Pakistan, i matrimoni cristiani saranno ufficialmente riconosciuti

pakistan corte supremaLa Corte Suprema del Pakistan, oltre alla definitiva assoluzione di Asia Bibi, si è pronunciata a favore del riconoscimento legale dei matrimoni celebrati nelle chiese cristiane. Due segnali concreti di cambiamento e di speranza.

 

La definitiva assoluzione di Asia Bibi da parte della Corte Suprema del Pakistan, avvenuta pochi giorni fa, è stata un secondo atto storico dopo la prima sentenza dello scorso ottobre.

«La fine di un incubo» per la donna cristiana, ha scritto l’Osservatore Romano, condannata a morte per blasfemia nel 2010 nel paese più islamico che ci sia, dove il popolo è educato ad un credo fondamentalista, alimentato anche dalle scuole coraniche, finanziate dai sauditi con la benevolenza occidentale.

 

La Corte Suprema a favore dei matrimoni cristiani.

Sempre la Corte Suprema pakistana si è pronunciata anche su un altro tema caro alla comunità cristiana, sentenza che è passata in secondo piano e non sufficientemente valorizzata in Occidente. I giudici, infatti, hanno ordinato all’Autorità nazionale di registrazione (Nadra) di riattivare il registro ufficiale dei matrimoni celebrati attraverso il rito religioso cristiano, dando loro valore ed effetti di carattere civile. Un riconoscimento che era stato subito sospeso dopo la sua introduzione nel 2013.

Dal 16 gennaio scorso 2019, invece, grazie al coraggio dei supremi giudici (in particolare al giudice musulmano Mian Saqib Nisar), i matrimoni cristiani celebrati in chiesa sono nuovamente riconosciuti in Pakistan, anche se l’attuazione della sentenza richiederà tempo a causa dei prevedibili ostacoli a livello locale. «Un atto molto importante da parte della Corte Suprema», ha commentato Fr. Mario Angelo Rodrigues, rettore dell’Arcidiocesi di Karachi (Pakistan). «I cristiani del Punjab hanno lottato per ottenere giustizia. Apprezzo la decisione della Corte, finalmente annunciata per il bene dei cristiani in Pakistan», ha dichiarato padre Adeel Patras, vice presidente di Jesus Life TV.

 

Il coraggio dei giudici, la richiesta del Papa: “ai cristiani gli stessi diritti”.

Si stima che il 96% della popolazione pakistana abbraccia l’Islam, religione che vanta il riconoscimento ufficiale da parte dello Stato. I cristiani, invece, sono circa 2,8 milioni, ovvero l’1,6% del totale, e quasi la metà di loro professa la fede cattolica. Una minuscola minoranza, quindi. Anche per questo è degno di lode il coraggio dei tre giudici supremi -Saqib Nisar, Asif Saeed Khosa e Mazhar Alam Khan Miankhel-, consci dei rischi: nel 2011 l’ex governatore del Punjab che si era speso in favore di Asia Bibi, infatti, venne assassinato nelle strade della capitale, Islamabad. Come abbiamo già sottolineato, la Corte Suprema poteva limitarsi ad affermare l’insufficienza delle prove, invece sono entrati nel vivo della questione scrivendo che «è blasfemia anche insultare la religione cristiana, pur facendolo in nome di Maometto». Si spiegano così gli oltre 1000 arresti che la polizia ha effettuato dopo gli incidenti avvenuti in tutto il paese dopo la sentenza, tra cui Khadim Hussain Rizvi, leader del partito radicale islamico Tehreek-e-Labbaik Pakistan (TLP).

Due atti, la doppia assoluzione di Asia Bibi ed il ripristino del valore civile dei matrimoni cristiani, che potrebbero essere indice di uno storico cambiamento e una luce di speranza per i cristiani del Medio Oriente, i quali «siano riconosciuti come cittadini a pieno titolo e con uguali diritti», come ha chiesto pochi giorni fa Papa Francesco.

La redazione

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