Padre Lombardi: «testimonio la vicinanza di Ratzinger a Francesco»

ratzinger continuità francescoHa servito fedelmente gli ultimi tre Papi, ne ha preso le difese davanti al mondo ed ha fatto loro da portavoce. E’ stato Benedetto XVI nel 2006 a scegliere padre Federico Lombardi come direttore della sala stampa vaticana e suo stretto collaboratore.

Oggi, anniversario della rinuncia al ministero petrino del Papa emerito, Lombardi ha voluto raccontare lo straordinario rapporto di fratellanza tra Francesco e il suo predecessore.

Con il Papa emerito ha stretto un legame molto intenso, padre Lombardi ne ha parlato in occasione della sua nomina -non a caso-, a presidente della Fondazione Ratzinger. Per tre anni ha proseguito il suo ruolo con Bergoglio, che ha rivoluzionato lo stile comunicativo: «Francesco lo fa con una fisicità e una spontaneità straordinarie. E poi elimina papamobili e blindati, e questo la gente lo capisce. Come qualità individuale non penso sia molto diverso dagli altri papi, ma come efficacia di manifestazione per un popolo Francesco è straordinario».

In un’altra intervista, pubblicata ieri, padre Lombardi ha raccontato di aver avuto modo di incontrare più volte Benedetto XVI negli ultimi mesi, sopratutto dopo la responsabilità di guida della Fondazione Ratzinger. «L’ho trovato perfetto dal punto di vista della lucidità, della presenza spirituale, mentale, e quindi è un vero piacere stare con lui», seppur le forze fisiche diminuiscano con la vecchiaia. «Credo che sia veramente molto bello avere il Papa emerito che prega per la Chiesa, per il suo successore. È una presenza che noi sentiamo, sappiamo che egli c’è e anche se non lo vediamo spesso, quando lo vediamo siamo tutti molti contenti perché gli vogliamo bene».

Il rapporto con Francesco è di aperta stima reciproca e si realizza in una «discreta e serena vicinanza spirituale al suo successore che sente certamente – come ci ha detto molto volte – anche il sostegno di questa presenza e di questa preghiera e che coltiva questo rapporto, a volte con delle visite, a volte con delle chiamate telefoniche, certamente con molti segni di familiarità, di rispetto e di attesa del sostegno spirituale. Quindi sì, stiamo vivendo questa realtà inedita, ma è bella, è consolante; direi che tutte le volte che vediamo delle immagini di Papa Francesco e il suo predecessore insieme, è una grande gioia per tutti ed è un bell’esempio di unione nella Chiesa, nella varietà delle condizioni».

Ricordiamo -i riferimenti alle fonti è possibile trovarli nel nostro dossier– che nel 2014 Benedetto XVI ha scritto di «essere legato da una grande identità di vedute e da un’amicizia di cuore a Papa Francesco», mentre nel 2016 ha condiviso totalmente il cuore del magistero del suo successore: «la misericordia è l’unica vera e ultima reazione efficace contro la potenza del male. Solo là dove c’è misericordia finisce la crudeltà, finiscono il male e la violenza. Papa Francesco si trova del tutto in accordo con questa linea». Nel giugno 2016, intervenendo pubblicamente per la prima volta da Papa emerito, si è rivolto a Francesco con queste parole: «Grazie soprattutto a lei, Santo Padre! La sua bontà, dal primo momento dell’elezione, in ogni momento della mia vita qui, mi colpisce, mi porta realmente, interiormente. La sua bontà è il luogo dove abito: mi sento protetto. Grazie anche della parola di ringraziamento, di tutto. E speriamo che lei potrà andare avanti con noi tutti su questa via della Misericordia Divina, mostrando la strada di Gesù, verso Gesù, verso Dio».

Nell’intervista concessa a Elio Guerriero, nel 2016, Ratzinger ha aggiunto: «vi è il sentimento di comunione profonda e di amicizia con il mio successore. Rimasi profondamente toccato fin dal primo momento dalla straordinaria disponibilità umana di papa Francesco nei miei confronti. Da allora mi ha fatto dono di un rapporto meravigliosamente paterno-fraterno. Spesso mi giungono quassù piccoli doni, lettere scritte personalmente. Prima di intraprendere grandi viaggi, il Papa non manca mai dal farmi visita. La benevolenza umana con la quale mi tratta, è per me una grazia particolare di quest’ultima fase della mia vita della quale posso solamente essere grato. Quello che dice della disponibilità verso gli altri uomini, non sono solamente parole. La mette in pratica con me». Infine, nel libro Ultime conversazioni (Garzanti 2016), Papa Benedetto sottolinea la continuità con il successore: «Francesco è l’uomo della riforma pratica. Naturalmente si possono fraintendere alcuni punti per poi dire che adesso le cose vanno in modo del tutto diverso. Se si prendono singoli episodi e li si isolano, si possono costruire contrapposizioni, ma ciò non accade quando si considera tutto l’insieme. Forse si pone l’accento su altri aspetti, ma non c’è alcuna contrapposizione». Con lui, ha aggiunto Ratzinger, «c’è una nuova freschezza in seno alla Chiesa, una nuova allegria, un nuovo carisma che si rivolge agli uomini, è già una bella cosa».

Ricordiamo che nessuna di queste parole di Benedetto XVI ha mai trovato spazio nelle pagine web dei giornalisti, sedicenti ratzingeriani, che dicono di amare la verità e l’informazione corretta, mentre denunciano ossessivamente una presunta (quanto falsa e smentita dallo stesso Ratzinger) discontinuità tra il pontificato del Papa emerito e quello del suo successore.

 

Qui sotto una delle interviste a padre Federico Lombardi

 

La redazione

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34 commenti a Padre Lombardi: «testimonio la vicinanza di Ratzinger a Francesco»

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  1. Lory_89 ha detto

    I ratzingeriani che censurano Ratzinger (e Muller, quando difende l’Amoris Laetitia) sono davvero l’esempio della sporcizia dentro la Chiesa.

    • giovanna ha detto in risposta a Lory_89

      Ma quanto sei misericordiosa, Lory !

      • Katy ha detto in risposta a giovanna

        Mah..lo stesso ricatto che gli atei hanno sempre fatto ai cristiani che rispondevano loro con un po’ di verve. Vedo che avete ben imparato la retorica anticlericale…

        • antonio1 ha detto in risposta a Katy

          Io mi sono fatto una mia idea : le contrapposizioni attirano persone problematiche, da sempre, ma sul web è più evidente. Così, come gli “antibergogliani” attirano persone di un certo tipo, i “bergogliani” attirano persone di un certo tipo. Voglio dire, il contenuto conta e non conta, non si tratta di correzione fraterna o posizione diversa o divergenze, quello che conta è un’appartenenza , contro altri, che dia un’identità a persone che altrimenti non avrebbero un’identità. Come si spiegherebbero altrimenti toni di un certo tipo ? Non di certo con l’amore alla Chiesa.
          Uccr credo voglia testimoniare un amore profondo alla Chiesa, ma non so se pubblicare in continuazione articoli che alimentano a dismisura contrasti che c’entrano poco o nulla con la vita di fede , vada in questa direzione,cioè nelle intenzioni sicuramente, nei risultati non sembra.

      • Norberto ha detto in risposta a giovanna

        Con la scusa di non dover essere misericordiosi, potete invece insultare quotidianamente il Papa.

        Peccato che con l’ironia del “quanto siete misericordiosi voi papolatri” finite per ridicolizzare anche Benedetto XVI, il quale recentemente ha condiviso totalmente l’attenzione prioritaria del Papa al tema della misericordia: “la misericordia è l’unica vera e ultima reazione efficace contro la potenza del male. Solo là dove c’è misericordia finisce la crudeltà, finiscono il male e la violenza. Papa Francesco si trova del tutto in accordo con questa linea” (Benedetto XVI).

        Gli anti-bergoglio finiscono come sempre per essere anti-ratzinger. Ecco il consiglio del card. Caffarra a chi è contro il Papa: https://www.youtube.com/watch?v=TSFd4kgStiM

        • lorenzo ha detto in risposta a Norberto

          Opere di misericordia spirituale:

          1 – Consigliare i dubbiosi

          2 – Insegnare a chi no sa

          3 – Ammonire i peccatori

          4 – Consolare gli afflitti

          5 – Perdonare le offese

          6 – Sopportare pazientemente le persone moleste

          7 – Pregare Dio per i vivi e i morti

        • giovanna ha detto in risposta a Norberto

          Mi sembrerebbe cosa buona e giusta, cara redazione di Uccr, di permettermi di rispondere che non si deve permettere a tal Norberto, che non conosco, e che mi si rivolge , sul nulla assoluto, dicendo che insulterei il Papa, che ridicolizzerei papa Benedetto e che sarei una anti-bergogliana, solo perché non accetto insulti a raffica in ogni intervento, come i suoi e quelli continui e insopportabili di tutte le lory e le katy che hanno invaso questo sito.
          Lo ripeto per l’ennesima volta: si può pensarla in tanti modi, e nello specifico la penso esattamente come questa redazione, ma questa “verve” non è accettabile nel cristianesimo.Non è questione di bon ton, ma di uno sguardo cristiano sull’altro, per quanto sia diverso da me.

  2. Antonio Civitella ha detto

    Avrei una domanda da fare direttamente alla redazione di UCCR:
    Credete alle apparizioni di Medjugorie?

  3. Studente ha detto

    Il delegato del papa insegnera’alla Madonna a essere piu’cattolica e meno supestar. Insomma una “rieducazione”della Madonna:-)

  4. Fabio ha detto

    Cari amici di UCCR, solo chi vive nella cecità crepuscolare, potrebbe ancora asserire di vedere ombre oscure di sedicenti complotti sull’abdicazione di Benedetto XVI e l’elezione di Francesco.

    Il libro intervista dell’emerito Papa Ratzinger, uscito nel mese di settembre dello scorso anno, non solo smonta categoricamente ogni eventuale riserva sulla tesi di complotto, ma è anche una grande delusione per tutti coloro i quali sostenevano la tesi che fra i due Pontefici non vi fosse stima reciproca o condivisione teologica.

    Per cui, anche se il vostro scopo informativo è nobile e veritiero, non affannatevi a voler ridare a tutti i costi la vista agli ultimi orbi rimasti, pubblicando l’ulteriore testimonianza di Padre Lombardi sul buon dialogo che intercorre fra i due Pontefici.

    Chi ama l’oscurità, in essa trama di nascosto per operare il male altrui.

  5. Angelo ha detto

    Il Papa è il papa, ma resta un uomo, quindi può essere criticato (critiche ben motivate si intende). Criticato con carità di figli di Dio, cosa resa difficile dai vari schieramenti e da certe posizioni ideologiche.
    Il problema del quale non si parla – leggendo un po’ di articoli degli ultimi mesi di UCCR – è quello che sta attorno al papa: nella Chiesa c’è un’anarchia mai vista ed il veleno maggiore si chiama ecumenismo (o forse sarebbe meglio definirlo “ecumenismolatria”?).
    Mi sorprende che su UCCR non escano più – come una volta – articoli sul protestantesimo (“causa del nichilismo, degli stati totalitari” ecc…) o su Lutero (con le sue belle invettive piene di odio contro il Papa): sarà che sono argomenti ormai tabù e quindi anche UCCR si adegua alla situazione?

  6. Fabio ha detto

    Certo, Antonio, a patto, però, che non prendano sempre più piede quei movimenti “madonniani”, come li definisco io, simili a settarismi, dove i seguaci di “una madonna”, (che poi è sempre la stessa), si ritengono essere i veri custodi della fede, o peggio, dichiarino battaglia ai seguaci di un’altra madonna, secondo loro falsa.
    DICIAMO COME STANNO LE COSE?
    Fatta eccezione per Lourdes, Fatima, ed altre località storicamente riconosciute dalla Chiesa, tutti gli altri luoghi dove appare o apparirebbe negli ultimi anni o decenni la Madonna, non sono ancora stati riconosciuti completamente,(Medjugorie, Anguera, Zaro e Itapiranga comprese), perciò nessuna comunità di seguaci di una determinata madonna, può giudicarne un’altra, nessuno può arrogarsi il diritto di dire “da noi, la Madonna appare per davvero, mentre in quell’altro luogo no.”

    Amare veramente Maria, non significa per forza di cose appartenere a qualche comunità.

    • Domenico M. ha detto in risposta a Fabio

      Queste cose danno l’assist a gente come Odifreddi per corbellare i cretini-chretiennes-cristiani, la guerra fra madonne, la conferenza inter-madonnica… E come gli fai a dar torto? Facepalm.

      • Fabio ha detto in risposta a Domenico M.

        Proprio così, Domenico.
        Non molto tempo fa, avevo scritto una e-mail ad uno dei tanti famigerati forum di presunte apparizioni, chiedendo loro gentilmente di smetterla di atteggiarsi come fossero i soli e veri custodi dei messaggi della Madonna, che il loro comportamento fomentava settarismi.
        Pensi che mi abbiano risposto?
        Sì, mi hanno suonato il silenzio come lo si usa fare ai caduti in guerra!
        In un altro forum madonniano, dove invece si poteva commentare liberamente, i miei commenti apparivano costantemente con la dicitura “in attesa di validazione”, per poi non essere mai pubblicati.
        Pensa che democrazia!
        E vuoi sapere che cosa scrivevo?
        Riportavo semplici frasi tratte dall’Antico Testamento per argomentare qualche profezia in attesa di compimento.
        Non ci sentono. Oramai vanno per la loro strada. O ti genufletti a loro, oppure sei considerato alla stessa stregua di un eretico o di un miscredente.
        Tarature mentali.

  7. Federica ha detto

    Le dichiarazioni di padre Lombardi stanno a dimostrare e confermare una sola ed unica cosa: che Benedetto XVI è un santo.

    • Fabio ha detto in risposta a Federica

      Papa Benedetto XVI è davvero un santo, ma non lo è diventato a causa di Papa Francesco, cara Federica.
      Altrettanto son certo che Papa Francesco sia incamminato verso il martirio, ma il Signore gli ha fornito una tempra tenace che come impalcatura sostiene la sua sensibilità verso gli uomini, la quale, comunque, non deve mai essere intesa come fragilità.
      Gesù, per esempio, anche agonizzante, non rimaneva sordo alle richieste che gli giungevano dagli uomini che credevano in Lui.
      Un giorno il popolo cattolico comprenderà di quanta Grazia gli aveva concesso Dio, nel tempo in cui a Roma c’erano due papi che si sostenevano sinergicamente a vicenda per il bene della Chiesa.
      Questo è il tempo che precede un diluvio simile a quello che avvenne post Luigi XIV in Francia.

      • Federica ha detto in risposta a Fabio

        Ho forse detto questo?
        Io credo che la santità di Benedetto XVI prescinda da quello che è o non è papa Francesco, giudizio che lascio alla storia e soprattutto a Dio (mi auguro che sia santo anche lui!). Penso solo che la croce che sta portando ormai da anni il papa emerito sia bella pesante ma riesce a portarla con letizia. Con la santa umiltà di Cristo.

        • Fabio ha detto in risposta a Federica

          Sai com’è… Alcune persone non dicono, ma sottindendono in maniera faceta.
          Condivido il tuo pensiero, Federica.
          Considero entrambi i Pontefici due grandi personalità, ognuna con le proprie peculiarità, nel caso di Ratzinger predomina l’intelletto e il raziocinio, mentre in Bergoglio è la parte emotiva e sensibile ad emergere.
          Ma d’altronde anche gli Apostoli del Maestro erano ben differenti fra di loro. Pietro era esuberante e burbero, Andrea timido e gentile, Paolo critico e severo, Giovanni intellettuale e analitico… E via discorrendo.
          Buona domenica

  8. lorenzo ha detto

    Rimpiango Joaquín Navarro-Valls.

  9. Pippo ha detto

    questo continuo ribadire che Papa Benedetto XVI la pensa come Papa Francesco invece di rassicurarmi produce in me l’effetto opposto. E perchè in tema di misericordia e negli altri temi di natura teologica ed etica dovrebbe pensarla in modo diverso? Un Papa emerito, caso unico, o quasi, nella storia della Chiesa non può certo mettersi a fare l’antipapa.

    • Norberto ha detto in risposta a Pippo

      Finchè sedicenti ratzingeriani continuano spargere l’idea che vi sia una discontinuità tra i due Papi, ben vengano articoli del genere che offrono argomenti in piú per chi ha a che fare con questi personaggi male informati dal gruppetto di giornalisti anticristiani (cioè attivamente contro l’unità della chiesa, vedi Cascioli, Tosatti, Socci e Magister)

      • Studente ha detto in risposta a Norberto

        Se Tosatti Socci Magister e Cascioli sono addirittura “anti-cristiani”come dice Norberto allora il principe dei giornalisti pro-cristiani diventa….Eugenio Scalfari!

        • Norberto ha detto in risposta a Studente

          No, anche Scalfari è anticristiano perché anche lui ambisce alla divisone. Esattamente come Socci, Tosatti, Magister e Cascioli.

          • Antonio Civitella ha detto in risposta a Norberto

            Giusto separarsi dalle menzogne!
            La verità non può mischiarsi con le bugie!
            Un vero cattolico chiude i ponti e prega per coloro che vivono nella menzogna!
            Ricordate?

            Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce?

            Come vedi bisogna che le persone in stato di Anatema cerchino, bussino per ricevere il dono del vero cattolicesimo!

            La misericordia di Gesù e questa:

            Convocò i Dodici e diede loro forza e potere su tutti i demòni e di guarire le malattie. E li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi. Disse loro: «Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né sacca, né pane, né denaro, e non portatevi due tuniche. In qualunque casa entriate, rimanete là, e di là poi ripartite. Quanto a coloro che non vi accolgono, uscite dalla loro città e scuotete la polvere dai vostri piedi come testimonianza contro di loro»

            Tutto il resto sono semplici bergoglionate!
            Spero che non ti allontani ancora di più dalla vera fede!

            Mai costruire ponti con persone che non vogliono convertirsi!
            I protestanti in genere credono in un pseudo-cristianesimo e non c’è la volontà da parte loro di pregare il Rrosario e credere a tutti i Santi Sacramenti di Nostro Signore!
            Rimani con una stretta di mano.. chissà, una spaghettata ma ogni uno per la sua fede!
            Molti dicono che Lutero fosse in buona fede, ma non sanno che non in nessun caso convertire la sua Mamma!
            Disse: non allontanerei mai mia madre dalla Vera fede!
            Preghiamo con tutto il cuore il Santo Rosario cosicché la mamma celeste possa allontanare questo maledetto e pericoloso ecumenismo!
            La Santa Messa non può essere toccata e modificata neanche con una virgola!
            Non sarebbe più valida e con ciò non sarà più il corpo di Gesù che mangeremo!
            Stiamo in guardia!

  10. Vincent Vega ha detto

    E intanto la risposta ai pseudo-Dubia è arrivata, anche secondo il sito tradi-protestante “Radio Spada”.

    http://www.radiospada.org/2017/02/dubia-lattesa-risposta-ai-4-cardinali-e-arrivata-e-adesso/

    Forza Cardinale Burke, nell’impossibilità di fare una correzione formale (poichè non c’è nulla da correggere, visto che Al cambia solo la pastorale e la disciplina, come abbondantemente dimostrato, e la disciplina rientrano a pieno titolo nel potere di sciogliere e legare dato a Pietro da Cristo stesso) tiri fuori la sua arma segreta: la cappamagna! 😀 😀 😀

    Sono sicuro che tutti, ammaliati dal suo rosso strascico, la seguiranno.

  11. Vincent Vega ha detto

    A questo aggiungo che questa non è affatto, come pensano alcuni, la “tesi di Coccopalmerio”, come se fosse la sua tesi e basta.

    Non siamo davanti alla semplice opinione personale di un Cardinale, come ne abbiamo viste tante, ma alla spiegazione di Papa Francesco relativa alla legittimità delle aperture pastorali e disciplinari di Al.

    Se infatti, come riportato qui http://www.panorama.it/cultura/libri/papa-francesco-e-i-divorziati-la-risposta-ai-cattolici-intransigenti/ , siamo di fronte ad “Una risposta, comunque, indiretta, ma frutto di un approfondito studio canonico ed ecclesiologico fatto, SU RICHIESTA DELLO STESSO PONTEFICE”, diventa evidente che questa è una risposta ufficiale del Papa e quindi non è affatto azzardato dire, come dice l’articolo di Panorama, che trattasi di una “ferma, pacata e precisa risposta di Papa Francesco a quanti, specialmente nella Chiesa e persino nel Collegio cardinalizio, continuano ad esprimere dubbi sulla Istruzione sinodale Amoris Laetitia “.

    Perché se lo studio è stato voluto dal Pontefice è evidente che le risposte di detto studio sono le risposte del Papa.

    Penso che il prossimo passo possa essere un Motu Proprio, per formalizzare giuridicamente il tutto in maneira ancora più precisa, ma ecco, è importante chiarire che questo libro di Coccopalmerio non è la semplice “opinione di Coccopalmerio”, ma piuttosto la visione del Papa dimostrata e giustificata giuridicamente e teologicamente da Coccopalmerio.

    C’è una differenza abissale.

  12. Vincent Vega ha detto

    Cito tra le altre cose un teso di Coccopalmerio scritto a Luglio (ovvero non quello che verrà letto domani nella risppsta ufficiale) da qui
    http://www.eancheilpaparema.it/2016/07/il-cap-viii-di-amoris-laetitia-per-una-lettura-guidata-card-coccopalmerio/

    “Le condizioni soggettive o condizioni di coscienza delle diverse persone nelle diverse situazioni non regolari e il connesso problema della ammissione ai sacramenti della Penitenza e della Eucaristia
    È la parte più difficile da capire con esattezza. Possiamo distinguere alcuni aspetti.

    3.1. Inizierei da un testo che mi sembra fondativo per altre affermazioni:

    “La Chiesa possiede una solida riflessione circa i condizionamenti e le circostanze attenuanti. Per questo non è più possibile dire che tutti coloro che si trovano in qualche situazione cosiddetta ‘irregolare’ vivano in stato di peccato mortale, privi della grazia santificante” (n. 301).
    Mediante la espressione: “in qualche situazione cosiddetta ‘irregolare’,” il testo citato intende riferirsi a tutti coloro che sono sposati solo civilmente o convivono con una unione solo di fatto o sono legati da precedente matrimonio canonico. Tutti questi fedeli possono non vivere “in stato di peccato mortale”, possono non essere “privi della grazia santificante”.”

    E poi dice

    3.2. Ma quali sono i motivi di questo giudizio morale? È certamente interessante leggere il seguito del testo appena sopra citato.

    “I limiti non dipendono semplicemente da una eventuale ignoranza della norma. Un soggetto, pur conoscendo bene la norma, può avere grande difficoltà nel comprendere «valori insiti nella norma morale» (Giovanni Paolo II, Esortazione apostolica Familiaris consortio (22 novembre 1981), 22: AAS 74 [1982], 121) o si può trovare in condizioni concrete che non gli permettano di agire diversamente e di prendere altre decisioni senza una nuova colpa. Come si sono bene espressi i Padri sinodali, «possono esistere fattori che limitano la capacità di decisione» (Relatio finalis 2015, 51). Già san Tommaso d’Aquino riconosceva che qualcuno può avere la grazia e la carità, ma senza poter esercitare bene qualcuna delle virtù (cfr Summa Theologiae I-II, q. 65, a. 3, ad 2; De malo q. 2, a. 2), in modo che anche possedendo tutte le virtù morali infuse, non manifesta con chiarezza l’esistenza di qualcuna di esse, perché l’agire esterno di questa virtù trova difficoltà: «Si dice che alcuni santi non hanno certe virtù, date le difficoltà che provano negli atti di esse, […] sebbene essi abbiano l’abito di tutte le virtù» (ibid., ad 3)” (n. 301).
    Mi pare che il testo citato contenga tre motivazioni che esimerebbero la persona dall’essere in condizione di peccato mortale:

    a) “una eventuale ignoranza della norma” e pertanto la non colpevolezza nel caso di infrazione della norma stessa;

    b) “grande difficoltà nel comprendere i valori insiti nella norma morale”. Quindi la conoscenza della norma e però nello stesso tempo LA INCAPACITÀ DI RITENERLA COME BUONA. Pertanto la non colpevolezza nel caso di infrazione della norma. E, in realtà, IL FATTO CHE UNA PERSONA NON CONOSCA CHE UNA CERTA NORMA È BUONA EQUIVALE ALLA NON CONOSCENZA DELLA NORMA STESSA;
    c) “condizioni concrete che non… permettano di agire diversamente e di prendere altre decisioni senza una nuova colpa”, “fattori che limitano la capacità di decisione”. Per tale motivo, la conoscenza della norma e della sua bontà, però la IMPOSSIBILITÀ DI AGIRE COME LA NORMA INDICA a meno di contrarre una nuova colpa.

    3.3. La prima e la seconda motivazione richiedono attenzione e discernimento. La attività pastorale, da una parte, deve procurare che le coscienze dei fedeli siano formate alla conoscenza della norma.

    La terza delle tre motivazioni è la più problematica. Come intenderla con esattezza?

    Risulta chiaro che “agire diversamente e prendere altre decisioni” significa nel nostro caso interrompere la situazione non legittima e quindi concretamente lasciare la convivenza, abbandonare la unione non legittima.

    Non risulta, invece, chiaro perché il testo dica “senza una nuova colpa”. E, in effetti, non risulta molto perspicuo in quale senso abbandonare una unione non legittima, cioè precisamente abbandonare un male, significherebbe compiere un male, posto che – come detto – non potrebbe avvenire “senza una nuova colpa”.

    Un altro testo ci viene in aiuto:

    “… una seconda unione consolidata nel tempo, con nuovi figli, con provata fedeltà, dedizione generosa, impegno cristiano, consapevolezza dell’irregolarità della propria situazione e grande difficoltà a tornare indietro senza sentire in coscienza che si cadrebbe in nuove colpe. La Chiesa riconosce situazioni in cui «l’uomo e la donna, per seri motivi – quali, ad esempio, l’educazione dei figli – non possono soddisfare l’obbligo della separazione» (Familiaris consortio, 84)” (n. 298).
    Nel testo riportato vogliamo evidenziare queste espressioni: a) “nuova unione consolidata nel tempo” b) “con nuovi figli” c) “con provata fedeltà, dedizione generosa, impegno cristiano” d) “consapevolezza dell’irregolarità della propria condizione e) “grande difficoltà a tornare indietro senza sentire in coscienza che si cadrebbe in nuove colpe” f) “seri motivi – quali ad esempio, l’educazione dei figli –” g) “non possono soddisfare l’obbligo della separazione”.

    Il testo, dunque, contiene espressioni quasi parallele a quelle del testo che abbiamo analizzato poco sopra: “condizioni concrete che non… permettano di agire diversamente e di prendere altre decisioni…” e “fattori che limitano la capacità di decisione…”. Le espressioni del nuovo testo ci fanno meglio capire quella del testo precedente.

    E, in effetti, le “condizioni concrete che non … permettano di agire diversamente e di prendere altre decisioni” e i “fattori che limitano la capacità di decisione”, sono quelli indicati sopra, alle lettere a) b) c), nel senso che determinano la “grande difficoltà a tornare indietro” o, ancora, sono il motivo per cui “l’uomo e la donna… non possono soddisfare l’obbligo della separazione”

    Ma c’è un altro elemento contenuto nel testo riportato e decisivo per la retta comprensione del nostro delicato problema. È contenuto in questa espressione: “consapevolezza dell’irregolarità della propria situazione”.

    Il testo, dunque, afferma che le persone delle quali si parla sono coscienti “dell’irregolarità”, sono, in altre parole, coscienti della condizione di peccato.

    Il testo, però, non afferma che le suddette persone hanno intenzione di combiare la loro condizione illegittima. Non lo afferma in modo esplicito, ma certo lo presuppone in modo implicito: parla infatti nel seguito di “grande difficoltà a tornare indietro senza sentire in coscienza che si cadrebbe in nuove colpe” e “non possono soddifare l’obbligo della separazione”. Ciò chiaramente significa che le persone di cui parliamo si pongono il problema di cambiare e quindi hanno l’intenzione o, almeno, il desiderio di cambiare la loro condizione.

    Al fine di meglio illustrare il testo appena citato, ricorriamo a un caso concreto, cioè al caso di una donna che è andata a convivere con un uomo sposato canonicamente e abbandonato dalla moglie con tre bambini ancora piccoli. Precisiamo che questa donna ha salvato l’uomo da uno stato di profonda prostrazione, probabilmente dalla tentazione di suicidio; ha allevato i tre bambini non senza notevoli sacrifici; è nato un nuovo figlio; la loro unione dura ormai da dieci anni. Questa donna sa di essere in una situazione irregolare. Vorrebbe sinceramente cambiare vita. Ma, evidentemente, non lo può. Se, infatti, LASCIASSE L’UNIONE, L’UOMO TORNEREBBE NELLA CONDIZIONE DI PRIMA, I FIGLI RESTEREBBERO SENZA MAMMA. Lasciare l’unione significherebbe, dunque, non adempiere gravi doveri verso persone di per sé innocenti. È perciò evidente che non potrebbe avvenire “senza una nuova colpa”.”

    Chiaro?

    Riguardo alla norma di FC84 dice

    “Viene spontaneo osservare che la opportunità di non astenersi dal compimento degli atti coniugali al fine di evitare che “la fedeltà sia messa in pericolo e possa venir compromesso il bene dei figli” è una indicazione data dal Concilio per situazioni di matrimonio, in altre parole di unioni legittime, mentre è applicata dalla Esortazione apostolica a casi di unioni, almeno oggettivamente, non legittime. Credo, però, che tale differenza non sia rilevante per la correttezza della suddetta applicazione.

    Considerati i predetti testi, mi pare che si possa ritenere:

    a) qualora l’impegno di vivere “come fratello e sorella” SI RIVELI POSSIBILE SENZA DIFFICOLTÀ PER IL RAPPORTO DI COPPIA, i due conviventi lo accettino volentieri;
    b) qualora invece tale impegno determini difficoltà, i due conviventi SEMBRANO DI PER SE NON OBBLIGATI, perché verificano il caso del soggetto del quale parla il n. 301 con questa chiara espressione: “si può trovare in condizioni concrete che non gli permettano di agire diversamente e di prendere altre decisioni senza una nuova colpa”.”

    Si noti ora attentamente che nel caso sopra ipotizzato la impossibilità di agire diversamente, cioè di lasciare la unione, è determinato da elementi oggettivi (convivente, figli).

    Ma c’è un altro motivo per cui diventa impossibile o, almeno, molto difficile agire diversamente. Leggiamo un paio di passaggi.

    “La Chiesa possiede una solida riflessione circa i condizionamenti e le circostanze attenuanti” (n. 301).

    “Riguardo a questi condizionamenti il Catechismo della Chiesa Cattolica si esprime in maniera decisiva: «L’imputabilità e la responsabilità di un’azione possono essere diminuite o annullate dall’ignoranza, dall’inavvertenza, dalla violenza, dal timore, dalle abitudini, dagli affetti smodati e da altri fattori psichici oppure sociali» (n. 1735). In un altro paragrafo fa riferimento nuovamente a circostanze che attenuano la responsabilità morale, e menziona, con grande ampiezza, l’immaturità affettiva, la forza delle abitudini contratte, lo stato di angoscia o altri fattori psichici o sociali (Cfr ibid., 2352 e tutta la nota 344 è dottrinalmente interessante). Per questa ragione, un giudizio negativo su una situazione oggettiva non implica un giudizio sull’imputabilità o sulla colpevolezza della persona coinvolta (Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi, Dichiarazione sull’ammissibilità alla Comunione dei divorziati risposati [24 giugno 2000], 2). Nel contesto di queste convinzioni, considero molto appropriato quello che hanno voluto sostenere molti Padri sinodali: «In determinate circostanze le persone trovano grandi difficoltà ad agire in modo diverso. […] Il discernimento pastorale, pur tenendo conto della coscienza rettamente formata delle persone, deve farsi carico di queste situazioni. Anche le conseguenze degli atti compiuti non sono necessariamente le stesse in tutti i casi» (Relatio finalis 2015, 85)” (n. 302).
    Nei casi sopra descritti, la impossibilità di agire diversamente, cioè di interrompere la situazione negativa, è determinata non da motivi obiettivi come nel caso precedente, bensì da motivi soggettivi, cioè da condizionamenti comportamentali. Il risultato però sembra lo stesso.”

    Come vedete parla chiaramente del fatto che il confessore possa rilevare attenuanti oggettive se il penitente è sincero e dice la verità, e anche può rilevare dove vi siano condizionamenti comportamentali.

    Poi prosegue

    3.6. Ora si noti bene la conclusione di Amoris laetitia, per quanto in un testo lontano dal precedente:

    “A causa dei condizionamenti o dei fattori attenuanti, è possibile che, entro una situazione oggettiva di peccato – che non sia soggettivamente colpevole o che non lo sia in modo pieno – si possa vivere in grazia di Dio, si possa amare, e si possa anche crescere nella vita di grazia e di carità, ricevendo a tale scopo l’aiuto della Chiesa” (n. 305).
    Questo testo è consonante, quasi alla lettera, con il n. 301, già sopra citato: “Per questo non è più possibile dire che tutti coloro che si trovano in qualche situazione cosiddetta ‘irregolare’ vivano in stato di peccato mortale, privi della grazia santificante”.

    Ciò affermato, il testo rimanda alla interessante nota 351, che dobbiamo leggere con attenzione:

    “In certi casi, potrebbe essere anche l’aiuto dei Sacramenti. Per questo, «ai sacerdoti ricordo che il confessionale non dev’essere una sala di tortura bensì il luogo della misericordia del Signore» (Esort. ap Evangelii gudium [24 novembre 2013], 44: AAS 105 [2013], 1038). Ugualmente segnalo che l’Eucaristia «non è un premio per i perfetti, ma un generoso rimedio e un alimento per i deboli» (ibid 47: 1039)” (n. 305, nota 351).

    3.7. A questo punto, considerati con attenzione, senza preconcetti e – speriamo – fedelmente analizzati, tutti gli elementi contenuti nell’Esortazione, possiamo valutare teologicamente la eventuale ammissione di un fedele ai sacramenti della Penitenza e della Eucaristia.

    Credo che possiamo ritenere, con sicura e tranquilla coscienza, che la dottrina, nel caso, è rispettata.

    La dottrina dell’indissolubilità del matrimonio è nel caso rispettata, perché i fedeli nella situazione ipotizzata si trovano in unioni non legittime, anzi, più precisamente , possiamo senz’altro affermare che tale condizione è oggettivamente di peccato grave.

    La dottrina del sincero pentimento che contiene il proposito di cambiare la propria condizione di vita come necessario requisito per essere ammessi al sacramento della Penitenza è nel caso rispettata, perché i fedeli nelle situazioni ipotizzate, da una parte, hanno coscienza, hanno convinzione, della situazione di peccato oggettivo nella quale attualmente si trovano e, dall’altra, hanno il proposito di cambiare la loro condizione di vita, anche se, in questo momento, non sono in grado di attuare il loro proposito.

    La dottrina della grazia santificante come necessario requisito per essere ammessi al sacramento dell’Eucaristia è anche rispettata, perché i fedeli di cui parliamo, anche se, in questo momento, non sono ancora arrivati a un cambiamento di vita a motivo dell’impossibilità di farlo, hanno però il proposito di attuare tale cambiamento.

    Ed è esattamente tale proposito l’elemento teologico che PERMETTE L’ASSOLUZIONE E L’ACCESSO ALL’EUCARISTIA, sempre – ripetiamo – IN PRESENZA DI UNA IMPOSSIBILITÀ DI CAMBIARE SUBITO LA CONDIZIONE DI PECCATO.

    A chi la Chiesa non può assolutamente – sarebbe una potente contraddizione – concedere Penitenza ed Eucaristia? Al fedele che, sapendo di essere in peccato grave e potendo cambiare, non avesse però nessuna sincera intenzione di attuare tale proposito. Vi allude la Esortazione con queste parole:

    “Ovviamente, se qualcuno ostenta un peccato oggettivo come se facesse parte dell’ideale cristiano, o vuole imporre qualcosa di diverso da quello che insegna la Chiesa, non può pretendere di fare catechesi o di predicare, e in questo senso c’è qualcosa che lo separa dalla comunità (cfr Mt 18,17). Ha bisogno di ascoltare nuovamente l’annuncio del Vangelo e l’invito alla conversione…” (n. 297).

    Penso che sia tutto chiaro; e che il Cardinale abbia esposto con grande chiarezza la questione. Io ho usato gli stessi argomenti in tutto il dibattito, non a caso.

    Il libro che verrà presentato domani sarà ancora più dettagliato, essendo stato commissionato dal Papa stesso per rispondere a chi non accetta Al.

  13. Antonio Civitella ha detto

    Vincent.. puoi citare tutti i personaggi che vuoi!
    Se ti interessa conoscere la verità su questioni tipo AL, il Santo Padre Benedetto XVI risponde anni prima su questi dubia:

    https://gloria.tv/video/64aQGweioNFcDbweZ7k9YJwPS

    Benedetto XVI e molto chiaro!
    Il pensiero del Papa non vale niente, se non è conforme al Santo Vangelo!
    Se Gesù spiega molto chiaramente l’adulterio, chi sei tu insieme a Bergoglio e tanti altri correggere e cambiare il pensiero di Dio!
    Attento! Questa si chiama superbia!!!
    Evita questo abominio e cerca di compiere la carità che Gesù ti chiama a fare: correggi!
    Adulterio si chiama adulterio!
    L’amante non potrà MAI diventare legittima agli occhi del Signore!
    Il tuo tempo che sprechi per difendere Bergoglio e le sue pseudovisioni spero che nel futuro li userai per convertire e correggere le persone alla verità!
    Non è facile, anzi!!!
    Se continui così la gente ti vorrà bene, se invece cominci a essere fedele alla volontà
    di Dio, preparati a sputi in faccia e maldicenze!
    Ma ti rafforzerai, vedrai!
    Lo Spirito Santo non ti abbandonerà!

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