«Vogliono farvi credere che farsi di cannabis è normale…»

mantovano droga«Vi vogliono far credere che fumare una canna è normale, che andare sempre oltre è normale. Qualcuno vuol soffocarvi». Queste le parole della mamma di Giò (Giovanni Bianchi), il ragazzo di Lavagna, suicidatosi tre giorni fa durante un controllo della Guardia di Finanza, che lo aveva sorpreso con qualche grammo di hashish.

Era stata la madre a chiamare gli agenti, «dopo innumerevoli tentativi di convincere il figlio a smettere di farsi di spinelli non sapeva più cosa fare», ha dichiarato il generale Renzo Nisi. La madre ha voluto ringraziare i militari «per avere ascoltato un urlo di disperazione di una madre che non poteva accettare di avere suo figlio perdersi e ha provato con ogni mezzo di combattere la guerra contro la dipendenza prima che fosse troppo tardi». Ha chiesto poi scusa a suo figlio: «Perdonami per non essere stata capace di colmare quel vuoto che ti portavi dentro da lontano».

Non ci sarebbe altro da dire. Se non stigmatizzare l’immediata strumentalizzazione di Roberto Saviano, che ha usato la vita e la morte di Giò per la sua battaglia sulla legalizzazione delle droghe leggere. Una “iena” secondo lo psichiatra Paolo Crepet. E’ proprio la legalizzazione della marijuana che ha aumentato esponenzialmente i ricoveri ospedalieri dei minori in Colorado, sono proprio le campagne pro-cannabis ad aumentare l’uso di droghe (del 6%) da parte dei giovani, portando a ritenere socialmente accettabile la marijuana. Non esiste più la “droga leggera” degli anni ’60, hanno spiegato i ricercatori dell’University of Arkansas, oggi i composti sono letali, «portano a psicosi, dipendenza e la morte». E’ la Fondazione Veronesi a dare la parola a Roberto Cavallaro, responsabile dell’Unità per i disturbi psicotici dell’ospedale San Raffaele di Milano, il quale spiega: «La marijuana una droga leggera? Può anche raddoppiare il rischio di schizofrenia. La verità è che non esistono droghe leggere o pesanti, è un concetto da superare: sono tutte droghe con effetti deleteri, il rischio e la gravità con cui si manifestano in una condizione patologica sono individuali».

La voce della comunità scientifica è ben udibile nel libro Libertà dalla droga. Diritto, scienza, sociologia (Sugarco 2015), scritto dal magistrato Alfredo Mantovano, dal sociologo Massimo Introvigne e da Giovanni Serpelloni, direttore del Servizio per le tossicodipendenze (Sert) di Verona. In esso si affrontano tutti i luoghi comuni a favore della legalizzazione, smontandoli uno a uno. Si mostra ad esempio, così come ha fatto il National Drug Control Policy, che la cannabis non è affatto paragonabile all’alcool: mentre l’uso di quest’ultimo può essere distinto in uso moderato -benefico per la salute (il bicchiere di vino a pasto) e in abuso, «per il consumo di droga la distinzione non regge: già il semplice uso di stupefacenti produce alterazioni dell’equilibrio fisico e psichico» (p. 28). Infatti, Luigi Janiri, vicepresidente della sezione dipendenze della Società italiana di psichiatria, ha spiegato: «gli episodi acuti psicotici transitori di cui è responsabile la cannabis non si verifichino con l’alcol. Mentre un episodio psicotico transitorio si può verificare in una persona anche alla prima assunzione di cannabis, non si verifica alla prima assunzione di alcol» (p. 28). Si confuta anche la bufala che «la mancata legalizzazione è causa dell’arricchimento dei clan: ogni legalizzazione ha infatti dei limiti (di età dell’assuntore, di quantità e di qualità)», così «alla criminalità sarà sufficiente operare oltre i limiti fissati» (p. 30).

Inoltre, i tre autori rivelano i dati del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria che mostra come la riforma “proibizionista” del 2006 non è stata per nulla “carcerizzante”: gli ingressi in carcere per violazione della legge sulla droga sono in costante calo, così come i decessi per droga. «Dunque, la legge del 2006», concludono, «ha concorso a far diminuire il consumo totale di droghe e il numero di tossicodipendenti in carcere, con parallelo incremento dei recuperi» (p. 45). Con tanto di tabelle e fonti ufficiali, gli autori dimostrano che «il fenomeno della droga in Italia è in lenta contrazione con un continuo decremento dei maggiori indicatori quali l’uso delle principali sostanze, della mortalità e delle carcerazioni droga-correlate» (p. 101). Decine di pagine elencano tutti gli studi più recenti che dimostrano la pericolosità del consumo anche saltuario di cannabis, una droga pesante a tutti gli effetti secondo la letteratura scientifica. «Nessun’altra sostanza al mondo con queste caratteristiche così ben documentate da studi tanto autorevoli», si legge, «verrebbe altrettanto classificata come “leggera” e quindi fatta percepire come non pericolosa, consentendone, quindi, implicitamente, se non addirittura esplicitamente, l’uso» (p. 90).

Ritorniamo alle parole della mamma di Giò: «Diventate protagonisti della vostra vita e cercate lo straordinario», ha detto ai coetanei di suo figlio. Non ascoltate i profeti di morte, non è affatto normale che degli adolescenti (e tanti adulti) siano così delusi, disperati e disillusi da voler fuggire dalla realtà, rifugiandosi nello sballo e affidando la loro vita a sostanze tanto gravi per la loro salute (altro che “solo uno spinello”). Droga pesante, così come è pesante la responsabilità morale di Roberto Saviano per i danni che quotidianamente migliaia di giovani italiani subiscono dalla marijuana.

 

Qui sotto le parole della madre durante il funerale

 

La redazione

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40 commenti a «Vogliono farvi credere che farsi di cannabis è normale…»

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  1. Sandrok ha detto

    Per chi volesse osservare gli effetti nocivi che la droga ha sul cervello, invito a guardare i commenti che stanno apparendo su YouTube sotto al video postato qui sopra. Le minacce di morte alla madre di questo ragazzo suicida fanno accapponare letteralmente la pelle.

  2. Umpalumpa ha detto

    “alla criminalità sarà sufficiente operare oltre i limiti fissati”

    Ma oltre ad operare “oltre i limiti fissati”, secondo voi non continuerà ad operare nel suo territorio, con l’unica differenza che è diventato legale?

    Mi spiego meglio.
    Se io sono un narcotrafficante con un’attività di import-export dal sud america o al nordafrica. Gestisco questa attività con la menzogna e la violenza, ossia driblo le regole e ricorro a minacce e violenze pur di portare droga in occidente e farci un mare di soldi. Io mi chiedo: se domani questa attività diventa legale, io che non mi sono fatto problemi a diventare un falso violento prima, ora davvero sono disposto ad uscire dal mercato o farmi soffiare gli affari dagli ultimi arrivati? Non continuerò forse a fare la mia attività più tranquillamente, senza dover ricorrere necessariamente all’imbroglio e alla violenza? Certo…un’organizzazione abituata per decenni a vivere nell’illegalità e nella violenza, come potrà reagire di fronte un concorrente “normale”? chiamerà l’avvocato o gli “amici”?

    Anche il discorso che se diventa legale lo stato ci guadagna con le tasse è una visione miope a mio parere.
    Ammesso e non concesso che un narcotrafficante (neo-legalizzato)paghi tutte le tasse…anche se lo facesse, ci troveremmo un paese magari leggermente più ricco, ma in cui l’uso della droga viene incentivato con la conseguenza di avere sempre più cittadini consumatori della sostanza. Quindi, nella migliore opzione, un apparato statale più ricco e più cittadini drogati. Bella prospettiva.
    E’ la stessa identica cosa che sta succedendo oggi con la ludopatia.

  3. Fabio ha detto

    Vi è una moltitudine di video su YouTube, dove indipendentemente dal genere o argomentazione trattata, (musica, cronaca, tecnologia, fede, mistero o scherzi), compaiono commenti che sembrano essere urla ferine e rabbiose che giungono direttamente dalle viscere dell’inferno.

  4. sara ha detto

    Quando gli argini di un fiume son stati sfondati, tutto straripa ovunque..

    Il concetto di bene e male ha sempre meno confine,ormai c’e’ poco da scandalizzarsi.

  5. Max ha detto

    E’ ottimo riportare lo studio della Fondazione Veronesi. Sicuramente non potranno tacciarla di essere filo-cattolica, anzi. Ho gia’ messo il link nella mia cartella dei segnalibri.

    • Taigura Araphael ha detto in risposta a Max

      La cannabis è tutt’altro che innocua e quella che gira oggi non è quella degli anni 80. Ci sono razze ibride che hanno contenuti di THC spaventosi. io purtroppo ne parlo per esperienza personale, dato che la cannabis mi ha procurato non pochi problemi. Sono felice di sapere che anche la fondazione veronesi abbia preso coscienza del problema, anche se ci andrei piano a parlare di correlazione con la schizofrenia.

      • Max ha detto in risposta a Taigura Araphael

        Ah be’, ma c’e’ ancora chi lo nega con uno zelo… religioso, anche su questo sito

        • Taigura Araphael ha detto in risposta a Max

          Però sia ben chiaro, che sullo stesso piano se non peggio metto gente come il qui sotto Nemesis…….Aggiungo che se si è arrivati a certe situazioni è stato proprio il voler demonizzare a prescindere le sostanze e parlare di queste per sentito dire o per ridicoli stereotipi. E lo dice a cui la cannabis ha causato attacchi di panico, depressione e agorafobia……

          • Taigura Araphael ha detto in risposta a Taigura Araphael

            ho saltato “uno”a cui la cannabis…..

            • Nemesis ha detto in risposta a Taigura Araphael

              No, guarda, respingo assolutamente frasette del tipo “la colpa è di chi -come Nemesis- ha provato ad impedirci di dissipare la nostra vita”. Se ci si vuole ribellare ai propri genitori, le persone più care che si hanno per “essere liberi di devastare il dono della vita” ti posso dire che mi dichiaro fieramente, orgogliosamente e felicemente iperprotettivo, che la stupidità, più della crudeltà, non merita NESSUN tipo di giustificazione. Imparino ad essere meno deficienti e ad essere invece più grati alla vita. Mi rifiuto di giustificare quello che ha fatto sto ragazzo su sua madre, si è suicidato per capriccio e per vendetta, lanciando un messaggio nichilistico e di rivalsa all’ Italia che non merita un briciolo di empatia da parte mia, che rifiuto i valori cristiani davanti a persone del genere. Ma anvedi te, mi tocca pure tollerare chi decide di autodistruggersi perché gli è impedita questa libertà. Se si vuole combattere per la libertà, almeno ci si chieda se questa libertà è davvero tale oppure è una via per la costrizione mentale e quindi una perdita di libertà. Nei Demoni di Dostoevskij l’ ing. Kirillov arriva al punto da voler negare Dio dimostrandosi “libero di fare quello che vuole” e dice: “se Dio c è, tutta la volontà è sua, è sottrarmi alla sua volontà io non posso. Se no, tutta la volontà è mia, e sono COSTRETTO a proclamare l arbitrio”. “L arbitrio? Ma perché siete costretto?”. “Perché tutta la volontà è diventata mia. Possibile che nessuno su tutto il pianeta, avendola finita con Dio e avendo posto fede nell arbitrio, osi proclamare l arbitrio nel senso più completo? È come un povero che abbia ricevuto l eredità e si sia spaventato, e non osi avvicinarsi al sacco, stimando si impotente a possederlo. Io voglio proclamare l arbitrio. Io sono OBBLIGATO a uccidermi, perché il momento più alto del mio arbitrio è uccidere me stesso”. Questo è il risultato dell idolatria del concetto di libertà, che è casomai un “cercare la non-libertá, un voler essere costretti”, è un errore della mente umana che non riflette sull’ essenza della libertà, ma sulla sua concettualizzazione retorica, cadendo nella trappola del relativismo in quanto a parole si può dire tutto e il contrario di tutto, io posso anche dire di volermi suicidare perché non sono libero di volare con le mie braccia oppure che sono costretto a suicidarmi perché mia madre mi impedisce di volare con le mie braccia, posso dire qualsiasi stupidaggine pur di giustificare la mia incapacità di essere grato all’ amore ed il mio cieco e PRIMITIVO capriccio di fare quello che mi pare , il problema è quello che sta dentro la mia testa e ancora di più la causa di queste mie idee, non l’ essere protettiva di mia madre.

              • Taigura Araphael ha detto in risposta a Nemesis

                Il tuo non è cristianesimo, ma nazismo.

                • sara ha detto in risposta a Taigura Araphael

                  La tua non e’ una opinione ma una sentenza di chi malauguratamente non la pensa come te.
                  E Che dietro il dito puntato moralistico, credendo di sapere cosa sia il cristianesimo, impone agli altri il conformismo altrimenti se non usi il misericordismo cammuffato di Carita’ senza discrezione sei un Nazista, islamofobo,omofobo, altruismofobo, xenofobo, democraziofobo ecc ecc…

                  Chissa’ la Bibbia se l’ hai mai letta.. E chissa’ Gesu’ come l’avrebbero definito ai tempi di oggi.

                • Nemesis ha detto in risposta a Taigura Araphael

                  Che non è cristianesimo sono d’ accordo con te, che la severità venga automaticamente equiparata al nazismo è solo una tua percezione sensoriale errata, come tantissime altre tipiche dell’ essere umano.

                  • Nemesis ha detto in risposta a Nemesis

                    E comunque l ho anche scritto: rifiuto i valori cristiani davanti a persone del genere. Io non sono cristiano perché rifiuto quel contesto cristiano che ha permesso che la libertà dell’ uomo dovesse essere rispettata e difesa a tal punto da consentirne la distruzione della stessa, per “libertà”. Solo in un mondo cristiano poteva nascere il nichilismo, se fosse stato dipeso da me, avrei distrutto e/o distorto il mondo cristiano pur di non fare nascere il nichilismo e scommetto che tutti avrebbero odiato la mia censura/distorsione , eppure l’ averlo permesso porta comunque come conseguenza l’ odio verso il mondo cristiano. In un caso o nell’ altro il problema è dell’ essere umano che non sa essere grato alla vita e diventa una “natura difettosa”, quindi involuta. E guai se gli si toglie il diritto di essere ingrati alla vita, si viene disprezzati se no, ma si viene disprezzati anche e soprattutto se lo si consente!
                    Quando non si è razionali è così che funziona, si diventa schiavi di sé stessi e poi si è capaci di fare tragedie come queste, ma quello che mi fa andare in bestia è leggere decine di commenti di ragazzini ignoranti ed istintivi che di amore genitoriale non ne capiscono niente e che si mettono a sputare schifezze totalmente ignoranti e deficienti sulla madre di lui difendendo uno che si è strappato la vita per capriccio e per vendetta. è l’ apoteosi della deficienza umana quando non sa più a che punti di riferimento aggrapparsi e blatera, blatera brancolando sul buio e sul nulla assoluto che postula da sé.
                    In mia modestissima e fallibile opinione la crudeltà in quanto a dannosità può accompagnare solo, se paragonata alla stupidità! Scusate lo sfogo.

  6. Aristocle ha detto

    Droga libera per contrastare il narcotraffico?…Astrazioni di chi non ha figli (…e se li ha non se ne cura!)

  7. sara ha detto

    Il discorso della madre mi fa quasi commuovere.

    Quanto e’ vero che al bando ideologie e sentimentalismi,
    Sto discorso racchiude una autenticita’ unica di chi ha saputo amare veramente un figlio.
    Un amore viscerale,che qualcuno vorrebbe cancellare ma che rimane in eterno.

    E cio’ che e’ autentico e’ vero e lo si percepisce subito, specie in un mondo di pattume di parole che non valgono piu’ nulla.

  8. Nemesis ha detto

    Non si rendono conto che il desiderare quella roba è il voler non essere niente, il non voler contare niente, il non voler rispettare il proprio corpo, la propria salute e il proprio equilibrio psichico. Togli ad un dipendente dal fumo i suoi pacchetti di sigarette e guarda come si trasforma in una bestia, la dipendenza trasforma in bestie, la loro rabbia repressa è direttamente proporzionale al livello di dipendenza che hanno con le cose, esse servono ad anestetizzarli, a non farli pensare a quanto in basso si stanno riducendo, è la natura auto-distruttiva dell’ uomo, togligli il diritto di autodistruggersi ed il diritto a ribellarsi a chi gli vuole vuole come i propri genitori e così fanno emergere tutta la bestialità in cui si sono fatti degradare. Una madre che ha protetto il figlio dalla dipendenza è una madre che ha cercato di proteggere la libertà, la psiche,la salute di suo figlio ed il suo contatto con la realtà che dev’ essere VIRTUOSO E NON NICHILISTICO. UNO CHE SI AMMAZZA PER VENDETTA DI UNA MADRE PROTETTIVA NON VA DIFESO, VA CANCELLATO DALLE MEMORIE perché è uno che ha appena mandato questo messaggio al mondo: “IL DONO DELLA VITA CHE VI HANNO DATO I VOSTRI GENITORI NON VALE NIENTE E VA DISTRUTTO SE NON CONSENTONO DI AUTODISTRUGGERVI!”.
    E chi viene a dire “suo figlio era libero anche di farsi gli spinelli”, io dico: “sì, è vero, ognuno è libero di fare quello che vuole perché (ahimé) non si manifesta mai un angelo pronto a spazzarci via per la nostra miseria, ma questo modo di concepire la “libertà” è un pervertimento della stessa, NON un valore intrinseco! “Il valore della libertà non è il poter fare tutto quello che ci gira per la testa”, altrimenti questa non è libertà ma CAOS, è prevaricazione, è morte, è distruzione! La libertà va razionalizzata ed equilibrata, e quale razionalità ed equilibrio sta in una libertà che si auto-danneggia, in una libertà che sceglie la dipendenza, che è appunto perdita di libertà??? Una libertà che mira all’ autodistruzione di sé stessa???”. I commenti che si leggono su YouTube sono di una vergogna infinita, dimostrazione di un popolo che crede che la vita non abbia nessun valore e che non esista soprattutto NESSUN VALORE. Odio rivolto ad una madre è lo specchio di una gioventù che non conosce l’ essenza totale dell’ Amore ma solo la buonista retorica “ognuno è libero di fare quello che vuole”. Sì, è vero, ognuno può fare quello che vuole ma è proprio QUESTA LA CONDIZIONE CHE SI DEVE COMBATTERE SE NON CI SI VUOLE RIDURRE A BESTIE. Gioventù bruciata e priva di punti di riferimenti, abbandonata ai propri istinti e capricci, inconsapevole che le battaglie per la libertà che fanno sul tubo sono battaglie calcolate da multinazionali e sistemi di governo per ELIMINARE PER SEMPRE IL CONCETTO DI TELEOLOGIA DALL’ ANTROPOLOGIA UMANA E RENDERLA PURAMENTE DEONTOLOGICA! Tentare di privare la coscienza dell’ uomo di qualsiasi nesso con il “fine”, “il compimento”, la “Verità” e farla concentrare solo ed unicamente sulla “convenienza personale” e sul “senso civico”. C’ è un tentativo in atto DA PARTE DI QUALCUNO di privare la coscienza umana della trascendenza legandola interamente alla materialità ma cosa ne vogliono capire i bambocci liceali youtubbari e facebookiani che appena leggono qualcosa di inquietante subito gridano al “complott1sm0 c0mpl0tt1sm0, all4rm1rm0 all4rm1smo!!!” anche se i complotti hanno terreno fertile su cui proliferare sotto un mondo che demonizza chi l’ intuisce e cerca di fare ragionare!

  9. Fabio ha detto

    Anni fa avevo un profilo su YouTube e non potete neanche immaginare quanti scontri ebbi con una certa gioventù nichilista, pseudo anarchica, satura di odio anti cristiano, gente blasfema, irriverente, volgare, amante dei simboli satanici, del rap cafonaro, attratta dalla marjuana, stanca di tutto e sociopatica.
    Soggetti psichicamente disturbati e spiritualmente defunti.
    Ma quelli che “amavo di più”, erano i tipi dediti e cultori della bestemmia, quelli che nel nome dei valori del laicismo, asserivano che bestemmiare come ossessi, fosse mera arte umoristica e legittima libertà di pensiero.

    Certo, un umorismo violento e scurrile che sfotteva miliardi di persone cristiane nel mondo, le quali si riconoscevano nei valori morali, civili e umani, magari ancor prima di quelli spirituali, del cristianesimo.

    Il sedicente diritto di bestemmia, (e quindi anche di oltraggio morale all’umanità), confuso con la libertà di pensiero e parola.

    Se i valori del laicismo, (e sottolineo se), equivalgono a quelli che oramai hanno preso piede nelle menti di tanta gioventù e nuove generazioni, allora essi moriranno con questa stessa generazione!

    Ma quello che allora lì, su YouTube, mi faceva veramente SCHIFO, era l’indifferenza dei cristiani al dileggio di Gesù Cristo e di Dio, il loro tacere, il loro lasciar stare e non curarsi di nulla, ragione per cui, dopo aver incenerito con poche parole d’effetto, una caterva di morti viventi, eliminai il mio profilo e abbandonai quell’ambiente.

  10. Pietro ha detto

    Il signor Saviano, forte della fama acquisita con i suoi libri sulla camorra, ha la pretesa di pontificare su tutto e su tutti, naturalmente non uscendo mai dal solco del politicamente corretto, ci mancherebbe! In realtà, con le sue uscite, si dimostra purtroppo uno degli ancora tanti cattivi maestri. Teniamone lontani i nostri figli.

    • sara ha detto in risposta a Pietro

      Saviano secondo me lavora per la Camorra..gli fa pubblicita’…

      Non se ne andrebbe cosi’ tranquillamente in giro a sparar cavolate altrimenti…

      • Paolo ha detto in risposta a sara

        Ma come si fa solo a pensare una stupidata del genere?

        • sara ha detto in risposta a Paolo

          E’ stupido chi pensa che legalizzando la droga si abbassa il traffico illegale e la criminalita’ organizzata o e’ stupido chi pensa che chi afferma questo in fondo in fondo o non conosce la criminalita’ organizzata( di cui ha fatto tanta pubblicita’ e soldi con tutti quei libri) oppure la alimenta?..

          Io so cosa e’ e di cosa si ciba la mafia, avendo vissuto in terre del Sud.

          Anche Borsellino affermava che la piu’ grande ignoranza in merito e’ credere che la legalizzazione argini la delinquenza…

          Per uno che ne sa’ cosi’ tanto di Mafia,qualche dubbio mi viene…

          Comunque,caro Paolo, cerca di farti uscire anche un po’ di argomentazione in merito.

          Io almeno qualche pensiero lo esprimo,avanti sforzati un po’ di piu’ cosi’ alziamo un tantino il livello di comunicazione, che dici?

          Gli insulti tanto li conosciamo tutti molto bene e devo dire che sei molto bravo a farli…ma se ti uscisse anche solo qualche parolina di piu’ te ne sarei grata, e capiremmo tutti che non fai la Terza Elementare.

  11. Emanuele ha detto

    Una delle più grandi sciocchezze riguardo la legalizzazione degli spinelli riguarda la presunta lotta al mercato nero e alle mafie grazie alla sottrazione degli introiti dello spaccio.

    A parte i problemi morali legati alla liberalizzazione che da questo punto di vista sembra una resa nei confronti della malavita, ossia dato che non riesco a combattere lo spaccio, diventa spacciatore pure lo stato mettendosi in concorrenza alla mafia, i numeri dicono che questo programma è fallimentare.

    Infatti, il fatto che le sigarette siano legali non impedisce il mercato nero delle stesse. In Italia vale centinaia di milioni di euro ed è sempre molto fiorente, nonostante la cronaca da anni non ne dia risalto (sarà per il fatto che la lotta al contrabbando è fallimentare… ?)

    Teniamo anche conto che il valore di una sigaretta, illegale o legale che sia, è circa un ventesimo del costo di uno spinello… se già per merce di così scarso valore i malavitosi rischiano la galera, figuriamoci se si tireranno indietro qualora gli spinelli diventino legali.

    https://news.vice.com/it/article/contrabbando-sigarette-italia

  12. Shiva101 ha detto

    Il vino è tollerato ma la cannabis no, e un ragazzo per la vergogna si su suicida.

    Uno spinello ha meno effetti collaterali di un bicchiere di vino, infatti l’alcool e la nicotina contenuta nel tabacco sono capaci di indurre una dipendenza fisica assai più pesante.

    La cannabis, detta “erba del diavolo“.

    « La marijuana inizia la sua opera mortale di eccitare la passione sessuale. Senza distinzioni di colore o razza. »
    (Reverendo Robert James Devine, Assassin of Youth: Marihuana – 1943)

    « La marijuana porta a lavaggi del cervello pacifisti e comunisti. »
    (Anslinger, Capo del Federal Bureau of Narcotics – 1948)

    « Un uomo della California decapitò il suo migliore amico mentre era sotto il violento sortilegio del fumo. »
    (Newsweek – 14 agosto 1937)

    Queste sono solo alcune delle bestialità partorite contro la marijuana, spesso fatte girare in abiti religiosi tipicamente cristiani e negli ambiti conservatori fascisti di cui faceva parte Harry Anslinger.

    Il proibizionismo moderno sulla Cannabis è iniziato nel 1937 con il Marijuana Tax Act statunitense
    promossa presso il Congresso USA da Harry Anslinger con ogni mezzo, fra cui campagne promozionali oggi considerate propaganda allarmistica e oscurantista
    “reinterpretazioni” di articoli dai giornali riguardo ai più brutali omicidi commessi nel paese come se fossero stati causati dall’uso di Marijuana.

    Esattamente come hanno fatto gli autori del libro da voi citato.

    “La voce della comunità scientifica è ben udibile nel libro Libertà dalla droga. Diritto, scienza, sociologia (Sugarco 2015), scritto dal magistrato Alfredo Mantovano, dal sociologo Massimo Introvigne”

    La voce della comunità scientifica NON è quella di un magistrato, ed Introvigne è un noto integralista cattolico.

    Il vino ha effetti collaterali sempre perchè l’alcol è tossico per ogni cellula, come è ribadito dall’OMS.

    “E’ proprio la legalizzazione della marijuana che ha aumentato esponenzialmente i ricoveri ospedalieri dei minori in Colorado”

    Anche il vino è legalizzato e sono infinite le vittime di alcolismo.

    “la cannabis non è affatto paragonabile all’alcool: mentre l’uso di quest’ultimo può essere distinto in uso moderato -benefico per la salute (il bicchiere di vino a pasto)”

    L’alcol è sempre tossico mentre la cannabis ha da sempre un noto uso terapeutico.

    Lo scrittore francese Jaques Derrida ad esempio, autore di Rhétorique de la drogue del 1986, nel discutere il concetto di droga affermò:
    “Non si può non concludere che il concetto di droga sia un concetto senza base scientifica, istituito sulla base di valutazioni politiche o morali”.
    Dipendenza e droga sono in tal senso due concetti che vengono spesso demonizzati psicologicamente dall’opinione pubblica, suscitano moti d’animo e opinioni in genere preconcette senza che si possieda una reale conoscenza dei fenomeni, delle dinamiche e delle sostanze coinvolte. Sono concetti in grado di spostare milioni di voti e miliardi di dollari.

    La dicotomia tra “droghe leggere e pesanti” è solo un semplicistico riferimento perché ad esempio, in questo senso, bisognerebbe senza indugio considerare in base agli stessi parametri di pesantezza degli effetti, dipendenza fisica ed incidenza sociale anche l’alcool come una “droga pesante“,
    ma percepita diversamente dalle succitate sostanze solo in virtù del proprio status legale che la vede tollerata in tutto il mondo occidentale.

    “già il semplice uso di stupefacenti produce alterazioni dell’equilibrio fisico e psichico”

    Il termine “stupefacente” non ha alcun significato descrittivo degli effetti farmacologici, ma è semplicemente una definizione applicata a tutte le sostanze illegali.

    Da questo equivoco semantico deriva un equivoco concettuale. Infatti, gran parte dell’opinione corrente ritiene che alcune sostanze (le “droghe”) siano siate messe fuori legge perché hanno in comune una fondamentale qualità farmacologica, quella cioè di essere “stupefacenti”, quando invece è vero il contrario: esse sono definite “stupefacenti” solo perché sono illegali.

    Classico trucchetto da UCCR: Avete riportato un’iponione contraria, ma non avete riportato le migliaia di opinioni a favore
    evitando così che il lettore si possa fare una propria idea, ascoltando sempre e solo una versione.

    Siete su un binario morto.

  13. Emanuele ha detto

    L’altra sciocchezza riguarda l’accostamento della droga ad altre sostanze ed alimenti che hanno effeti psicotropi (alcol, caffè, sigarette, ecc.)

    A parte le differenze biochimiche delle sostanze citate e i differenti meccanismi di azione dell’organismo, come spiegato anche nell’articolo, è molto diverso anche il motivo per cui uno si approccia a certe sostanze.

    Prendiamo alcolici e caffè, ad esempio. La maggior parte delle persone si avvicina a queste bevande per il gusto e il sapore mentre gli effetti inebrianti dei primi e stimolanti del secondo sono, per così dire, “collaterali”.

    La maggior parte delle persone non beve vino e liquori per gli effetti dell’alcol, ma per il gusto. Se no, non spenderebbe decine di euro per una buona bottiglia e si accontenterebbe del tavernello.

    Viceversa, chi assume droga lo fa solo per gli effetti psicotropi, non certo per il gusto. La bontà della “roba” non è il sapore, ma quanto fa effetto. Poi ci sarà pure qualche “intenditore” di “erba”, ma certo sono una minoranza.

    Neppure si possono confondere gli alcolisti con i consumatori abituali. Infatti, gli alcolisti sono una piccola percentuale che usa una sostanza in modo improprio per sbronzarsi, mentre lo sballo è proprio il motivo per cui si usa la droga.

    • Taigura Araphael ha detto in risposta a Emanuele

      Condivido il fatto che non si possano accostare, ma il modo in cui giustifichi la cosa è molto fallace e verrebbe smontato subito da un pro cannabis con preparazione media.

      • Emanuele ha detto in risposta a Taigura Araphael

        In quali punti ti sembra fallace? …fammi sapere, così mi correggo.

        • Taigura Araphael ha detto in risposta a Emanuele

          un po tutto ciò che hai detto. Anche ammattendo che la cannabis fa male, è estremamente difficile motivare il perchè gli alcolici o il tabacco siano legali. La questione è tutt’altro che scontata.Non puoi ad esempio accostare il caffè all’alcol o al tabacco. L’alcolismo, ma anche senza sfociare nell’alcolismo vero e proprio ed il tabagismo( e lo dico da tabagista e sull’alcol non sono proprio innocente) sono diventate piaghe sociali, e sono lo causa di una carneficina annuale spaventosa. La cannabis se la mettiamo a confronto ha il gusto di marshmallow. Il problema poi è diffusissimo tra i giovani.

        • Taigura Araphael ha detto in risposta a Emanuele

          voglio però aggiungere, detto ciò, che concordo sul fatto di non accostare le sostanza. Questo perchè se ne facciamo un discorso complessivo di vittime, l’alcol o la semplice sigarettina nuoce molto più dell’eroina. Che facciamo? legalizziamo anche questa?. Ma quindi il tabacco è più pericoloso di coca o oppiacei?……bene, secondo me il problema è mal posto.
          Qui va fatto un discorso non collettivo, ma individuale. Se prendiamo come riferimento il complessivo, è vero, alcol e tabacco sono le droghe più pericolose esistenti, come anche il cibo, che in america miete vittime a non finire, perchè queste sono droghe subdole e la pericolosità di tali sostanze viene minimizzata e sottovalutata a causa del fatto che non hanno effetti devastanti immediati, ma nel corso del tempo gli effetti invece sono ben problematici. Dal mio personalissimo punto di vista, in questo caso è errato guardare alle statistiche complessive, ma bisogna al contrario tener presente quanto IN POTENZA il tabacco può creare danni al singolo rispetto ad una pera di eroina. Credo che nessuno vorrebbe che il proprio figlio si droghi di eroina più che di tabacco, solo perchè le statistiche mostrano il contrario. Non si può limitare la libertà del singolo in virtù dei danni della realtà collettiva.

  14. Steve ha detto

    È assurdo, qualsiasi cosa dica Saviano, io la penso all’opposto. Tenendo conto che non lo reputo sincero ma solo un bamboccio che vuol fare il radical chic anticonformista, non posso nemmeno dire che siamo agli opposti, visto che almeno le mie idee non sono nate per far retorica alla massa.

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