«Il volontariato? Da laico preferisco le opere della Curia»

BuoniUn romanzo sta facendo discutere in questi giorni, è “Buoni” (Chiarelettere 2014) del giornalista torinese Luca Rastello, il quale ha rivelato le trame poco etiche che si celano all’interno delle onlus (i “professionisti del bene”): stipendi miseri degli operatori, bilanci truccati e poca umanità.

Il protagonista del romanzo è un personaggio di fantasia, don Silvano, prete dal maglione sgualcito e lo sguardo sofferente che predica sulla strada, amico di vip e rock star. Più che don Silvano sarebbe stato meglio chiamarlo don Gallo. Si è tuttavia scoperto che Rastello ha lavorato per anni nell’associazione antimafia “Libera” di don Luigi Ciotti e Adriano Sofri ha affermato che il prete anti-mafia sarebbe proprio il protagonista del romanzo. L’autore ha negato ma per alcuni i dubbi non si sono dissipati (oggi Sofri ha rincarato la dose).

In ogni caso, come spiega in questa intervista l’autore, il messaggio del libro è che «le associazioni di volontariato si sono privatizzate, concorrono sul mercato con le stesse logiche distorte del imprese. Diventano il potere e il contropotere». Rastello non crede più nel volontariato, «da laico adesso trovo più libertà nella Chiesa. Faccio il volontario con la Curia torinese per aiutare i migranti ad ottenere lo status di rifugiato politico».

Come Rastello, non sono pochi i laici che decidono di essere volontari nelle opere della Chiesa cattolica. Proprio in questi giorni è stato presentato il rapporto 2013 della Caritas. Molto bello il titolo de “Il Corriere”: «L’esercito invisibile e disperato che vive grazie alla Caritas». Non solo in Italia, ma anche all’estero: ad Haiti, ad esempio, negli ultimi quattro anni la Caritas ha attivato 146 programmi di sviluppo.

Ma non c’è solo la Caritas, sono innumerevoli le iniziative delle chiese locali, ecco quelle emerse recentemente sui quotidiani: ad Arezzo l’arcivescovo Fontana ha aperto l’ex convento di San Domenico ai clochard; a Brescia lo stesso servizio è riuscito a raddoppiare gli aiuti; a Vigevano la Curia ha avviato un progetto di raccolta fondi per le famiglie colpite dalla crisi economica; a Bergamo i preti della diocesi doneranno il loro intero stipendio alle famiglie più bisognose; a Gorizia è stato attivato dall’arcidiocesi il Fondo straordinario “Famiglie in salita”; a Radio Vaticana ha permesso di svolgere uno stage come giornalista ad un ragazzo affetto da sindrome di Down, Michael Gannon; la CEI ha finanziato un progetto finalizzato ad ospitare madri che potrebbero usufruire di misure alternative alla detenzione, ma che non hanno un domicilio legale.

Molto belle le parole di tre giovani imprenditori di Carpi, Enrico, Giordano e Mattia, che hanno aderito al progetto “Fides et Labor” avviato dal vescovo della diocesi, monsignor Francesco Cavina. «La Chiesa non solo è stata l’unica ad aiutarci, ma ci ha dato il denaro a interessi zero, senza farci firmare nulla. Un rapporto economico basato sulla mera fiducia, sa cosa vuol dire?. Dopo tante parole e promesse tradite da parte delle istituzioni e delle banche, che dopo il terremoto dissero di voler aiutare i giovani, questo gesto concreto è stato una manna. Ci viene una gran voglia di fare bene e di ridare quanto ricevuto ad altri. Non ci sembrava vero che qualcuno volesse aiutarci. E non solo economicamente. Infatti continuiamo ad essere sostenuti: la diocesi ci sta formando per affrontare la burocrazia. E’ strano che un’istituzione presentata come lontana e arcaica alla fine sia l’unica a sostenere veramente le persone senza fare troppi discorsi. Speravo in un aiuto che non trovavo e sono felice che sia arrivato da qui. Perché alla fine nei momenti duri c’è sempre stata solo la Chiesa ad aiutare la gente: subito dopo il terremoto con sostegni morali e materiali e poi con la visita di papa Benedetto XVI, grazie a lui il vescovo ha aperto il fondo».

La redazione

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27 commenti a «Il volontariato? Da laico preferisco le opere della Curia»

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  1. Menelik ha detto

    Bisogna dare la massima diffusione possibile a post come questo.
    Le lobby gay cosa danno? Che tra poco arriveranno a cacciare gli etero dal lavoro, specialmente se hanno famiglie numerose, per dare il posto a quelli lì, con la scusa della discriminazione.

  2. Fransi ha detto

    Io farei leggere questo post hai militanti UAAR ed alle spese per le “vignette satiriche”.

  3. Giuseppe ha detto

    Ho fatto il servizio civile in Caritas e non ho visto cose troppo edificanti…

    • Mandi ha detto in risposta a Giuseppe

      Certo come no, scommetto che sei un non credente militante, vero?
      Sputate perfino contro la Caritas? Ma non vi vergognate?

    • Mandi ha detto in risposta a Giuseppe

      Io sono passato prima sotto casa tua e non ho visto cose troppo edificanti…

      • Giuseppe ha detto in risposta a Mandi

        Devo proprio risponderle?

        • Mandi ha detto in risposta a Giuseppe

          No, dovevi proprio evitare di lasciare quel ridicolo commento. Offensivo oltretutto per le migliaia di volontari della Caritas che dedicano la vita ogni giorno ad aiutare i poveri mentre tu sei sdraiato sul divano e li insulti su internet.

          • Giuseppe ha detto in risposta a Mandi

            Innanzitutto non direi che me ne sto sdraiato a non fare niente, poiché da questa mattina faccio la trottola da un aeroporto all’altro per far ritorno dal Cern a Ginevra. Seconda cosa: non ho detto che tutta la Caritas è da buttare, ma che nella mia circoscritta esperienza presso la sede della Caritas dove ho fatto il servizio civile, non tutto è stato in linea con la missione del suddetto ente. Che poi la Caritas nella maggior parte dei casi faccia un lavoro straordinario, nessuno lo nega, e ancora mi ricordo le innumerevoli notti in bianco che io e gli altri operatori trascorrevamo presso il dormitorio della stazione dove ho prestato servizio. Però mi è capitato di vedere anche “volontari” che, del tutto indisturbati, sottraevano materiale da devolvere ai bisognosi per poi rivenderselo. D’altra parte è vero che non tutte le Onlus sono irreprensibili. Quello che voglio dire è che tutto il volontariato, sia confessionale che laico, se fatto bene è importante, e che purtroppo i le deviazione sono rintracciabili ovunque. Mi sono spiegato ora?

            • Mandi ha detto in risposta a Giuseppe

              Che tu lavori al Cern o in pizzeria interessa poco, è inutile che ogni volta lo sbandieri ai quattro venti. Anche perché nei tuoi commenti in altri contesti hai dimostrato di capire di scienza quanto mio cugino in quinta superiore.

              Seconda cosa: devi fare nomi e cognomi, altrimenti i tuoi racconti sono fuffa. Si può accusare chiunque senza prendersi la responsabilità di denunciare il luogo, l’ente, i nomi dei volontari e dei loro responsabili.

              Terza cosa: se il messaggio che volevi comunicare era quello con cui hai concluso il tuo commento dovevi dichiararlo chiaramente subito, al posto di girarci intorno. Le cose sono andate così: ti sei scandalizzato perché un giornalista laico dopo una sua indagine ha scelto le opere della Curia rispetto a quelle “laiche” e hai reagito cercando di gettare fango sulla Caritas…sperando così di dimostrare che tanto è tutto uguale.

              Peccato che il tuo commento è ovviamente viziato dall’ideologia laicista, di parte e oltretutto contiene accuse rigorosamente verso anonimi. Il giornalista dell’articolo invece non è di parte, cita nomi e cognomi e ha realizzato un’indagine. Capisci la differenza anche se lavori al Cern?

              • Danilo ha detto in risposta a Mandi

                Della serie e io non li ho visti,nemmeno nella mia esperienza personale: discussione conclusa.

          • MissCredente ha detto in risposta a Mandi

            Perchè non deve?Se non ha visto cose edificanti non le ha viste…lo sta solo dicendo. Dov’è l’offesa?Io non la vedo. E poi che ne sai di come passa le giornate l’autore del post. Stai giudicando così. Ma voi cristiani non dovreste “non giudicare”?

    • Menelik ha detto in risposta a Giuseppe

      …io invece ho fatto il servizio militare e mangiavo la pastasciutta nella gavetta quando andavamo a fare il campo.
      Ho anche fatto le guardie col vecchio Garand con un colpo in meno nel caricatore per evitare che uno andasse di matto e facesse partire un colpo.
      Ma non ho visto cose troppe edificanti: c’erano troppi giornalacci in camerata.
      Tornassi indietro, andrei in Caritas anziché in fanteria: il fatto è che me c’hanno mannato!

    • Danilo ha detto in risposta a Giuseppe

      In compenso dell’Uaar non c’e’ ombra..facile criticare e levar pagliuzze.

      • Giuseppe ha detto in risposta a Danilo

        Mi scusa, ma chi se ne frega dell’Uaar!

        • Danilo ha detto in risposta a Giuseppe

          In compenso esiste l’uaar ma su internet nessuno e mai uaarino e esistono un sacco di predicatori noncredenti che hanno associazioni di volontariato.

    • beppino ha detto in risposta a Giuseppe

      E’ molto semplice. Chi si é comportato male? Dove é successo? Quando é successo? Cosa é successo? Perché é successo? Quali sono state le conseguenze? Fare il gesto di sparare non sapendo se il fucile é carico può aver senso in determinate situazioni; non mi pare che questa lo sia.

      • Sophie ha detto in risposta a beppino

        Non se lo può ricordare perchè sta citando un caso di cronaca che ha sentito in TV e che è avvenuto qualche mese fa. E l’ha fatto proprio. Capita di dire frottole quando si deve a tutti i costi sminuire il bene che fa l’avversario. Aggiungici pure che lavori al Cern e quindi ti senti Gesù Cristo in terra convinto di mettere in soggezione gli altri e il gioco è fatto. 🙂

      • Giuseppe ha detto in risposta a beppino

        Caritas nei pressi della Stazione Termini, e parlo di qualcosa come quattordici anni fa.

        • Danilo ha detto in risposta a Giuseppe

          Bene.E nella caritas stazione termini di 15 anni fa in quanti eravate e rubava la maggioranza o la minoranza?e quanti erano di preciso che rubavano?

          • Danilo ha detto in risposta a Danilo

            Che genere di materiali prendere per “rivenderselo” li hai visti rivenderli alla caritas di termini?Hanno preso generi ri alimentari per venderli a chi?hanno aperto bancarelle in strada,se tu dici “rivenderli” o li hai visti o nella piu’ improbabile ipotesi loro rubavano e ti dicevano che li rivendevano?Quindi cosa rivendevano?

          • Danilo ha detto in risposta a Danilo

            Che genere di materiali prendevano per “rivenderselo” li hai visti rivenderli alla caritas di termini?Hanno preso generi alimentari per venderli a chi?hanno aperto bancarelle in strada,se tu dici “rivenderli” o li hai visti o nella piu’ improbabile ipotesi loro rubavano e ti dicevano che li rivendevano?Quindi cosa rivendevano?

        • beppino ha detto in risposta a Giuseppe

          Caritas nei pressi della Stazione Termini, e parlo di qualcosa come quattordici anni fa

          Accusare un ambiente come la Caritas é grave; non perché non possa essere vero ciò che lei dice (anzi, essendo una struttura complessa ed articolata…) ma per il semplice fatto che la Caritas stessa esiste sulla base di presupposti etici e sociologici che cozzano contro evenienze di malaffare (non scomodiamo poi altri presupposti tipici del sentire cristiano, molto più seri, ma che a lei penso interessino poco…). Cerchi allora di essere circonstanziato e preciso, possibilmente senza prenderla alla lontana. Ad esempio sarebbe importante che lei “dimostrasse” (scusi il linguaggio impositivo) che i fatti a lei noti non sono per “sentito dire”. Quindi definisca i luoghi ed i tempi (qui ha già cominciato… ed approfondisca) ma anche in cosa consisteva il malaffare e cerchi di darne una valutazione quali-quantitativa, chi ci “girava” intorno (se possibile definirne almeno compiti e responsabilità…), chi ci guadagnava, se i responsabili locali della Caritas erano implicati o meno, ecc… I “fatti” paventati risaliranno anche al 2000 ma ciò non vuol dire che non debbano essere resi noti e stigmatizzati, purché siano inequivocabilmente chiari tutti i termini e le responsabilità. Per inciso lei parla forse dell’anno del giubileo?
          Chi fa volontariato di questo tipo ed in queste associazioni (mi riferisco in particolare a quelle cattoliche, ma il discorso vale per tutte le associazioni di volontariato che operano nel sociale e nell’assistenziale) deve essere rispettato e i rispettivi responsabili devono essere messi al corrente e poter intervenire per correggere eventuali malfunzionamenti nella macchina organizzativa.
          Le rinnovo però la constatazione che “spalar pupu” senza inequivocabilmente essere chiari e circonstanziati é perlomeno sgradevole.

      • Danilo ha detto in risposta a beppino

        Che poi sai un romano omicida non implica che tutti i romani sono omicidi ancora li sfugge.Amesso pure qualche caso in via ipotetica visto che l’espressione e’ autoreferenziale,e quasi ovvio visto che la caritas svolge un lavoro non indifferente con miglia di persone che ci sia magari qualcuno che fa male quello che rebve fare,pero’ il criticone medio vede quel caso e ovviamente lo traforma in miglia di casi usando la parola “Caritas” generica piuttosto che cominciare indicate “la caritas di dove?

    • Sophie ha detto in risposta a Giuseppe

      Io invece ho trovato un ambiente sano. Centro di ascolto, donazione di vestiti, aiuto alle famiglie, ricerca di lavoro, pasti anche a domicilio…. ma che piffero stai dicendo?! Ma può essere che guarda caso sono sempre e solo gli anticlericali a vedere “cose poco edificanti” nelle Caritas!?

  4. EquesFidus ha detto

    Attenzione, però, a voler incensare eccessivamente la Caritas: se difatti come idea di fondo è lodevole e credo sia incontestabile la sua funzione d’aiuto sociale, d’altro canto in certi ambienti ormai non si differenzia troppo dal volontariato laico. E questo perché si preferisce magari fornire pane e basta piuttosto che pane e preghiera, insomma nel nome del buonismo (che non è tipico della Caritas ma ammorba un po’ tutta la Chiesa, a tutti o quasi i livelli) talvolta il Cristo, con la scusa che usufruiscono dei servizi anche atei o membri di altre religioni, si è preferito farLo sparire silenziosamente a favore di un volontariato “laico”, per cui ciò che conta è distribuire soltanto beni o servizi, al più un po’ di supporto psicologico e basta. Chiariamoci, queste sono cose encomiabili e valide, ma di suo non bastano: la Caritas non dovrebbe temere di parlare del Cristo e dire esplicitamente che ciò che fa viene fatto nel Suo nome, altrimenti non è molto diversa da altre associazioni di volontariato laiche, solo un po’ più capillare.

  5. Fabrizia ha detto

    Una mia amica laica e mangiapreti, medico in Tanzania parecchi anni fa, mi diceva sempre che gli unici a fare davvero qualcosa erano la Caritas e i missionari.

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