Il silenzio di Pio XII salvò la comunità ebraica di Roma

Torniamo a parlare della leggenda nata intorno a Pio XII. La Pave the Way Foundation, che ha avviato un progetto di recupero di documenti per mostrare tutte le informazioni e le testimonianze possibili sul pontificato di Pio XII, annuncia a Zenit.it che nuove scoperte incrociate fra Archivio Vaticano e documenti tedeschi, hanno portato alla luce nuove testimonianze e prove. Il 16 ottobre 1943 fu proprio la scelta del Papa di non denunciare pubblicamente l’arresto degli ebrei romani a salvare la vita di molti membri della comunità ebraica di Roma. Una testimonianza del tenente Nikolaus Kunkel, ufficiale tedesco della sede del governatore militare di Roma, corrobora l’impegno personale di Pio XII il 16 ottobre, il quale minacciò una protesta forte e pubblica al generale Stahel se gli arresti non si fossero interrotti. Fu così che il governatore militare di Roma, attraverso Himmler, telefonò a Hitler, il quale ordinò l’interrruzione degli arresti verso mezzogiorno. Questa sequenza di fatti è stata confermata in modo indipendente dal generale Dietrich Beelitz, ufficiale di collegamento con l’ufficio del maresciallo da campo Albert Kesselring e il comando di Hitler. Secondo il celebre storico britannico sir Martin Gilbert, il Vaticano nascose migliaia di ebrei letteralmente in un giorno e li continuò a nutrire e a mantenere fino alla liberazione di Roma, il 4 giugno 1944. Il 13 febbraio 1945 il capo rabbino di Roma, Eugenio Zolli, annunciò la sua conversione al cattolicesimo, dicendo: “Ciò che il Vaticano ha fatto resterà indelebilmente ed eternamente scolpito nei nostri cuori. Hanno fatto cose che resteranno per sempre un titolo di onore per il cattolicesimo” (Zolli, Prima dell’alba, autobiografia autorizzata, San Paolo 2004). Se i fatti non fossero andati così difficilmente Zolli avrebbe potuto convertirsi e affermare queste cose. II maggiore esperto ebreo sull’Olocausto in Ungheria, Jeno Levai, parlando di Papa Pio XII, ha dichiarato che è “particolarmente deplorevole il fatto che l’unica persona in tutta l’Europa occupata che agì più di tutti gli altri per frenare il terribile crimine e mitigarne le conseguenze sia diventata oggi il capro espiatorio degli insuccessi altrui”.

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