Chiara Saraceno ancora contro la libertà di insegnamento
«La scuola paritaria non solo è legittimata ad accedere ai fondi pubblici, ma a competere per essi con quella pubblica/statale. Finora ciò era avvenuto con fondi “a parte” – ancorché sempre sottratti al sistema autenticamente pubblico, anche in questi ultimi anni di tagli dolorosi». Questo un passaggio di un articolo lamentoso di Chiara Saraceno, scritto qualche tempo fa. Saraceno è la sociologa di “Repubblica” (abbiamo commentato in passato un suo articolo-autogol sul matrimonio fra persone dello stesso sesso), la sua area culturale è quella di Veronesi, Rodotà, Augias, Zagrebelsky…, la stessa che ha sulle spalle la responsabilità della famosa ed attuale “crisi dei valori”. Rosso, sempre e solo rosso, per farci capire.
Innanzitutto da sociologa mostra di non conoscere (ed è grave) quanto stabilito il 14 marzo 1984 dal Parlamento europeo nella Risoluzione sulla “libertà di insegnamento nella Comunità europea”, quando si afferma: «il diritto alla libertà d’insegnamento implica per sua natura l’obbligo per gli Stati membri di rendere possibile l’esercizio di tale diritto anche sotto il profilo finanziario e di accordare alle scuole le sovvenzioni pubbliche necessarie allo svolgimento dei loro compiti e all’adempimento dei loro obblighi in condizioni uguali a quelle di cui beneficiano gli istituti pubblici corrispondenti, senza discriminazione nei confronti degli organizzatori, dei genitori, degli alunni e del personale».
Inoltre, non mostra di sapere che i fondi complessivi destinati alla scuola statale ogni anno ammontano a 54 miliardi di anno (anno 2009), alle scuole paritarie invece vanno al massimo 530 milioni di euro in teoria, in pratica molti meno. Secondo la Saraceno i problemi della scuola statale si risolverebbero prendendo anche quei 503 milioni, oltre ai 54 miliardi! La sociologa cita anche legge Berlinguer, la quale specifica che le scuole non statali possono essere istituite “senza oneri per lo stato”. Istituite vuol dire create, ma qui si sta parlando di finanziare quelle già esistenti, in ogni caso è stato certificato che la presenza delle scuole paritarie non solo è senza oneri per lo Stato, ma permette ad esso un risparmio di oltre 6 miliardi all’anno (e risparmierebbe altri 500 milioni se aumentasse di 100 milioni i contributi annuali). L’unica nota positiva dell’articolo della Saraceno è il riconoscimento di aver perso il referendum bolognese, di cui ci siamo a lungo occupati.
Il sottosegretario all’Istruzione Gabriele Toccafondi, citato dalla Saraceno, ha inviato una replica al direttore di “Repubblica” Ezio Mauro, il quale però ha censurato la sua pubblicazione.
Sullo stesso tema è da segnalare l’articolo del filosofo Dario Antiseri sul “Corriere della Sera”, nel quale cita Antonio Gramsci: «Noi socialisti dobbiamo essere propugnatori della scuola libera, della scuola lasciata all’iniziativa privata e ai comuni. La libertà nella scuola è possibile solo se la scuola è indipendente dal controllo dello Stato». Di continuo, si lamenta Antiseri, «viene additato come un furto il contributo pubblico alla scuola paritaria». E’ il cavallo di battaglia, come ha mostrato puntualmente la Saraceno. «Ora, però, sta il fatto che questi affaccendati agitatori nascondono a se stessi e agli altri “interessati” che non è più che una miseria il contributo dello Stato italiano alle scuole paritarie, soprattutto se paragonato al contributo elargito alle scuole non statali da Stati come la Francia, il Belgio, l’Irlanda, la Germania, la Spagna o l’Inghilterra. E quel che più conta è che i nominati lungimiranti statalisti si guardano bene dal fare i conti e dal dire quanto la scuola paritaria (cattolica e laica) fa risparmiare allo Stato. Dai dati Miur 2012: Alunni delle Scuole statali 7.737.639; Alunni delle Scuole paritarie 1.036.403, di cui 702.997 iscritti alle Scuole cattoliche. Finanziamento totale alle Scuole statali: € 40.596.307.956; Finanziamento totale alle Scuole paritarie: € 498.928.558. Costo allo Stato in media per alunno di Scuola statale: € 5.246,60; Costo allo Stato in media per alunno di Scuola paritaria: € 481,40. Le scuole paritarie, dunque, in un anno, hanno fatto risparmiare allo Stato la bella cifra di € 5.000.000.000 (cinque miliardi). In dieci anni – con un calcolo per difetto, dato che il numero degli alunni iscritti alle Scuole paritarie è progressivamente diminuito – la scuola paritaria ha fatto risparmiare allo Stato oltre 50 miliardi di euro».
Ma non è tanto l’aspetto economico a muovere la critica di Antiseri quanto quello politico-sociale: «Non è giusto e soprattutto non è libero un paese dove una famiglia che iscrive un figlio a una scuola paritaria debba pagare per questa sua scelta di libertà. Uno Stato che costringe a comprare pezzi di libertà non è uno Stato di diritto. E, intanto, negli ultimi tre anni è morta una scuola libera ogni tre giorni – ogni tre giorni è morto un pezzo di libertà». Alla fine dell’articolo si è rivolto al premier Matteo Renzi, il quale ha suscitato la speranza di sapersi staccare dalla zavorra comunista che ancora tiene in scacco parte del Partito Democratico.
La redazione