere le responsabilità che comunque gravano sull’Occidente in termini ad esempio di sfruttamento delle risorse naturali. E’ comunque da sfatare la convinzione tipica di un certo “popolo di sinistra” di interpretare qualsiasi grave problema del terzo mondo come diretta responsabilità dei “cattivi capitalisti”.

  4. Leon ha detto

    I dalit o Paria sarebbe “originati dalla polvere dei piedi di Dio”.L’induismo risente del sistema delle caste.Trattati da schiavi,perchè sarebbero inferiori,addirittura per volnta degli dei o Dio.E ho ben in mente le persecuzioni di Orissa.

    Da cristiano li direi:

    “Cio che è sgradito all’uomo è prezioso davanti a Dio,cio che è caro all’uomo e reputato nulla davanti a Dio”

  5. Il problema è che le caste fanno parte non solo della cultura, ma della religione in India.
    E’ stato detto che la Chiesa cattolica in India potrebbe “facilmente” conquistare i dalit, ma, certo, a prezzo di una guerra civile (i dalit sono circa 300.000.000).

    • EquesFidus ha detto in risposta a Giambenedetto Colombo

      E noi lo faremo: Cristo ha detto di annunciare il Vangelo a tutte le genti, non di arrenderci per quieto vivere. E a questi sfruttatori, che usano la religione come pretesto per avere ancor oggi i servi della gleba e vergognose pratiche che avviliscono e disprezzano la natura umana, considerando uomini di primo, di secondo fin’anche di quinto ordine, succederà esattamente ciò che successe ai Romani: gli perseguiteranno, ne mieteranno a migliaia e faranno molti santi martiri, su cui si costituirà la Chiesa in India, salvo alla fine cedere ed arrendersi. E’ un nostro dovere in quanto cristiani aiutare i dalit e la Chiesa locale contro questa oppressione, è una questione di evangelizzzione ma anche, soprattutto, di umanità.

      • edoardo ha detto in risposta a EquesFidus

        Mi piace l’espressione “e noi lo faremo”, scritta con determinazione.
        Chi ha lanciato la campagna mediatica contro Madre Teresa non è altro che uno strumento docile nelle mani del demonio, si riempono la bocca con frasi fatte e sono dalla parte degli oppressori.

      • Titt ha detto in risposta a EquesFidus

        Questo discorso di martiri non mi convince: è lo stesso che sento da parte dei palestinesi quando santificano i kamikaze. L’India ha avuto grandi moti di civiltà e ancora può dare, basta pensare al mahatma Gandhi e alla sua lotta non violenta per l’autonomia indiana. Piccoli movimenti nascono anche per contrastare la corruzzione delle autorità indiane, per fare un esempio la “Gulabi Gang” un’associazione nata da una donna ignorante, ma con un forte, istintivo senso della giustizia, che ha proprio iniziato dalla parte più “debole” della società tradizionale indiana, le donne e, soprattutto, non fanno distinzioni di caste, anzi, si battono proprio contro l’arroganza di chi, con la scusa di appartenere ad una casta superiore, tente di opprimere coloro che sono relegati ai gradini più bassi. Andare di gamba tesa ad intromettersi negli affari interni di un paese è una mossa controproducente. Ricordo che Madre Teresa rispettava anche in punto di morte la religione di chi ospitava, per questo che, i suoi nemici trovarono pochi appigli su cui contestarla.

        • Sophie ha detto in risposta a Titt

          Il punto è che nessuna religione rispetta più quella cristiana, gli stessi induisti non so se nello Sri Lanka e mi pare anche nella stessa India stanno facendo passare i guai ai cristiani. Per quanto riguarda i palestinesi che santificano i kamikaze per me sei fuori strada. I kamikaze uccidono loro stessi e gli altri, i cristiani si fanno uccidere per non uccidere.

        • Enrico ha detto in risposta a Titt

          Titt, ti prego non fare anche tu analogie tra i martiri cristiani ed i martiri palestinesi perchè è roba da Odifreddi e da pubblicistica anticlericale con gli occhi ben foderati di prosciutto! Al di là dell’utilizzo dello stesso termine, c’è la lievissima differenza che i martiri cristiani sono quelli che si fanno ammazzare pur di testimoniare la loro fede, quelli palestinesi sono quelli che ammazzano se stessi e gli altri per imporre la loro fede.

        • EquesFidus ha detto in risposta a Titt

          Non importa che ti convinca, è la verità. Esiste il “martirio” islamico (che altro non è che un omicidio-suicidio) ed esiste il martirio cristiano, che è morire anziché negare i propri principi. Questa è la grande differenza: il cristiano muore per la Verità e solo lui, il terrorista muore lui cercando di diffondere il terrore uccidendo anche altre persone.
          Non si tratta di intromettersi, bensì di ubbidire al comandamento di Cristo di andare a portare il Vangelo a tutte le genti e di battezzarle nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Solo questo conta, il resto è vanità.

  6. Andrea ha detto

    Secondo me già non pochi parya si sono Convertiti ed ancor più pensano di farlo, o quanto meno si sono allontanati dall’Hinduismo proprio per quel che gli succede.

    Se non ci sono numeri per i Convertiti nulla di che stupirsi, dato che i nazionalisti hanno fatto passare numerose leggi anti-apostasia per impedire ai parya di Battezzarsi.

    La battaglia è difficile, ma un sistema basato sulla sola sottomissione prima o poi implode. Quando il limite di sopportazione è saturato è saturato, ed il contatto col Cristianesimo e con la Cultura Occidentale non può che accellerare la loro caduta. O almeno mettere, nel Cuore e nella Testa di molte persone, più di un dubbio…

    • LG ha detto in risposta a Andrea

      …forse qlco di simile potrebbe succedere con l’Islam. Ho notato che c’è praticamente una fobia della possibile conversione

      • Andrea ha detto in risposta a LG

        Infatti al di là del gran baccano fatto dai fondamentalisti mi sa tanto che anche l’Islam sia candidato all’implosione. Certi fenomeni sono come le stelle più massiccie: proprio quando, apparentemente invincibili, sono al massimo della luminosità e dell’espansione… finiscono il “carburante” ed esplodono.

        C’è fobia della Conversione anche in dar-al-Islam proprio perché di gente che vuole lasciare l’ortodossia Sunnita in favore di un’Islam più esoterico e mistico (in particolare il Sufismo) o soprattutto che voglia Convertirsi al Cristianesimo poca non ce n’è, tanto che gli “apostati segreti” nel Mondo Arabo potrebbero essere più dei Cristiani dichiarati. Ma in fondo i governanti sono i primi a saperlo delle falle dell’Islam, o quantomeno del loro Islam. Hanno morbosamente paura per quello e scatenano la “caccia all’apostata”, al “blasfemo” od all'”impuro” per quello.

        • Sophie ha detto in risposta a Andrea

          Ma guarda che tutto il mondo si sta convertendo al cristianesimo. Solo l’Europa e gli USA stanno tornando indietro ai livelli dello stalinismo…

        • Piero ha detto in risposta a Andrea

          Per quanti sono quelli che si convertono dall’islam al cristianesimo, ci sono 4 volte di più occidentali che si convertono all’Islam…
          Donne (che fanno le ragazzine) insofferenti al Cristianesimo per supposta “sessuofobia”, ossessionate da minigonne, sesso col primo che capita in discoteca, dominatrice di maschi, voglio-tutto-e-subito, che si convertono e si mettono il burqa, accettano di farsi dominare dall’uomo ed esserne schiava e oggetto sessuale.
          Come quei fanatici che negli anni ’60 si mettevano “in viaggio” ed andavano in India a “trovare se’ stessi”… Moda iniziata dai Beatles, se non sbaglio…

          • Andrea ha detto in risposta a Piero

            Ma, perlappunto, in Occidente sei libero di convertirti a quel che ti pare e di gente che s’è convertita all’Islam in segreto non ce n’è… Il punto è questo (a parte il fatto che le ragazze ossessionate da sesso e minigonne già sono abituate ad essere schiave ed oggetti sessuali, checché ne pensino).

            I dati ufficiali si basano su quanto sia allo scoperto, e non è che di ex-Musulmani che escano allo scoperto ce ne siano molti per ragioni facilmente comprensibili. Non è insomma difficile che risultino ufficialmente molti di più i convertiti, anche considerando che gli apostati vengono sovente comunque registrati ancora come “Musulmani” nei registri delle Moschee.

            Sappiamo comunque che il maggior numero di conversioni all’Islam non è tanto per questioni di convinzione, ma per questioni “di letto” (perlappunto, volersi sposare con un coniuge Musulmano) o di convenienza (per poter ottenere pieni diritti, cosa in gran parte del mondo Islamico possibile solo per gli uomini Musulmani). A livello mondiale in realtà la Religione che si sta espandendo di più per mezzo di Conversioni da altre è il Cristianesimo…

            • Enrico ha detto in risposta a Andrea

              Penso sia abbastanza evidente che nel mondo moderno c’è un rapporto di proporzionalità inversa tra livello di fondamentalismo e saldezza della fede. Molto spesso la violenza subentra quando già in se stessi si riconosce di non avere tutte queste ragioni a supporto della propria fede e quindi, anzichè proporla agli altri come convincente e ragionevole, la si cerca di imporre. Tutto questo nell’islam è poi giustificato dagli stessi testi sacri che hanno nel “guerrafondaio” Maometto il loro ispiratore.

              • Andrea ha detto in risposta a Enrico

                Proprio quel che volevo dire. Hanno la “sindrome del leone all’angolo”, sembrano proprio una grossa stella sul punto di esplodere (scusatemi se mi ripeto, ma non trovo metafore migliori).

                Comunque non è una cosa della modernità, usare la violenza se non si sa parlare purtroppo è una tattica vecchia come l’Uomo.

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