Parità di diritti? Le coppie omosessuali sono già tutelate dalle norme italiane

Gazzetta ufficialeL’argomento è all’ordine del giorno, ci perdoneranno i lettori se ultimamente dedichiamo così spazio a questa tematica. Sentiamo tutti parlare di “difesa dei diritti” delle persone omosessuali spiegando che nei codici italiani per quanto riguarda il patrimonio, le pensioni, l’assistenza in ospedale, l’acquisto di una casa ecc, la coppia gay non sarebbe contemplata. Per questo le coppie di fatto, omo ed etero, reclamano questi diritti.

 

I grandi media non lo dicono, ma esistono già tutele di questi diritti quando si parla di conviventi. Entriamo più nello specifico elencato alcune di queste tutele.

ASSISTENZA SANITARIA. La legge n. 91 del 1 aprile 1999 prescrive che i medici devono fornire informazioni sulle cure tanto “al coniuge non separato” quanto “al convivente more uxorio“ (nel 2012 la Corte d’Appello di Milano ha sancito che nella nozione legale di “conviventi more uxorio” rientrano anche le coppie omosessuali, per le quali vale “il diritto a un trattamento omogeneo a quello assicurato dalla legge alla coppia coniugata”). I medici devono consultare il convivente sulle terapie e nessuna legge gli vieta la visita in ospedale.

PERMESSI RETRIBUITI. La legge n. 8 del 2000 riconosce il permesso retribuito di tre giorni all’anno al lavoratore e alla lavoratrice anche in caso di documentata grave infermità del convivente.

CONSULTORI FAMILIARI. La legge n. 405 del 1975 assicura assistenza psicologica e sociale per i problemi della coppia e della famiglia anche ai componenti di una convivenza.

ASSISTENZA AI DETENUTI. Le norme sull’ordinamento penitenziario in applicazione della legge n. 354 del 1975 prevedono possibilità di colloqui e corrispondenza telefonica al “convivente detenuto” alle stesse condizioni stabilite per il coniuge.

FIGLI. Nessuna differenza sul piano legislativo tra genitori regolarmente sposati e conviventi. Addirittura la legge n. 6 del 2004, nell’elencare chi dev’essere preferito come amministratore di sostegno di una persona priva di autonomia, colloca “la persona stabilmente convivente” subito dopo il coniuge e prima del padre, della madre, dei figli, dei fratelli.

LOCAZIONI. La corte costituzionale, con la sentenza n. 404 del 1988, ha riconosciuto al convivente more uxorio il diritto di succedere nel contratto di locazione in caso di morte del partner, anche quando sono presenti eredi legittimi.

VITTIME DI MAFIA O TERRORISMO. La legge n. 302 del 1990 ha esteso anche ai conviventi more uxorio le provvidenze che lo Stato accorda alle vittime.

ANAGRAFE. Il regolamento anagrafico in vigore dal 30 maggio 1989 stabilisce che “l’anagrafe è costituita di schede individuali, di famiglia e di convivenza”, senza bisogno in quest’ultimo caso di ulteriori registri.

VITTIME DI ESTORSIONE E USURA. La legge n. 44 del 1999 comprende tra i beneficiari delle provvidenze anche i conviventi delle vittime.

ALTRE TUTELE. Oltre ai benefici fin qui elencati, vi sono garanzie per i conviventi anche per quanto riguarda l’assegnazione degli alloggi popolari, l’impresa a carattere familiare, il risarcimento dei danni patrimoniali, la protezione dei collaboratori e testimoni di giustizia. In particolare, diritti di risarcibilità del convivente omosessuale per fatto illecito del terzo (cfr. Cass., sez. unite Civ., sent. 26972/08, Cass. III sez. pen. n. 23725/08), di nomina di amministratore di sostegno (artt. 408 e 417 cc), di astensione dalla testimonianza in sede penale (art. 199, terzo comma, c.p.p.), di proporre domanda di grazia (art. 680 c.p), di diritto di stipula di accordi di convivenza per interessi meritevoli di tutela (ex art. 1322 cc).

MATRIMONIO. Il matrimonio omosessuale non è invece un diritto, è escluso dalla Costituzione italiana, come ha ribadito nel 2010 la Corte Costituzionale, ricordando che il suo divieto «non dà luogo ad una irragionevole discriminazione, in quanto le unioni omosessuali non possono essere ritenute omogenee al matrimonio». Nel 2015 la Corte di Cassazione ha ribadito il concetto: «Deve pertanto escludersi che la mancata estensione del modello matrimoniale alle unioni tra persone dello stesso sesso determini una lesione dei parametri integrati della dignità umana e dell’uguaglianza». Pochi mesi fa, infine, è intervenuto anche il Consiglio di Stato: «Non appare configurabile, allo stato del diritto convenzionale europeo e sovranazionale, nonché della sua esegesi ad opera delle Corti istituzionalmente incaricate della loro interpretazione, un diritto fondamentale della persona al matrimonio omosessuale, sicchè il divieto dell’ordinamento nazionale di equiparazione di quest’ultimo a quello eterosessuale non può giudicarsi confliggente con i vincoli contratti dall’Italia a livello europeo o internazionale».

ADOZIONE. La questione nemmeno si pone poiché nessuno può avere diritti su altre persone, in questo caso i bambini.

 

Non esiste quindi alcun ”vuoto legislativo” da colmare con una legge: il ddl Cirinnà introduce come novità soltanto la stepchild adoption, ovvero facilita l’introdurre della pratica dell’utero in affitto in Italia, come ha riconosciuto anche un laico editorialista de La Stampa Ugo Magri, favorendo una legislazione che verrà poi usata come trampolino di lancio per matrimonio e adozioni per le coppie dello stesso sesso.

La redazione

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20 commenti a Parità di diritti? Le coppie omosessuali sono già tutelate dalle norme italiane

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  1. Mari ha detto

    A seguito dell’odierno ennesimo attacco hacker al sito di Notizie provita e a La nuova bussola quotidiana vorrei augurare a ogni ateo d’italia che non abbia interesse a condannare questi ridicoli e infantili tentativi di censura di andarsene beatamente a FANCULO e di farsi un bell’esame di coscienza se sia giusto perpetrare una causa che non è possibile perpetrare se non attraverso spazzatura intellettuale come bestemmie, insulti, censure, limitazione della libertà di pensiero e parola, diffusione di stereotipi e luoghi comuni sui propri nemici cristiani che non ricorrono a nessuna di queste aberrazioni

    • Marco S. ha detto in risposta a Mari

      Qualche fantasioso complottista potrebbe insinuare che “governano il mondo”….ma noi non ci crediamo, nemmeno quando lo vedessimo scritto in un articolo su un noto blog LGBT…;)

  2. muro ha detto

    le chiacchiere stanno a zero: quello che interessa agli omosessuali è la reversibilità della pensione e il fatto che gli si apra la strada (come dicono i contestatori del decreto) alla possibilità di adottare i figli, nati in qualsiasi modo. A oggi infatti l’utero in affitto è sfruttato perlopiù da coppie etero, ma si parla appunto di “aprire la strada”, creare una cultura ….

    • Mari ha detto in risposta a muro

      Che sia sfruttato di più dagli etero è possibile, visto che le coppie gay rappresentano meno dello 0,003 percento della popolazione D’Italia; quello che bisogna andare a vedere è la percentuale per i due casi di coppie che farebbero ricorso a questa pratica, scommetto che nel caso degli omosessuali le percentuali sarebbero enormemente superiori, dell’ordine di decine di volte se rapportate alle coppie sterili etero e centinaia nel caso del totale di tutte le coppie in generale, ovviamente, perché le coppie gay sono sterili per definizione mentre quelle etero no)

    • Marco S. ha detto in risposta a muro

      Esatto.
      Lo sanno meglio di noi di avere gia’ questi “diritti”.
      Lo sanno meglio di noi che, senza doveri matrimoniali, stepchild e reversibilita’, la Legge Cirinna’ sarebbe un guscio vuoto.

  3. Dario* ha detto

    Grazie per questo articolo, ci voleva proprio un piccolo vademecum per chi non mastica troppo volentieri il legalese!

  4. Guido ha detto

    Si parla troppo di dare “diritti” agli omosessuali ma forse sarebbe il caso di togliere qualche privilegio.
    Perché un convivente omosessuale deve essere interpellato in caso il suo partner è omosessuale? Non è più giusto informare i genitori o altri parenti della sua famiglia naturale??
    Perché il contribuente padre di famiglia deve pagare per i permessi retribuiti degli omosessuali? Mica hanno figli!
    Perché possono andare nei consultori familiari? Non hanno figli: che razza di famiglia è ed a che servono?
    Perché devono subentrare nel contratto d’affitto o nell’assegnazione di alloggi popolari? Sono case che possono andare a famiglie normali con figli.
    L’Italia è un Paese cattolico e le convivenze sono un peccato e quindi non bisogna per niente incentivarle!

    • Klaud. ha detto in risposta a Guido

      Per essere credibili bisogna innanzitutto essere corretti: ti domandi perché il contribuente debba pagare per i permessi degli omosessuali, forse perché anche gli omosessuali pagano per i permessi degli altri? Visto che io non sono gay e non abito nelle case popolari mi domando perché devo pagare per gli altri. Mi pare che hai le idee confuse su ciò che è peccato e cosa è un diritto di legge. Non è aumentando la confusione che si risolvono i problemi.

      • Marco S. ha detto in risposta a Klaud.

        E’ l’insieme della comunita’ che stabilisce il perimetro deglin istituti giuridici, in quanto utili all’intera collettivita’ e quali situazioni lasciare all’esterno, limitandosi a rispettarle, perche’ perseguono finalita’ giudicate meramente private o, comunque, non sufficienti a meritare onerose protezioni pubbliche.

        Se si ragione come Lei, a questa stregua anche i “single”, categoria alla quale mi disonoro di appartenere, potrebbero rivendicare gli assegni familiari sulla base del fatto che anche loro lavorano e pagano le tasse, come gli accoppiati di ogni tipo.
        Invece c’era un tempo in cui gli scapoli non solo pagavano le tasse come gli altri, ma ci aggiungevano pure la tassa sul celibato e zitti e mosca.

        Purtroppo il nostro moderno individualismo ci fa dimenticare quanto delle cose che possediamo e di quello che siamo sia dovuto esclusivamente alla societa’ in cui siamo nati e alla quale apparteniamo e che, se fossimo abbandonati su un isola deserta, pur con tutto il nostro talento, finiremmo alla meglio di essere dei barboni vestiti di pelli(e saremmo gia’ bravi a riuscire a sopravvivere, pur con tutta il nostro orgoglio).

        Pertanto un ordinamento giuridico si regge su due pilastri ugualmente importanti, cioe’ i diritti e gli istituti giuridici.
        I diritti afferiscono alla difesa degli spazi dell’individuo nella societa’.
        Gli istituti giuridici afferiscono invece agli strumenti che la societa’ usa per indirizzare il naturale individualismo dei suoi membri a conseguire finalita’ comuni che essa, nel suo insieme, ritiene utili, gestendo le risorse limitate.

        Le due figure si sostengono a vicenda, in quanto permettono la tenuta della societa’, in un contesto nel quale i suoi membri adottano di norma un comportamento individualistico.
        Cosi’ come difendono lo spazio degli individui in una societa’ che tende sempre ad omologare.

        Indebolire una figura, travisandola in un altra, e’ la premessa per far saltare questo equilibrio duale.
        L’alternativa e’ lo stato che pianifica ed organizza la vita di tutti, il formicaio, l’alveare, il Grande Fratello…ci stiamo arrivando, anche attarverso la graduale sottrazione alla sfera privata della riproduzione umana.

        Non si puo’ quindi rivendicare i benefici di un istituto giuridico come diritti, sulla base dell'”io pago le tasse” (o piu’ propriamente le imposte sul reddito che, in quanto tali, non sono il corrispettivo di alcun servizio pubblico, contrariamente alla tasse, e quindi non possono dare luogo ad alcuna rivendicazione specifica legata al loro pagamento).

        Nella societa’ vi e’ quindi pieno diritto (questo si’) di discutere sui contenuti degli istituti giuridici e nessuna opinione puo’ configurarsi come negazione dei diritti di chichessia, senza essere un travisamento delle parole e dei concetti in campo.

      • Guido ha detto in risposta a Klaud.

        Quindi secondo la logica dell'”pagano le tasse come gli altri” bisognerebbe accordare loro anche la pensione di reversibilità? Anche per quella pagano come tutti gli altri….che discorso è? Lo Stato italiano dovrebbe togliere ogni riconoscimento alle coppie di fatto (etero o omo) perché la famiglia cattolica si basa sul matrimonio: chi vuole si sposa, altrimenti zitti e mosca e si pensi anche a reintrodurre la giusta tassa sul celibato come ci stava una volta.

        • Klaud. ha detto in risposta a Guido

          Si dà il caso che sono CONTRO la pensione di reversibilità, ma per tutti.
          ”Lo Stato italiano… perché la famiglia cattolica…” Ma allora, stai parlando dello Stato o della Chiesa?
          Certo, la tassa sul celibato, un passo verso la modernità. Eia eia alalà.

        • Marco S. ha detto in risposta a Guido

          Lei e’ molto spiritoso.
          Non ho auspicato la tassa sul celibato che, come ho scritto, sarebbe contro i miei interessi.
          L’ho citata solo per dimostrare quanto poco il matrimonio sia un “diritto”, quanto esso afferisca invece con l’azione dello stato, che non solo lo incoraggia, come sempre ha fatto ma, in alcuni casi limite, e’ giunto persino scoraggiare chi non se ne avvaleva, introducendo un’apposita tassa.

          Il problema credo vada posto seriamente, perche’ il matrimonio non e’ un istituto inventato dai cattolici, contrariamente a quanto Lei sostiene, ma esiste almeno da 10.000 anni.
          Il matrimonio non serve a riconoscere alcunche’.
          In uno stato liberale e democratico, le persone si associano appunto liberamente, senza bisogno di preventivi timbri in ceralacca da parte dello stato.
          Se si rientra nella fattispecie dell’istituto giuridico, nulla vieta di avvalersene: non si puo’ pero’ avere i vantaggi, senza offiere l’impegno, e qualcuno non vuole impeganrsi. Liberissimo….
          Se non si rientra nella fattispecie, pace, con questo non ci viene comunque negato alcun diritto.

          Lo stato interviene con appositi istituti giuridici ad incoraggiare quei comportamenti o quelle unioni che ritiene socialmente utili, senza che il mancato intervento in altri ambiti implichi sminuirli o disprezzarli.

          Trovo quindi molto scorretti gli tsunami di vittimismo che vengono riversati in questi dibattiti, adducendo impropriamente il mancato riconoscimento di “diritti civili” a qualcuno.
          Infatti, lasciando perdere tutte le considerazioni antropologiche, che pure potrebbero sovrastare ogni altra nostra considerazione (per esempio il Papa ha parlato di “ecologia” umana, di “habitat” dell’uomo), ogni cittadino ha perlomeno il pieno diritto di esprimere, senza condizionamenti e ricatti morali, la sua opinione in merito (cominciando appunto con lo stabilire una corretta denominazione ed un’altrettanto corretta concettualizzazione).

          • Nicola ha detto in risposta a Marco S.

            Penso si riferisse a Guido, che ha detto di reintrodurre la giusta tassa sul celibato come ci stava una volta.

            • Klaud. ha detto in risposta a Nicola

              Nicola. Grazie per la corretta interpretazione.
              Marco S. Dov’è che ho sostenuto che il matrimonio sia un’invenzione dei cattolici?

            • Marco S. ha detto in risposta a Nicola

              Ma pensa un po’ ?
              Anch’io nell’intervento che Klaud ritiene riferito a lui, stavo in realta’ rispondendo allo strano intervento di Guido, apparentemente su quello di Klaud, ma che alla fine ho deciso di interpretare nel senso di un velato sarcasmo rispetto al mio precedente (come denota anche la ripetizione di una particolare espressione in esso scritta).

              Non e’ detto perche’ il mio intervento stava sotto quello di Klaud, che rispondessi a lui.
              Forse non ne ha notato l’intestazione in cui si indica chiaramente il destinatario della risposta.

      • Marco S. ha detto in risposta a Klaud.

        Scusi Klaud, ma anche Lei ritengo non abbia le idee del tutto chiare su cosa sia “diritto” e cosa sia qualcos’altro.

        Il diritto tributario c’insegna infatti che le imposte sul reddito finanziano indistintamente tutta la spesa pubblica, senza che sia possibile riferirla a quelche spcifico servizio pubblico reso dallo stato.

        Il diritto privato c’insegna che, attraverso gli istituti giuridici, lo stato incoraggia e sostiene quei comportamenti o quelle entita’ che ritiene abbiano anche elevata utilita’ comune, senza che questo tolga nullla ai diritti di chichessia.

  5. lorenzo ha detto

    Si arriverebbe inoltre all’assurdo che uno qualsiasi della coppia gay, sulla base dell’articolo 122 del codice civile, potrebbe richiedere l’annullamento del matrimonio senza dover sottostare agli obblighi derivanti da un divorzio.

  6. Marialuisa ha detto

    Ottimo, se le coppie omosessuali sono già tutelate dalle norme italiane, ora quello che manca è una legge unitaria che renda queste tutele automatiche e non obblighi gli omosessuali a lunghi e costosi ricorsi nei tribunali o a doversi recare dal notaio ogni volta che sorge un’esigenza familiare nuova.

    • Franz ha detto in risposta a Marialuisa

      Se esistono già queste norme non serve una legge unitaria. Infatti il ddl Cirinnà non contempla alcuna di queste norme…

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