L’ex brigatista: «Ho ucciso Aldo Moro, da ateo la provvidenza di una seconda vita»
Fa tremare i polsi la testimonianza che Franco Bonisoli ha lasciato al Meeting di Rimini (video più sotto). Membro della direzione strategica delle Brigate Rosse e del Comitato esecutivo, condannato a quattro ergastoli anche a causa della strage di via Fani dove venne rapito Aldo Moro. Impressionante il racconto di come dal marxismo-leninismo scelse di passare alla lotta armata per coerenza con gli slogan, unica soluzione per poter imporre un mondo più giusto.
«Il comunismo era un sogno, un Eden terreno da vivere subito», ha raccontato. «Serviva però prima la rivoluzione: i buoni, cioè noi, andavano divisi dai cattivi (i padroni, il potere e chi li difendeva), andavano abbattuti e si sarebbe instaurata una società di transizione, la dittatura del proletariato. Un potere giusto, per poi arrivare al comunismo. Il problema è che per abbattere lo Stato serviva la forza, la violenza e le armi e quindi l'omicidio politico. Questa è stata la base di quello che poi divenne cronaca, gli anni di piombo. Io, come tutti i compagni che hanno fatto la scelta armata